A caccia di sogni con Moby Dick e il capitano Achab

A caccia di sogni con Moby Dick e il capitano Achab

Copertina del libro “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach del 1975

ROMANZOAVVENTURA

A caccia di sogni con Moby Dick e il capitano Achab

Inseguire l’irraggiungibile e riuscire perfino a raggiungerlo perché l’effetto della monomania è esattamente questo! Ci porta fino a ben oltre i confini del mondo, per arrivare anche solo a sfiorare quello che davvero desideriamo.

E se abbiamo una buona ciurma al nostro fianco rischiamo davvero di raggiungere quello che era irraggiungibile per un singolo uomo.

Insomma l’unione fa la forza no?!

14 NOVEMBRE 2023 – TORINO

ROMANZOAVVENTURA

Moby Dick di Herman Melville. Ecco la mia recensione.

Ho letto Moby Dick per la prima volta a 34 anni ossia due anni più “vecchia” rispetto ai 32 anni dell’autore quando scrisse quello che è divenuto uno dei capolavori della letteratura americana. Ciò nonostante inizialmente questo libro non incontrò i consensi della critica e nemmeno del pubblico e tant’è che segnò la fine della carriera di Hermann Melville.

Morto nel 1891 si dovrà aspettare e gli anni 20 del novecento per trovare una nuova occasione di stampa dell’opera, che venne tradotta in italiano per la prima volta soltanto nel 1930 da Cesare Pavese e pubblicata postuma nel 1932. 

Cercavo una lettura leggera…

…invece ho scelto Moby Dick di Herman Melville

Perdonami la citazione da Harry Potter e la pietra filosofale ma calza alla perfezione! Digressioni fantasy a parte, ho acquistato questo libro di passaggio alla stazione Termini di Roma, e nonostante non avessi più spazio in valigia e nemmeno nello zaino ho voluto portare con me questo volume di quasi 700 pagine nell’edizione illustrata BUR Deluxe che ho scelto.

Inconsapevolmente, stavo cominciando un viaggio “di vita”, e ora quel “viaggio” si è concluso insieme alla lettura di questo librone decisamente arduo da leggere.

Nell’acquisto onestamente mi sono fatta molto conquistare dalla bellezza delle illustrazioni e in generale dall’estetica di questa edizione Bur Deluxe, e anche dal fatto di pensare “non è possibile che ancora non ho letto Moby Dick”. Fatto sta che la combinazione del numero consistente di pagine e i repentini cambi che ha conosciuto la mia vita nei due anni che hanno seguito l’acquisto di Moby Dick, hanno fatto sì che io rimandassi la lettura a favore di libri più brevi che non superassero le 450 pagine e che fossero anche più scorrevoli. Vero è che ho molto preferito la poesia ai romanzi in generale.

Soltanto chi è codardo abbassa la testa durante la tempesta

pag .613

Ma come sempre i libri seguono le mie evoluzioni di vita e così nel mentre che un capitolo intenso della mia vita volgeva al termine, ho voluto cimentarmi dopo tanto tempo, in una lettura impegnativa come appunto è quella di Moby Dick di Herman Melville. Probabilmente il libro più lungo che ho letto prima di questo è stato I pilastri della terra di Ken Follett con le sue 650 pagine (infinitamente più scorrevole), ma a conti fatti è stato per me è molto piacevole avere tra le mani un libro così duraturo, per me che ho l’abitudine di divorarli.

Il capolavoro di Herman Melville, Moby Dick, viene interpretato in svariati modi tra cui anche la metafora fra bene e male. Personalmente scelgo la metafora della vita ed in un certo senso, nella sua lenta progressione sono avanzata tra i flutti della mia vita, almeno quelli tra i più ostici che mi rimanevano da navigare per concludere gli ultimi due anni così intensi e sfiancanti.

Essendo un racconto d’avventura mi aspettavo un ritmo incalzante e che quindi anche la lettura avanzasse in maniera veloce, ma non è stato così. Facendoci quasi perdere e disorientare nel calderone nozionistico che Ismaele ci propone, Melville sembra quasi volerci far entrare in una in uno stato di attesa e pazienza quasi come fossimo anche noi uno dei marinai imbarcati sul Pequod: la baleniera capitanata dal celeberrimo Capitano Achab.

Un inno dunque alla pazienza, alla perseveranza e alla fede.

E non è forse ciò che la vita ci richiede? (compreso il nostro personale modo di intendere la parola la fede…)

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

…come se fossimo in una locanda con Ismaele

L’autore così comincia: “chiamatemi Ismaele“; in questo modo oltre a creare un rapporto quasi confidenziale con il lettore, come se appunto ci si trovasse all’interno di un locanda a parlare a tu per tu con questo narratore. Costui di fatto è anche testimone delle vicende che egli stesso narra, e in questa sua quasi plateale presentazione, evoca quella sensazione che si prova all’inizio di ogni viaggio quando siamo sovrastati dal pathos e dalla fame di avventura.

Ma i viaggi lunghi così come le lunghe letture, incappano naturalmente in battute d’arresto, dove quasi sfiduciati semplicemente ci lasciamo cullare dal moto oscillatorio che i flutti impongono alla nostra imbarcazione, che di fatto è la nostra stessa vita.

Leggendo Moby Dick ci si rende conto che è complesso rimanere costantemente appassionati e coinvolti nella lettura. Al pari della vita quando c’è “calma piatta” continuiamo nella quiete della nostra navigazione e ci ritroviamo, nostro malgrado, ad attendere il grido:

“Laggiù soffia! Laggiù soffia! La gobba come un mucchio di neve! È Moby Dick!»

…quasi avessimo bisogno di uno scossone esterno a distrarci da quel torpore in cui siamo caduti.

Sì, la vita è il Pequod e il Pequod è la vita perché se ben governata ogni nave come ogni esistenza ci porta esattamente dove vogliamo andare.

Genesi Moby Dick

Per quanto al limite dell’immaginario possa essere l’avventura del capitano Achab della sua ciurma e della monomania per Moby Dick, la genesi di questa storia è riconducibile a due eventi realmente esistiti. Il primo l’affondamento nel 1820 della baleniera Essex di Nantucket che fondò a seguito di un urto con capodoglio. Il secondo evento fu l’uccisione intorno al 1830 del capodoglio albino Mocha Dick.

