da Thinka | 5 Novembre 2020 | Books, Monologo, Opera teatrale
Il contrabbasso è la prima opera di Patrick Süskind scritto nel 1981, è un intenso e turbato monologo di un contrabbassista che sfoga tutta la sua frustrazione di una vita condotta sempre in ultima fila.
Nel monologo “Il contrabbasso” (1981) troviamo tutte le caratteristiche di Patrick Süskind: la sua cultura enciclopedica, (come nel Il Profumo – 1985) la sua predilezione per personaggi che, per un motivo o per un’altro, rimangono sempre in disparte rispetto al resto della società (come in Storia del Signor Sommer – 1991); e soprattutto la sua capacità di tirarci dentro il racconto a prescindere dall’argomento trattato!
Ovviamente l’argomentare su un contrabbasso è solo un pretesto per parlare di qualcosa di infinitamente più importante: il malessere per quella che è la vita insoddisfacente del narratore/protagonista, talmente poco importante, che neanche l’autore si prende la briga di dargli un nome. Ciò che emerge chiaramente, è che questi è legato all’ultima fila tanto nell’orchestra di Stato in cui suona, quanto nella sua stessa vita, impossibilitato o incapace, di prendersi ciò che davvero desidera.
Sai di cosa ho bisogno? Ho sempre bisogno
di una donna che non riesco ad avere.
Ne “Il contrabbasso” infatti si parla di psicologia, che nonostante il narratore/protagonista disdegni palesemente, intride in realtà l’intero suo racconto. Ed in fondo un monologo cos’è se non lo sfogo di un essere umano, come se appunto fosse nell’atto di una seduta dallo psicologo?
Il narratore/protagonista per altro, parla per tutto il tempo con un interlocutore che rimane celato al lettore, eccetto per l’informazione che si tratta di una donna, ma è l’unico dato che l’autore ha voluto fornirci…nonostante sia palese che quella riportata non è la loro prima conversazione, seppur il tono rimane formale durante tutto il monologo (conversazione a senso unico).
Come è ben noto in psicologia, quando si critica o si loda qualcosa, in realtà si sta criticando o lodando quella parte di noi che riconosciamo nell’altro: sia un oggetto come può esserlo uno strumento musicale, siano i colleghi di lavoro o i compositori che mentre sono celebrati dall’intera umanità, vengono fondamentalmente disprezzati dal nostro narratore/protagonista.
Ma questo suo vivido disprezzo per tutto ciò che è il suo mondo, e che per una serie di circostanze si è scelto (suo malgrado come si giustifica in più di un’occasione); è in realtà un profondo e radicato disprezzo per se stesso, per il suo riconoscersi (senza riuscire ad ammetterlo palesemente), in una persona di carattere debole e incapace di prendere quelle iniziative, che certamente scuoterebbero la sua vita da quella routine solitaria e non apprezzata.
Se ne ho il coraggio.
Il contrabbasso di Patrick Süskind si presenta di fatto come un saggio di psicologia, come se lo studente avesse scelto questo argomento (il contrabbasso) caro davvero a pochi (a quanto pare neanche ai contrabbassisti stessi), per studiare nella maniera più minuziosa le nevrosi di un trentacinquenne, che ha scelto di lasciare spazio nella sua vita solo per alla musica, al punto che questa invade anche la sua vita privata, annullandola.
Una presenza ingombrante è quella di un contrabbasso nella vita di chiunque, persino (anzi soprattutto) di colui che lo suona. Ma cosa simboleggia davvero questo strumento musicale, il cui prezzo è divenuto ridicolmente alto sia in termini economici che di esistenza stessa?
É una pazzia come sono aumentati i prezzi in questo campo negli ultimi dieci anni.
E va bene…
Il narratore/protagonista affronta in più di un’occasione l’argomento dell’anonimato, prendendo ad esempio validissimi compositori rimasti sconosciuti, al di là delle loro pregevoli doti, che lui stesso ritiene di possedere. In questo modo egli, esprime un turbamento esistenziale davvero intenso e che ci porta a pensare ad una paura autobiografica tipica di un autore ancora non affermato (Il contrabbasso è la prima opera di Patrick Süskind), poiché fama e talento possono non coincidere.
