Rock and Resilienza: come la musica insegna a stare al mondo

Rock and Resilienza: come la musica insegna a stare al mondo

Copertina del libro “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach del 1975

MUSICAAUTOBIOGRAFICO

Una radio “on the rocks” per riscoprire la resilienza della Musica

Iniziando a leggere Rock and resilienza, per la prima volta mi sono ritrovata a leggere le mie stesse emozioni nelle parole di Paola Maugeri. Mi sono commossa nell’intraprendere questo viaggio nel meraviglioso mondo del Rock e nella mia mente ho ringraziato sia l’autrice che la persona che nell’arco di poche ore mi ha donato delle esperienze in puro stile Rock che oramai sono parte di me come quella piccola radio che…

13 NOVEMBRE 2023 – TORINO

MUSICAAUTOBIOGRAFICO

Rock and resilienza di Paola Maugeri. Ecco la mia recensione 

Raccontare la musica e gli artisti che l’hanno resa grande, ecco il grande sogno che Paola Maugeri è riuscita a trasformare in realtà, e leggendo Rock and Resilienza veniamo trasportati immediatamente in realtà e connessioni che solo la musica sa creare e condividere con chi l’ascolta davvero.

E se finora abbiamo visto le più grandi rock star, che hanno creato e donato al mondo la loro arte attraverso la loro musica e il loro profondo sentire come dei semidei, ecco che grazie a Paola Maugeri impareremo a conoscere il loro lato profondamente umano.

Da sempre empatica e profondamente intenzionata a connettersi autenticamente con gli altri esseri umani, ci mostra il lato più autentico di alcuni dei grandi artisti che ha avuto l’onore e il privilegio di incontrare e dai quali ha ricevuto momenti di vita che, forse nemmeno lei, nei suoi più alti voli pindarici avrebbe mai potuto immaginare.

Chiedi e ti sarà dato si dice. Ecco, il rock ci insegna il coraggio di sentire prima ciò che desideriamo scavandoci dentro e tirando fuori la nostra vera essenza, fino ad infonderci quella carica che poi ci fa agire in reale direzione dei nostri sogni. Ecco allora che il sogno di sentire il boato della folla prima dell’inizio del concerto diventa realtà, una stella cadente che attraversa il cielo sulle note di una cover dei Beatles in una splendida serata, i dialoghi autentici con le icone del rock e il vivere immersa nella musica, sono solo alcuni esempi dei doni che la musica ha portato nella vita di Paola Maugeri, che in Rock and Resilienza sceglie di donarceli a sua volta.

Tornare ad un ascolto intenzionale della Musica

Ma per toccare con mano la più elevata forma d’arte che esista, la Musica quella con la M maiuscola, dobbiamo imparare ad apprezzarla nella sua purezza originaria. Quella purezza di tempo speso ad ascoltarla e sentirla davvero non solo con le orecchie, ma con tutto il nostro corpo. Un tempo in cui dichiarare: “Sto ascoltando la Musica”, è un privilegio formativo e curativo al quale tutti abbiamo accesso, anche se nella frenesia dell’ascolto esausto e onnipresente, ce ne siamo dimenticati.

Torniamo dunque ad un ascolto consapevole (perché no?! anche di noi stessi), e immergiamoci nel meraviglioso mondo del Rock dove la Musica ci insegna una delle più grandi doti che potremmo mai coltivare: la resilienza.

Il mio ascolto consapevole, che mi ha portata a leggere questo libro dopo tre anni da quando lo avevo acquistato usato online, è ri-cominciato a Bra.

Ecco la storia.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Radio Bra on the Rocks

Non ero mai stata in una radio, ma la vita, la Musica quella con la M maiuscola mi ci ha portato. È successo fugacemente, una sabato sera era il 16 Settembre del 2023. Ero a Bra, luogo in cui non avrei mai immaginato di arrivare, figurarsi collegare a questa piccola città piemontese così tanti ricordi.

Ma partiamo dall’inizio.

La radio: un piccolo gioiello nato dalla passione di persone che con la Musica ci sono cresciute, ci hanno vissuto e hanno legato ad alcune melodie momenti determinanti delle loro vite. Il risultato? Hanno lasciato che la Musica gli entrasse dentro così in profondità da non volerla più lasciare sentendone e seguendone il richiamo.

Un luogo in cui la Musica accoglie, cura e nella sua presenza costante conforta e ci fa diventare esseri umani migliori.

E così è stato anche a me, anche questa volta. La Musica mi ha chiamata nonostante fossi completamente ignara del dove mi avrebbe condotta. 

In fondo ero andata a Bra per tutt’altro motivo!

La Musica con la M maiuscola e il suo richiamo

La musica con la saggezza dei suoi testi e dei suoi protagonisti, così come per Paola Maugeri e probabilmente chiunque ama profondamente la Musica, da sempre mi ha insegnato a stare al mondo.

Una delle mie più grandi fortune nella vita, almeno dal punto di vista musicale, è l’essere cresciuta con un fratello nato nel 1975 che nella mia infanzia ha saputo colmare i nostri 14 anni di differenza con la musica, prima fra tutti quella rock.

Cresciuta praticamente da sola, la Musica era la mia compagna di giochi e crescendo, di vita. Fondamentalmente per chi la ama incondizionatamente, è quella “persona” che farà sempre parte della nostra vita, seconda solo a noi stessi. 

Una radio come tempio sacro

La Musica è maestra, compagna, amante, amica ed essenzialmente quel qualcosa che nel suo essere immateriale dona profonda consistenza a tutto, ammantando ogni momento della nostra vita di bellezza e consapevolezza profonda.

Io che la Musica la amo da sempre e sempre mi sono inginocchiata di fronte alla sua sacralità,  perché insieme ai libri, alla natura e all’amore è una delle mie uniche “divinità”. 

Avevo comprato questa copia autografata l’11 Novembre 2020, e nel mio impacchettare e spacchettare la mia vita tra uno scatolone e l’altro anche certi libri sono finiti in fondo ad una lunga lista di “fila da riprendere”.

Non pensavo sarei mai entrata in una radio eppure è successo, e non una radio qualsiasi, ma una che respira le “pietre” (rocks) miliari della Rock Music Culture 24 ore su 24, 7 giorni su 7. E come poteva accadere che riprendessi le fila del Rock se non grazie al Rock stesso?

Che dono per me anche solo varcare la soglia di un tempio sacro come lo è La Radio!

Il mio sogno di ragazzina di fare la speaker mi ha strappato un tenero sorriso che nella frenesia di quella serata è durato, almeno esternamente, solo un istante. In fondo c’era una festa con musica live al di là della porta, dove le emozioni avrebbero avuto modo di “impadronirsi” dei presenti, compresa ovviamente io.

Come sempre nella gioia immensa, anche lacrime di gioia hanno trovato il loro spazio.

Crescere con la Musica

Sono cresciuta in una casa dove le casse di mio fratello erano realmente più alte di me. E io che prima esploravo il suono ascoltando come cambiava avvicinando l’orecchio tra i coni alti, medi e bassi di quel capolavoro sonoro che erano quelle mastodontiche casse, e poi mi sdraiavo a terra per sentire la differenza del suono che si diffondeva attraverso il pavimento nelle mie orecchie, ancora oggi quando incontro chi ama la Musica come la amo io mi lascio sorprendere.

A Bra mi sono sorpresa di trovare così tante persone, raccolte in un unico luogo, in un unico momento ad amare la Musica come la amo io.

Da bambina alzavo il volume così alto che vibrava tutta casa e il vicino del piano di sotto, veniva sempre a suonarmi per dirmi di abbassare. Spesso non sentivo nemmeno il suono del campanello e me lo ritrovavo proprio alla porta. 

All’epoca quelli erano i miei concerti privati.

Il potere taumaturgico della Musica

La vita proprio come la Musica ha la splendida capacità di creare connessioni catapultandoci in nuove realtà e dimensioni, come quando siamo ad un concerto e l’energia di migliaia di persone ci invade e noi glielo lasciamo fare.

Quanti concerti ha visto Paola Maugeri e da che posizione privilegiata le note hanno attraversato le sue orecchie e il suo corpo. Sì, decisamente un gran bel mestiere le ha donato la vita (come lei stessa afferma in Rock and Resilienza).

Paola Maugeri è una donna che ha coltivato la sua passione rendendola una professione. Raccontare la Musica e avere l’occasione preziosa di parlare con le più grandi rock star del mondo con la delicatezza e l’umanità che la contraddistinguono e che hanno fatto si che ogni grande artista, anche nello spazio di una intervista si aprisse a lei mostrando che tolti i riflettori restano i valori umani, e che dietro all’artista c’è sempre un uomo o una donna di grandissimo spessore e saggezza.