Fatti storici che hanno fatto intraprendere un lungo viaggio a Herman Melville nella sua stessa immaginazione al punto che ancora oggi, noi navighiamo quelle stesse acque in cerca della nostra personale balena bianca

La lotta tra bene e male e il puritanesimo di Melville

Differentemente da Nathaniel Hawthorne autore de La lettera scarlatta, Herman Melville era invece dichiaratamente puritano. Questo suo mentalità e appartenenza al movimento inglese sorto nel XVI secolo, farà sì che lo stesso Melville considererò il suo Moby Dick come un libro “del male”. La dicotomia tra bene e male, è ben esemplificata all’interno nel nel “personaggio” stesso di Moby Dick: pur essendo completamente bianca, questa è di fatto la più tremenda e devastante delle creature marine.

Già nei primi capitoli troviamo appunto questa riflessione sul significato del colore bianco sin dall’antichità dei tempi, che però contrasta all’interno di questa narrazione con la natura malevola della balena bianca. Ma il bene e il male non sono non vengono fatti emergere soltanto narrando di Moby Dick, ma anche affrontando quella che è la natura umana che costantemente è in bilico tra questi due poli diametralmente opposti.

Soprattutto quando si va a caccia di ciò che desideriamo di più al mondo.

Morale di Moby Dick (almeno la mia)

Da un libro così carico di episodi e dettagli non possiamo che trarre almeno due riflessioni significative.

La prima nasce dal termine con cui Melville definisce l’ossessione del capitano Achab per Moby Dick: la sua monomania. Credo che sia la prima volta che leggo in un libro questo termine, fatto sta che ciascun essere umano per sentirsi vivo e affrontare davvero qualunque viaggio e qualunque prova, deve necessariamente avere un obiettivo che sia davvero più grande di lui.

Solo così si avrà la forza e l’ingegno per superare i propri limiti e trovare soluzioni, anche dove apparentemente non ci sono.

La seconda riflessione è che se da un lato avere una “magnifica ossessione” è benefico perché appunto ci spinge oltre i nostri limiti, dall’altro se scegliamo un obiettivo che è davvero troppo distante e lo vogliamo in breve tempo, o meglio in un momento in cui al di là del nostro ardente desiderio, ancora non siamo pronti per “catturarlo”, rischiamo di confrontarci con la realtà di venire sopraffatti dalla vastità dell’oceano. O dalla forza della Balena Bianca di cui rischiamo di diventare prede.

Qual’è quindi la vera morale per il lettore moderno di Moby Dick, al di là delle dotte interpretazioni? Prestare attenzione affinché quelli che sono i nostri obiettivi non diventino la nostra stessa agonia e prigione. 

La parabola del capitano Achab, secondo la Spinelli, è anche la narrazione metaforica della cultura americana, il desiderio di «avere qualcosa di significativo da cercare e da dire nel mondo. È il desiderio cui viene dato il nome di eccezionalismo americano […] L’eccezionalismo può trasformarsi in dismisura come nel capitano Achab» (p. 45).

Info bibliografiche

Titolo originale: The Whale

Autore: Herman Melville

Prima pubblicazione: 18 ottobre 1851

La mia edizione: 2 aprile 2015

Editore italiano: Rizzoli

Collana: BUR Classici BUR Deluxe

Genere: Romanzo, Avventura

Numero di pagine: 703 p., ill. , Brossura

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Un isolario sentimentale, un viaggio tra isole reali e fantastiche, passate e presenti, emerse e sommerse

Un isolario sentimentale, un viaggio tra isole reali e fantastiche, passate e presenti, emerse e sommerse

Copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

RACCONTOBIOGRAFICOAVVENTURA

Un isolario sentimentale, un viaggio tra isole reali e fantastiche, passate e presenti, emerse e sommerse.

Quindici isole per lasciare emergere i nostri pensieri ed emozioni più profondi, per solcare le acque dei nostri ricordi e per imparare che il viaggio, quando chiama, ci obbliga a rispondere. Insulomania è questo: rispondere al richiamo dell’isola che ci attira a se ripagandoci poi dandoci le risposte alle nostre domande più profonde in una esplorazione reciproca che appaga entrambi profondamente!

9 MARZO 2023 – TORINO

RACCONTOBIOGRAFICOAVVENTURA

Isolario italiano di Fabio Fiori.

La mia recensione.

Isolario italiano di Fabio Fiori è un libro che ha tutto il sapore dei racconti vecchio stile. Quei racconti che la notte ti perdevi ad ascoltare perché erano fatti di immagini, di miti, di leggende e della meraviglia che si concretizza davanti ai nostri occhi quando ci avviciniamo ad un’isola. Un’immagine che a mano a mano prende sempre più forma come un sogno che finalmente prende consistenza e diventa “materia” non solo per il nostro sguardo.

Un libro quindi che andrebbe letto ad alta voce, come tante volte ho fatto con le poesie di Prevért o di Antonia Pozzi, ma anche di Ghiannis Ritsos del quale viene citato un passaggio bellissimo del suo corale Le vecchie e il mare, mentre io ad oggi ho letto solo Erotica, ma non vedo l’ora di esplorare ancora di più questo autore che è di una tangibilità visiva e tattile unica.

Il mare è di tutti-non si divide in ettari, abbatte i confini, salta oltre i confini aldilà di ogni misurazione va e viene smisurato e libero.

Ghiannis Ritsos da Le vecchie e il mare

Capraia

Leggi per me. E io come un’amante ho letto per te.

Una delle cose più belle che si può fare con un libro, con un testo scritto di qualsiasi genere, è condividerne il momento della lettura. Alcuni testi si prestano meglio di altri, e questo si presta molto.

Che bello è stato rientrare in quella camera di hotel, in quel pomeriggio di quella giornata infrasettimanale di Giugno 2022 e leggere la prima pagina scelta a caso, e poi continuare con altre e altro.

Ricordo molto bene le prime pagine che ho letto ad alta voce. Nella mia voce, l’emozione. Negli occhi di chi era con me, il rapimento e il desiderio.

Eravamo in una camera di un piccolo hotel della Toscana, vicino al mare. Eravamo appena arrivati dopo aver visitato di passaggio anche Camogli in Liguria, dove io come souvenir sono stata catturata da questo libro, che ho visto in bella mostra sul banchetto della libreria che sta proprio di fronte alla spiaggia.
Scelsi anche Le fiabe di Portofino di Annamaria “Lilla” Mariotti.
Divennero entrambi dei doni che custodisco con affetto per tutto ciò che quei due giorni tra la Liguria e la Toscana rappresentano per me come donna

In balia del bellissimo e terribile mugghiare delle onde.