É questo il lavoro adeguato ai suoi talenti?
Del resto il narratore sottolinea abbondantemente il parallelismo tra l’orchestra e la società enfatizzando come l’orchestra (ossia il suo mondo) sia peggio della società stessa…
L’orchestra è una rappresentazione dell’umana società.
…
L’orchestra è persino peggiore della società, perché nella società avrei la speranza – siamo alla teoria – di risalire prima o poi attraverso la gerarchia per poter guardare un giorno, dalla cima della piramide, quei vermi sotto di me…Avrei la speranza dico…
…
Ma nell’orchestra non c’è speranza.
Lì regna la crudele gerarchia del potere, la terribile gerarchia della decisione già presa, la spaventosa gerarchia del talento…
…poiché mentre in quest’ultima la speranza di rivincita è l’ultima a morire, nell’orchestra non esiste affatto possibilità di modificare il proprio ruolo all’interno di una struttura così profondamente gerarchizzata.
…e con ciò produco un rumore di cui si ha bisogno, un rumore.
Il sottolineare l’incompatibilità del proprio strumento con gli altri, indica una forte sofferenza nel suo vivere da scapolo, poiché fondamentalmente il suo compagno di viaggio e di vita è un contrabbasso! Ed un contrabbasso non è una donna capace di scaldare un uomo! Anzi, spesso è il narratore/protagonista, che si ritrova a scaldare questa “cassa di legno” con il proprio corpo, e a cedergli persino il proprio cappotto (a costo di una brutta influenza), proprio come si farebbe con la propria donna. Come avrebbe fatto con Sarah.
Ma nella vita di un contrabbassista, non c’è evidentemente spazio per altro che non sia l’ingombrante strumento, tant’è che anche il sedile anteriore della sua Volkswagen, deve essere smontato per permettere il trasporto del voluminoso carico.
Può spiegarmi come mai un uomo a metà della trentina, e cioè io, vive con uno strumento che per lui è solo un continuo ostacolo?
Nonostante lo sfogo di questo monologo, il narratore/protagonista non riesce a trovare una risposta ai suoi quesiti, e questo deriva dal fatto che egli non si è posto delle domande valide a questo scopo, e in ciò l’autore rimane coerente.
Perché anche in questo caso il narratore/protagonista, avrebbe dovuto dimostrare quel coraggio di autocritica e di iniziativa, che in realtà non possiede e probabilmente non tenterà mai di possedere, continuando a vivere ovattato nella sua dimensione insonorizzata di dipendente Statale.
PERSONAGGI
- Narratore/protagonista: un personaggio carico di sofferenza interiore che tuttavia accetta amaramente la sua realtà, piuttosto che adoperarsi per modificarla. L’autore per evidenziare il suo ruolo marginale (nella sua stessa vita) sceglie di non assegnargli neanche un nome
- Donna: colei che ascolta l’intero monologo, nella casa insonorizzata del narratore/protagonista, ma che non viene mai descritta ne palesata in alcun modo
- Sarah: donna e collega “sognata” forse “amata” dal narratore/protagonista, con la quale questi ha anche avuto degli incontri sessuali ai quali però non è seguito altro
LUoghi
- Appartamento insonorizzato: qui si svolge l’intero monologo
- Ettal: luogo in cui si è suonato
- Oberau: luogo in cui si è suonato
- Anfiteatro di Orange, in Francia meridionale: luogo in cui si è suonato
NOMI
- Archetto Pfretzscher: archetto usato dal Narratore/protagonista
- Minugia: materiale con cui venivano prodotte le corde dei contrabbassi
- Acciaio rivestito di cromo: materiale con cui vengono prodotte le corde dei contrabbassi
- Signora Niemeyer: inquilina del piano di sopra
- Sisifo: personaggio mitologico
- Prometeo: personaggio mitologico
- Carlo Maria Giuliani: uno dei direttori straordinari