Così a mio modo la consistenza della Musica, esplorata in una nuova forma in quel sabato notte ha fatto si che qualche sera dopo, era il 21 Settembre 2023 (data per altro con un suo precipuo significato come venni a scoprire all’indomani), mi sono avvicinata alla mia libreria bianca, l’ho aperta, ho preso questo libro.

La sensazione è stata la stessa di quel sabato sera, oramai domenica mattina in quel limite tra la notte e il giorno, in cui ho toccato di nuovo un giradischi in quella piccola città piemontese, un po’ come quando senti il richiamo della notte, per citare Kavinsky, e puoi solo rispondere!

Iniziando a leggere Rock and resilienza, per la prima volta mi sono ritrovata a leggere le mie stesse emozioni nelle parole di Paola Maugeri. Mi sono commossa e nella mia mente l’ho ringraziata e nella realtà ho ringraziato la persona che mi aveva donato tutto questo nell’arco di poche ore.

Ancora grazie!

Grazie a entrambi.

Una vita da rockstar

La Musica è il fine, la fama è il mezzo. Un mezzo atto a divulgare messaggi che cambieranno la vita di molti.

Parole che sono poesia oltre che suono magnifico che chiariscono e danno forma alle nostre emozioni più profonde. Questo è Musica e abbiamo il dovere sociale di promuoverne l’ascolto attivo e qualitativo.

L’unico modo per “possedere” la Musica è lasciare che diventi parte di noi. Acquistare un vinile e toccarlo amplifica la nostra connessione e ci dona il privilegio di essere parte, ma è una foto che guardi e riguardi, tocchi e ritocchi memorizzandone ogni sfumatura, ma la differenza la fa essere parte attiva di questa forma d’arte portando Musica nella nostra vita e imparando da essa, permettendole al bisogno anche di curarci e di darci quella forza d’animo che a volte dimentichiamo di avere.

Uno straordinario viaggio autobiografico di come la Musica sia stata ingrediente fondamentale nella vita di Paola Maugeri e l’abbia resa a sua volta portavoce straordinaria e profondamente umana.

Già l’umanità! Perché vivere rock significa essere totalmente fedeli a noi stessi e arricchirci l’un l’altro anche grazie al grande messaggio che è insito nella Musica: la resilienza.

So be rock!

Info bibliografiche

Titolo originale: Rock and resilienza

Autore: Paola Maugeri

Prima pubblicazione: Novembre 2017

La mia edizione: I edizione – Novembre 2017

Editore italiano: Mondadori

Collana: –

Genere: musicaautobiografico

Numero di pagine: 108

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Mission impossible: diventare amica della sfiga che t’accompagna da sempre. Ma si può!

Mission impossible: diventare amica della sfiga che t’accompagna da sempre. Ma si può!

ROMANZOBIOGRAFICOGROWTH, MIND & BODY, SELF HELP

Mission impossible: diventare amica della sfiga che t’accompagna da sempre. Ma si può!

Che cosa fai quando la sfiga è quell’amica maligna che prova piacere quando ti va tutto male?! E che cosa fai quando all’ennesimo round finisci faccia a terra e non hai più nemmeno un briciolo di forza? Giochi d’astuzia, cambia strategia e ti liberi di tutti quelle parti di te che sono sempre state per la sfiga un epico trampolino di lancio.

Ma stavolta sul podio tocca a te salire, perché mentre la sfiga in tutti questi anni è stata pigra tu ti sei reinventata talmente tante volte che finalmente stavolta hai trovato la tua dimensione sia come donna che come imprenditrice.

20 OTTOBRE 2023 – TORINO

ROMANZOBIOGRAFICOGROWTH, MIND & BODY, SELF HELP

É stata sfiga a prima vista di Federica Micoli. Ecco la mia recensione.

 

Ad un certo punto della propria vita bisogna guardarsi in faccia, ammetterlo prima nella testa e poi dichiararlo ad alta voce: “Ciao il mio nome è ……..e mi attiro la sfiga!”.

Si perché la sfiga quella vera non è quella che ti prende solo in giro, ma è quella che ti fa male davvero! E non si accontenta di romperti una o due volta, ma si esprime al meglio quando ogni volta che ti rialzi, perché in qualche modo sei riuscita a rimettere a posto tutti i pezzi (che si noti ogni volta diventano sempre più piccoli! – ovviamente altrimenti che “divertimento” c’è?!), lei arriva e trova un nuovo modo per demolirti…solo che ogni volta rompe parti più profonde e vitali di te!

Per capirsi, si parte dal romperti una gamba, al farti rinunciare a tutto per un lavoro che poi in un click ti cancella, al farti sentire uno schifo vero sia come persona, professionista (e che ce lo facciamo mancare?!)…come donna, fino a toglierti quel fondamentale pilastro che essendo “fuori di te” era apparentemente immune alla sfiga. E invece no! 

“Quando sai che non puoi sfuggire alla tua sofferenza devi sperimentarla e devi lasciarti mangiare dalla tigre, perché non puoi scappare da essa. Una volta che la tigre ti ha divorato, non resta più alcuna paura. Rimane solo la tigre.”

 ANETTE CARLSTROM

Una sfiga tira l’altra

La sfiga ti costringe a cambiare piani, ti costringe a migliorarti perché devi, altrimenti finisci a vegetare in pigiama per il resto dei tuoi giorni con pizza, gelato e la combo film e serie tv che non stanno al passo del tuo “binge watching” nonostante tu abbia sottoscritto qualsiasi abbonamento “streaming” possibile.

E quando non c’è più assolutamente nulla da guardare (e meno male) che fai?! Ti guardi dentro, probabilmente butti direttamente quel pigiama che oramai hai logorato a forza di viverci dentro, e decidi di dare una nuova forma alla tua vita.

Sì, di nuovo!

Meglio puntare sulla flessibilità, sapersi reinventare, scavare dentro di sé alla ricerca di nuovi talenti, coltivare piani B e farsi trovare pronti quando è il momento di cambiare.

Lottare contro la sfiga sfianca seriamente…

Ti reinventi con tanta di quella fatica, che a malapena hai la forza di godertela un po’ quella versione di te, e sei felice per un po’ finché, la palla da bowling rotola di nuovo e fa crollare tutti i birilli che a fatica avevi risollevato.

Capita una volta, poi un’altra e tutte le volte ti rialzi e sei diventata quasi brava al punto da istigare l’ “ira” della sfiga, che stavolta ti inchioda al pavimento senza la minima possibilità di rialzarti.

In quel momento […] la forza non ce l’avevo.

Più tu cresci, più la sfiga cresce con te. Ed ecco che impara a infliggerti delle vere e proprie batoste, perché “hey, se sei così forte fammi vedere come ti rialzi anche stavolta!”

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Quando conosci il tuo nemico…hai più possibilità di vincere.

Diciamo che “forse” Sun Tzu ci è arrivato prima di noi, appena qualche secolo fa, ma la guerra è un’arte e quando siamo a terra e il guanto di sfida ci viene lanciato, a sbeffeggiarci ulteriormente perché non bastava averci ridotto ad un colabrodo emotivo ed energetico, ecco che il caro e vecchio istinto di sopravvivenza, decide di darci una mano. Certo negli ultimi anni probabilmente era in vacanza su una spiaggia tropicale e prima ancora in ritiro spirituale neanche fosse il Greuille di Süskind nel suo capolavoro Il profumo, ma adesso è tornato ed è in splendida forma.

Quindi sì a conti fatti abbiamo appurato che: 1) la sfiga ce la attiriamo come i polmoni fanno con l’ossigeno, 2) che siamo ridotte piuttosto male ma anche che 3) esiste un positivo, e non uno soltanto, dono collaterale.

Il primo dono collaterale a farci timidamente ciao è la consapevolezza che mentre “noi” in tutti questi anni abbiamo sempre imparato a risollevarci in mille modi diversi, che Edward de Bono e il suo Pensiero laterale sarebbero più che orgogliosi di noi, la sfiga se l’è pressa comoda e ha sempre e solo seguito uno stesso schema. Quindi ora che abbiamo (l’ennesimo) punto di vista alternativo, ci rendiamo “magicamente” conto che noi la sfiga la conosciamo bene, così bene da renderci conto che ha un solo e unico subdolo modo di agire per sabotarci ogni volta!

Ci fa sentire in colpa dei nostri successi, immeritevoli di provare gioia e quasi obbligate a distruggere quello che di bello con tanta fatica abbiamo costruito e portato nella nostra vita.

