What it takes: quello che ti serve per farcela sei tu

What it takes: quello che ti serve per farcela sei tu

GROWTH, MIND & BODY, SELF HELPBIOGRAFICO

What it takes: quello che ti serve per farcela sei tu

Maria Beatrice Alonzi, o semplicemente “Bea”, ci guida in un percorso evolutivo atto a riconoscere e affrontare tutti quegli schemi mentali, quelle idee indotte assorbite dall’esterno e che per qualche motivo abbiamo deciso di accettare come nostre! Iniziare il nostro viaggio, salendo sul treno della nostra vita e farlo con una guida all’altezza del compito, è un passo decisivo nel raggiungere la nostra vera essenza finalmente liberi di essere chi siamo ed esprimerci in tal senso in ogni aspetto delle nostre vite.

2 GIUGNO 2021 – ROMA

GROWTH, MIND & BODY, SELF HELPBIOGRAFICO

Non voglio più piacere a tutti di Maria Beatrice Alonzi. Ecco la mia recensione.

 

Ti succede con la maggior parte delle persone che incontri nella tua vita! Ciascuna di loro si aspetta da te un determinato comportamento, una determinata performance, un certo qualcosa che le faccia sentire meglio nel rapportarsi con te, o che semplicemente riconoscono e sono in grado di comprendere. In altre parole, ti semplificano e ti posizionano in una scatola di sardine, che poi è proprio il disegno che si trova sulla copertina di “Non voglio più piacere a tutti” il secondo libro che Maria Beatrice Alonzi, ha pubblicato con la casa editrice Vallardi.

Trova il coraggio di amare chi sei e vivere la vita che vuoi.

Questo accade perché, tanto nella buona quanto nella cattiva fede, il mondo fatto dalle persone che ti circondano proietta qualcosa che vorrebbe fare nella vita, o ottenere dalla vita, su di te. Insomma, il mondo ha una sua visione e cerca costantemente di tirartici dentro, e di indurti ad assomigliarvi sempre di più. Ma ciò che devi imparare, quanto prima sia possibile, è che soddisfare le aspettative altrui non è compito tuo.

Tu credi in te, già questo è difficile e alla base di tutte le cose.

Il tuo compito, come lo è anche il mio! è di adoperarti per comprendere dapprima la tua intima natura, quindi: abbracciarla, muoverti, agire e prendere tutte quelle scelte che di fatto ti portano ad esprimere te stess*.

Il tentativo di “accontentare” tutti ha, di fatto, un duplice risultato: da un lato l’immenso spreco di tempo perché oscilli costantemente tra una scelta ed un’altra; tra un comportamento e l’altro. Dall’altro lato, il risultato più alto che ottieni (e sono molto sarcastica) è quello di raccogliere insoddisfazione e infelicità, perché inevitabilmente percepisci che non stai stratificando assolutamente nulla nella tua vita.

Come si comincia a essere felici?

Vero è, che potresti ottenere dei grandissimi risultati nel tentativo di compiacere o acquietare l’animo altrui, ma la vita è un viaggio e non contano soltanto i traguardi! Infatti ciò a cui dovremmo dedicare “almeno” pari attenzione è il viaggio di per se, che tra l’altro a conti fatti, è quello che ci richiederà sempre la maggior parte del nostro tempo.

…qualcosa che non ti piace ma che ti riesce…

Maria Beatrice Alonzi, scrivendo questo libro mette a nudo la sua esperienza personale, e dedica il suo tempo per occuparsi, o meglio per insegnarti ad occuparti, della tua felicità. E soprattutto ti insegna, e ci insegna!, che volgere lo sguardo a ciò che ti rende intimamente felice è il primo passo per raggiungerla quella felicità che vuoi e meriti, e finalmente portarla e mantenerla nella tua vita.

Sei tu che lo crei, sei tu che lo vivi e sei tu che te lo godi.

Come la maggior parte delle persone, anche tu sei abituat* a pensare che la felicità sia qualcosa che non meriti, e che comunque non sei in grado di portare nella tua vita, figurarsi mantenercela!