- Krautschnick: insegnante di composizione al conservatorio
- Rieder: insegnante di armonia al conservatorio
COMPOSITORI
- Brahms
- Mozart:
- Schubert:
- Haynd
- Bach
- i figli di Bach
- Beethoven
- Luigi Cherubini
- Gluck
- Haydn
- Nestroy
- Berlioz
- Yehudi Menuhin
- Wagner
- Chaikowsky
- Karl Ditters von Dittersdorf: i suoi concerti per contrabbasso sono il massimo
- Johann Spergers
- Domenico Dragonetti
- Bottesini
- Simandl
- Kussewitzki
- Hotl
- Vanhal
- Otto Geyer
- Hoffmeister
- Othmar Klose
- Saint-Saëns
- Richard Strauss
- Dvoràk
- Janáček
- Weber: colui che ha riorganizzato la disposizione dell’orchestra mantenendo però inalterata quella dei contrabbassi
- Mendelssohn
- Furtwängler
- Karl Boehm
- Karajan
- Johann Wolfgang von Goethe: è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo tedesco
- Schumann
- Chopin
- Leoncavallo
- Verdi
- Bartók
- Strawinsky
- Dittersdorf
- Johann Sperger
- Bottesini
- Paganini
opere musicali
- Seconda Sinfonia di Brahms
- Sinfonia di Schubert in si minore senza bassi
- Te Deum di Berlioz
- Preludio della Valchiria
- Sesta di Beethoven
- Rigoletto
- Tristano di Wagner
- Sigfrido
- Concerto per piano di Chaikowsky
- Quarta sinfonia di Schubert
- Don Carlos
- Oro del Reno
- Wellgunte: personaggio dell’Oro del Reno interpretato da Sarah
- Ciaccona di Bach
- Nonetto di Bach
- Capriccio di Paganini
- Minuetto di Mozart, Köchel 344
- L’elefante di Saint-Saëns, il numero cinque del Ballo in maschera degli animali
- Salomè di Richard Strauss
- Quintetto di Dvoràk
- Ottetto di Beethoven
- Quintetto della trota di Schubert
- Don Giovanni di Mozart
- Figaro di Mozart
- Dorabella
- Aida
- Madama Butterfly
- Così fan tutte
- Parsifal
- Arianna
strumenti ed elementi
- direttore stabile
- primo violino
- secondo violino
- secondo primo violino
- altri primi e secondi violini
- viole
- violoncelli
- flauti
- oboe
- clarinetti
- fagotti
- ottoni
- pianoforte
- timpano
- contrabbasso
Titolo originale (tedesco): Der Kontraba
Autore: Patrick Süskind
Prima pubblicazione: 1981
Prima pubblicazione in Italia (Tea Due): Febbraio 2001
La mia edizione: I Edizione – II (2da) Ristampa: 2004
Editore italiano: Tea Due
Collana: –
Genere: Monologo, Opera Teatrale
Numero di pagine: 61
Preceduto da: –
Seguito da: Il profumo (1985)
da Thinka | 28 Ottobre 2020 | Books, Racconto breve, Romanzo
La storia del Signor Sommer di Patrick Süskind è un racconto breve assolutamente frizzante, che ci parla della vita e ci invita a viverla.
L’intero romanzo è un confronto tra la vita che inizia a sbocciare e quella che si accinge a finire. L’autore inserisce infatti l’iconologia delle tre gambe, per affrontare il tema della vecchiaia in maniera ironica; e introduce il simbolo della bicicletta, che riesce a stare in piedi proprio in funzione del principio di conservazione della quantità di moto, associando così alla “gioventù” una sensazione di dinamicità.
allora in effetti avrei potuto volare,
se solo l’avessi voluto con determinazione
e avessi tentato sul serio
Ed è abbastanza divertente il fatto che per definizione il termine “storia”, indica una narrazione dettagliata rispetto all’argomento scelto per la narrazione; invece nel caso del Signor Sommer alla fine della storia, non ne sappiamo comunque nulla, come del resto tutti i suoi compaesani.
Ciò nonostante è la stranezza di questo personaggio “alla Süskind”, che ci fa comunque affezionare a lui.
In effetti il Signor Sommer, è un pretesto per parlare di quelli che sono i piccoli grandi drammi della vita, quelli che stanno sotto gli occhi di tutti e che nessuno vede più,
come la collina della scuola, o il campanile della chiesa.