Capraia

di quella notte ricordo l’ululare della Bora e il crepitare del fuoco.

Appunti sull’isola di utopia

l’Isolario italiano di Fabio Fiori non è un libro da memorizzare o da imparare, è un libro da vedere e da sentire lasciandosi trasportare dalla corrente.
Un libro da condividere e da sentirsi risuonare nelle orecchie riempiendole, così come l’onda le riempie ogni volta che andiamo al mare, soprattutto in inverno quando sentiamo solo il suo moto perpetuo e incessante perché le persone sono altrove, in attesa di tornare.
Recentemente ho fatto questa domanda a qualcuno: “Hai mai viso il mare d’inverno?” L’immagine che mi è stata donata in risposta, ha fatto viaggiare la mia mente a lungo facendomi sentire sulla faccia il vento tagliente del Mistral e il sapore della salsedine che si è  incrostata sulle mie ciglia e sopracciglia; sourcils in francese, come ho imparato leggendo il mio primo libro sugli Haiku acquistato a Nizza in Agosto, qualche settimana dopo aver acquistato questo. I libri e le cartoline che sono solita poi usare come segnalibro sono il mio souvenir (ricordo! materiale) preferito. Ne compro almeno uno in ogni luogo in cui vado, o almeno ci provo.

Certo che anche per lui leggere è navigare.

Nesografia

Insulomania: il richiamo del mare

Tentare di leggere Isolarlo italiano come se fosse un qualsiasi altro libro è impossibile.
Fabio Fiore ci fa viaggiare insieme a lui in un mondo fatto di miti e leggende, dove scopriamo e riscopriamo racconti che hanno un sapore antico, un sapore di salsedine e la forza del vento del nord e la dolcezza di quello del sud.

Con la piccola 4 metri dell’autore, ci troviamo a navigare per acque in cui probabilmente non siamo mai stati in cui non avremmo mai pensato di arrivare.

Come già detto questo libro per me è stato un regalo. Eravamo a fare una passeggiata per Camogli ed era lì sui banchi esterni dell’unica libreria del piccolo comune italiano ligure. Mi aspettava (?). Ne ho sentito il richiamo, un po’ come il marinaio sente il richiamo del mare, io sento quello dei libri.

“Il libro” è un ricordo tangibile di esperienze che vivono solo nei nostri ricordi e nel nostro cuore. Fabio Fiori ha scritto questo libro in piena pandemia nel 2021 e quello che percepiamo è la nostalgia di un uomo, un insulomane, che non può prendere il largo verso nuove mete. Allora ecco che sceglie di ricordare e rivivere un passato che gli è caro, condividendo con noi la parte più intima dell’affrontare un viaggio che a volte dura ore a volte giorni, dove entrambi (marinaio e lettore) siamo ospiti nella vastità del mare che fa ordine nelle nostre menti e nei nostri cuori.

Movimenti che riordinano i pensieri confusi, come oggetti mal riposti.


Insulomania

Siamo tutti affetti da insulomania

Ogni isola viene viaggiata e vissuta riscoprendo racconti di chi ci è nato e vissuto. Scopriamo di volta in volta anche la storia, la genesi stessa delle isole poiché più d’una è di origine lavica. Queste, come l’amore, appaiono all’improvviso nei luoghi dove meno te lo aspetti, sorprendendoti già al primo sguardo o nel caso nostro alla prima lettura.

Che siano emerse ad un certo momento, che siano isole fluttuanti o che il magma ne abbia plasmato la forma e poi l’acqua marina l’abbia levigata, ciò che conta è che ad oggi grazie a loro, abbiamo il privilegio di essere degli esploratori, soprattutto della nostra anima.

Quando si naviga e la nebbia ci avvolge, la vista perde l’importanza che siamo soliti attribuirgli, sono gli altri sensi quelli che ci orientano nella nostra navigazione (di nuovo) come l’amore, la cui esplorazione è demandata integralmente ai sensi e all’istinto non alla vista dello sguardo poiché nello sguardo si legge non attraverso di esso.

Tutto in Isolario italiano, diventa per noi un’esperienza, un ricordo. I colori dell’alba che si tingono ora di rosa, ora di arancione e persino di rosso, come la lava che ha generato alcune delle isole che ci troviamo a esplorare con Fabio Fiore.

Nonostante la loro natura “isolata”, le isole mantengono una forte connessione con la terraferma e con gli esseri umani che abitano queste isole. Fabio Fiore ci spiega tra le altre cose, che tanto di quello che è accaduto sulla penisola italica, ha poi avuto un risvolto anche sulle nostre isole in un dialogo molto più profondo di quanto si possa pensare.

E forse proprio perché l’Italia è una penisola che in molti di noi si arriva a provare l’irrefrenabile desiderio di esplorare le realtà isolane grandi o piccole che siano. Isolarsi dal mondo per entrare in noi stessi…
Il mito del viaggio e della scoperta sono il cuore lavico, ancora bollente e pulsante che come sangue scorre nelle vene della terra della nostra Italia, e ci anima facendoci muovere al viaggio e alla scoperta attenta perché lenta e quieta.

Isole da camminare, isole da pedalare. Isole da camminare e da pedalare, nell’incerto di un sentiero, nel certo di una strada.

Elba

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Insulomania: tra cibo e pathos di un insulomane

Di un pittorico disarmante, sono tutte quelle descrizioni in cui Fabio Fiori ci fa vedere e assaggiare un pasto semplice fatto di fette di formaggio, pane, vino. Un pasto che rievoca una condivisione con un pescatore sconosciuto, ma che nel momento della sua evocazione noi condividiamo con loro. Umanità perduta, umanità ritrovata perché condivisa che fa un po’ Into the wilde (Nelle terre estreme) di Jon Krakauer, ma con il lieto fine.

La descrizione più bella per me in questo senso è quella dell’insalata di limoni, che solo a pensarci sento l’aspro in bocca e mi ricorda il succo di limone che bevo ogni giorno! Eppure questo piatto povero invoglia e invita come se si fosse i benvenuti a una di quelle tavolate che solo al sud possiamo trovare: sotto una pergola, con tante persone, tutte le generazioni riunite e un blu (il mio amato blu!) che unisce cielo e mare a mezzogiorno.
Poesia per gli occhi e balsamo per la mente e il cuore.

Questo “isolarlo sentimentale” esplora le 15 isole in funzione del pathos che l’autore Fabio Fiore ha legato all’una rispetto che all’altra.