Ma non è colpa tua se finora l’hai pensata in questo modo, perché in un modo o nell’altro sei stat* circondat* da stimoli depotenzianti, che da un lato minavano il tuo sviluppo e la tua affermazione come individuo, e dall’altro ti instillavano “credenze” e ti programmavano in una determinata maniera, con il solo obiettivo (conscio o inconscio), di renderti quanto più simile possibile alla loro visione di come tu dovresti essere, dovresti vivere la tua vita, e quindi stare nel mondo.

La tua vita comincia da qui. La tua vita comincia da te, dallo scoprirti diverso e diversa da come ti vogliono gli altri. Lascia a terra le zavorre e i sensi di colpa e sali sul treno che ti porterà a realizzare davvero quello che tu sei, quello che tu desideri.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Se, come credo che sia se stai leggendo queste righe, e magari stai pensando di leggere questo libro probabilmente sei tra le persone che “soffrono” della sindrome del supereroe: ossia sei una persona che si fa carico prima della vita altrui rispetto alla propria, che mette davanti i bisogni altrui prima ancora di aver effettivamente compreso i propri. Per quanto nobile siano le leve che ti e ci muovono in tal senso, sappi che non è in questo modo che ci occupiamo davvero degli altri.

Quando stai facendo qualcosa per qualcun altro, tu sei capace di tutto, di ogni cosa. (…) tu, semplicemente, te ne freghi di te perché non ti importa di avere una buona opinione di te. (…) se fosse importante per te pensare bene di te stesso, allora faresti di tutto per arrivare. (…) A te manca solo questo: che ti importi di te stesso.

So perfettamente che in te come in me, il “germe dell’impostore vive” e che la sua voce, spesso è più forte della tua e ti sussurra cose alle quali ancora non sai come controbattere, tuttavia sappi che puoi dominare questa voce e riprogrammare il tuo inconscio, perché se ti dai la possibilità, scoprirai che nel mondo ci sono anche voci che invece sussurrano che ti meriti tutto l’amore e il meglio di e da questo mondo.

La felicità comincia quando qualcuno ti fa sentire di esistere.

A te la scelta su quale voce ascoltare.

Altre citazioni

La felicità comincia con il significato, il significato che si dà a una persona.

…mentre siamo qui che respiriamo insieme.

Quando stai facendo qualcosa per qualcun altro, tu sei capace di tutto, di ogni cosa. (…) tu, semplicemente, te ne freghi di te perché non ti importa di avere una buona opinione di te. (…) se fosse importante per te pensare bene di te stesso, allora faresti di tutto per arrivare. (…) A te manca solo questo: che ti importi di te stesso.

La capacità di adattamento che possediamo è infinita.

…non vogliamo il male minore, noi VOGLIAMO IL BENE MAGGIORE.

L’unica persona al mondo che ti serve sei tu, ed è quella che trascuri di più.

Curare le tue ferite è compito tuo. Andare oltre i tuoi limiti è tuo dovere.

“…io voglio essere felice, lasciami essere felice.”

Tu esisti esclusivamente in funzione di ciò che pensi di te.

Ci vuole coraggio a essere felici

Karen Blixen

Lasciati abitare dall’angoscia di non sapere chi sei, di non sapere cosa sei, come sei, e non correre ai ripari.

È etica quando parliamo delle regole che governano la società, è morale quando parliamo delle regole con le quali scegliamo di governare noi stessi.

Un sacrificio non è altro che un patto che fai con il tuo senso di colpa.

Io non vado da nessuna parte, sono qui con te.

…una componente centrale fondamentalmente imprescindibile: me.

La spinta ero io, andavo dove il mio io, la mia visione, (…) mi portavano.

la tua vita prende un piega completamente diversa [migliore!]

…avere uno scopo…

Quello che stai facendo ha un valore, glielo hai dato tu con il tuo sudore in tutto questo tempo, devi assolutamente tenerlo a mente.

Prima di pensare a cosa fare da grande, devi pensare a cosa vuoi ESSERE da grande.