Invece il Signor Sommer tutti, ma proprio tutti, lo vedevano! Era sempre in giro, in qualsiasi stagione e con qualunque tempo, persino quella volta che grandinò come non accadeva da ventidue anni,
In seguito i giornali scrissero che nella nostra regione
non s’era vista una bufera simile da ventidue anni.
e dopo aver ricevuto, un evidentemente non gradito passaggio in auto, rispose a padre e figlio:
“Ma lasciatemi in pace una buona volta!”
Si dice l’ovvio dicendo che Süskind i suoi personaggi li sa creare bene (come ben si è appurato ne Il Profumo), e questo Signor Sommer è il vento: inafferrabile, inconoscibile, inarrestabile.
Sommer è il viaggio, la continua partenza, il continuo ritorno
Giulio Nascimbeni, Corriere della Sera
E’ la linfa vitale che scorre dentro ogni cosa, anche dentro quegli alberi sui quali al giovane narratore e co-protagonista (di cui non sapremo mai il nome) piace così tanto arrampicarsi e testare la prima legge di caduta dei gravi di Galileo Galilei.
C’era quiete tra gli alberi, si poteva stare in pace.
…
…soltanto il vento e il fruscio delle foglie e il crepitio lieve tronchi…
Leggendo questo racconto breve, viene in mente l’indovinello della sfinge: “Qual’è quell’animale che cammina con quattro zampe all’alba, poi con due e al tramonto con tre?”
Ecco infatti che mentre sullo sfondo, c’è un onnipresente vecchietto strampalato che volge al termine della sua vita, in prima fila c’è il nostro narratore, che iniziando a raccontare partendo dall’età di sette anni, ci porta con lui nelle sue esperienze di vita. Ci racconta del suo primo amore che corrisponde al nome di Carolina Kükelmann, dei gelati che non ha comprato al chiosco della signora Hirt perché la paghetta era (per lui, ma non per il fratello maggiore), un mito. Delle lezioni di pianoforte con la signorina Marie-Luise Funkel, che solo per arrivarci era un’impresa dovendo superare il cane della dottoressa Haurtlaub. Ci racconta di suo padre e della sua avversione per gli stereotipi,
questa espressione è uno stereotipo
di sua madre, ma anche del fratello maggiore, che ha una bicicletta a tre marce (e della giusta altezza), mentre lui si deve accontentare della vecchia bicicletta della madre, che per riuscire ad andarci sopra, si è dovuto inventare un sistema tutto suo.
E poi, ovviamente (perché questo si! che fa parte della vita di tutti), ci racconta che sono degli ostacoli che solo quando siamo pronti (per età e per esperienza) possiamo e quindi riusciamo ad affrontare. E ne è un esempio quel benedetto fa diesis o il timbro sulla tessera della biblioteca che attestava i suoi sedici anni, o il fatto che in ultimo riesce a stare in equilibrio sul portapacchi della bicicletta, mentre lei andava (per la legge già citata).
l’agognato timbro rosso “sedici compiuti”
La storia del Signor Sommer, alla fine è quindi un libro sulla vita e sulle sue stagioni, sulla capacità di affrontare le sfide e reagire ai dolori; ma ancor di più è un romanzo che, nella sua forma di racconto breve, ci insegna (o meglio ci ricorda!) che i sogni sono alla base, ma sono solo il principio.
Ma erano solo sogni, e come tutti i sogni non bastavano ad appagarmi
Il finale nella sua drammaticità, non ci lascia tristi perché lo si è capito leggendo questo libro di 131 pagine illustrazioni comprese (di Sempé), che la morte fa parte della vita; anzi la celebra ed è un monito ad essere ed agire da vivi, fintanto che lo siamo.