Molto bello è il punto di vista di queste isole vissute d’inverno (rinnovo la domanda a te lettore: “Hai mai visto il mare d’inverno?”) perché il turismo (che per più d’una di loro è l’economia prevalente), rende finte le isole che si tingono di turisti e che si affollano in ogni loro parte per ritrovarsi poi di nuovo vuote, ma arricchite di un’altra stagione estiva che volge al termine.

Il migrante è prima di tutto uno che fa un viaggio, reale e metafisico.l’uomo è animale nomade.
[…]
Un istinto primordiale insopprimibile che per 1000 motivi ci spinge a partire.così sia!

Elba

Un raggio di sole entra dalla finestra e mi invita a ripartire.

Elba

L’emergere, la partenza e la rinascita

Ricordi personali a parte, credo che i temi più importanti dell’Isolario italiano di Fabio Fiore siano essenzialmente tre: l’emergere, la partenza e la rinascita.

Nella mia vita ho spesso associato a viaggi e luoghi, fasi della mia vita; pensieri e riflessioni che ho poi scoperto essere più profondi e significativi di quanto non avessi percepito inizialmente.

Traslare questo Isolario italiano nella vita “vissuta” significa ad esempio usare l’emergere di un isola dal nulla come pretesto per ricordarci di far emergere quelle che sono le nostre emozioni più profonde. Emozioni e sensazioni che molto più spesso di quello che vorremmo non siamo in grado di elaborare nel luogo in cui siamo. Allora partiamo (partenza), concedendoci di mettere dello spazio tra noi e “il resto” acquisendo così un punto di vista diverso rispetto a quello che avremmo avuto rimanendo a “casa”.
Il tempo che così ci regaliamo, lo spazio che percorriamo e le nuove angolazioni da cui osserviamo una stessa situazione nella loro sinergica azione nelle nostre vite, ci permette di fare ritorno con delle nuove consapevolezze, uno stato di quiete ripristinato come se appunto ci sentissimo rinati (rinascita).

Partire è come nascere un’altra volta“, ha scritto Nicolas Bouvier, scrittore che del viaggio ha fatto la sua casa.

Concludo condensando che viaggio e rinascita spesso instaurano un dialogo unico connettendosi fra di loro. Isolario italiano di Fabio Fiori ci ricorda (o insegna per la prima volta) che qualsiasi sia il luogo reale o immateriale che esploriamo, se ci avviciniamo ad esso con l’umiltà del marinaio possiamo trovare ciò che stavamo cercando, qualunque cosa sia.

Troverai tutto e non capirai nulla…


Capraia

Halo è una parola latina che significa respiro, frequente e potente.


Capraia

Sono solo a bordo, mollo gli ormeggi, sciolgo le vele. Metto la prova sull’infinito; non cerco niente, provo a sedare i notturni ansietà isole.


Capraia

Isole

  1. Stromboli
  2. San Nicola
  3. Elettride
  4. (Asteria)
  5. San Francesco del Deserto
  6. Capri
  7. Tino
  8. (Utopia)
  9. Gallipoli
  10. Elba
  11. Capraia
  12. (San Ferdinando)
  13. Ponza
  14. Procida
  15. San Pietro

Sinossi

Un isolario sentimentale, un viaggio tra isole reali e fantastiche, passate e presenti, emerse e sommerse. Capri, Elba, Ponza, Procida, Stromboli, San Francesco del Deserto, San Pietro e altre isole italiane, raggiunte a vela, a remi, o con quei piccoli affascinanti traghetti che fanno la spola con il continente. Esplorate a piedi o in bici, ma anche a nuoto. Asteria, Utopia, Ferdinandea, isole sognate, davanti a vecchie carte manoscritte o a nuove fotografie satellitari. Comunque le si raggiunga, le si esplori o le si sogni, le isole rimangono luoghi dell’anima, dove è più facile ascoltare se stessi e gli altri, la natura e la storia. La loro quotidianità ci affascina, la loro straordinarietà ci ammalia; siamo affetti da insulomania.

Info bibliografiche

Titolo originale: Isolario italiano (italiano)

Titolo: Isolario italiano

Autore: Fabio Franchi

Prima edizione italiana: Aprile 2021

La mia edizione: I edizione – Aprile 2021

Editore italiano: Ediciclo editore

Collana:

Genere: Racconto

Numero di pagine: 183

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Non sai a che punto della vita sei? Leggi Siddharta

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Libro su Frida Kahlo

POEMA INDIANOGROWTH, MIND & BODY, SELF HELPAVVENTURA

Non sai a che punto della vita sei? Leggi Siddharta

Siddharta è il romanzo più famoso e apprezzato di Hermann Hesse, premio Nobel per la letteratura, soprattutto per la sua componente spirituale che muove e ispira a trovare se stessi, la propria identità e ruolo nel mondo.

1 OTTOBRE 2021 – TORINO

POEMA INDIANOGROWTH, MIND & BODY, SELF HELPAVVENTURA

Siddharta di Hermann Hesse. Ecco la mia recensione.

 

Come la maggior parte dei libri che ho letto anche Siddharta arriva con un tempismo direi svizzero.

Acquistato su e-bay mentre ero a Torino, spedito a Roma, lo inizio a leggere su un Italo che mi riporta a Torino per scrivere un nuovo capitolo della mia vita, iniziando un viaggio introspettivo che molto ha in comune con quello che ho letto in questo romanzo di Hermann Hesse.

Il viaggio che intraprende Siddharta il protagonista di questo romanzo del 1922, non a caso è stato preso sin dai primi anni a modello dai ragazzi che giustamente sentivano la volontà e l’esigenza di affermare se stessi, trovare la propria identità e quindi il proprio percorso di vita.

No, l’uomo che cerca veramente, l’uomo che veramente vuol trovare, non può accogliere nessuna dottrina.

È bene, pensava, sperimentare personalmente tutto ciò che si ha bisogno di sapere.

Siddharta di Hermann Hesse è in questo senso un romanzo “di formazione”, perché appunto mostra la ferma volontà e intenzione di divenire chi si è (da ricordare che l’Ecce Homo Come si diventa ciò che si è” di Friedrich Nietzsche è stato pubblicato nel 1908). La grande scoperta che Hesse/Siddharta condivide con il lettore è che, nonostante si incontrino sulla propria via tante guide che parrebbero mostrarci il cammino migliore per noi e ciò che vogliamo raggiungere nella vita, al dunque, nessuno è in grado di dire all’altro cosa e come farlo, perché ciascuno deve necessariamente trovare in autonomia, ascoltando intimamente sé stess*, il proprio percorso il proprio divenire.

