Parliamo di scorcio letterario, quando ci troviamo davanti ad un “passaggio letterario” in cui lo scrittore, e quindi il suo narratore, hanno l’intento di aumentare il coinvolgimento del lettore, condensando in poche righe e/o battute essenziali, proponendo in questo modo al lettore dettagli altamente significativi e coinvolgenti.


In una narrazione, colui che racconta, può quindi scegliere di sviluppare gli eventi in maniera tale da conferire a questi maggiore importanza, tal volta tralasciando dettagli meno significativi. A ben rifletterci il termine stesso scorcio, evoca l’atto di focalizzarsi soltanto su una porzione (di panorama), tralasciando viste di minore bellezza, interesse o patos.

Va sottolineato che l’opera letteraria non è un testo giornalistico o nozionistico, in cui si è tenuti a riportare in maniera quanto più vicina al vero possibile, dunque si può giustificare l’omissione di qualche evento che lo scrittore sceglie di non raccontare. In questo caso si parla allora di riassunto di azione, o di ellissi.


Tuttavia esiste anche un’altro modo di utilizzare questa tecnica letteraria, ossia concentrare molti fatti in poche frasi, che sostanzialmente bombardano il lettore che si addentra sempre più nella vicenda narrata, quasi diventando egli stesso uno dei personaggi. Lo scorcio letterario, fra gli altri è una tecnica inscindibile dall’opera di Fitzgerald, che se ne serve frequentemente (come si è detto), per mettere in evidenza degli fatti ritenuti da lui importanti.