Vivere il momento presente appieno per proiettarsi con maggiore consapevolezza nel futuro.

di Marzia Rosi

#2 Editoriale di SETTEMBRE 2023 scritto su uno dei tanti treni presi con partenza da Torino in data 1 Settembre 2023

Ah Settembre! Da sempre è il mese dei nuovi inizi e del riprendere in mano ciò che si è lasciato riposare nel caldo delle settimane estive.

Certo non è l’inizio dell’anno, per quello avremo l’ansia tra qualche settimana quando inizierà il count down pre natalizio e quindi pre “happy” new year!

Eppure Setttembre è comunque il momento in cui tutto ricomincia. In questo mese in particolare, ma te l’ho raccontato nell’editoriale del mese scorso, non sento particolarmente “l’inizio” perché appunto per me è stato ad Agosto con il preludio già in Giugno, quando dinamiche personali mi hanno mossa (e smossa!) a imboccare la strada dell’avanti.

Cosa c’entra questo con lo Slow life? Perché in questo mio “reborn” ho trovato che la chiave è effettivamente in un approccio più quieto nello spirito e nel corpo, anche negli inizi “forzati” come è appunto Settembre.

 

Sfato un mito: scegliere di vivere slow life (perché nel 2023 e sempre di più negli anni a venire è una scelta!) non significa diventare delle persone che vivono il proprio quotidiano nell’apatia e il proprio futuro nella passività, significa invece accogliere quanto di benefico c’è intorno a noi e dentro di noi! Significa creare le occasioni (come ad esempio leggere un buon libro in un bel posto) per prendersi il giusto tempo e ancora, per immergersi nel momento presente e proiettarsi in quello futuro; e no non è un ossimoro ma è proprio  quello che capita quando iniziamo ad abitare davvero il presente.

Questo è per me vivere slow: essere presente nel tempo in cui vivo per potermi serenamente proiettare nel futuro, con la sensazione di appagamento e serenità di aver goduto di “ciò che è stato” che può essere e vorrei fosse.

Certo potrà sembrare un approccio per certi versi “futurista”, inteso come il movimento artistico nato in Italia poco più di cento anni fa, dove il passato era per certi versi un “luogo” da cui prendere le distanze; è invece vero il contrario: il passato è un luogo nel quale si è abitato e dal quale si è preso e dato.
È un atto di amore e rispetto permettersi di andare avanti e aprirsi al prossimo capitolo della nostra vita, con la “fame e la sete” (per citare Ritsos) di chi non vede l’ora di vivere appieno, ancora e ancora.

Un abbraccio.
E come sempre Be Rock,

Marzia