Cos’è lo storytelling e come fa ad arrivare alla radice del racconto

Cos’è lo storytelling e come fa ad arrivare alla radice del racconto

Libro su Frida Kahlo

MARKETINGSEO & COPYWRITING

Cos’è lo storytelling e come fa ad arrivare alla radice del racconto

Alla radice del racconto di Elizabeth Gelfi è uno di quei libri all’interno del quale conservi un segnalibro perché contiene davvero un’ottima sintesi e analisi di che cosa significa a fare davvero Storytelling.

27 GIUGNO 2023 – tra FIRENZE, ROMA & TORINO

MARKETINGSEO & COPYWRITING

Alla radice del racconto di Elizabeth Gelfi. Ecco la mia recensione.

 

Che cosa significa fare Storytelling per Elisabeth Gelfi? Ce lo spiega nel suo primo libro Alla radice del racconto: comunica, emoziona, vendi: tutto ciò che devi sapere per far crescere il tuo business.

Questo piccolo manuale non si limita a descrivere quello che lo Storytelling è, o meglio come si fa e quello che è il suo reale e autentico potere, ma ci porta davvero ad avere una conoscenza davvero più profonda di come funziona la mente dell’essere umano. Fare Storytelling indipendentemente dall’ambito in cui si va ad applicare questa “disciplina”, significa parlare in maniera autentica, emozionale ed empatica alle persone. Ecco che diventa quindi determinante, la reale comprensione di come effettivamente le persone sono, o almeno di come “sono” le persone a cui ci andiamo a rivolgere.

Determinante in tal senso l’individuazione dettagliata delle “nostre” user personas.

Ho letto Alla radice del racconto a Firenze. Mi sono accomodata prima in una caffetteria e poi in un’altra, e mentre sfuggivo dal caldo estivo del centro Italia mi sono immersa in questa lettura che ho percepito totalmente affine alla visione che ho io dello Storytelling.

Ora ti racconto tutto così che davvero capirai quanto è determinante scegliere di fare Storytelling indipendentemente che tu sia un brand o voglia creare e migliorare il tuo personal brand.

Perché uno storytelling ben fatto va alla radice del racconto?

Lo Storytelling è una delle forme di comunicazione più genuine che esistano. Quando si fa Storytelling diventa essenziale mostrare quella che è l’autenticità, sia che si tratti di un brand o di un personal brand. Il concetto è lo stesso: bisogna andare in profondità, per scardinare tutte quelle che sono le sovrastrutture che potrebbero essersi consolidate nel corso del tempo, oppure quelle credenze che ci portano a pensare di doversi mostrare al pubblico in un certo modo veicolando un certo messaggio, con l’intento di venir percepiti come  “migliori”.

Ma Elizabeth Gelfi in Alla radice del racconto ci insegna che non esiste migliore o peggiore, esiste soltanto quella che è la nostra vera storia e soprattutto il modo migliore (in questo caso sì) di comunicarla, a seconda delle piattaforme e degli strumenti che strategicamente si sono scelti.

Comunicare come davvero noi siamo, qual è il nostro reale valore e come questo può essere di aiuto e supporto per il nostro pubblico, è il cuore pulsante di uno Storytelling davvero ben ideato prima e fatto poi. Indipendentemente che vendiamo prodotti fisici, digitali, consulenze o qualsiasi altro tipo di “prodotto”, il nostro obiettivo è veicolare le qualità non solo dei nostri prodotti ma del brand stesso in modo da far sentire il nostro pubblico in linea con la nostra “personalità”.

Lo Storytelling è il mezzo migliore per farci conoscere nella nostra autenticità e poliedricità, ed è davvero bellissimo ciò che si può creare in questo modo. Certo è “più” complesso soprattutto in una fase iniziale, ma ripaga enormemente da tanti punti di vista.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Che cosa significa Storytelling?

Facendo una enorme sintesi di ciò che significa fare Storytelling possiamo dire che significa: mostrarsi tanto in maniera autentica che in maniera strategica, facendo leva su quella che è la sfera emotiva ed emozionale di chi entra in contatto con la nostra narrazione.

Quando si parla di emozioni e di avere quindi una narrazione di tipo emozionale, significa fare in modo che chi ci ascolta, ci guarda, ci legge abbini naturalmente emozioni positive al nostro brand o personal brand. Questo può essere vero tanto andando a trovare un appiglio nei ricordi delle nostre “user personas'” che facendole proiettare in una situazione fortemente desiderata emozionandole (appunto) in modo da fargli già pregustare il risultato finale.

Lo Storytelling è quindi una comunicazione positiva, che in maniera prevalente fa leva su tutta la gamma di emozioni che vengono catalogate come positive e perché no, tal volta nostalgiche, ma comunque piacevoli e intense.

Si differenzia da una comunicazione “tradizionale” poiché è essenzialmente volta alla creazione di relazioni durevoli nel tempo e solide. Fornisce infatti la meravigliosa possibilità di instaurare un dialogo bilaterale tra il brand/personal brand e il suo cliente ideale, dando modo al futuro clienti di conoscere il brand da un lato, e di dare a quest’ultimo il fisiologico tempo di capire e quindi attuare, la giusta forma comunicativa che meglio si adatta al suo pubblico.

Le emozioni giocano un ruolo centrale in tutte le interazioni che avvengono nella nostra vita, hanno quindi un impatto determinante sulle nostre decisioni perché consentono di processare le informazioni in modo molto rapido.