Tutto insieme era il fiume del divenire, era la musica della vita (…) mille voci consisteva di un’unica parola, e questa parola era Om: la perfezione.

Ecco quindi che Vasudeva il vecchio barcaiolo rappresenta, forse persino più di Siddharta, il viaggio (che dura una vita) trascorso all’insegna dell’ascolto del fiume. Nella mia lettura infatti il fiume altro non è che il nostro vero io, quello che ci parla se siamo in grado di ascoltare e comprendere il suo linguaggio.

attendere, avere pazienza, ascoltare

Non a caso lo stesso Hermann Hesse ha definito questo suo romanzo un poema indiano (da ricordare in tal senso le origini tedesche dell’autore!), perché è intriso in ogni momento di quelle riflessione tipiche delle dottrine indiane di cui il Buddha, qui Gotama, è nel nostro occidente certamente la figura più emblematica dell’approccio spirituale e ancor di più olistico tipico di Madre India.

Va da sé che l’ambientazione è dunque quella indiana; eppure a noi occidentali ci approcciamo forse con una certa arroganza ad un testo come è il Siddharta di Hermann Hesse, perché lo osserviamo con gli occhi occidentali. Ad esempio io non avevo idea di cosa fosse un Brahmino, del suo abbigliamento e dell’importanza all’interno di una comunità. Dunque quello che ho fatto, è stato cercare un’immagine che rappresentasse questa figura, e ho immediatamente compreso che, fuorviata dalla bellissima copertina della mia edizione Adelphi del 1975, non mi figuravo al meglio l’ambientazione effettiva, immaginando “quasi” degli ambienti rinascimentali.

Ecco quindi un caso perfetto del celebre detto “Non si giudica un libro dalla copertina”… o almeno non si dovrebbe!

Certo è vero che Hermann Hesse non fornisce in maniera esaustiva descrizioni ambientali, eppure il lettore riesce perfettamente ad “entrare” nei luoghi quasi mistici che ci propone, siano pure quelli del “giardino delle delizie“, proprio a dimostrare che persino la più terrena e carnale delle cose, può e anzi dovrebbe essere vissuta con uno spirito di molto più elevato, rispetto a quello che noi occidentali siamo abituati ad avere.

A conti fatti credo che gli insegnamenti più significativi di questo romanzo, che mi è rimasto nel cuore, siano come già detto: (1) l’importanza di imparare ad ascoltare noi stessi, (2) il valore dell’amicizia che lega due persone a prescindere dalla parentela (vedasi tanto Govinda quanto Vasudeva), e (3) la capacità di vivere una vita ascetica anche negli agi terreni perché conquistare la propria serenità non implica la rinuncia a tutto ciò che è materiale, quanto piuttosto la capacità di non esserne schiavi ma anzi piegare il materiale al benessere dello spirito.

Nella mia “lettura” sono altri tre i punti cardine che il Siddharta di Hesse ci propone ossia (4) il ruolo genitoriale che tanto “un” padre quanto “una” madre sono chiamati ad assolvere nell’interesse del figlio, e in parallelo il sentimento di rispetto che un genitore ispira nel figlio, in funzione el suo stesso essere e modo di stare nel mondo.

E ovviamente (5) l’amore, che persino nella sua più carnale espressione come è quella tra Kamala e Siddharta, è da analizzare in termini tantrici poiché l’unione dei due trascende la corporeità, ed è ancor di più unione spirituale, esperenziale e di stima reciproca…come una danza che ora è lenta ora veloce, ma che avviluppa i due amanti nelle sue molteplici forme, dando ad entrambi il piacere dell’una e dell’altro.

Ma a me importa solo di poter amare il mondo

(…)ma per lasciarlo, invece, così com’è, e amarlo e appartenergli con gioia.

In ultimo, con l’intenzione di enfatizzare questo punto, c’è la capacità di spronare il lettore ad avere (6fiducia nel futuro e in sé stessi poiché sono solo i nostri genuini e autentici obiettivi e sogni a muoverci nella giusta direzione, come appunto la pietra che gettata nel fiume viene attirata verso il fondo incontrastata.

Che tu cerchi troppo?

Che tu non pervieni a trovare per il troppo cercare?

(…)

allora accade facilmente che il suo occhio perda la capacità di vedere ogni altra cosa, fuori di quella che cerca

(…)

Cercare significa: avere uno scopo. Ma trovare significa: esser libero, restare aperto, non avere scopo.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Così pure è il percorso di chi vuole trovare se stesso e raggiungere qualcosa nella vita, sarà esattamente questo a guidarci e tanto nella gioia quanto nel dolore dobbiamo avere fiducia che tutto è funzionale e parte di ciò che vogliamo, dunque l’unica vera decisione che dobbiamo prendere è quella di abbracciare ogni cosa e persona sul nostro cammino poiché in un modo o nell’altro ci arricchisce e coopera a farci davvero raggiungere il nostro io più intimo e profondo.

la ferita non gli era data per rovistarci dentro e dilaniarla, ma perché fiorisse in tanta luce

Una profondità che è impossibile spiegare, come accade tra Gotama e Siddharta, ma che tuttavia si percepisce ed è anzi ben visibile agli occhi dell’altro poiché a nostro modo, abbiamo raggiunto la beatitudine.

Non nella parola, non nel pensiero, vedo la sua grandezza, ma nella vita, nell’azione.