…l’incredibile forza che deriva da una decisione che hai preso senza confrontarti con nessuno.

…dormirci sopra.

…è tuo dovere sapere come stai.

Non devi chiedere a nessuno il permesso di crescere. O cambiare. O tutt’e due.

[alcune persone sono il tuo] famigerato alibi per non diventare la migliore versione di te.

Sarà una decisione che si prenderà cura di te.

Avrai relazioni che ti fanno stare e sentire bene.

Non sei il centro del mondo ed è la tua più grande fortuna.

Tutto quello che ti rende umano e fallibile, ti avvicina ad un altro essere umano.

In un rapporto vero non si aspetta la persona “giusta”, la si costruisce.

La persona giusta esiste: la persona giusta sei tu.

Quando si fa una scelta la si fa per se stessi.

Ama te, ama i tuoi pensieri, accogli le tue emozioni.

La persona che cerchi ti somiglia, la persona che cerchi sei tu ma non ti riconosci perché non ti attribuisci quelle qualità.

Ricorda che il giorno nel quale dovrai smettere di evolvere esiste ed è l’ultimo giorno della tua vita.

Il lavoro c’è e crea reddito.

Tu non sei felice perché non hai mai imparato a parlare con te stesso.

Tu sei il mezzo per arrivare.

Non esiste nessuna interazione tra persone che non abbia uno scopo.

Ogni azione è una reazione.

Per ottenere quello che vuoi, devi volere questo rapporto.

Devi volerlo per davvero.

Devi abolire tutti quei compromessi che potrebbero farti demordere e tenere a mente che sarà faticoso: la fatica per la libertà e per il successo è la fatica che vale la pena di compiere.

Sii un punto fermo, qualcuno sul quale contare.

La conversazione e le tue azioni devono portarti a essere felice e a ottenere [tutto ciò] che vuoi.

Il valore che dai al denaro è strettamente correlato al valore che dai a te stesso.

….che ANCORA non hai, non che non hai “punto”.

Getta tutto quello che ti ha fatto male e quello che ti ha tenuto al sicuro.

Ti fa male guardare tutto quello che hai portato con te, ti fa male dover salutare tutto quello che ti ha fermato in questi anni, tutto ciò che ti ha ferito.

Il senso di ogni viaggio risiede nel partire per arrivare a una destinazione, a una meta.

…l’unico vero gesto che ha cambiato e cambierà completamente la tua vita: quello di amarti profondamente.

Non cambierai ma ti vedrai.

Con la consapevolezza puoi conquistare il mondo.

La felicità non è una cosa statica.

E adesso cominciamo.

Per arrivare a raggiungere i tuoi obiettivi non ti serve niente di diverso da ciò che hai.

Non è semplice lasciare andare tutti i “benefici” che crediamo derivino dall’essere completamente dipendenti da qualcuno.

I bambini hanno miliardi di capacità interessantissime, accolgono tutto quello che vedono e che sentono, e quello che non capiscono lo capiscono lo stesso…ovviamente a modo loro.

Peggiore è stata la tua infanzia, più forti sono le radici che ti tengono inchiodato al suolo.

Info bibliografiche

Titolo originale: Non voglio più piacere a tutti (italiano)

Autore: Maria Beatrice Alonzi

Prima pubblicazione: 2021

Prima pubblicazione in Italia: 2021

La mia edizione: I edizione Vallardi 2021

Editore italiano: Vallardi

Collana: –

Genere: Auto aiuto, Mente e corpo, Crescita personale

Numero di pagine: 200

Preceduto da

Seguito daIl libricino della felicità (2021)

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The danish girl di David Ebershoff tra cultura di massa e realtà

The danish girl di David Ebershoff tra cultura di massa e realtà

Libro su Frida Kahlo

ROMANZOBIOGRAFICO

The danish girl di David Ebershoff tra cultura di massa e realtà

Qual’è la trama di The danish girl e qual’è la vera storia, tra realtà e cultura di massa, di Lili Elbe una delle personalità danesi più importanti di sempre.