Qual’è il reale valore dello Storytelling?

Lo Storytelling è lo strumento più potente che può essere utilizzato per relazionarsi in maniera efficace con il proprio fu proprio pubblico. Di fatto il brand/personal brand si mette “al servizio” della propria community la sua comunicazione, proprio per aiutare ogni singolo membro a comprendere meglio le proprie necessità e quindi rendersi conto scientemente se siamo noi che possiamo soddisfare quel bisogno in maniera efficace, oppure se tale necessità andrà soddisfatta altrove. Questo altrove non deve mai spaventare, perché la vendita è auspicabile quando davvero in linea con necessità e valori di chi acquista. In tal senso lo Storytelling assume per certi versi anche una valenza etica e professionale, che nel mondo del tutto e subito crea (come piacevole effetto collaterale) una sensazione di affidabilità.

Certo tutto questo viene fatto per vendere indipendentemente dal cosa, eppure ciò che non viene detto, ma che Elizabeth Gelfi ha il coraggio di fare, è l’aspetto pedagogico dello Storytelling. Il vero valore di un brand o un professionista che investe nel suo personal brand, è l’educazione del sui cliente ideale affinché questi abbia la capacità di esplorarsi e comprendere davvero che abbiamo esattamente ciò che stava cercando. Il momento che si riesce a fare questo: a dare consapevolezza, qualunque cosa noi vendiamo si venderà da sola, perché avremmo saputo arrivare non solo “alla radice del racconto” ma avremmo ma saremmo stati in grado di arrivare alla “radice della problema” che ha la nostra community. Di fatto la soluzione che mostriamo loro e il modo in cui noi (noi e solo noi) attuiamo quella soluzione diventa il motivo per il quale non solo ci seguono, ma effettivamente acquistano da noi.

Quindi qual è il grande valore dello Storytelling? Che crea community solide ossia gruppi di persone connesse tra di loro a prescindere da quella che può essere una relazione di tipo economico.

Aumentare le vendite con lo Storytelling

Certo potrà sembrare controproducente un approccio di questo tipo, poiché apparentemente (e sotto e sottolineo apparentemente), non è finalizzato alla vendita. Ma in realtà e questo è il miglior modo per creare un terreno fertile in cui le radici di qualunque prodotto o servizio andremo a vendere alla nostra community, avranno florida possibilità non solo di attecchire ma di crescere in maniera rigogliosa dandoci frutti ancora più appaganti di quelli che avremmo potuto immaginare. Ovviamente quando dico/scrivo frutti intendo obiettivi, risultati, vendite, KPI, dati e quant’altro.

Uno degli aspetti che mi piace particolarmente dello Storytelling, e qui do un’opinione assolutamente personale, è che quando viene davvero ben! fatto riesce a generare frutti anche quando per qualsiasi motivo all’esterno si potrebbe percepire che abbiamo “diminuito la nostra presenza”. A pensarci è esattamente come nelle relazioni: quando sono solide, si può persino trarre beneficio da dei momenti in cui ci si prende dello spazio poiché sono questi i momenti in cui entrambe le parti crescono come singole, per riuscire nonostante le distanze, ad entrare in vicendevole contatto. Dal punto di vista del Digital marketing questi sono i momenti in cui emerge davvero tutto l’enorme lavoro che è stato fatto in termini di Storytelling e identità digitale e sono quelli in cui ci si rende davvero conto che si è costruito un brand/personal brand forte e stabile.

La sensazione è impagabile!

Come si fa Storytelling?

Comunicare per vendere attraverso lo Storytelling ha evidentemente delle tempistiche diverse rispetto al basare la propria strategia digitale prevalentemente su attività più “immediate” come potrebbe essere ad esempio quella dell’advertising. Budget permettendo mi piace sempre molto abbinare queste due attività in modo che procedano in parallelo, ma da advertiser (oltre che storyteller) posso serenamente affermare che non c’è advertising che tenga senza una solida base di Storytelling!

In realtà nonostante si pensi che a livello gerarchico sia l’advertising l’aspetto più rilevante all’interno di una strategia digitale correttamente impostata e applicata, è invece proprio lo Storytelling ad essere l’elemento determinante poiché è da un lato funge da filo conduttore, dall’altro rafforza ogni singolo elemento della Digital strategy che ogni brand o personal brand sceglie strategicamente di usare.

Ecco quindi che fare Storytelling acquisisce un significato più ampio: comunicare al meglio a partire dal momento in cui si è individuata la nostra vera identità, veicolandola positivamente con gli strumenti che sono per noi più funzionali in quel momento.

Se è essenziale da un lato definire a monte quella che sarà la nostra comunicazione, a cominciare ad esempio dalla nostra identità verbale e visiva, dall’altro è altresì imprescindibile accogliere positivamente all’interno della nostra strategia digitale che io interpreto come una estensione “pratica” dello Storytelling, tutte quelle che sono le innovazioni a livello digitale, per valutare se e come queste innovazioni possono effettivamente essere di supporto nel raggiungimento dei nostri obiettivi.

Evidenzio che valutare non significa scegliere, significa però porsi con una mentalità proattiva verso tutte quelle che sono le nuove occasioni comunicative che la fisiologica evoluzione digitale ci mette, e sempre di più metterà a nostra disposizione. Nessun ansia quindi nello scegliere di includere o di escludere alcune piattaforme, alcuni social, alcuni tools perché questa scelta è giustificata da una corretta strategia digitale che ci garantisce l’uso di ciò che è meglio per noi.