PERSONAGGI
PRINCIPALI
- Maximilian Ernst Ägidius Sommer: il bizzarro Signor Sommer che cammina continuamente e con qualunque tempo con il suo bastone, e uno zainetto con solo pane e burro, e una cappa da pioggia
- Narratore e co-protagonista: di cui non sapremo mai il nome
ALTRI
- Signora Sommer: fabbricava bambole di vario genere da casa poi le spediva settimanalmente all’ufficio postale del paese
- Carolina Kükelmann: ragazzina che piace al nostro protagonista
- Rita Stanglmeier: signora che abita al paese
- Dottor Luchterhand: personaggio solo citato, che spiega alla madre del narratore e co-protagonista l’ipotetica claustrofobia del Signor Sommer
- dottoressa Haurtlaub: personaggio solo citato, è la proprietaria del cane che terrorizza i viandanti specialmente se in bicicletta
- Signora Marie-Luise Funkel: madre probabilmente centenaria, dell’insegnante di pianoforte. Se gli allievi della figlia suonano bene alla fine della lezione gli da un biscotto
- Signorina Marie-Luise Funkel: insegnante di pianoforte che ha insegnato a tutta la famiglia del narratore e co-protagonista
- Pittore Stanglmeier: personaggio solo citato, affitta il suo seminterrato al Signor Sommer e a sua moglie, sin da quando lei arrivò in autobus e lui a piedi
- Signora Stanglmeier: moglie del pittore
- Cornelius Michel: miglior amico del narratore e co-protagonista
- Rita e suo marito: personaggi solo citati che si trasferiscono nel seminterrato del pittore Stanglmeier, dopo la morte della Signora Sommer
- Signora Hirt: è una gelataia che ha un suo chiosco noto come “Il chiosco della Signora Hirt”,
LUOGHI
- Unternsee: il paese dove vive il narratore e co-protagonista
- Obernsee: paese vicino a quello di Unternsee, in realtà non è che i due si distinguessero molto per confini ben precisi
- La scuola: scuola su una collina frequentata dai ragazzi sia di Unternsee che di Obernsee
- Casa: la casa del narratore
- La casa della signora Fünkel: la casa dove al narratore vengono impartite le lezioni di pianoforte
- Casa di Cornelius Michel: casa del migliore amico del narratore
- Seminterrato del Pittore Stanglmeier: sarà la casa del Signor Sommer e di sua moglie, sin da quando si trasferirono senza dare troppo nell’occhio
- Sottotetto del pescatore Riedl: la nuova casa del Signor Sommer in cui si trasferisce a seguito della morte della moglie
TERMINI & NOMI
- Leggi del moto circolare
- Principio di conservazione della quantità di moto
- Prima legge di caduta dei gravi di Galileo Galilei
- Studi di Czerny
- Hässler: compositore da cui gli esercizi per pianoforte, più strutturati
- Diabelli: compositore da cui gli esercizi per pianoforte, più strutturati
Titolo originale (tedesco): Die Geschichte von Herrn Sommer
Autore: Patrick Süskind
Prima pubblicazione: 1991
Prima pubblicazione in Italia da TeaDue: Maggio 1994
La mia edizione: IV Edizione –2003
Editore italiano: Tea Due (In concessione da Longanesi & Co)
Collana: –
Genere: Romanzo, Racconto breve
Numero di pagine: 131
Preceduto da: Il Piccione (1987)
Seguito da: Ossessioni. Tre racconti e una riflessione (1995)
da Thinka | 22 Agosto 2020 | Books, Grandi classici, Romanzo
Jean Baptiste Grenouille, il protagonista de “Il profumo”, lo sapeva bene: “Colui che domina gli odori domina il cuore degli uomini”.
Questa è la seconda volta che leggo Il profumo di Patrick Süskind. Dopo innumerevoli traslochi, nei quali i miei libri hanno pressapoco stabilito la loro residenza in svariati scatoloni, è arrivata finalmente l’ora di tirarli fuori e dargli una definitiva collocazione nella mia nuova casa: una meravigliosa libreria vetrata! E’ si, è proprio arrivato il momento di riorganizzare la mia biblioteca personale!
Ma sto divagando; il punto è che durante la prima lettura di questo meritatissimo best-seller mondiale, io non lo avevo davvero vissuto! In mia discolpa posso dire che ho scelto di leggerlo in un età troppo acerba…appena all’inizio dell’adolescenza.
