da Thinka | 3 Giugno 2020 | Letteratura, LLP
L’età del jazz, più frequentemente nominata nella forma inglese Jazz Age, è il periodo 1918-1928, dagli anni successivi alla fine della prima guerra mondiale, caratterizzati dai ruggenti anni venti, all’avvento della Grande depressione.
L’età prende il nome dal jazz, noto genere musicale che in quegli anni ha visto un enorme incremento di popolarità in molti strati della società. La tendenza principale di quel periodo è quella di protendere verso il progresso e la modernità, si noti nell’arte il Futurismo.
Nella musica colta è il periodo di George Gershwin.
L’età del jazz nella letteratura
Forse uno degli autori più rappresentativi di questa età fu lo scrittore statunitense Francis Scott Fitzgerald con il suo libro Il grande Gatsby (1925), in cui espose ed esaminò i problemi della sua generazione, con il suo vittimismo e la sua tragicità. Lo stesso autore scrisse anche undici piccoli racconti sull’età del jazz (Tales of the Jazz Age) del 1922.
Un altro autore rappresentativo fu Thomas Wolfe con i libri Il fiume e il tempo (Of Time and the River) (1935) e Non puoi tornare a casa (You Can’t Go Home Again) (1940). Chi invece criticò fortemente gli usi e i costumi di questo periodo fu Edith Wharton con il suo romanzo Twilight Sleep.
da Thinka | 3 Giugno 2020 | Letteratura, LLP
Parliamo di scorcio letterario, quando ci troviamo davanti ad un “passaggio letterario” in cui lo scrittore, e quindi il suo narratore, hanno l’intento di aumentare il coinvolgimento del lettore, condensando in poche righe e/o battute essenziali, proponendo in questo modo al lettore dettagli altamente significativi e coinvolgenti.
In una narrazione, colui che racconta, può quindi scegliere di sviluppare gli eventi in maniera tale da conferire a questi maggiore importanza, tal volta tralasciando dettagli meno significativi. A ben rifletterci il termine stesso scorcio, evoca l’atto di focalizzarsi soltanto su una porzione (di panorama), tralasciando viste di minore bellezza, interesse o patos.
Va sottolineato che l’opera letteraria non è un testo giornalistico o nozionistico, in cui si è tenuti a riportare in maniera quanto più vicina al vero possibile, dunque si può giustificare l’omissione di qualche evento che lo scrittore sceglie di non raccontare. In questo caso si parla allora di riassunto di azione, o di ellissi.
Tuttavia esiste anche un’altro modo di utilizzare questa tecnica letteraria, ossia concentrare molti fatti in poche frasi, che sostanzialmente bombardano il lettore che si addentra sempre più nella vicenda narrata, quasi diventando egli stesso uno dei personaggi. Lo scorcio letterario, fra gli altri è una tecnica inscindibile dall’opera di Fitzgerald, che se ne serve frequentemente (come si è detto), per mettere in evidenza degli fatti ritenuti da lui importanti.