Il tutto ovviamente volto a dialogare e comunicarci nella maniera che sia per il nostro pubblico più semplice e chiara possibile.

Storytelling efficace grazie agli archetipi

Le emozioni giocano un ruolo centrale in tutte le interazioni che avvengono nella nostra vita, hanno quindi un impatto determinante sulle nostre decisioni perché consentono di processare le informazioni in modo molto rapido.

Eh sì, lo Storytelling ha sempre un obiettivo! Non è mai, o quasi mai, narrazione fine a sé stessa ma il bello sta proprio qui giusto?! É una continua prova di abilità comunicativa e forse è proprio uno degli aspetti più stimolanti di quando sei un* storyteller (si perché qui si tratta di esserlo non di farlo per professione 😉 ).

La primo delle argomentazioni che ho trovato più interessanti è quella della degli archetipi, proprio in funzione del fatto che è fondamentale capire a quale archetipo apparteniamo e di conseguenza qual è la tipologia di narrazione strategica che andremo ad applicare.

Qui riporto solo i 12 archetipi suddivisi in 4 gruppi. Per la spiegazione dettagliata chiaramente rimando a questo libro che davvero riprendo in mano ogni volta che inizio a seguire un nuovo cliente perché è “chiarificante” avere nero su bianco alcuni passaggi che seppur noti a chi come me è un* storyteller, risulta comunque confortante avere a portata di mano.

Stabilità: angelo custode, sovrano, creatore

Indipendenza: innocente, saggio, esploratore

Cambiamento: eroe, mago, ribelle

Appartenenza: uomo comune, burlone, amante

Anzi ti propongo un piccolo test, prova ad immaginare quale di questo archetipo è il tuo e poi verificalo leggendo le spiegazioni di Elizabeth Gelfi, sono certa troverai spunti interessanti e inaspettati.

Trance narrativa: crea uno Storytelling immersivo

Stato di completo coinvolgimento

Scegliere quindi di comunicare attraverso lo Storytelling significa fare ben più che comunicare in maniera persuasiva. Grazie allo Storytelling siamo infatti in grado di creare una vera e propria trance narrativa che assomiglia davvero a quello che è il viaggio dell’eroe che ad esempio viene spiegato molto bene in Branded Podcast Producer di Rossella Pivanti, seppur dal punto di vista del fare podcasting. Ma questo rafforza ancora di più il concetto che lo Storytelling è davvero un mezzo comunicativo potente e soprattutto (scelgo questo termine) “universale”.

La trance narrativa è composta dei seguenti 7 punti:

  • Contatto
  • Familiarità
  • Immersione
  • Identificazione
  • Emersione
  • Distanziamento
  • Trasformazione

Come si noterà, seguire questi passaggi è qualcosa di molto naturale eppure sarà fondamentale per creare quella relazione autentica e rilevante nella mente delle persone, che innescherà l’impulso di cercare proprio noi perché rispondiamo esattamente ad una loro esigenza.

Ci tengo a trasmettere il messaggio che lo Storytelling (e il Digital Marketing in senso ampio) ha una sua etica fondante e cioè quella di mettere le persone al centro. I loro bisogni e la volontà di veicolare emozioni positive sono i pilastri sui quali qualsiasi Storytelling dovrebbe basarsi. Il risultato sarà quello che le persone si ricorderanno del nostro brand/personal brand e quindi acquisteranno (e riascquisteranno) da noi preferendoci alla concorrenza che anzi non verrà minimamente presa in considerazione.

Come nella migliore delle relazioni diventeremo gli unici a “farci sentire così”.

Sinossi

La radice perfora il terreno, assorbe acqua e nutrienti, àncora la pianta.
Quale migliore immagine possiamo utilizzare se non questa per raccontare quanto la nostra storia sia la forza
dietro ad ogni scelta.
Se sei un o una professionista, un o una freelance o hai una piccola media impresa inizia a pensare che ciò che sei determina ciò che gli altri percepiscono della tua attività.
Non puoi più pensare che sia sufficiente mostrare solo la tua offerta, ma occorre strutturare una narrazione che immerga nelle emozioni chi hai di fronte.
Questo libro vuole mostrarti tutto ciò che devi sapere prima di iniziare a comunicare.
È lo strumento perfetto che ti porterà a guardare il marketing con occhi diversi.

Info bibliografiche

Titolo originale: Frida para apasionados (italiano)

Titolo: Alla radice del racconto

Autore: Elizabeth Gelfi

Prima edizione: 2022

Prima edizione italiana: 2022

La mia edizione: I edizione – 2022

Editore italiano: WE Edizioni

Collana: –

Genere: marketingseo & copywriting

Numero di pagine: 112

SEGUIMI SUI MIEI SOCIAL

La vita inizia dove finisce il divano

Copertina del libro di Camilla Boniardi Camihawke "Per tutto il resto dei miei sbagli"

BIOGRAFICOGROWTH, MIND & BODY, SELF HELP – ROMANZO

Cosa c’è di più autentico di promettersi amore “Per tutto il resto dei miei sbagli”?