Ma come già detto se lei agisce sempre con questi “miseri trucchetti” che altro che sindrome dell’impostore, noi invece siamo dotate di pensiero laterale e spogliate di tutto ciò di cui potevamo essere spogliate, rimaniamo solo noi. Noi e i nostri bei buchi da rattoppare ovviamente, e così facciamo: li rattoppiamo uno dopo l’altro.

Ho cominciato un grosso lavoro su me stessa […] liberarmi dal senso di colpa

Ma stavolta lo facciamo con l’intenzione di vincerla questa guerra, sì anche dopo aver perso tutte le battaglie.

Guardiamo la nostra essenza, perché a conti fatti quella solo ci è rimasta, e decidiamo con consapevolezza e intenzione i panni con cui vogliamo vestirci d’ora in avanti!

Ognuna può e deve inventarsi il percorso che preferisce

Certo è un percorso eh, non è che arriva tutto subito e facilmente, però passo dopo passo ci rendiamo conto che anche se abbiamo una veste completamente inaspettata, è esattamente quella che meglio ci permette di essere completamente noi stesse.

Doni collaterali

Personalmente mi ha sempre infastidita la frase “non tutti i mali vengono per nuocere”, non per il significato in sé che è del tutto vero, ma perché spesso è una frase che si pronuncia con leggerezza. Ancor più di frequente proprio da persone che la sfiga vera, quella che ti mette faccia a terra proprio dentro una pozzanghera di fango vero da far invidia a qualsiasi anticellulite “cruelty free”, non l’hanno mai vista.

Ma noi tra queste righe, e nella nostra vita vera, quella dove ci siamo rialzate ogni singola volta possiamo dirlo davvero:

É stata proprio la sfiga a temprarmi, a darmi una marcia in più.

Ora mi rendo conto che ammettere questo, scatena una rivolta tra tutte le “mille me” che albergano in ciascuna di noi, perché sono tutte d’accordo (anche questa volta), sul fatto che: “Ma non c’era un modo più soft di guadagnarsi questa benedetta marcia in più?! Noh?! Vabbè.”

Ed ecco che proprio ingranando questa marcia in più ci ritroviamo a salire dritte dritte su quella montagna e a raggiungere proprio quel luogo, dove le lacrime diventano elisir che rattoppano i nostri buchi. Eh si, non siamo più un colabrodo! Eh sì, abbiamo delle belle cicatrici, ma finalmente tutti i nostri buchi si sono richiusi e possiamo accogliere completamente l’abbondanza della vita.

Quando hai vissuto per tanto tempo al buio, ogni goccia d i luce è un dono e una conquista

In tutto ciò noi, che siamo smart più dei nostri smartphone, grazie ai quali però abbiamo costruito la nostra carriera o almeno ci siamo date una mossa perché come dice Veronica BeniniLa vita inizia dove finisce il divano“, finalmente siamo libere dal senso di colpa e  avanziamo nella nostra vita con una leggerezza e determinazione che non avremmo mai nemmeno immaginato.

Bel dono collaterale noh?!

Ho riassaporato una leggerezza che non provavo da tempo. Sentivo che finalmente la vita mi stava risarcendo almeno in parte per il dolore che avevo sopportato  negli ultimi anni.

Sinossi

Il primo incontro tra Federica e la sfiga avviene sette anni, quando si procura un trauma cranico tentando di fare la verticale su una palla. “Ogni intoppo amento è giovamento” commenta serafica la madre, già preparata al futuro di acrobazie malriuscite, cadute rovinose e corse in ospedale che l’aspetta. Forte di tanta saggezza, Federica impara presto il trucco: non perdere tempo a compiangersi e riparte subito di slancio (fino alla frattura successiva). Un ottimo allenamento che le servirà in età adulta, quando la sfiga assume forme assai più serie: una relazione tossica, un capo maschilista deciso a farle la guerra, una malattia che la costringe a rimettere tutto in discussione. Il suo atteggiamento non cambia: sicura le ferite e torno a combattere più forte di prima. Perché, ne è convinta, ogni sfiga può insegnarti qualcosa, indicarti una nuova strada e addirittura offrirti doni inaspettati. Basta ribaltare la prospettiva e saperli cogliere. Anche quando la sfiga picchia duro, quando ti affonda con il lutto più doloroso o ti toglie la possibilità di essere madre, c’è modo di rialzarsi. Il percorso più lungo, ma primo poi arriva una luce, un segnale, un sorriso cui aggrapparsi per rimettersi in piedi. E se c’è una cosa che Federica imparato-anche grazie la sfiga-e riconoscere e tenersi stretto ogni sprazzo di felicità.

Info bibliografiche

Titolo originale: É stata sfiga a prima vista (italiano)

Titolo: É stata sfiga a prima vista

Autore: Federica Micoli

Prima edizione: 2020

Prima edizione italiana: Ottobre 2020

La mia edizione: I edizione – Ottobre 2020

Editore italiano: Sonzogno

Collana: –

Genere: Biografico

Numero di pagine: 150

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La vita inizia dove finisce il divano

Copertina del libro di Camilla Boniardi Camihawke "Per tutto il resto dei miei sbagli"

BIOGRAFICOGROWTH, MIND & BODY, SELF HELP – ROMANZO

Cosa c’è di più autentico di promettersi amore “Per tutto il resto dei miei sbagli”?

A pensarci ad una promessa così autentica viene in mente il film cult Se scappi ti sposo con Julia Roberts e Richard Gere, perché in fondo l’amore vero è questo: avere consapevolezza del rischio che tutto possa finire e fare di tutto per continuare a farlo vivere, nonostante gli sbagli

28 FEBBRAIO 2022

BIOGRAFICOGROWTH, MIND & BODY, SELF HELP – ROMANZO

La vita inizia dove finisce il divano di Veronica Benini. Ecco la mia recensione.

Ogni volta cerco di approcciarmi ad un libro con il massimo dell’imparzialità e anche questa volta leggendo “Per tutto il resto dei miei sbagli” di Camihawke è ciò che ho fatto.

Avrebbero potuto fuorviarmi le numerose critiche rivolte all’impostazione autobiografica di questo romanzo, oppure avrebbe potuto frenarmi la genuinità di alcune espressioni che Camilla Boniardi, “Camihawke” sui social, usa sin dalle prime pagine.

Nella lettura di ”Per tutto il resto dei miei sbagli” ho trovato una genuinità e un’assenza di fronzoli come difficilmente si trova in un libro. E leggendo questo, vi ho trovato la bellezza di emozioni nude e autentiche. Quelle emozioni che sanno di quel gelato alla fragola che Leandro descrive a Marta la nostra protagonista, la quale ci mostra quanto sia difficile continuare a vivere la propria vita nonostante le difficoltà e lo scegliere la strada giusta per sé e per il proprio futuro, a prescindere che lo si condivida con altri o semplicemente con sé stessi.

Prima di tutto sappi che la fragola

è una scelta coraggiosa, una scelta pura.

Marta nei 25 anni di vita vissuti finora, di fiducia in se stessa non è che ne abbia mai avuta chissà quanta. Dalla bambina vergognosa che si nascondeva dietro le gambe della mamma, a quella ragazzina che oltre oceano non riusciva nemmeno, dall’alto del suo “Ottimo! (Con punto esclamativo)” guadagnato con tanto impegno, a pronunciare un semplice: “Io non parlo inglese” che più base di così non si può.

Ci devi provare, amore mio.

Questa sua fragilità e totale assenza di passione per la socializzazione troveranno cura dapprima nell’affetto della sua migliore amica Olivia, e poi inaspettatamente in se stessa.

…di oppormi allo spinto fatalismo per i quale gli amici sono quelli che capitano, e con questi dobbiamo imparare a convivere,

Olivia! Lei si che sapeva sempre come prenderla, come tirarla su dall’ennesimo errore d’amore (che poi forse di amore vero quella storia ne aveva ben poco). E di infonderle coraggio per superare anche questa volta quell’esame di giurisprudenza, che la sua autostima pari allo zero aveva già catalogato come infattibile da qui ai prossimi mille appelli.

né abbastanza forte da trasformare in azione un pensiero di riscatto

che potenzialmente avrebbe potuto fare la differenza.

Le conseguenze di questa mia insicurezza cronica erano disastrose.

Ma tanto sia in occasioni come questa che in tutte le altre che Marta vive, scoprirà e ci ricorderà! che se nella vita hai il coraggio di rischiare, di buttarti da “quella scogliera” dalla quale hai sempre avuto troppa, ma proprio troppa paura per saltare, puoi seriamente correre il rischio di vivere qualcosa dove nemmeno i sogni di felicità più arditi sono mai riusciti a spingersi.