4 FEBBRAIO 2020 – ROMA

ROMANZOBIOGRAFICO

The danish girl di David Ebershoff.  Ecco la mia recensione.

 

The Danish girl è un romanzo scritto da David Ebershoff, edito in Italia da Giunti, per il quale ho avuto una lettura alquanto insolita, almeno rispetto ai miei standard di divoratrice di pagine e quindi di libri.

Acquistato poco dopo la sua pubblicazione nel Febbraio del 2016, l’ho ovviamente iniziato come mio solito pronta a finirlo, nel giro di qualche giorno. Invece per una serie di circostanze tra cui l’avvio di Erudito Burger Bar, le cose sono andate in maniera infinitamente diversa.

Dire che avevo preso sottogamba, la mole di lavoro che si cela dietro l’avvio di un’attività, è un pallido eufemismo! Ma tralasciando quanto è stato totalizzante quel periodo, torniamo a The danish girl, e al fatto che l’ho ripreso in mano a distanza di mesi da quel Febbraio, dopo aver ceduto alla tentazione di vedere il film che il libro ha ispirato.

Ecco quindi che mi sarà difficile parlare solo del libro, anzi penso che affrontare di concerto il romanzo, il film e la realtà, che effettivamente ha poco a che fare con i primi due, riesca a sciogliere molti dubbi in merito a chi era la “ragazza danese” nella realtà e chi è diventata nella cultura di massa, in senso letterario e cinematografico.

Ricominciata la lettura da zero, avevo ormai nella mente i volti degli attori Eddie Redmayne per Einar Wegener & Lili Elbe,  e di Alicia Vikander per Gerda Wegener, quindi non sono riuscita a staccarmi da quest’immagine per crearne una mia. Questo non l’ho mai ritenuto un problema, insomma non è stata la prima e non sarà di certo l’ultima volta che vedo un film prima di leggere il libro da cui è tratto. Il problema sorge quando nella lettura si riscontrano una serie di “interruzioni” imposte dall’autore stesso, che durante tutto il romanzo sospende la descrizione in corso per fare una digressione, neanche troppo breve; su un avvenimento a cui il personaggio in quel momento volge il pensiero.

Questa tecnica narrativa, si trova spesso in romanzi più lunghi, nel nostro caso parliamo di un romanzo di 367 pagine, nota al testo e ringraziamenti compresi! Ne risulta quindi un racconto un po’ caotico, dove una lettura che per combinare gli impegni del quotidiano deve essere interrotta; fatica ad essere ripresa e quindi a trasportare il lettore, come una trama del genere vorrebbe.

Quindi sicuramente consiglio di leggere questo libro, ma di farlo solo se si decide di leggerlo tutto d’un fiato onde evitare di perdere il ritmo, di una così intensa trama.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Qual’è la trama di The Danish girl e di cosa parla il libro?

The Danish girl, il libro! è un romanzo ispirato a fatti realmente accaduti ma non da intendersi come un riferimento se si vuole conoscere la reale storia di Lilli Elbe, Greta Wegener ed Einar Wegener. Per quello ci si dovrà rifare al testo (non tradotto in italiano) Man into Woman pubblicato nel 1933, acquistabile online e sicuramente anche in qualche libreria in centro, che tratta libri in lingua.

Il romanzo, ambientato (almeno nella prima parte) a Copenhagen in Danimarca, inizia con la narrazione di quella è la vita di una coppia di pittori sposati da meno di dieci anni. Gerda ed Einar che all’epoca era alquanto famoso, con i sui paesaggi raffiguranti sostanzialmente sempre lo stesso soggetto, ossia la palude non lontano da quella che fu la sua casa d’infanzia.

Gerda, anche lei pittrice ed ex allieva del professor Einar Wegener,

trascorreva come suo marito le giornate a dipingere

E scrivo entrambe, non come errore di battitura, ma perché da quel momento in cui Gerda chiesa ed Einar di posare per lei, vestendo i panni di una cantante lirica. Quello che dapprima sembra essere il primo momento in cui Einar entra in contatto con il suo alter-ego femminile, battezzato dalla cantante lirica in questione Lili, è invece solo il momento in cui il vaso di Pandora viene definitivamente aperto, dopo che già da ragazzo Einar ci aveva sbirciato dentro, senza seguito.