A pensarci ad una promessa così autentica viene in mente il film cult Se scappi ti sposo con Julia Roberts e Richard Gere, perché in fondo l’amore vero è questo: avere consapevolezza del rischio che tutto possa finire e fare di tutto per continuare a farlo vivere, nonostante gli sbagli

28 FEBBRAIO 2022

BIOGRAFICOGROWTH, MIND & BODY, SELF HELP – ROMANZO

La vita inizia dove finisce il divano di Veronica Benini. Ecco la mia recensione.

Ogni volta cerco di approcciarmi ad un libro con il massimo dell’imparzialità e anche questa volta leggendo “Per tutto il resto dei miei sbagli” di Camihawke è ciò che ho fatto.

Avrebbero potuto fuorviarmi le numerose critiche rivolte all’impostazione autobiografica di questo romanzo, oppure avrebbe potuto frenarmi la genuinità di alcune espressioni che Camilla Boniardi, “Camihawke” sui social, usa sin dalle prime pagine.

Nella lettura di ”Per tutto il resto dei miei sbagli” ho trovato una genuinità e un’assenza di fronzoli come difficilmente si trova in un libro. E leggendo questo, vi ho trovato la bellezza di emozioni nude e autentiche. Quelle emozioni che sanno di quel gelato alla fragola che Leandro descrive a Marta la nostra protagonista, la quale ci mostra quanto sia difficile continuare a vivere la propria vita nonostante le difficoltà e lo scegliere la strada giusta per sé e per il proprio futuro, a prescindere che lo si condivida con altri o semplicemente con sé stessi.

Prima di tutto sappi che la fragola

è una scelta coraggiosa, una scelta pura.

Marta nei 25 anni di vita vissuti finora, di fiducia in se stessa non è che ne abbia mai avuta chissà quanta. Dalla bambina vergognosa che si nascondeva dietro le gambe della mamma, a quella ragazzina che oltre oceano non riusciva nemmeno, dall’alto del suo “Ottimo! (Con punto esclamativo)” guadagnato con tanto impegno, a pronunciare un semplice: “Io non parlo inglese” che più base di così non si può.

Ci devi provare, amore mio.

Questa sua fragilità e totale assenza di passione per la socializzazione troveranno cura dapprima nell’affetto della sua migliore amica Olivia, e poi inaspettatamente in se stessa.

…di oppormi allo spinto fatalismo per i quale gli amici sono quelli che capitano, e con questi dobbiamo imparare a convivere,

Olivia! Lei si che sapeva sempre come prenderla, come tirarla su dall’ennesimo errore d’amore (che poi forse di amore vero quella storia ne aveva ben poco). E di infonderle coraggio per superare anche questa volta quell’esame di giurisprudenza, che la sua autostima pari allo zero aveva già catalogato come infattibile da qui ai prossimi mille appelli.

né abbastanza forte da trasformare in azione un pensiero di riscatto

che potenzialmente avrebbe potuto fare la differenza.

Le conseguenze di questa mia insicurezza cronica erano disastrose.

Ma tanto sia in occasioni come questa che in tutte le altre che Marta vive, scoprirà e ci ricorderà! che se nella vita hai il coraggio di rischiare, di buttarti da “quella scogliera” dalla quale hai sempre avuto troppa, ma proprio troppa paura per saltare, puoi seriamente correre il rischio di vivere qualcosa dove nemmeno i sogni di felicità più arditi sono mai riusciti a spingersi.

Inaspettatamente la storia d’amore che (senza spoiler che già lo si sa dai social), Marta e Leandro (Camilla e Aimone) vivono, non è il focus del libro. Il cuore pulsante è invece l’intero percorso che si attraversa come singoli, prima di essere pronti a vivere in coppia: perché per vivere anche la storia d’amore più bella della propria vita bisogna essere pronti, entrambi.

…nessuno dovrebbe investire il proprio tempo a cercare di rispecchiare le proiezioni degli altri.

E non ci si può ritenere pronti, se ciascuno dei due non è diventato grande abbastanza da reggersi felicemente sulle proprie gambe senza paura, per poi condividere il coraggio di vivere insieme e ancora di più di sbagliare insieme, “per tutto il resto dei nostri sbagli”!

Lo devi sempre tenere presente, perché una cosa può essere anche bellissima e perfetta, ma se non è tempo, cara mia, non c’è niente da fare.

…si deve essere più felici in due rispetto a quanto non lo si è come individui,

altrimenti ogni sforzo perde di significato…

In più di una occasione mi è capitato di sentire Camihawke definire la sua storia con Aimone (quella vera e non trascritta), come un: amore antico

La felicità è una cosa seria, e se c’è, deve essere assoluta, senza ombre e senza pena.

e questo aspetto romantico trova la trasposizione nella storia epistolare che Marta e Leandro si trovano a vivere, in una perfezione che solo ad immaginare un fondo di verità in questo amore così diretto e autentico, non si può che lasciare che gli occhi si bagnino di lacrime. La bellezza delle parole e delle situazioni scritte prima e condivise “di persona” poi, che i due si trovano a vivere tra le pagine di questo libro, ci porta a sperare che siano capitate a Camilla e Aimone anche nella vita vera.

Probabilmente è vero che se non ti piace la stessa musica non puoi andare d’accordo! E questo è decisamente vero per Marta e Leandro, che incontratisi nella musica hanno poi condiviso (e apprezzato), i rispettivi gusti musicali tra le righe delle e-mail (moderne lettere) che i due si sono inviati nel corso dei mesi, consolidando dapprima e distruggendo poi, un modo meravigliosamente intimo e autentico di comunicare e conoscere l’altr* entrandogli dentro.