Inaspettatamente la storia d’amore che (senza spoiler che già lo si sa dai social), Marta e Leandro (Camilla e Aimone) vivono, non è il focus del libro. Il cuore pulsante è invece l’intero percorso che si attraversa come singoli, prima di essere pronti a vivere in coppia: perché per vivere anche la storia d’amore più bella della propria vita bisogna essere pronti, entrambi.

…nessuno dovrebbe investire il proprio tempo a cercare di rispecchiare le proiezioni degli altri.

E non ci si può ritenere pronti, se ciascuno dei due non è diventato grande abbastanza da reggersi felicemente sulle proprie gambe senza paura, per poi condividere il coraggio di vivere insieme e ancora di più di sbagliare insieme, “per tutto il resto dei nostri sbagli”!

Lo devi sempre tenere presente, perché una cosa può essere anche bellissima e perfetta, ma se non è tempo, cara mia, non c’è niente da fare.

…si deve essere più felici in due rispetto a quanto non lo si è come individui,

altrimenti ogni sforzo perde di significato…

In più di una occasione mi è capitato di sentire Camihawke definire la sua storia con Aimone (quella vera e non trascritta), come un: amore antico

La felicità è una cosa seria, e se c’è, deve essere assoluta, senza ombre e senza pena.

e questo aspetto romantico trova la trasposizione nella storia epistolare che Marta e Leandro si trovano a vivere, in una perfezione che solo ad immaginare un fondo di verità in questo amore così diretto e autentico, non si può che lasciare che gli occhi si bagnino di lacrime. La bellezza delle parole e delle situazioni scritte prima e condivise “di persona” poi, che i due si trovano a vivere tra le pagine di questo libro, ci porta a sperare che siano capitate a Camilla e Aimone anche nella vita vera.

Probabilmente è vero che se non ti piace la stessa musica non puoi andare d’accordo! E questo è decisamente vero per Marta e Leandro, che incontratisi nella musica hanno poi condiviso (e apprezzato), i rispettivi gusti musicali tra le righe delle e-mail (moderne lettere) che i due si sono inviati nel corso dei mesi, consolidando dapprima e distruggendo poi, un modo meravigliosamente intimo e autentico di comunicare e conoscere l’altr* entrandogli dentro.

Come in questi mesi in cui non ti ho mai vista, ma ho sempre saputo che c’eri

Per tutto il resto dei miei sbagli credo che sia la promessa d’amore più autentica che si possa fare all’altra persona, perché di sbagli nella vita ce ne saranno sempre tanti, dai più banali e quotidiani a quelli un po’ più seri, eppure la bellezza di affrontarli insieme è l’unico vero obiettivo che una coppia dovrebbe avere, avanzando nella vita un passo dopo l’altro, con tutta l’onestà di cui si è in grado.

Per tutto il resto dei miei sbagli” credo parli proprio di questo: di onestà prima di tutto verso se stessi, per poi essere data anche ad altri godendo della pace che si prova ad essere accolti dall’altr* esattamente per come si è con tutti i propri difetti e odori;

…le tempie…non so, non saprei spiegarlo. Sanno della tua pelle

soprattutto quelli che si cerca di camuffare perché nessuno ci ha mai detto di quanto siano meravigliosi, e da soli non siamo mai stati in grado di coglierne la bellezza. Quindi sì Camilla Boniardi conferma che abbiamo bisogno degli altri, ma prima di tutto abbiamo bisogno di noi stessi per avere una vita piena e appagante soprattutto se, o meglio quando, scegliamo di condividerla con qualcun altro.

Oltre la storia tra Camilla e Aimone

Se non si fosse “influenzati” dalla trasposizione letteraria della relazione tra Camilla e Aimone, ritengo, ci si potrebbe soffermare anche su quello che è l’aspetto psicologico dell’intero romanzo. L’autrice infatti affronta forse tutti i suoi angoli privati come le sue esperienze di bimba, la sua timidezza, l’amore verso i suoi genitori che hanno sempre assolto al loro compito, persino nella stesura di questo libro; fino ad arrivare ad affrontare nella maniera più delicata possibile il suo essere “troppo magra” e il suo aver superato tutto questo semplicemente vivendo.

Persino la copertina (e questa è una cosa che mi piace tantissimo!) acquisisce un senso compiuto solo alla fine, quando assorbita l’ultima parola e, forse, aver versato l’ultima lacrima si chiude il libro tra le proprie mani e si riguarda la “prima di copertina” con rinnovati occhi e si vede il luogo dove i due innamorati hanno sperimentato tanto la vicinanza tanto la lontananza (e dopo questa devi per forza leggere “Per tutto il resto dei miei sbagli” perché non ti spoilero assolutamente niente).

Un libro di autoguarigione e di analisi ma soprattutto del far pace con il proprio trascorso e quello di chi d’ora in avanti ci accompagnerà nella nostra vita auspicabilmente:per tutto il resto “dei nostri” sbagli.

 

É già tutto pronto devi solo volerlo.

Personaggi

  • Marta Sartori: la protagonista. Ha 25 anni, studia Giurisprudenza dopo avere lasciato gli studi in biotecnologie. Non è soddisfatta del suo percorso di studi, di sé stessa, della sua vita sentimentale e solo dopo un viaggio (o forse più d’uno) troverà il percorso giusto per lei sotto ogni punto di vista. É miope dall’età di sette anni, ma non si fa riferimento ad occhiali in tutto il libro, quindi la si può immaginare nell’uso di lenti a contatto. Ha un metodo di studio pessimo, e solo grazie a Olivia che le infonde coraggio alla fine riesce a laurearsi. Ama la musica e la band di Leandro è la sua preferita. Il suo compleanno è da sempre un evento importate e da questo momento in poi ancora di più.
  • Olivia Olli“: la migliore amica di Marta, A lei deve praticamente una delle cose più belle capitatele nella vita: l’incontro con Leandro, ma anche la laurea in Giurisprudenza che se non era per lei Marta ancora era lì a preparare lo stesso esame. Le due si supportano da sempre e hanno davvero una gran bel rapporto, di quelli che ti capisci senza parlare.
  • Leandro: cantante e frontman della band preferita da Marta. Vive a Perugia la sua città natale e ha una storia finita che non è ancora del tutto nel suo passato. É evidentemente affetto da romanticismo cronico e questo riesce a manifestarsi appieno nella relazione con Marta, nonostante tutto… Ama le cose semplici e autentiche e preferisce “i grandi gesti” al lusso ostentato, a Perugia guida una “Punto blu sgarrupata” e il suo vino preferito è l’Amarone, perché nasce da uno “sbaglio” e avendo per lui un fascino raro la storia di questo vino è divenuto col tempo “il vino delle occasioni speciali”
  • Riccardo: amico di Leandro e di tutta la sua band, si rende utile durante i concerti occupandosi del merchandising; ma alla fine lascerà questo suo “ruolo” per rimettersi a studiare e costruirsi una carriera “canonica”, anche se la nostalgia dei tour è sempre tanta! É durante il primo concerto a cui Marta e Oliva vanno che Riccardo si incontra con quest’ultima e quindi poi Marta conosce Leandro, ma non sarà l’unico suo ruolo da “cupido”.
  • Andrea Sartori: fratello “grande” di otto anni di Marta, è il secondogenito.
  • Marco Sartori: secondo fratello di Marta ed è il più piccolo dei tre.
  • Dario: è il fidanzato di Marta. I due non si frequentano da molto ma non hanno una relazione forte anzi, in realtà non soddisfa nessuno dei due. Viaggiano talmente in maniera asincrona che quando una decide di rompere la relazione, l’altro ci mette il tutto per tutto per farla funzionare.
  • Tommaso: amico di Dario, è sempre presente durante le uscite con Olivia persino, insieme ad altri amici, la sera del compleanno di Marta.
  • Federico: anche Olivia ha i suoi problemi di cuore, e Federico per lei è decisamente una questione da risolvere decisamente da troppo tempo.
  • Pierluigi “Gigi”: anziano signore dal quale Leandro acquista il suo pianoforte, che è stato messo in vendita dopo la morte della moglie Angela
  • Angela: moglie di Gigi, ha sempre amato ascoltare il suo amato suonare e probabilmente anche in questo caso, è stata la musica a unirli “finché morte” non li ha separati.
  • Professor Corradini: braccio estro del Professor Bianchi
  • Professor Bianchi: professore di diritto commerciale alla facoltà di Giurisprudenza frequentata da Marta
  • Greta: ex fidanzata di Leandro. É ancora innamorata di lui, tenta di ricostruire la relazione e per un gesto sconsiderato a seguito di un incidente stradale rischia la vita. Leandro l’assiste nella guarigione, un po’ per affetto un po’ per senso di colpa e questo comporterà delle scelte dolorose per più di una persona.
  • Giovanni: bisnonno di Marta
  • Joaquim: insegnante di surf che Marta incontra in Portogallo con il quale si curano vicendevolmente le ferite del passato. Diventano anche colleghi e la separazione non peserà a nessuno dei due, anzi entrambi guardano al loro passato con affetto
  • Piero: una delle tante persona incontrate per strada sulle quali Marta immagina delle storie.
  • ??: capo di Marta presso il giornale dove inizia a scrivere già da prima della laurea in Giurisprudenza
  • Nicola: amico di Leandro che compie gli anni proprio al momento migliore.