Questo è uno testo ad alta carica erotica, e non perché parli di sesso (ad eccezione di…), ma perché entrando nella storia “davvero” questa volta, la si riesce a vivere in maniera multi sensoriale, e che cos’è l’erotismo se non una stimolazione sensoriale?! Rispondi tranquillamente a questa domanda nel corso delle tue riflessioni, o magari proprio mentre leggi le pagine de Il profumo.
Il personaggio immaginato da Patrick Süskind, Jean-Baptiste Grenouille è forse uno dei migliori nasi al mondo; ma le sue esperienze di vita, lo imbruttiscono dentro e fuori al punto da diventare uno dei più macabri criminali, che siano mai esistiti tanto nel mondo immaginato quanto in quello reale.
Ma è esattamente questa la potenza di questo personaggio, il suo desiderio! La fame di possesso, la sete di odori, e la voglia di
leccare con gli occhi
qualsiasi odore. Si perché Jean-Baptiste nel suo essere un genio olfattivo, non distingueva come erano soliti fare gli altezzosi profumieri di mestiere, tra ciò che era profumo e ciò che era tanfo, poiché in effetti dove era nato in Rue aux Fers, fuori dal bugigattolo di un pescivendolo, di nidóri piacevoli non vi era pressoché traccia. Eppure il suo naso catalogava a frotte qualsiasi traccia di odore; e a migliaia ne percepiva tanto era fine il suo olfatto.
Era avido
Grenouille tuttavia non emanava alcun odore. Non un angolo della sua pelle, nemmeno nell’incavo del gomito dove tipicamente ciascuna persona, emana in maniera più marcata il proprio odore. Non il suo sesso, non i suoi abiti che persino dopo sette lunghi anni trascorsi in una buia caverna, non furono in grado di testimoniare il suo odore. Semplicemente ne era privo.
Questa scoperta, comprese essere esattamente la causa per la quale, nel corso della sua intera esistenza, chiunque lo avesse incontrato ne rimaneva terrorizzato, lo evitava, o semplicemente non lo notava.
A quel punto, gli era perfettamente chiaro che:
Colui che domina gli odori ,
domina il cuore degli uomini
Lasciatosi alle spalle la sua nascita intrisa di odore di pesce, la serie di balie che lo avevano rifiutato a causa della sua voracità, tra cui anche la balia Jeanne Bussie. Dimostrando una straordinaria resistenza fisica trascorse degli anni con Madame Gaillard, ma questa lo cedette a Grimal che lo iniziò alla pericolosa arte del conciatore.
Ma ora eccolo qui, finalmente Jean-Baptiste Grenouille, era diventato niente meno che l’apprendista di Giuseppe Baldini, uno dei più illustri profumieri di Parigi. Come Muzio Frangipane imparò l’arte del creare essenze, come pure imparò l’avidità degli uomini che riuscirono ad arricchirsi, creando combinazioni odorose mediocri e mal bilanciate, almeno per il suo pregiato olfatto.
Ma la ricchezza per Jean-Baptiste Grenouille non risiedeva nel vile denaro, poiché questo viveva solo nel tempo e nello spazio della vita dell’uomo o della donna, che con maestria era riuscito ad accumularne più di quanto potesse spenderne. E questo gli fu confermato dall’infausta sorte di chiunque lo avesse accolto: il conciatore, madama e perfino il profumiere che teatralmente affondò con tutto “le Pont au Change” nelle acque della Senna, che continuarono ad emanare le pregiate esalazioni delle scorte del fu profumiere, che oramai erano perdute per sempre. Ma di questo a Jean-Baptiste non importava. Nemmeno lo venne mai a sapere, poiché era già lontano e sempre più si allontanò fino a raggiungere il silenzio dell’olfatto, lasciando la
…densa esalazione umana
(che lo aveva) oppresso per diciotto anni…
Il miglior naso del mondo, non avrebbe potuto che cercare e quindi trovare, la ricchezza nella creazione del profumo perfetto; a qualunque costo. Capito che l’arte della distillazione poneva non pochi limiti all’estrazione degli odori, tanto dalla materia viva quanto da quella non vivente, accettò di buon grado il fatto che il suo viaggio doveva proseguire. Mosse alla volta di Grasse, ma il percorso subì una battuta d’arresto: egli infatti trascorse sette anni da eremita.