Invitati ad un evento mondano, Greta suggerisce ad Einar di accompagnarla nei panni di Lili, che superato l’impaccio iniziale cede infine alle lusinghe di un pittore omosessuale, che finge di essere attratto da Lili, ma che in realtà ha riconosciuto in lei lo stesso Einar.

Ciò di cui viene reso partecipe il lettore, nel corso della narrazione, è che Einar non percepisce se stesso come omosessuale, Einar infatti sente di essere Lili, ossia si sente donna.

Questo senso di frustrazione esistenziale aumenterà sempre di più nel corso della narrazione raggiungendo il suo climax, neanche a dirlo, alla fine del libro dove il tutto si perde nell’immensità e nella profondità della vita stessa.

Nonostante possa sembrare che sia Lili/Einar (è proprio il caso d’invertire l’ordine dei nomi) l’eroina di questo romanzo, quest’onere è invece riservato a sua moglie Gerda, che si troverà da sola, salvo qualche breve intromissione del fratello e di Hans un amico d’infanzia di Einar e commerciante d’arte, a sostenere da sola il peso della trasformazione del marito.

The Danish girl è quindi, non soltanto la storia del(la) prim(a) transgender della storia, ma quella intima di un matrimonio e di quanto questo possa sopportare pressioni proteggendo chi vi è, per così dire, all’interno offrendo sempre un rifugio sicuro, al di là di quelli che sono i conflitti interiori, che sono il binario lungo il quale l’intera storia, su più fronti evolve.

Gerda è stata per suo marito questo; sin da quando scelse di andare a Parigi (era il 1912 nella realtà) per evitare “imbarazzi sociali” al marito, finendo poi con il diventare lei stessa una famosa pittrice chiamata (nella realtà) ad illustrare anche su Vogue!! e non solo. La sua musa divenne proprio suo marito, nelle vesti che meglio gli appartenevano di Lili Elbe, una giovane poco più che ventenne dai tratti ovviamente androgeni, ma più che altro dalla voce flebile e dal passo leggero, in netto contrasto con quella che invece è stata la sua forza nel sottoporsi a quelle che (nella realtà), sono passate alla storia come le prime operazioni volte al cambio di sesso.

Entrambi pittori ma non di uguale successo. Gerda viene considerata come la moglie di Wegener e non come la pittrice che di li a poco si troverà suo malgrado a diventare, proprio grazie ad un abito che per citare Dante Alighieri ne “La divina commedia” fu galeotto, e segnò quello che fu il destino di entrambe.

Chi è stata realmente Lili Elbe?

In sostanza, seppur lo stesso autore nella sua nota al testo sottolinea che si! si è ispirato a fatti realmente accaduti, ma che la sua è un’opera di fantasia, risulterà difficile scindere la Lili Elbe del romanzo, da quella che è passata alla storia come la prima transessuale della storia e divenuta per tanto icona del movimento LGBT.

Leggendo queste pagine, o guardando il film, lo sforzo che si dovrà fare sarà quello di entrare nella mente del personaggio di Lili e percepire il suo sentirsi donna, come lo stesso autore ha effettivamente fatto a sua volta esagerando (chiaramente), quando descrive il momento della prima operazione come rivelatore di un piccolo sistema riproduttivo femminile, delle ovaie atrofizzate, a supporto “scientifico” del senso di non appartenenza al genere maschile in cui Lili era nata, nelle evidentemente errate sembianze di Einar.

Dobbiamo percepire la fiducia che questa persona aveva nel suo sentirsi donna, al punto da recarsi da sola in Germania per sottoporsi ad una serie di interventi di riassegnazione sessuale, pur sapendo che mai prima di allora si era tentato qualcosa di simile.