 

Info bibliografiche

Titolo originale: Per tutto il resto dei miei sbagli (italiano)

Autore: Camilla Boniardi

Prima pubblicazione: 2021

Prima pubblicazione in Italia: 20 Aprile 2021

La mia edizione: 2021

Editore italiano: Mondadori

Collana: –

Genere: Romanzo

Numero di pagine: 295

Preceduto da: Per tutto il resto dei miei sbagli è il primo libro dell’autrice

Seguito da

 

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Frida Kahlo: tutte le “donne” dietro l’icona

Frida Kahlo: tutte le “donne” dietro l’icona

Libro su Frida Kahlo

ARTEBIOGRAFICO

Frida Kahlo: tutte le “donne” dietro l’icona

Frida Kahlo per appassionati di Allan Percy è una libro in cui ciascuna donna, trova l’autentica possibilità non solo di guardarsi dentro e riflettere, ma soprattutto di tirare fuori quella grinta che solo un personaggio come Frida Kahlo, che trae la sua iconicità dalla sua immensa forza come donna, può ispirare.

È questa una raccolta di citazioni che mostrano in parallelo la fragilità di questa donna eccezionale, e la sua voglia di trarre forza proprio dalle sue innumerevoli debolezze. Prima fra tutte? La sua ferrea volontà di donarsi e donare il proprio amore, perché quando si sente e si ama così tanto non si può fare altro che, donarlo! Un alert per i giorni nostri?! Attenzione a scegliere con più cura il/la destinatari* delle nostre fragilità ed emozioni più pure. Ti ricorda qualcosa?

24 GIUGNO 2023 – TORINO

ARTEBIOGRAFICO

Frida Kahlo per appassionati di Allan Percy. Ecco la mia recensione.

 

Sono molto felice di leggere Frida Kahlo per appassionati di Allan Percy a distanza ravvicinata da una mostra che ho visto a Torino. La parte più bella è stata la possibilità di scoprire la Frida Kahlo più donna che non artista, più umana e meno icona. E credo proprio che tolta la sovrastruttura (che è un pretesto) di scrivere un libro che sia una raccolta di citazioni famose di Frida Kahlo, conferire estrema umanità a questa icona pop, sia stato l’obiettivo di Allan Percy fin dal principio.

È lecito inventare verbi?

Voglio dirtene uno: io ti cielo.

Così che le mie ali si dispieghino enormi per amarti senza misura.

Frida siamo tutte noi tutte noi donne che abbiamo paura di non farcela, di non ricevere amore, di non avere successo, di essere tradite, abbandonate, usate; ma anche tutte noi donne forti e determinate che abbiamo degli obiettivi da raggiungere e tutto ciò che ci serve per farlo. Ecco Frida Kahlo è tutte le donne che ciascuno di noi può essere ed incarna tutte le “1000 me” che abbiamo dentro!

Scrivo questa recensione piuttosto distante da quando ho letto il libro, ma tutto il mio tempo l’ho usato per avviare il progetto @nonsonounasommelier in cui mi occupo di Wine Storytelling, dunque sono finita con lo scrivere questa recensione in parallelo con Se non ti vedo non esisti di Levante e ammetto che è stata una combinazione molto autentica nonostante inizialmente nemmeno io avevo colto alcune sfumature.

È lecito inventare verbi?

Voglio dirtene uno: io ti cielo.

Così che le mie ali si dispieghino enormi per amarti senza misura.

Mai in tutta la vita dimenticherò la tua presenza. Mi hai raccolta che ero a pezzi e mi hai reso integra, integra

Se ti comporti come se sapessi cosa stai facendo, puoi fare quello che vuoi

Se mi vuoi nella vita tua vita, sarai tu a farmici entrare. Non devo essere io a battermi per un posto.

Frida Kahlo: aforismi e icona pop

Frida Kahlo per appassionati di Allan Percy è una libro in cui troviamo la possibilità di riflettere, perché ci sono da un lato gli aforismi più significativi di Frida Kahlo e in parallelo troviamo anche una riflessione su ciascuno di essi. L’impaginazione prevede infatti che l’aforisma funga da “titolo” che lascia spazio ad un flusso di riflessioni che non solo lo spiegano, ma lo arricchiscono di riferimenti “altri” che ci spingono tanto ad interrogarci in maniera consapevole, quanto ad esplorare a fondo la donna che c’è dietro l’icona pop.

La selezione di citazioni di Frida Kahlo qui proposta ci spinge alla ricerca dell’autoconsapevolezza e soprattutto ci offre proprio “quella” (ciascun lettore troverà la sua) frase che ci serve da stimolo da sprono.

Piedi, perché li voglio se ho ali per volare?

Oramai siamo abituati a figurarci Frida come se fosse esclusivamente un personaggio; leggere invece della sua passionalità e del suo linguaggio diretto la riporta ad uno stato più terreno e quindi a noi più prossima. Leggere della sua profonda umanità e ingenuità, ci fa sentire come se non fossimo poi così tanto strane come pensavamo di esse e come forse qualcuno troppo spesso ci ha detto che invece eravamo.

Ultimamente su Instagram mi capita di vedere spesso dei reels con queste donne che diffondono il messaggio: “Non voglio essere bella voglio essere iconica” e Frida Kahlo era ed è certamente una delle figure femminili più iconiche di sempre. La stessa copertina di questo libro la ritrae come un’icona pop.

Dipingo me stessa perché sono il soggetto che conosco meglio

Dipingo me stessa perché sono il soggetto che conosco meglio

Dipingo me stessa perché sono il soggetto che conosco meglio

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Il caos dentro

Chi è una persona creativa ha anche un animo caotico

Sono parole leggiamo tra le pagine di questo libro, e decisamente ben si prestano a descrivere la personalità fuori dal comune di Frida Kahlo. Lei è stata una donna che ha tanto amato, non solo “gli altri” ma la vita nella sua totalità e complessità; e tutto questo ha evidentemente ispirato la mostra stessa che ho avuto modo di visitare dal titolo eloquente “Il caos dentro“.

Una mostra che focalizzandosi sulla donna rispetto all’artista, proponeva anche molte fotografie in bianco e nero che mostravano la sua bellezza nel senso oggettivo del termine. Un po’ perché era una donna dall’estetica molto particolare, un po’ perché nei sui celebri autoritratti lei stessa ha enfatizzato i suoi “difetti”, ma nella maggior parte dei casi Frida viene definita appunto iconica e certamente non bella. Una percezione questa che lei stessa aveva di sé, ma che non la limitavano nell’incarnare la sua cultura con abiti e gioielli assolutamente identitari. Abiti che non passano inosservati per una donna che aveva una capacità di pensiero che non poteva non essere ascoltata, così noi ancora oggi leggiamo i suoi aforismi, le sue citazioni, ammiriamo le sue opere e ci immergiamo nella sua vita per imparare da questa “mentore” quanto più ci è possibile.

In ogni cosa può esserci bellezza, anche in quelle più orribili

Ciò che non mi uccide mi nutre

A volte devi dimenticare ciò che provi e ricordare ciò che meriti

Sinossi

Tra le personalità più carismatiche e più amate di tutti i tempi come donna, artista e intellettuale, Frida Kahlo ci regala 60 pillole di saggezza ribelle, al di sopra delle convenzioni. Come i quadri, anche gli scritti di Frida trasmettono il suo attaccamento viscerale alla vita, vissuta fino all’ultimo con coraggio. Un manuale di self-help per lettori ispirati che unisce arte, letteratura e psicologia.

