Quanto davvero è ingombrante uno strumento musicale nella vita di un musicista?!
Il contrabbasso è la prima opera di Patrick Süskind scritto nel 1981, è un intenso e turbato monologo di un contrabbassista che sfoga tutta la sua frustrazione di una vita condotta sempre in ultima fila.
5 NOVEMBRE 2020 – ROMA
Il contrabbasso di Patrick Süskind. Ecco la mia recensione.
Nel monologo “Il contrabbasso” (1981) troviamo tutte le caratteristiche di Patrick Süskind: la sua cultura enciclopedica, (come nel Il Profumo – 1985) la sua predilezione per personaggi che, per un motivo o per un’altro, rimangono sempre in disparte rispetto al resto della società (come in Storia del Signor Sommer – 1991); e soprattutto la sua capacità di tirarci dentro il racconto a prescindere dall’argomento trattato!
Ovviamente l’argomentare su un contrabbasso è solo un pretesto per parlare di qualcosa di infinitamente più importante: il malessere per quella che è la vita insoddisfacente del narratore/protagonista, talmente poco importante, che neanche l’autore si prende la briga di dargli un nome. Ciò che emerge chiaramente, è che questi è legato all’ultima fila tanto nell’orchestra di Stato in cui suona, quanto nella sua stessa vita, impossibilitato o incapace, di prendersi ciò che davvero desidera.
Sai di cosa ho bisogno? Ho sempre bisogno
di una donna che non riesco ad avere.
Ne “Il contrabbasso” infatti si parla di psicologia, che nonostante il narratore/protagonista disdegni palesemente, intride in realtà l’intero suo racconto. Ed in fondo un monologo cos’è se non lo sfogo di un essere umano, come se appunto fosse nell’atto di una seduta dallo psicologo?
Il narratore/protagonista per altro, parla per tutto il tempo con un interlocutore che rimane celato al lettore, eccetto per l’informazione che si tratta di una donna, ma è l’unico dato che l’autore ha voluto fornirci…nonostante sia palese che quella riportata non è la loro prima conversazione, seppur il tono rimane formale durante tutto il monologo (conversazione a senso unico).
Come è ben noto in psicologia, quando si critica o si loda qualcosa, in realtà si sta criticando o lodando quella parte di noi che riconosciamo nell’altro: sia un oggetto come può esserlo uno strumento musicale, siano i colleghi di lavoro o i compositori che mentre sono celebrati dall’intera umanità, vengono fondamentalmente disprezzati dal nostro narratore/protagonista.
Ma questo suo vivido disprezzo per tutto ciò che è il suo mondo, e che per una serie di circostanze si è scelto (suo malgrado come si giustifica in più di un’occasione); è in realtà un profondo e radicato disprezzo per se stesso, per il suo riconoscersi (senza riuscire ad ammetterlo palesemente), in una persona di carattere debole e incapace di prendere quelle iniziative, che certamente scuoterebbero la sua vita da quella routine solitaria e non apprezzata.
Se ne ho il coraggio.
Il contrabbasso di Patrick Süskind si presenta di fatto come un saggio di psicologia, come se lo studente avesse scelto questo argomento (il contrabbasso) caro davvero a pochi (a quanto pare neanche ai contrabbassisti stessi), per studiare nella maniera più minuziosa le nevrosi di un trentacinquenne, che ha scelto di lasciare spazio nella sua vita solo per alla musica, al punto che questa invade anche la sua vita privata, annullandola.
Una presenza ingombrante è quella di un contrabbasso nella vita di chiunque, persino (anzi soprattutto) di colui che lo suona. Ma cosa simboleggia davvero questo strumento musicale, il cui prezzo è divenuto ridicolmente alto sia in termini economici che di esistenza stessa?
É una pazzia come sono aumentati i prezzi in questo campo negli ultimi dieci anni.
E va bene…
Il narratore/protagonista affronta in più di un’occasione l’argomento dell’anonimato, prendendo ad esempio validissimi compositori rimasti sconosciuti, al di là delle loro pregevoli doti, che lui stesso ritiene di possedere. In questo modo egli, esprime un turbamento esistenziale davvero intenso e che ci porta a pensare ad una paura autobiografica tipica di un autore ancora non affermato (Il contrabbasso è la prima opera di Patrick Süskind), poiché fama e talento possono non coincidere.
É questo il lavoro adeguato ai suoi talenti?
Del resto il narratore sottolinea abbondantemente il parallelismo tra l’orchestra e la società enfatizzando come l’orchestra (ossia il suo mondo) sia peggio della società stessa…
L’orchestra è una rappresentazione dell’umana società.
…
L’orchestra è persino peggiore della società, perché nella società avrei la speranza – siamo alla teoria – di risalire prima o poi attraverso la gerarchia per poter guardare un giorno, dalla cima della piramide, quei vermi sotto di me…Avrei la speranza dico…
…
Ma nell’orchestra non c’è speranza.
Lì regna la crudele gerarchia del potere, la terribile gerarchia della decisione già presa, la spaventosa gerarchia del talento…
…poiché mentre in quest’ultima la speranza di rivincita è l’ultima a morire, nell’orchestra non esiste affatto possibilità di modificare il proprio ruolo all’interno di una struttura così profondamente gerarchizzata.
…e con ciò produco un rumore di cui si ha bisogno, un rumore.