La prima, la più coraggiosa! ecco perché la cultura di massa la conoscerà sempre come LA ragazza danese,

una ragazza nata a Vejle il 28 dicembre 1882, che a seguito delle operazioni smise persino di dipingere non identificandosi più come pittrice, in quanto quella era un’etichetta di Einar Wegener e non Lili Elbe.

Gli anni dell’operazione

Nel 1930 Lili Elbe si recò in Germania per sottoporsi al primo intervento chirurgico di riassegnazione sessuale, all’epoca ancora sperimentale.

Nel complesso di sottopose a cinque operazioni. Il primo intervento fu la rimozione dei testicoli (orchiectomia) sotto la supervisione del sessuologo berlinese Magnus Hirschfeld. La seconda operazione consistette nella rimozione del pene e nel trapianto delle ovaie, rimosse in un secondo momento con altri due interventi occorsi a causa di un rigetto e di altre gravi complicazioni. La quinta operazione fu il trapianto dell’utero, per poter consentire a Lili, allora quasi cinquantenne, di diventare madre.

La sua storia sul cambio di sesso suscitò la curiosità della stampa in Danimarca e in Germania, tanto che l’allora re di Danimarca, Cristiano X, invalidò il suo matrimonio con Gerda nell’ottobre del 1930. Nel romanzo invece, l’annullamento del matrimonio viene descritto come originato da Gerda che si reca dalle autorità le quali, conoscendo i fatti archiviarono rapidamente la pratica, classificando Einar come scomparso e non morto, in quanto non vi era alcuna tomba.

Sempre nel 1930 Lili, riuscì a ottenere il riconoscimento legale del suo nuovo sesso e il cambio di nome, ricevendo il passaporto come Lili Elbe. Ovviamente nel romanzo tutto questo trambusto burocratico viene romanzato, descrivendo solo il modo romantico il cui Lili sceglie il suo nuovo cognome.

Dopo il cambio di sesso smise di dipingere, sostenendo che fosse un qualcosa che apparteneva solo a Einar, e anche nel romanzo nonostante Gerda la spronasse, si evidenzia un certo calo di interesse anzi persino, assenza di ricordi legati ad eventi legati alla pittura.

Lili Elbe morì nel 1931 a causa di complicazioni, tre mesi dopo la sua quinta e ultima operazione. Si pensa che la causa della sua morte, avvenuta il 13 Settembre di quell’anno, sia stato il rigetto dopo l’impianto dell’utero, che avrebbe dovuto darle la possibilità di diventare effettivamente madre. Venne sepolta a Dresda, in Germania.

I quadri di Gerda e qualcosa su di lei

I quadri che vediamo nel film, non sono quelli realmente dipinti da Gerda Wegener. Sono infatti rifacimenti, ispirati allo stile della pittrice ma decisamente più somiglianti agli attori del film, per ovvi motivi.

Nella realtà questa pittrice e illustratrice nata a Hammelev il 15 Marzo 1886, oltre ad essersi mostrata al grande pubblico come la raffiguratrice di Lili, sua musa; divenne nota anche per le sue illustrazioni, tra le altre di natura erotica. Nel film questo aspetto della pittrice, viene evidenziato in un atteggiamento di forte intesa, gioco e curiosità sessuale che Gerda condivideva con suo marito Einar.

Dopo l’annullamento del matrimonio ad opera del sovrano danese Cristiano X, Gerda si risposò con un ufficiale militare italiano: Fernando Porta, e si trasferì in Marocco. Lì visse per diversi anni ma finì col divorziare dal marito, quindi tornò in Danimarca, dove morì a Frederiksberg il 28 Luglio 1940.

Info bibliografiche

Titolo originale: The danish girl

Autore: David Ebershoff

Prima pubblicazione: 2000

Prima pubblicazione in Italia: Febbraio 2016

La mia edizione: Aprile 2016 – VII ristampa

Editore italiano: Giunti

Collana: –

Genere: Biografico

Numero di pagine: 367

Preceduto da: – The danish girl è il primo libro dell’autore

Seguito da: The Rose City

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