Personaggi

  • Siddharta: o Siddhartha è il protagonista di questo poema indiano come è stato definito dallo stesso autore. Egli è figlio di un Brahmino e questo è già di per se la prima base spirituale da cui il nostro “eroe” che in questo contesto “salva” se stesso, possiede ancor prima di iniziare il suo viaggio nella consapevolezza di sé. Siddharta è altresì il nome del figlio nato dall’unione con Kamala.
  • Govinda: fratello unilaterale (con Siddharta condividono lo stesso padre ma hanno madre differente) è soprattutto il migliore amico di Siddharta. Fondamentale perché nella sua devozione al fratello sceglie di seguirlo nel momento in cui abbandona la casa paterna, finché egli stesso non troverà il “suo maestro” nella figura del Gotama “il Buddha”.
  • padre di Siddharta: è un Brahmino, e di fatto è il primo riferimento spirituale che Siddharta ha nella sua vita.
  • Kamala: è una cortigiana di sopraffina bellezza, intelligenza e per questo ricchezza e amicizie potenti. Con lei Siddharta sboccerà dal punto di vista sessuale e anche grazie a lei si guadagnerà tutti gli agi materiali dopo il suo percorso di elevazione spirituale. Si incontrano casualmente la prima volta nel “giardino delle delizie” della stessa Kamala, luogo in cui ella è solita incontrare i suoi amanti o aspiranti tali. Dalla loro unione carnale nascerà un figlio che la cortigiana chiamerà col nome del padre.
  • Gotama: è “il Buddha“, non l’unico al mondo quanto piuttosto quello che Siddharta e Govinda incontrano e che sarà determinante per entrambi seppur in forme diverse.
  • Kamaswami: il potente mercante, che dietro combinato incontro da parte di Kamala, valuta e dunque accoglie sotto la sua ala Siddharta offrendogli un impiego che piuttosto rapidamente gli darà modo di arricchirsi e soprattutto spesare i suoi incontri con la cortigiana della quale nel mentre, si è innamorato e lei a sua volta.
  • Vasudeva: il vecchio barcaiolo, con cui Siddharta trascorrerà alcuni anni, fino al ritiro dei boschi di quest’ultimo. È un uomo molto saggio, che ha trovato la sua elevazione spirituale nel rapporto dialettico che nel corso degli anni ha instaurato con il fiume. Grazie allo scorrere incessante del fiume ha raggiunto la sua pace, soprattutto dopo che rimasto vedovo non aveva altro scopo nella vita che non la sua stessa sopravvivenza. Crescerà insieme a Siddharta il figlio di Kamala, finché questi non preferirà la fuga abbandonando la vita misera evidentemente inadatta ad un giovane ragazzo, che tra le altre cose ha sempre rifiutato la natura benevola del padre e ancor più di considerarlo come tale.

Info bibliografiche

Titolo originale: Siddhartha (tedesco)

Autore: Hermann Hesse

Prima pubblicazione: 1922

Prima pubblicazione in Italia: 1945

La mia edizione: 2009

Editore italiano: Adelphi

Collana: –

Genere: Poema indiano

Numero di pagine: 169

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Lasciarsi trascinare da un Vortice può farti vivere la più bella delle scoperte e avventure

Lasciarsi trascinare da un Vortice può farti vivere la più bella delle scoperte e avventure

Libro su Frida Kahlo

ROMANZOAVVENTURA

Lasciarsi trascinare da un Vortice può farti vivere la più bella delle scoperte e avventure

La prima vera avventura di Dirk Pitt, in stile James Bond, ha inizio sulle spiagge delle Hawaii, ma il “Vortice del pacifico” non è esattamente una spiaggia assolata!

13 FEBBRAIO 2020 – ROMA

ROMANZOAVVENTURA

Vortice di Clive Cussler. Ecco la mia recensione.

 

Dirk Pitt è l’alter ego di Clive Cussler, difficilmente si trovano casi dove la vita dello scrittore e quella del suo personaggio/eroe si intrecciano in maniera così stretta come accade tra Dirk Pitt e Clive Cussler.
Nonostante Vortice sia stato pubblicato come sesto libro della serie, è effettivamente la prima avventura di Dirk Pitt, che qui l’autore ci inizia a presentare dandoci delle informazioni come ad esempio che è un ingegnere navale, la qual cosa gli tornerà molto utile!

L’avventura ha inizio con Dirk Pitt che ritrova in mare, una capsula in alluminio proveniente da un sommergibile da guerra statunitense: lo Starbuck, contenente l’ultimo messaggio del comandante Dupree.

Il lunedì successivo alla partenza il sommergibile avveniristico, avrebbe dovuto attraccare a Pearl Harbor, ma non se ne ebbe più notizia. Non un resto, non un indizio…anche lui risucchiato dal “vortice del Pacifico”; e non si tratta di un caso isolato.
Si parla di ben 38 casi documentati negli ultimi 30 anni, in un’area circolare a nord dell’arcipelago delle Hawaii, che parrebbe evocare il celeberrimo “triangolo delle bermuda”; ma la storia non sarà esattamente la stessa!

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Il gigante dagli occhi dorati Delphi, vorrebbe trasformato il mito in realtà così come pure i suoi sudditi. Alla vista degli abitanti della leggendaria isola di Kanoli, ci si chiede se sono reali o se provengono semplicemente da un altro pianeta… ma non Summer.

La figlia di Delphi, è una giovane conturbante dagli occhi grigi e i capelli di fuoco, che finisce con il salvare ogni volta la vita di Dirk Pitt; che ad ogni mossa per svelare il mistero del vortice del pacifico, rischia di perderla.

Per me è stata la prima lettura di Clive Cussler, e ho iniziato la lettura senza aspettative ne preconcetti così mi sono goduta ogni pagina di quest’avvincente storia, che coinvolge fino all’ultima pagina con immagine così vivide, da rimanere impresse nella retina.

Info bibliografiche

Titolo originale: Pacific Vortex!

Autore: Clive Cussler

Prima pubblicazione: 1983

Prima pubblicazione in Italia: – 1997

La mia edizione: 1997 – I Edizione

Editore italiano: Longanesi

Collana: –

Genere: Avventura

Numero di pagine: 279

Preceduto da: Salto nel buio

Seguito da: Missione Eagle

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Missione Odessa: quando padre e figlio scrivono a quattro mani

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Libro su Frida Kahlo

ROMANZOAVVENTURA

Missione (Odessa): quando padre e figlio scrivono a quattro mani

Ambientata nel Mar rosso, ma anche in Inghilterra, questa avventura coinvolge subito il lettore in una peripezia di personaggi ed eventi storici in tipico stile Cussler!

11 FEBBRAIO 2020 – ROMA

ROMANZOAVVENTURA

Vortice di Clive Cussler e Dirk Cussler. Ecco la mia recensione.

 

Dopo aver letto Vortice, il primo libro scritto dall’autore (pubblicato come sesto in ordine cronologico) e il primo che io abbia mai letto di Cussler, rimasi così colpita che quando vidi tra gli scaffali, della libreria di turno, Missione Odessa non ho potuto che acquistarlo in preda ad un momento di shopping compulsivo, che nel caso dei libri tendo a giustificare quasi sempre…

Tornando alla nostra avventura, subito ci immergiamo, è il caso di dirlo, nelle acque anossiche del Mar Nero, dove ci vengono proposti personaggi, eventi storici e diverse ambientazioni avanti e indietro nel tempo a partire dal Febbraio 1917: campagna russi contro turchi (ottomani). Data la complessità della trama, che rende onore a un mostro sacro come Clive Cussler, certamente si sarebbe preferita una narrazione  più analitica da parte dell’autore (anzi gli autori), dando la possibilità al lettore di figurarsi in maniera più nitida ambientazioni e personaggi.