Frida Kahlo non ha bisogno di presentazioni: è l’emblema di libertà, creatività e amore incondizionato al suo compagno e alla sua arte, alla vita con tutte le sue contraddizioni. Uno dei suoi ultimi dipinti racchiude la sua essenza. Su una fetta di anguria è incisa con un coltello la frase “Viva la vida”, ripresa dai Coldplay nel loro celebre album, e di recente titolo di un bellissimo docufilm sulla grande artista messicana. Una simile dichiarazione da una persona che ha vissuto dolore, malattia e disabilità, oltre all’incomprensione della sua opera da parte dei contemporanei, ha un valore in più: ci dice che possiamo trascendere le circostanze, creare il nostro mondo.

Info bibliografiche

Titolo originale: Frida para apasionados (spagnolo)

Titolo: Frida Kahlo per appassionati

Autore: Allan Percy

Prima edizione: 2019

Prima edizione italiana: 29 settembre 2021

La mia edizione: I edizione – Settembre 2021

Editore italiano: Giunti

Collana: –

Genere: Biografico

Numero di pagine: 68

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Un isolario sentimentale, un viaggio tra isole reali e fantastiche, passate e presenti, emerse e sommerse

Un isolario sentimentale, un viaggio tra isole reali e fantastiche, passate e presenti, emerse e sommerse

Copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

RACCONTOBIOGRAFICOAVVENTURA

Un isolario sentimentale, un viaggio tra isole reali e fantastiche, passate e presenti, emerse e sommerse.

Quindici isole per lasciare emergere i nostri pensieri ed emozioni più profondi, per solcare le acque dei nostri ricordi e per imparare che il viaggio, quando chiama, ci obbliga a rispondere. Insulomania è questo: rispondere al richiamo dell’isola che ci attira a se ripagandoci poi dandoci le risposte alle nostre domande più profonde in una esplorazione reciproca che appaga entrambi profondamente!

9 MARZO 2023 – TORINO

RACCONTOBIOGRAFICOAVVENTURA

Isolario italiano di Fabio Fiori.

La mia recensione.

Isolario italiano di Fabio Fiori è un libro che ha tutto il sapore dei racconti vecchio stile. Quei racconti che la notte ti perdevi ad ascoltare perché erano fatti di immagini, di miti, di leggende e della meraviglia che si concretizza davanti ai nostri occhi quando ci avviciniamo ad un’isola. Un’immagine che a mano a mano prende sempre più forma come un sogno che finalmente prende consistenza e diventa “materia” non solo per il nostro sguardo.

Un libro quindi che andrebbe letto ad alta voce, come tante volte ho fatto con le poesie di Prevért o di Antonia Pozzi, ma anche di Ghiannis Ritsos del quale viene citato un passaggio bellissimo del suo corale Le vecchie e il mare, mentre io ad oggi ho letto solo Erotica, ma non vedo l’ora di esplorare ancora di più questo autore che è di una tangibilità visiva e tattile unica.

Il mare è di tutti-non si divide in ettari, abbatte i confini, salta oltre i confini aldilà di ogni misurazione va e viene smisurato e libero.

Ghiannis Ritsos da Le vecchie e il mare

Capraia

Leggi per me. E io come un’amante ho letto per te.

Una delle cose più belle che si può fare con un libro, con un testo scritto di qualsiasi genere, è condividerne il momento della lettura. Alcuni testi si prestano meglio di altri, e questo si presta molto.

Che bello è stato rientrare in quella camera di hotel, in quel pomeriggio di quella giornata infrasettimanale di Giugno 2022 e leggere la prima pagina scelta a caso, e poi continuare con altre e altro.

Ricordo molto bene le prime pagine che ho letto ad alta voce. Nella mia voce, l’emozione. Negli occhi di chi era con me, il rapimento e il desiderio.

Eravamo in una camera di un piccolo hotel della Toscana, vicino al mare. Eravamo appena arrivati dopo aver visitato di passaggio anche Camogli in Liguria, dove io come souvenir sono stata catturata da questo libro, che ho visto in bella mostra sul banchetto della libreria che sta proprio di fronte alla spiaggia.
Scelsi anche Le fiabe di Portofino di Annamaria “Lilla” Mariotti.
Divennero entrambi dei doni che custodisco con affetto per tutto ciò che quei due giorni tra la Liguria e la Toscana rappresentano per me come donna

In balia del bellissimo e terribile mugghiare delle onde.


Capraia

di quella notte ricordo l’ululare della Bora e il crepitare del fuoco.

Appunti sull’isola di utopia

l’Isolario italiano di Fabio Fiori non è un libro da memorizzare o da imparare, è un libro da vedere e da sentire lasciandosi trasportare dalla corrente.
Un libro da condividere e da sentirsi risuonare nelle orecchie riempiendole, così come l’onda le riempie ogni volta che andiamo al mare, soprattutto in inverno quando sentiamo solo il suo moto perpetuo e incessante perché le persone sono altrove, in attesa di tornare.
Recentemente ho fatto questa domanda a qualcuno: “Hai mai viso il mare d’inverno?” L’immagine che mi è stata donata in risposta, ha fatto viaggiare la mia mente a lungo facendomi sentire sulla faccia il vento tagliente del Mistral e il sapore della salsedine che si è  incrostata sulle mie ciglia e sopracciglia; sourcils in francese, come ho imparato leggendo il mio primo libro sugli Haiku acquistato a Nizza in Agosto, qualche settimana dopo aver acquistato questo. I libri e le cartoline che sono solita poi usare come segnalibro sono il mio souvenir (ricordo! materiale) preferito. Ne compro almeno uno in ogni luogo in cui vado, o almeno ci provo.

Certo che anche per lui leggere è navigare.

Nesografia

Insulomania: il richiamo del mare

Tentare di leggere Isolarlo italiano come se fosse un qualsiasi altro libro è impossibile.
Fabio Fiore ci fa viaggiare insieme a lui in un mondo fatto di miti e leggende, dove scopriamo e riscopriamo racconti che hanno un sapore antico, un sapore di salsedine e la forza del vento del nord e la dolcezza di quello del sud.

Con la piccola 4 metri dell’autore, ci troviamo a navigare per acque in cui probabilmente non siamo mai stati in cui non avremmo mai pensato di arrivare.

Come già detto questo libro per me è stato un regalo. Eravamo a fare una passeggiata per Camogli ed era lì sui banchi esterni dell’unica libreria del piccolo comune italiano ligure. Mi aspettava (?). Ne ho sentito il richiamo, un po’ come il marinaio sente il richiamo del mare, io sento quello dei libri.

“Il libro” è un ricordo tangibile di esperienze che vivono solo nei nostri ricordi e nel nostro cuore. Fabio Fiori ha scritto questo libro in piena pandemia nel 2021 e quello che percepiamo è la nostalgia di un uomo, un insulomane, che non può prendere il largo verso nuove mete. Allora ecco che sceglie di ricordare e rivivere un passato che gli è caro, condividendo con noi la parte più intima dell’affrontare un viaggio che a volte dura ore a volte giorni, dove entrambi (marinaio e lettore) siamo ospiti nella vastità del mare che fa ordine nelle nostre menti e nei nostri cuori.

Movimenti che riordinano i pensieri confusi, come oggetti mal riposti.


Insulomania

Siamo tutti affetti da insulomania

Ogni isola viene viaggiata e vissuta riscoprendo racconti di chi ci è nato e vissuto. Scopriamo di volta in volta anche la storia, la genesi stessa delle isole poiché più d’una è di origine lavica. Queste, come l’amore, appaiono all’improvviso nei luoghi dove meno te lo aspetti, sorprendendoti già al primo sguardo o nel caso nostro alla prima lettura.

Che siano emerse ad un certo momento, che siano isole fluttuanti o che il magma ne abbia plasmato la forma e poi l’acqua marina l’abbia levigata, ciò che conta è che ad oggi grazie a loro, abbiamo il privilegio di essere degli esploratori, soprattutto della nostra anima.

Quando si naviga e la nebbia ci avvolge, la vista perde l’importanza che siamo soliti attribuirgli, sono gli altri sensi quelli che ci orientano nella nostra navigazione (di nuovo) come l’amore, la cui esplorazione è demandata integralmente ai sensi e all’istinto non alla vista dello sguardo poiché nello sguardo si legge non attraverso di esso.

Tutto in Isolario italiano, diventa per noi un’esperienza, un ricordo. I colori dell’alba che si tingono ora di rosa, ora di arancione e persino di rosso, come la lava che ha generato alcune delle isole che ci troviamo a esplorare con Fabio Fiore.