Come in questi mesi in cui non ti ho mai vista, ma ho sempre saputo che c’eri

Per tutto il resto dei miei sbagli credo che sia la promessa d’amore più autentica che si possa fare all’altra persona, perché di sbagli nella vita ce ne saranno sempre tanti, dai più banali e quotidiani a quelli un po’ più seri, eppure la bellezza di affrontarli insieme è l’unico vero obiettivo che una coppia dovrebbe avere, avanzando nella vita un passo dopo l’altro, con tutta l’onestà di cui si è in grado.

Per tutto il resto dei miei sbagli” credo parli proprio di questo: di onestà prima di tutto verso se stessi, per poi essere data anche ad altri godendo della pace che si prova ad essere accolti dall’altr* esattamente per come si è con tutti i propri difetti e odori;

…le tempie…non so, non saprei spiegarlo. Sanno della tua pelle

soprattutto quelli che si cerca di camuffare perché nessuno ci ha mai detto di quanto siano meravigliosi, e da soli non siamo mai stati in grado di coglierne la bellezza. Quindi sì Camilla Boniardi conferma che abbiamo bisogno degli altri, ma prima di tutto abbiamo bisogno di noi stessi per avere una vita piena e appagante soprattutto se, o meglio quando, scegliamo di condividerla con qualcun altro.

Oltre la storia tra Camilla e Aimone

Se non si fosse “influenzati” dalla trasposizione letteraria della relazione tra Camilla e Aimone, ritengo, ci si potrebbe soffermare anche su quello che è l’aspetto psicologico dell’intero romanzo. L’autrice infatti affronta forse tutti i suoi angoli privati come le sue esperienze di bimba, la sua timidezza, l’amore verso i suoi genitori che hanno sempre assolto al loro compito, persino nella stesura di questo libro; fino ad arrivare ad affrontare nella maniera più delicata possibile il suo essere “troppo magra” e il suo aver superato tutto questo semplicemente vivendo.

Persino la copertina (e questa è una cosa che mi piace tantissimo!) acquisisce un senso compiuto solo alla fine, quando assorbita l’ultima parola e, forse, aver versato l’ultima lacrima si chiude il libro tra le proprie mani e si riguarda la “prima di copertina” con rinnovati occhi e si vede il luogo dove i due innamorati hanno sperimentato tanto la vicinanza tanto la lontananza (e dopo questa devi per forza leggere “Per tutto il resto dei miei sbagli” perché non ti spoilero assolutamente niente).

Un libro di autoguarigione e di analisi ma soprattutto del far pace con il proprio trascorso e quello di chi d’ora in avanti ci accompagnerà nella nostra vita auspicabilmente:per tutto il resto “dei nostri” sbagli.

 

É già tutto pronto devi solo volerlo.

Personaggi

  • Marta Sartori: la protagonista. Ha 25 anni, studia Giurisprudenza dopo avere lasciato gli studi in biotecnologie. Non è soddisfatta del suo percorso di studi, di sé stessa, della sua vita sentimentale e solo dopo un viaggio (o forse più d’uno) troverà il percorso giusto per lei sotto ogni punto di vista. É miope dall’età di sette anni, ma non si fa riferimento ad occhiali in tutto il libro, quindi la si può immaginare nell’uso di lenti a contatto. Ha un metodo di studio pessimo, e solo grazie a Olivia che le infonde coraggio alla fine riesce a laurearsi. Ama la musica e la band di Leandro è la sua preferita. Il suo compleanno è da sempre un evento importate e da questo momento in poi ancora di più.
  • Olivia Olli“: la migliore amica di Marta, A lei deve praticamente una delle cose più belle capitatele nella vita: l’incontro con Leandro, ma anche la laurea in Giurisprudenza che se non era per lei Marta ancora era lì a preparare lo stesso esame. Le due si supportano da sempre e hanno davvero una gran bel rapporto, di quelli che ti capisci senza parlare.
  • Leandro: cantante e frontman della band preferita da Marta. Vive a Perugia la sua città natale e ha una storia finita che non è ancora del tutto nel suo passato. É evidentemente affetto da romanticismo cronico e questo riesce a manifestarsi appieno nella relazione con Marta, nonostante tutto… Ama le cose semplici e autentiche e preferisce “i grandi gesti” al lusso ostentato, a Perugia guida una “Punto blu sgarrupata” e il suo vino preferito è l’Amarone, perché nasce da uno “sbaglio” e avendo per lui un fascino raro la storia di questo vino è divenuto col tempo “il vino delle occasioni speciali”
  • Riccardo: amico di Leandro e di tutta la sua band, si rende utile durante i concerti occupandosi del merchandising; ma alla fine lascerà questo suo “ruolo” per rimettersi a studiare e costruirsi una carriera “canonica”, anche se la nostalgia dei tour è sempre tanta! É durante il primo concerto a cui Marta e Oliva vanno che Riccardo si incontra con quest’ultima e quindi poi Marta conosce Leandro, ma non sarà l’unico suo ruolo da “cupido”.
  • Andrea Sartori: fratello “grande” di otto anni di Marta, è il secondogenito.
  • Marco Sartori: secondo fratello di Marta ed è il più piccolo dei tre.
  • Dario: è il fidanzato di Marta. I due non si frequentano da molto ma non hanno una relazione forte anzi, in realtà non soddisfa nessuno dei due. Viaggiano talmente in maniera asincrona che quando una decide di rompere la relazione, l’altro ci mette il tutto per tutto per farla funzionare.
  • Tommaso: amico di Dario, è sempre presente durante le uscite con Olivia persino, insieme ad altri amici, la sera del compleanno di Marta.
  • Federico: anche Olivia ha i suoi problemi di cuore, e Federico per lei è decisamente una questione da risolvere decisamente da troppo tempo.
  • Pierluigi “Gigi”: anziano signore dal quale Leandro acquista il suo pianoforte, che è stato messo in vendita dopo la morte della moglie Angela
  • Angela: moglie di Gigi, ha sempre amato ascoltare il suo amato suonare e probabilmente anche in questo caso, è stata la musica a unirli “finché morte” non li ha separati.
  • Professor Corradini: braccio estro del Professor Bianchi
  • Professor Bianchi: professore di diritto commerciale alla facoltà di Giurisprudenza frequentata da Marta
  • Greta: ex fidanzata di Leandro. É ancora innamorata di lui, tenta di ricostruire la relazione e per un gesto sconsiderato a seguito di un incidente stradale rischia la vita. Leandro l’assiste nella guarigione, un po’ per affetto un po’ per senso di colpa e questo comporterà delle scelte dolorose per più di una persona.
  • Giovanni: bisnonno di Marta
  • Joaquim: insegnante di surf che Marta incontra in Portogallo con il quale si curano vicendevolmente le ferite del passato. Diventano anche colleghi e la separazione non peserà a nessuno dei due, anzi entrambi guardano al loro passato con affetto
  • Piero: una delle tante persona incontrate per strada sulle quali Marta immagina delle storie.
  • ??: capo di Marta presso il giornale dove inizia a scrivere già da prima della laurea in Giurisprudenza
  • Nicola: amico di Leandro che compie gli anni proprio al momento migliore.