Certamente un avido lettore di Cussler non riscontrerà le stesse difficoltà di un neofita (quale io sono). Tuttavia approcciandosi al libro, che non a caso la Longanesi ha inserito in libro nella collana: I maestri dell’avventura!, non possiamo certo di aver viaggiato davvero, immedesimandosi e vivendo le avventure che i nostri occhi si trovano a leggere.

Infatti ci troviamo ad avere tra le mani un bel libro, ma non uno di quelli che rimane impressi proprio perché la trama molto complessa e davvero bella! (questo va detto) viene proposta in maniera frettolosa, quando invece una cinquantina di pagine in più avrebbero soddisfatto maggiormente.

Un lettore, uno di quelli che ama i libri, vuole “vedere “con i suoi occhi e questo richiede del tempo (delle pagine), mentre forse essendo un testo maturo dell’autore, scritto tra le altre cose a quattro mani, ci si aspetta che il lettore non abbia bisogno di così tante imbeccate, perché oramai capace di entrare nelle “pagine” dell’autore con maggiore autonomia.

Dunque questo bel libro, non è adatto a tutti! Sconsigliato a chi piacciono le trame semplici e scorrevoli, ma soprattutto a chi legge Clive Cussler per la prima volta…anche se si sta sempre leggendo Missione Odessa di Clive Cussler: il libro di un mostro sacro della letteratura d’avventura.

E’ consigliato per coloro che invece sono sia seguaci dell’autore, che appassionati di nautica e la geografia. Questi pre-requisiti aumenteranno certamente il coinvolgimento e dunque la goduria, dello scorrere e scoprire il successivo colpo di scena… e ce ne sono davvero molti, non da ultimo un matrimonio inatteso!

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Trama

Dirk Pitt, il direttore della NUMA, la società che si occupa del recupero di relitti dai fondali, è sul Mar Nero. Sta cercando di localizzare i resti di un’antica nave ottomana, quando è chiamato a rispondere a un messaggio di soccorso – «Siamo sotto attacco!» – da un vicino mercantile.

Ma quando lui e il suo collega, Al Giordino, arrivati sul posto, non trovano nessuno: solo cadaveri e odore di zolfo. Mentre i due esplorano la nave, un’esplosione da poppa la fa rapidamente affondare, rischiando di trascinarli sul fondo.

Più i due si addentrano nelle ricerche sulla barca della morte, più sprofondano in uno straordinario vortice di scoperte…e di segreti.

Un tentativo disperato, nel 1917, di salvare il benessere e la potenza dell’Impero dei Romanov. Un bombardiere della guerra fredda scomparso con un carico letale. Un brillante sviluppatore di droni impegnato in una missione sconosciuta. Trafficanti odierni di tecnologie nucleari, ribelli ucraini disposti a tutto, una splendida agente dell’Europol, Ana Belova… tutto contribuirà a rendere questa missione la più pericolosa della carriera di Dirk Pitt.