Il sottolineare l’incompatibilità del proprio strumento con gli altri, indica una forte sofferenza nel suo vivere da scapolo, poiché fondamentalmente il suo compagno di viaggio e di vita è un contrabbasso! Ed un contrabbasso non è una donna capace di scaldare un uomo! Anzi, spesso è il narratore/protagonista, che si ritrova a scaldare questa “cassa di legno” con il proprio corpo, e a cedergli persino il proprio cappotto (a costo di una brutta influenza), proprio come si farebbe con la propria donna. Come avrebbe fatto con Sarah.
Ma nella vita di un contrabbassista, non c’è evidentemente spazio per altro che non sia l’ingombrante strumento, tant’è che anche il sedile anteriore della sua Volkswagen, deve essere smontato per permettere il trasporto del voluminoso carico.
Può spiegarmi come mai un uomo a metà della trentina, e cioè io, vive con uno strumento che per lui è solo un continuo ostacolo?
Nonostante lo sfogo di questo monologo, il narratore/protagonista non riesce a trovare una risposta ai suoi quesiti, e questo deriva dal fatto che egli non si è posto delle domande valide a questo scopo, e in ciò l’autore rimane coerente.
Perché anche in questo caso il narratore/protagonista, avrebbe dovuto dimostrare quel coraggio di autocritica e di iniziativa, che in realtà non possiede e probabilmente non tenterà mai di possedere, continuando a vivere ovattato nella sua dimensione insonorizzata di dipendente Statale.
PERSONAGGI
- Narratore/protagonista: un personaggio carico di sofferenza interiore che tuttavia accetta amaramente la sua realtà, piuttosto che adoperarsi per modificarla. L’autore per evidenziare il suo ruolo marginale (nella sua stessa vita) sceglie di non assegnargli neanche un nome
- Donna: colei che ascolta l’intero monologo, nella casa insonorizzata del narratore/protagonista, ma che non viene mai descritta ne palesata in alcun modo
- Sarah: donna e collega “sognata” forse “amata” dal narratore/protagonista, con la quale questi ha anche avuto degli incontri sessuali ai quali però non è seguito altro
Luoghi
- Appartamento insonorizzato: qui si svolge l’intero monologo
- Ettal: luogo in cui si è suonato
- Oberau: luogo in cui si è suonato
- Anfiteatro di Orange, in Francia meridionale: luogo in cui si è suonato
Nomi
- Archetto Pfretzscher: archetto usato dal Narratore/protagonista
- Minugia: materiale con cui venivano prodotte le corde dei contrabbassi
- Acciaio rivestito di cromo: materiale con cui vengono prodotte le corde dei contrabbassi
- Signora Niemeyer: inquilina del piano di sopra
- Sisifo: personaggio mitologico
- Prometeo: personaggio mitologico
- Carlo Maria Giuliani: uno dei direttori straordinari
- Krautschnick: insegnante di composizione al conservatorio
- Rieder: insegnante di armonia al conservatorio
Compositori
- Brahms
- Mozart:
- Schubert:
- Haynd
- Bach
- i figli di Bach
- Beethoven
- Luigi Cherubini
- Gluck
- Haydn
- Nestroy
- Berlioz
- Yehudi Menuhin
- Wagner
- Chaikowsky
- Karl Ditters von Dittersdorf: i suoi concerti per contrabbasso sono il massimo
- Johann Spergers
- Domenico Dragonetti
- Bottesini
- Simandl
- Kussewitzki
- Hotl
- Vanhal
- Otto Geyer
- Hoffmeister
- Othmar Klose
- Saint-Saëns
- Richard Strauss
- Dvoràk
- Janáček
- Weber: colui che ha riorganizzato la disposizione dell’orchestra mantenendo però inalterata quella dei contrabbassi
- Mendelssohn
- Furtwängler
- Karl Boehm
- Karajan
- Johann Wolfgang von Goethe: è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo tedesco
- Schumann
- Chopin
- Leoncavallo
- Verdi
- Bartók
- Strawinsky
- Dittersdorf
- Johann Sperger
- Bottesini
- Paganini
Oopere musicali
- Seconda Sinfonia di Brahms
- Sinfonia di Schubert in si minore senza bassi
- Te Deum di Berlioz
- Preludio della Valchiria
- Sesta di Beethoven
- Rigoletto
- Tristano di Wagner
- Sigfrido
- Concerto per piano di Chaikowsky
- Quarta sinfonia di Schubert
- Don Carlos
- Oro del Reno
- Wellgunte: personaggio dell’Oro del Reno interpretato da Sarah
- Ciaccona di Bach
- Nonetto di Bach
- Capriccio di Paganini
- Minuetto di Mozart, Köchel 344
- L’elefante di Saint-Saëns, il numero cinque del Ballo in maschera degli animali
- Salomè di Richard Strauss
- Quintetto di Dvoràk
- Ottetto di Beethoven
- Quintetto della trota di Schubert
- Don Giovanni di Mozart
- Figaro di Mozart
- Dorabella
- Aida
- Madama Butterfly
- Così fan tutte
- Parsifal
- Arianna
Strumenti ed elementi
- direttore stabile
- primo violino
- secondo violino
- secondo primo violino
- altri primi e secondi violini
- viole
- violoncelli
- flauti
- oboe
- clarinetti
- fagotti
- ottoni
- pianoforte
- timpano
- contrabbasso
Info bibliografiche
Titolo originale (tedesco): Der Kontraba
Autore: Patrick Süskind
Prima pubblicazione: 1981
Prima pubblicazione in Italia (Tea Due): Febbraio 2001
La mia edizione: I Edizione – II (2da) Ristampa: 2004
Editore italiano: Tea Due
Collana: –
Genere: Monologo, Opera Teatrale
Numero di pagine: 61
Preceduto da: –
Seguito da: Il profumo (1985)