 

Info bibliografiche

Titolo originale: Per tutto il resto dei miei sbagli (italiano)

Autore: Camilla Boniardi

Prima pubblicazione: 2021

Prima pubblicazione in Italia: 20 Aprile 2021

La mia edizione: 2021

Editore italiano: Mondadori

Collana: –

Genere: Romanzo

Numero di pagine: 295

Preceduto da: Per tutto il resto dei miei sbagli è il primo libro dell’autrice

Seguito da

 

SEGUIMI SUI MIEI SOCIAL
Le poesie d’amore di Antonia Pozzi per ricordarci l’amore autentico

Le poesie d’amore di Antonia Pozzi per ricordarci l’amore autentico

Libro su Frida Kahlo

POESIA

Le poesie d’amore di Antonia Pozzi per ricordarci l’amore autentico

Antonia pozzi anche in questa raccolta Poesie d’amore, ci fa sentire tutta la brutale assenza dolorosa della persona amata. Percepiamo il vuoto, la distanza, i silenzi e sentiamo il nostro cuore stringersi come un pugno che stringe forte l’aria, privando i polmoni dell’ossigeno che serve per vivere.

Ma forse per noi che leggiamo le sue poesie d’amore c’è il lieto fine.

10 AGOSTO 2023 – PALLANZA (VERBANIA – LAGO MAGGIORE)

POESIA

Poesie d’amore di Antonia Pozzi. Ecco la mia recensione

 

Ho legato Poesie d’amore di Antonia Pozzi (insieme a I fiori del male di Charles Baudelaire) ad un anniversario per me molto importante. Acquistato nella libreria Grossi di Domodossola, che trovi proprio di fronte alla suggestiva Piazza del Mercato, l’ho letto tutto d’un fiato mentre bevevo uno dei caffè più buoni di sempre. Ammetto che quello è “un caffè a cui mi sarei abituata molto volentieri” e per certi versi è andata proprio così.

É sempre un piacere tornare qui, perché è un luogo dove ho lasciato un pezzo di cuore!
Non bevo spesso caffè, ma quando lo faccio torno con la mente e il cuore qui, dove l’ho ribevuto per la prima volta perché una persona cara al mio cuore, mi ha fatto innamorare anche di questo. Stavolta per celebrare l’occasione: caffè “Kenya” estratto con il V60.

E poi è sempre bello, per me che cambio sempre, tornare in un luogo come è Domodossola, come è il Lago Maggiore, come lo sono queste montagne in cui il tempo sembra fermarsi e a volte persino tornare indietro. 

Nella mia mente la musica, sopra le altre: Little Wing di Jimi Hendrix.

A te,

ala bianca

della mia esistenza.

Benedizione, p.24

Poesie per un amore profondo come il Lago (Maggiore)

Che la poetessa milanese sapesse raccontare lo strazio dell’amore, lo abbiamo appurato già in Mia vita cara e Guardami sono nuda (affezionatissima ad entrambi per motivi diversi). Eppure ogni volta, anche rileggendo le stesse poesie, sembra quasi che le sue parole abbiano la capacità di arrivare sempre più in profondità e di farci sentire davvero la sensazione di amare qualcuno, che in quel momento non è con noi.