Personaggi

  • Ambientazione d’apertura: Mar Nero, campagna russi contro turchi (ottomani) Febbraio 1917
  • Dirk Pitt: personaggio principale, lavora alla NUMA
  • Al Giordino ” Sparkye”: amico d’infanzia e compagno di avventure di Dirk Pitt; lavorano insieme alla NUMA
  • Kerch: cacciatorpediniere russo
  • Gnevny: secondo cacciatorpediniere russo leggero
  • Sasha: membro dell’equipaggio timoniere
  • Aprile 1955
  • Dimitri Sarkhov: pilota
  • Medev: copilota
  • Tupolev Tu-4: bombardiere quadrimotore
  • Vasily: bombardiere a bordo del Tupolev
  • Ivan:
  • Fodorsky:
  • Sarkhov: pilota
  • Luglio 2017, Mar Nero
  • Istanbul
  • Crimean Star: imbarcazione mercantile battente bandiera romena (ufficialmente)
  • Zodiac: gommone
  • Chavez: giovane terzo ufficiale
  • Macedonia: Nave oceanografica da ricerca, 17 nodi velocità massima
  • Bill Stenseth: comandante
  • Secondo Macchinista russo della Crimean Star
  • Ana Belova: investigatrice speciale Europol
  • Petar Ralin: partner di Ana Belova poliziotto bulgaro doganiere tenente
  • Ralin: addetto alle ispezioni
  • Josef: passeggero furgone cocomeri
  • Zakharin: generale dell’Aeronautica russa
  • Maggiore dell’Aeronautica russa
  • Martin Hendriks: olandese
  • Peregrine: drone prototipo
  • Presidente Vashenko
  • Peter Ralin: ispettore della polizia di stato bulgara, a bordo della Macedonia
  • Kerch: relitto cacciatorpediniere della marina imperiale russa costruito nel 1916, relitto vicino a quello della Crimean Star
  • Besso: imbarcazione “taxi marittimo”
  • Valentin Makedo:
  • Ilya Vasko: cugino di Valentin Makedo
  • Dukov: tenente
  • Dott. Georgi Dimitov: archeologo bulgaro
  • Fenthye: fregata a tre alberi varata nel 1766
  • Ceja: mercantile “goletta” ottomano
  • HEU: cassa grigia contenente uranio impoverito
  • Balchik: paesino di mare turistico a nord di Burgas (Bulgaria)
  • Sergente Alexander Krayevski: 57 stormo bombardieri corpo trovato vicino all Fethye
  • Colonnello Markovich
  • Maxim Federov: capo dell’intelligence estera
  • Viktor Mansfield:
  • Dott. Anton Kromer
  • Ilya Repun: pittore?
  • Nicola II: Zar di Russia
  • Aleksandra: Moglie di Nicola II
  • Sir Leigh Hunt: Inviato speciale della Gran Bretagna al momento della sigla del trattato di Pietrogrado
  • Tavda: Nave oceanografica per ricerche trattato
  • Nevena: nuovo nome della Besso
  • Hiram Yeager: direttore risorse informatiche della NUMA
  • Rudi Gunn: vicedirettore
  • Arseny Markovich : comandante 24 battaglione territoriale ( Ucraina)
  • Scorpion: sottomarino americano affondato dai russi
  • Summer Pitt: sorella gemella di Dirk Jr, identici tra loro e simili al padre capo della NUMA ad eccezione dei capelli rossi di lei Dirk Jr è moro e ha gli occhi verdi
  • Odin: nave da ricerca oceanografica
  • Jack Dahlgren: specialista di tecnologia subacquea
  • Canterbury: incrociatore leggero di classe C della Royal Navy costruito nel 1915 e scomparso in mare nel Febbraio del 1917 (vogliono usarla come “allocamento” dell’esplosivo
  • Yaeger:
  • Hiram:
  • Max:
  • Steven Miller: chirurgo ortopedico di fama mondiale del Royal National Orthopaedic Hospital
  • Littleton: comandano della Odin
  • St Julien Perlmutter di Washington
  • Vladimir Popov: comandante della Ladny, fregata missilistica russa di classe Krivak
  • Novorossiysk: sottomarino russo
  • Truxton: nave dove atterra Pitt con il suo elicottero Bell OH-58 per il pit stop
  • Deborah Kenfield: comandante in seconda della Truxton
  • Tupolev: bombardiere scomparso
  • Martina: agente russa, autista a Londra
  • Mansfield: è in missione a Londra con Martina
  • Ivan: tassista a Londra in realtà è un agente
  • St Julien: collega di Viktor Mansfield e Martina
  • Julien Perlmutter: eminente studioso di storia marina al mondo, arriva in Rolls Royce a Londra
  • Ravi: autista della Rolls-Royce Phantom III, è di origini pachistane ma Perlmutter continua a chiamarlo James
  • Le Gravoche: ristorante francese a Londra
  • Charles Trehorne: professore emerito di archeologia nautica ad Oxford
  • Rosella: moglie di Charles Trehorne
  • Sir Leigh Hunt: inviato speciale del primo ministro Llyd George
  • Bainbridge: si incontra con Viktor Mansfield al pub Boar’s Head
  • Drake & Mantois: spedizione del 1914 (1 di 4) verso la Gran Bretagna cariche d’oro per ricevere munizioni otto milioni di sterline: (1915 tot 10 milioni, 1916 tot 30 milioni, 1917 totale 20 milioni: Tot 68 milioni = 13 miliardi di sterline)
  • Viktor Mansfield (ai comandi della Tavda sommergibile russo)
  • Mauser: bassotto del peschereccio
  • First Attempt: peschereccio sul Tanigi che salva i gemelli Pitt
  • Sir Francis Drake: uni dei battelli turistici più grandi del Tamigi
  • Belfast: incrociatore della Royal Navy costruito nel 1938, ora museo permanente sul Tamigi
  • Terrence: fotografo cena con Dirk e Summer al Le Gavroche
  • Ballard: ammiraglio che dattiloscrive una lettera du Hunt
  • Contrammiraglio Ballard: comandante dellarsenale di Malta
  • Sentinel: imbarcazione maltese incrociatore da ricognizione costruito nel 1904
  • Pelikan: imbarcazione russa sottomarina, 68 m lunghezza 650 tonnellate di dislocamento
  • Nevskij: petroliera russa
  • Carina: mercantile russo
  • Velivolo di Alexander Krayevski
  • Nevena: nuovo nome della besso Mankedo è alla postazione sonar
  • Georgi Dimitrov: archeologo
  • Mykolaïv: ucraino ucciso nel porto
  • Mikel (ufficiale bulgaro) & Anton: preposti sorveglianza scalo
  • Briggs: secondo ufficiale della Macedonia rimasto ucciso
  • Stenseth: comandante della Macedonia
  • Irmak: autista
  • Iberia: mezzo a Cagliari nave oceanografica turchese della NUMA
  • Myers: comandante dell’Iberia
  • Sergei: giovane agente
  • Sentinel: relitto dotato di nove cannoni da quattro pollici
  • Perlmutter Jukien
  • Rose: governante del signor Hendriks
  • Rudi Gunn: uno dei primi assunti della NUMA insieme a Pitt
  • James Sandecker: vicepresidente NUMA
  • Jiménez: direttore della NUMA per la sicurezza nazionale
  • Valentin Mankedo: trafficante bulgaro
  • NOVOROSSIJA: gruppo ribelle nuova rissia no governo di Kiev
  • Trehorne: storiografo
  • Cecil Hawker: storiografico di nase a Gibilterra
  • L. Marsh: comandante del Sentinel
  • Lauren Belle: rimorchiatore azzurro con alla guida Ilya Vasko in Virginia usata per trasportare la bomba atomica RDS-5
  • Victory: imbarcazione dell’ammiraglio Nelson durante la battaglia di Trafalgar
  • Finlay: direttore della Barclays inglese
  • Signorina Oswald: segretaria di Finlay
  • Robinson R44
  • Martina e Mansfield: segugi alle costole di Dirk Pitt e della sua compagnia a Londra
  • AngloEgyptian Bank
  • Acido Solfidrico: particolarmente presente nelle zone anossiche del Mar Nero come anche del fiume Potomac di Baltimora (non Washington, non NY)
  • Francis Scott Key: Defence of For M’Henry
  • Constellarion “Connie”: sloop varato prima della guerra civile americana ora nave-museo attraccata a Baltimora
  • Wayne Valero: dirige equipaggio volontari del Constellation
  • Robert Parker Parrot: capitano della Constellation nel 1860, progetto i cannoni rigati Parrot
  • Vinson, Gwinn, Campbell, Yates/ volontari che aiutano Pitt e Giordano a sparare
  • Brian Kennedy: proprietario barca da pesca ostriche sul Patapsco
  • Lorraine: barca da pesca ostriche sul Patapsco
  • Alexander Vodokov: funzionario del ministero degli esteri russo
  • Generale Zakharin:
  • Hendriks vendica la sua famiglia uccidendo Vashenko: cielo dellucraina
  • Loren: moglie di Pitt

Info bibliografiche

Titolo originale: Odessa sea

Autore: Clive Cussler & Dirk Cussler

Prima pubblicazione: –

Prima pubblicazione in Italia: 15 novembre 2016

La mia edizione: 2019

Editore italiano: Longanesi

Collana: I maestri dell’avventura

Genere: Avventura

Numero di pagine: 432

Preceduto da: Tempesta all’Avana

Seguito da: Celtic empire

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