Nonostante la loro natura “isolata”, le isole mantengono una forte connessione con la terraferma e con gli esseri umani che abitano queste isole. Fabio Fiore ci spiega tra le altre cose, che tanto di quello che è accaduto sulla penisola italica, ha poi avuto un risvolto anche sulle nostre isole in un dialogo molto più profondo di quanto si possa pensare.

E forse proprio perché l’Italia è una penisola che in molti di noi si arriva a provare l’irrefrenabile desiderio di esplorare le realtà isolane grandi o piccole che siano. Isolarsi dal mondo per entrare in noi stessi…
Il mito del viaggio e della scoperta sono il cuore lavico, ancora bollente e pulsante che come sangue scorre nelle vene della terra della nostra Italia, e ci anima facendoci muovere al viaggio e alla scoperta attenta perché lenta e quieta.

Isole da camminare, isole da pedalare. Isole da camminare e da pedalare, nell’incerto di un sentiero, nel certo di una strada.

Elba

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Insulomania: tra cibo e pathos di un insulomane

Di un pittorico disarmante, sono tutte quelle descrizioni in cui Fabio Fiori ci fa vedere e assaggiare un pasto semplice fatto di fette di formaggio, pane, vino. Un pasto che rievoca una condivisione con un pescatore sconosciuto, ma che nel momento della sua evocazione noi condividiamo con loro. Umanità perduta, umanità ritrovata perché condivisa che fa un po’ Into the wilde (Nelle terre estreme) di Jon Krakauer, ma con il lieto fine.

La descrizione più bella per me in questo senso è quella dell’insalata di limoni, che solo a pensarci sento l’aspro in bocca e mi ricorda il succo di limone che bevo ogni giorno! Eppure questo piatto povero invoglia e invita come se si fosse i benvenuti a una di quelle tavolate che solo al sud possiamo trovare: sotto una pergola, con tante persone, tutte le generazioni riunite e un blu (il mio amato blu!) che unisce cielo e mare a mezzogiorno.
Poesia per gli occhi e balsamo per la mente e il cuore.

Questo “isolarlo sentimentale” esplora le 15 isole in funzione del pathos che l’autore Fabio Fiore ha legato all’una rispetto che all’altra.

Molto bello è il punto di vista di queste isole vissute d’inverno (rinnovo la domanda a te lettore: “Hai mai visto il mare d’inverno?”) perché il turismo (che per più d’una di loro è l’economia prevalente), rende finte le isole che si tingono di turisti e che si affollano in ogni loro parte per ritrovarsi poi di nuovo vuote, ma arricchite di un’altra stagione estiva che volge al termine.

Il migrante è prima di tutto uno che fa un viaggio, reale e metafisico.l’uomo è animale nomade.
[…]
Un istinto primordiale insopprimibile che per 1000 motivi ci spinge a partire.così sia!

Elba

Un raggio di sole entra dalla finestra e mi invita a ripartire.

Elba

L’emergere, la partenza e la rinascita

Ricordi personali a parte, credo che i temi più importanti dell’Isolario italiano di Fabio Fiore siano essenzialmente tre: l’emergere, la partenza e la rinascita.

Nella mia vita ho spesso associato a viaggi e luoghi, fasi della mia vita; pensieri e riflessioni che ho poi scoperto essere più profondi e significativi di quanto non avessi percepito inizialmente.

Traslare questo Isolario italiano nella vita “vissuta” significa ad esempio usare l’emergere di un isola dal nulla come pretesto per ricordarci di far emergere quelle che sono le nostre emozioni più profonde. Emozioni e sensazioni che molto più spesso di quello che vorremmo non siamo in grado di elaborare nel luogo in cui siamo. Allora partiamo (partenza), concedendoci di mettere dello spazio tra noi e “il resto” acquisendo così un punto di vista diverso rispetto a quello che avremmo avuto rimanendo a “casa”.
Il tempo che così ci regaliamo, lo spazio che percorriamo e le nuove angolazioni da cui osserviamo una stessa situazione nella loro sinergica azione nelle nostre vite, ci permette di fare ritorno con delle nuove consapevolezze, uno stato di quiete ripristinato come se appunto ci sentissimo rinati (rinascita).

Partire è come nascere un’altra volta“, ha scritto Nicolas Bouvier, scrittore che del viaggio ha fatto la sua casa.

Concludo condensando che viaggio e rinascita spesso instaurano un dialogo unico connettendosi fra di loro. Isolario italiano di Fabio Fiori ci ricorda (o insegna per la prima volta) che qualsiasi sia il luogo reale o immateriale che esploriamo, se ci avviciniamo ad esso con l’umiltà del marinaio possiamo trovare ciò che stavamo cercando, qualunque cosa sia.

Troverai tutto e non capirai nulla…


Capraia

Halo è una parola latina che significa respiro, frequente e potente.


Capraia

Sono solo a bordo, mollo gli ormeggi, sciolgo le vele. Metto la prova sull’infinito; non cerco niente, provo a sedare i notturni ansietà isole.


Capraia

Isole

  1. Stromboli
  2. San Nicola
  3. Elettride
  4. (Asteria)
  5. San Francesco del Deserto
  6. Capri
  7. Tino
  8. (Utopia)
  9. Gallipoli
  10. Elba
  11. Capraia
  12. (San Ferdinando)
  13. Ponza
  14. Procida
  15. San Pietro

Sinossi

Un isolario sentimentale, un viaggio tra isole reali e fantastiche, passate e presenti, emerse e sommerse. Capri, Elba, Ponza, Procida, Stromboli, San Francesco del Deserto, San Pietro e altre isole italiane, raggiunte a vela, a remi, o con quei piccoli affascinanti traghetti che fanno la spola con il continente. Esplorate a piedi o in bici, ma anche a nuoto. Asteria, Utopia, Ferdinandea, isole sognate, davanti a vecchie carte manoscritte o a nuove fotografie satellitari. Comunque le si raggiunga, le si esplori o le si sogni, le isole rimangono luoghi dell’anima, dove è più facile ascoltare se stessi e gli altri, la natura e la storia. La loro quotidianità ci affascina, la loro straordinarietà ci ammalia; siamo affetti da insulomania.

Info bibliografiche

Titolo originale: Isolario italiano (italiano)

Titolo: Isolario italiano

Autore: Fabio Franchi

Prima edizione italiana: Aprile 2021

La mia edizione: I edizione – Aprile 2021

Editore italiano: Ediciclo editore

Collana:

Genere: Racconto

Numero di pagine: 183

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La vita è più divertente quando sai che dal menu puoi scegliere tutto

Copertina del libro Fattore & di Chiara Franchi edito da Mondadori

ROMANZOBIOGRAFICOGROWTH, MIND & BODY, SELF HELP

La vita è più divertente quando sai che dal menu puoi scegliere tutto.

Negli undici capitoli che compongono Fattore &, Chiara Franchi condividendo la sua esperienza di vita, ci insegna che seppur per educazione siamo abituati a scegliere tra una cosa o l’altra, la felicità la troviamo nell’inclusione. “Qualche “o” in meno e qualche “e” in più, perché davanti ai nostri occhi si apra una vita più ricca, piena e completa.” Ecco allora che fra “tutte le “&” del mondo” puoi cominciare da queste undici, almeno finché non trovi le tue.

5 MARZO 2023 – TORINO

ROMANZOBIOGRAFICOGROWTH, MIND & BODY, SELF HELP

Fattore & di Chiara Franchi.

La mia recensione

 

 

Una scelta antiquata

Scelta. Una delle parole il cui significato è stato travisato sopra ogni altra. Se qualcuno in questo momento ti dicesse: “scegli”, (complice anche Søren Kierkegaard con il suo Aut-Aut?), automaticamente penseresti ad una situazione in cui devi escludere qualcosa per averne un’altra.

La “o” è di fatto una separazione (nel senso più ampio del termine) che ci impone di vivere una vita a metà, perché il suo comandamento è sempre di scegliere tra una cosa o l’altra, tra questo o quello permettendoci di far abitare nella nostra vita esattamente la metà di ciò che vorremmo.

Ma perché? Perché rinunciare al pacchetto completo e alla sua bellezza?

L’Aut-Aut di Søren Kierkegaard viene pubblicato per la prima volta il 20 Febbraio 1843 mentre Chiara Franchi pubblica il suo secondo libro Fattore & nel 2022 con Mondadori. Lungi da me paragonare due autori e due testi così distanti fra di loro, ma il concetto che voglio esprimere è che nel corso del tempo il significato di parole e concetti muta forma. E la parola scelta è fra quelle che sono evolute maggiormente.

Dunque perché ancora ostinarsi ad attribuire alla parola scelta un significato che non le appartiene più?