Questo è il libro che ho avuto con me, la prima volta che ho attraversato il Lago Maggiore da sola per raggiungere la sponda di Pallanza partendo da Stresa, facendo così il giro completo delle isole borromee; l’emozione mi ha vinta e io l’ho lasciata vincere. Con i suoi 372 metri di profondità, il Lago Maggiore ti fa sentire come se fosse in grado di contenere tutto quello che provi. Qui mi sento e sono sempre libera di affidare tutto il mio amore a queste acque, che con il loro sciabordio costante e delicato cullano le mie emozioni. Il loro movimento non è mai impetuoso, ma accoglie nel suo ventre blu i tormenti di chi lo guarda e attraversa, regalando al cuore e all’anima un po’ di pace.

Restiamo presso questo lago, anima cara; 

restiamo in questa pace.

Lago in calma, p.25

Le montagne testimoni d’amore

Nell’alto Piemonte, dove mi trovo ora, ogni luogo è circondato da montagne. Ho imparato a riconoscerne le vette, le forme, le rocce e vederle in ogni stagione è per me un balsamo per l’anima, perché questo luogo è diventato la mia casa. Non l’avrei mai nemmeno potuto immaginare.

I loro occhi sempre discreti hanno osservato ciò che ho vissuto, avendole come testimoni della bellezza e felicità a tratti struggente ma sempre profonda, che mi hanno donato. Così in cambio di pieni sorsi di cielo, stelle, vino e amore dei quali non sarò mai capace di saziarmi, io ho donato “loro”: me stessa, le mie notti insonni e le mie poesie d’amore, come anche le mie parole carnali più belle e tutto ciò che scrivo, ‘che emana il profumo di questi luoghi. Tutto è successo qui, tra queste montagne perché ogni storia d’amore ha le sue montagne che lo suggellano e rendono eterno. Le mie ora sono qui, come lo è mio cuore.

Ti do me stessa,

le mie notti insonni,

i lunghi sorsi di cielo e stelle -bevuti

sulle montagne […]

Bellezza, p.55 

Poesie d’amore perché eternamente ti amo

Ma cosa serve allora leggere poesie d’amore, che è il titolo stesso di questa raccolta di Antonia Pozzi, se la sensazione che si prova mentre si legge, e che perdura anche dopo aver finito la lettura, è un senso di profonda nostalgia e malinconia?

Probabilmente serve, così come scrive la stessa poetessa milanese, a ricordarci che la sofferenza che proviamo è l’unità di misura che abbiamo per ricordare a noi stessi, che ciò che abbiamo vissuto è stato profondamente vero e autentico, anche se ciò lasciato un senso di incompiuto e insoddisfatto.

L’amore, anche nel dolore, è ciò che dà un senso ad ogni cosa. Così per celebrarlo e renderlo ancora più reale, colei sa scrivere poesie, lo fa dichiarando di essere diventata la moglie di colui che si ama.

La fede ossolana mi rende tua moglie

Accogliere l’amore come musa, è come accettare una proposta di matrimonio. Scrivere poesie d’amore è come indossare la fede sul proprio anulare sinistro, affinché la nostra appartenenza venga gridata e le montagne con il loro eco ne possano diffondere il messaggio.

Era la seconda volta che andavo a Domodossola quand’ecco che scopro un orefice che tutt’oggi produce la fede ossolana. Riproduzione di un gioiello del XVIII secolo, penso che sia la più bella in assoluto perché il suo significato simbolico celebra non solo l’amore (cerchio), ma anche l’appartenenza e il legame (stella alpina), l’abbondanza e la prosperità (grano saraceno), la perpetuità del legame (nastri intrecciati) arrivando all’abbondanza e alla fecondità (mezze sfere).

Anche oggi, indosso due degli anelli che ho comprato proprio qui. Era un sabato ed ero venuto apposta per vedere come Domodossola si trasformava durante il tradizionale mercato, ed il banco era proprio di fronte alla libreria dove oggi ho comprato questo libro. Più che ironia, legame.

E da quando li ho indossati la prima volta, mi sono sentita sposata a questo luogo e a chi vi appartiene da sempre. Possiedo molti anelli, li indosso tutti, ma quelli che ho comprato qui, li indosso sempre e li ho indossati anche quando tra le montagne, ho partecipato ad un battesimo che anelavo da tempo.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

L’amore vive tra carnalità e romanticismo, sempre!

Mi è impossibile non pensare a Erotica di Ghiannis Ritsos, in particolar modo alla sua terza sezione: parole carnali, perché anche tra quelle pagine ho colto quella stessa sensazione di distanza. Ancora di più il desiderio profondo di ricongiungersi alla persona amata, poiché aneliamo al suo ritorno e al momento cui le nostre mani, potranno ancora toccare la sua pelle e guardare davvero il suo viso e i suoi occhi, fino ad arrivare alla sua anima.

Carnalità e romanticismo seppur in maniera diversa, sono presenti tanto in Antonia Pozzi che in Ritsos, perché sono due lati della stessa medaglia. Vero è, che quando leggiamo Antonia Pozzi il senso di vuoto prevale rispetto alla presenza, che invece predomina in Ritsos che ci rende testimoni di un amore che è stato davvero vissuto arrivando a penetrare le più piccole cose della quotidianità.