Cambiare il paradigma della parola scelta

Scelta è, e! deve diventare per te il primo impulso verso quella che è l’individuazione cosciente di ciò che vuoi portare e mantenere nella tua vita.

Chiara Franchi nel suo Fattore &, ci propone un approccio che stravolge completamente il modo di pensare che probabilmente anche tu fino a due minuti prima di leggere anche semplicemente questo articolo avevi (spoiler: se sei fan della lettera “o” questo libro non è per te!).

E come il migliore degli insegnanti farebbe l’autrice e (imprenditrice) ci porta come esempio e a supporto della sua “teoria”, la pratica. Sono undici i capitoli in cui è suddiviso Fattore &, ciascuno dei quali prende in esame delle “coppie” che solitamente si escludono a vicenda, come la stessa Chiara Franchi ha fatto per un lungo periodo della sua vita. Il lieto fine, perché in questo libro c’è, è che ad un certo punto questi antipodi non solo diventano capaci di coesistere, ma ancora di più diventano interdipendenti.

Nessun individuo al mondo può scegliere lucidamente quando non è in focus

 

p 53

Tutte le “e” del mondo

La Franchi scrive rivolgendosi ad un pubblico femminile e ci conferma che ciascuna di noi è sia buona che cattiva (Cap 1: Buona e cattiva) il che ci fa pensare un po’ anche a Ero una brava bambina  – Poi sono guarita di Elena Cosentino.

Ci illumina con totale onestà che ciascuna di noi deve essere sia copertina che libro (Cap 2: Copertina e libro) perché la prima impressione conta, ma la sostanza e concretezza della nostra persona non vengono di certo sostituite da come appariamo. Daily reminder: cura ogni aspetto di te, sia interiore che esteriore in equilibrio tra di loro.

Fuori dai denti ci dice che se rinunci al dolore rinunci anche alla gioia (Cap 2: Gioia e dolore) quindi impara ad accoglierle e ad imparare da entrambe. Impara da tutte le dualità che la vita ha da offrirti (Cap 5: Caviale e piadina) perché non avrebbe alcun senso vivere solo ad un estremo. Imparerai che nutrirti di tutti i “cibi” che esistono ti regalerà, non solo nutrimento ma appagamento oltre ogni aspettativa.

In fondo sarebbe come avere soltanto una tipologia di scarpe o vestiti nell’armadio. E per tutte le altre occasioni come ti vesti? Metti nell’armadio della tua vita almeno un vestito per ogni occasione e sarai sempre pronta per le sorprese della vita. Scegli di esplorare tutto il bello (tanto il brutto ti capiterà comunque ma almeno sarai pronta) e fai esperienza muovendoti avanti e indietro fra i “poli opposti” cogliendo le sfumature. Impara a scegliere quelle occasioni che è bello vivere in ottima compagnia anche se l’ottima compagnia sei semplicemente tu (Cap 9: Soli e bene accompagnati), perché hai imparato a conoscerti e a volerti così bene che scoprirai essere raro privilegio averti tutta per te, in barba a tutti i pensieri sulla solitudine.

Se invece disperdiamo energie e sprechiamo tempo muovendoci in direzioni non definite, le probabilità di arrivare a destinazione si riducono di molto.


p 51

Persino la definizione di utile e dilettevole assume la nuova connotazione del dilettevole che è utile e viceversa (Cap 6: Utile e dilettevole), insomma se ti diverti è meglio noh?!. Così anche la perfezione e l’imperfezione, assimilabili anche al concetto di traguardo e sconfitta (Cap 7: Perfetta e imperfetta) suoneranno nelle tue orecchie e disegneranno nella tua mente assumendo suoni e forme del tutto nuovi, soprattutto quando arrivi a renderti conto che una donna che taglia traguardi professionali (Cap 8: Famiglia e successo) può essere, se lo desidera, anche di successo con la sua famiglia.

La parola “successo” ce lo ha insegnato Veronica Benini significa far succedere le cose! E quando scegli di prenderti la responsabilità di quello che accade nella tua vita il lavoro sarà davvero importante in termini energetici, emotivi e ovviamente di tempo. Ecco perché è fondamentale imparare a passare dall’on all’off con serenità e nei giusti tempi (Cap 10: On e off)…sempre con l’obiettivo di non precluderti nulla di bello nella vita. E sai anche cosa? Di essere tu quella che ha tempo di portare il bello nella vita degli altri.

Ogni scelta consapevole, scoprirai che ha il potere di renderti più forte. Tutte noi traiamo forza dall’agire tanto di pancia quanto di testa (Cap 4: Pancia e testa), e questo perché hai imparato a conoscerti così bene, a conoscere i tuoi obiettivi così bene, che il tuo istinto lavora al tuo fianco insieme alla parte razionale.

Mi piace accogliere una visione che contempli il lusso in un’accezione più ampia. […] Il lusso per me non è quasi mai una questione di portafogli, ma di scelte, e, soprattutto, di attitudine mentale. […] Vivere esperienze integrate ti cambia, ti plasma, ti porta dritto verso la tua evoluzione personale.


p 73-75

Puoi fare cose nuove solo se vuoi cose nuove, se guardi dove finora non hai mai guardato punto.

 

p 101

Domanda sbagliata, risposta sbagliata.


p 51

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Vale tanto il fronte quanto il retro

“Si va bene Marzia ma con tutte queste e mi vuoi dire dove la Franchi vuole arrivare? Che cosa hai davvero imparato leggendo questo libro?”

Ti rispondo dicendoti che tutto ciò che compone la vita è una moneta dove tanto il fronte quanto il retro contano e anzi permettono l’esistenza stessa della moneta di per sé (la moneta sei tu tanto per essere chiara <3), la quale al privarsi dell’una o dell’altra facciata smetterebbe di essere se stessa.

Non è vero infatti che gli opposti si attraggono, ma sono in realtà (contro ogni insegnamento e preconcetto) parte della stessa medaglia. Infatti ogni medaglia/moneta ha il fronte e il retro! Ricordatelo tu sei una moneta!

Insomma come la giri la giri hai sempre tra le mani un fior di conio che è la tua stessa vita. E dico “fior di conio” perché immagino che la tua vita inizia davvero a brillare di una rinnovata luce, il momento che tu stessa inizierai ad applicare il concetto di inclusione usando le “e” a vantaggio delle “o”.

La diversità rappresenta la linfa vitale che mi ha permesso di svestire alcuni panni e indossarne altri


p 14

Se non dipendi dagli altri allora sei libera. […]

Imparare a stare da soli passa attraverso la comprensione del significato dell’amore per se stessi.

L’accoppiata vincente

Riprendendo quindi la postfazione di Chiara Franchi Tutte le “&” del mondo, mi viene da pensare che la storia in qualunque ambito e contesto è fatta (anche) di grandi “coppie”. 

E dicendo coppie immediatamente penserai che ad unire i due termini c’è la congiunzione “e”! Per me che scrivo è una delle parole più belle che esistano. Non si è mai sentito parlare di tizio “o” caio, quindi perché noi dovremmo scegliere tra tutte le varie forme (&) che la nostra vita può assumere, escludendone alcune come se fosse un dato aprioritstico e predeterminato?

Il mantra diventa quindi:”Io voglio, e soprattutto posso avere, sia questo che quello”.

La vera sfida sarà per te diventare capace di capire cos’è che davvero desideri che abiti nella tua vita, in maniera più o meno permanente. Quali sono le tante dualità alle quali senti di dover e voler dare priorità rispetto alle altre. La scelta è la tua! La bicicletta anche, ora devi pedalare.

Il mio augurio per te è che impari rapidamente a compiere le tue scelte seguendo questo nuovo paradigma, e che ancor più velocemente tu muova anche le azioni nella direzione delle tue “&”, perché certamente non ti interessano tutte quelle “del mondo”, ma devi alla tua felicità e realizzazione la comprensione di quelle “&” che senti di voler fare tue.

Ti saluto come Cristian Bergi fece con me in libreria davvero tanti anni fa: “Buona vita”.

A volte, invece, violare le regole è l’unica cosa possibile: strapparsi il vestito da Cenerentola, indossare gli anfibi e iniziare ad arrampicarsi su tu sulla più irta delle montagne.

p 14

Info bibliografiche

Titolo originale: – Fattore & (italiano)

Titolo: Fattore

Autore: Chiara Franchi

Prima edizione italiana: 2022

La mia edizione: I edizione – 2022

Editore italiano: Crocetti editore

Collana: Vivere meglio

Genere: Romanzo, Auto aiuto, Mind & Body

Numero di pagine: 161

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