Allora perché leggere poesie che raccontano l’assenza rispetto alla presenza? Semplicemente perché sono intense e fungono sia da faro che da ispirazione a trovare nel presente quell’intensità romantica e carnale. Ma soprattutto, a viverla in maniera così profonda da riuscire a farla vivere negli anni come se fosse il primo giorno, come se si fosse davvero in grado di dare concretezza al significato che è racchiuso nella fede ossolana di cui ti ho raccontato nel paragrafo precedente.

Le montagne sono braccia in cui rifugiarsi

E nella sacra unione del matrimonio, che spiritualmente avviene al di là di fastose cerimonie; l’altro diventa il luogo in cui troviamo conforto e rifugio. E su questo sia la Pozzi che Ritsos sono d’accordo e io con loro.

Come sei bella. La tua bellezza mi spaventa. Ho fame di te. Ho sete di te. /

Ti supplico: nasconditi, diventa invisibile a tutti; visibile solo a me

[…]

E sotto l’orsa rossa ci amiamo infinitamente, oltre il tempo e oltre la morte, in un’unica unione universale. Come sei bella. La tua bellezza mi spaventa. Ho fame di te. Ho sete di te. Ti supplico nasconditi

 

Erotica – Ghiannis Ritsos, Pagina 119

(Leggi qui la poesia completa)

Tu stendi una coperta per me

sul pagliericcio:

con le tue mani dure

me l’avvolgi alle spalle, lievemente,

che non mi prenda

il freddo.

 

Io penso al grande mistero che vive,

in te, oltre il tuo piano

gesto; al senso

di questa nostra fratellanza umana

senza parole, tra le immense rocce

dei monti.

E forse ci sono più stelle

e segreti e insondabili vie

tra noi, nel silenzio,

che in tutto il cielo disteso

al di là della nebbia.

Rifugio, p.53

 

 

Come per amore si diventa migliori

Leggendo Poesie d’amore di Antonia Pozzi, mi torna alla mente anche il testo della canzone The man in me di Dylan proprio nel momento in cui leggo le parole “il cielo in me“.

Ci vuole una donna come teIt take a woman like youPer raggiungere l’uomo in meTo get through to the man in me

Il ritmo di questa canzone, così leggero

Ma, oh, che sensazione meravigliosaBut, oh, what a wonderful feelingSolo per sapere che sei vicinoJust to know that you are near

e spensierato, come l’amore autentico, ci rende capaci (e disposti) a fare qualsiasi cosa

L’uomo in me farà quasi qualsiasi compitoThe man in me will do nearly any task

perché il semplice avere vicino la persona con la quale siamo uniti da amore reciproco ci mostrerà il meglio di noi, perché lui/lei lo vede in noi, e noi saremo disposti a diventare la versione migliore di noi stessi. Non perché l’altro non ci accoglie per come siamo in quel momento, perché ci accoglie completamente, ma perché il nostro amato vede non solo il seme, ma la pianta che possiamo essere.

Allora per amore, suo e nostro,

noi

diventiamo quella pianta forte e meravigliosa.

 Tu

eri il cielo in me,

che non mi amavi per la mia persona

ma per quel seme

di bene

che dormiva in me. 
Il cielo in me, p.49 

 

E poi lo ha scritto (inaspettatamente) anche Oscar Wilde ne Il ritratto di Dorian Gray che:

Quando si è innamorati si supera se stessi.
Il ritratto di Dorian Gray – Oscar Wilde

Il cielo fu in me

Ogni pianta per crescere forte ha bisogno di sole e del suo cielo da guardare ogni volta che ne sente il bisogno; così ecco che anche guardare il cielo, del bellissimo blu degli occhi che ci hanno fatto innamorare, diventa vitale.

Amiamo il blu di quegli occhi profondamente, ma non per il loro colore come si potrebbe pensare, ma perché in quello sguardo, nello sguardo della persona che amiamo, abbiamo visto una dolcezza che ci ha penetrati facendoci sentire completamente accolti. Lo sguardo dell’amore ha il grandissimo potere di farci da bussola e di darci stabilità, ecco perché ne abbiamo quotidiano bisogno.

E che grandissimo privilegio è amare colui che ha gli occhi azzurri, perché ogni volta che guardiamo il cielo abbiamo la possibilità di guardare la persona che amiamo, di guardare cosa c’è davvero dietro/dentro quegli occhi blu (come cantavano in Behind blue eyes i Limp Bizkit anche se dovendo fare bella figura dovrei pensare alla versione originale dei The Who).

Penso che il blu sia uno dei colori più insondabili che esistano al pari del bianco (che ultimamente indosso davvero spesso), ed è questo il motivo per cui amiamo perderci nella loro contemplazione, nella contemplazione di quegli occhi dove troviamo sempre tutto ciò di cui abbiamo bisogno. E la parte più irrazionale quanto meravigliosa, è che nonostante la vastità di questo colore, la vastità del cielo, del Lago Maggiore (nel mio caso) e di quegli occhi blu non ci si sente mai persi, ma sempre ritrovati.

 Io non devo scordare

che il cielo

fu in me.

Tu

eri il cielo per me. 

Info bibliografiche

Titolo originale: Poesie d’amore (italiano) 

Titolo: Poesie d’amore

Autore: Antonia Pozzi

Prima edizione: –

Prima edizione italiana:

La mia edizione: 2019

Editore italiano: Pungitopo

Collana: –

Genere: Poesia

Numero di pagine: 80

SEGUIMI SUI MIEI SOCIAL