Quand’ecco che cominciò a sentire che
la vita trattenuta vuole ricominciare
allorché riemerse dall’oscura e inospitale caverna, e fu così fortunato (complice la sua versione dei fatti), che venne accolto nella nuova comunità come una sorta di miracolo vivente, sopravvissuto al fluidum letale e qui sperimentò il reale potere della sua arte. Quella cioè di conferirgli una identità, di dargli un volto poiché finalmente sapeva come avere anche lui, come il resto delle persone, un tanfo di essere umano coperto da profumo di piante e fiori freschi.
Ma Jean-Baptiste l’odore dell’essere umano lo aveva già conosciuto, apprezzato e perduto, quando commise il suo primo omicidio all’epoca in cui lavorava come conciatore da Grimal. Era una ragazza dai capelli rossi, la pelle di latte e un vestito grigio; egli la sorprese che tagliava le mirabelle e non poté fare a meno di prendersi la sua vita,
Poiché sempre aveva rinunciato a qualcosa.
Ma mai aveva posseduto e perso qualcosa.
In quell’occasione conobbe per la prima volta l’unicità. Ovviamente sapeva già che ogni cosa, che ogni persona ha un suo odore. Ma fino a quel giorno tutto gli era sembrato insignificante; ma non quella volta. Ecco allora che inizia un altra fase del suo percorso di studio dell’arte profumiera, non perché altri potessero insegnargli l’arte dell’identificare e combinare odori, ma perché gli mancavano le competenze tecniche nonché la corretta nomenclatura.
E Grenouille lo sapeva bene, in fondo lo stesso Baldini gli disse queste medesime parole, all’inizio della loro collaborazione:
…il talento non vale nulla, la cosa più importante è l’esperienza,
che si conquista con la modestia e con la diligenza.
Dunque con il preciso intento di imparare le tre auliche tecniche, che lo stesso Baldini non era in grado di trasmettergli, si diresse (per la seconda volta) a Grasse.
enfleurage à chaud
enfleurage à froid
enfleurage à l’huile
Qui finalmente imparò l’enfleurage e la macerazione arrivando ad ottenere dei risultati migliori del primo garzone Druot, amante e futuro sposo della vedova del maître parfumeur Honoré Arnulfi, Madame Arnulfi. Si caricò del lavoro altrui per avere maggiore privacy, in modo da potersi dedicare ai suoi esperimenti di “estrazione” che iniziarono prontamente, e provando con tutto quanto fino a quel momento, con la distillazione, non aveva dato risultati soddisfacenti.
Ora sapeva di possedere le tecniche per carpire l’odore di un uomo
Ecco allora che accadde nuovamente; Jean-Baptiste sentì per la seconda volta nella sua vita quell’odore che gli necessitava, e che divenne oggetto della sua bramosia. Due anni di attesa affinché quel profumo umano fosse pronto per essere colto e conservato, periodo nel quale si sarebbe dedicato all’apprendimento eccelso delle tecniche proprie del profumiere, in modo da poter finalmente compiere la missione a cui decise di votare la sua intera vita.
Non doveva inebriarsi del suo profumo anzitempo.
Doveva buttarsi nel lavoro.
Doveva ampliare le sue cognizioni e perfezionare le sue capacità artigianali,
ed essere preparato per l’epoca della raccolta.
La serie di omicidi seriali ebbe inizio. Si rendeva necessario fare delle prove su giovani ragazze, il cui odore per quanto inebriante era inferiore a quello di Laure Richis, con l’assassinio della quale si sarebbe conclusa la serie delle 25 migliori essenze mai prodotte.
Creature estremamente rare che ispirano l’amore.
Queste erano le sue vittime.
così il terrore si impossessò della città di Grasse e convinsero Antoine Richis padre della stessa Laure a partire alla volta di La Napoule e quindi presso un convento; una sistemazione temporanea in attesa dell’imminente matrimonio che avrebbe reso la ragazza inappetibile all’omicida. Ma “il naso indicò la via” a Jean-Baptiste Grenouille che portò con successo, a compimento l’intero suo piano.
Arrestato e prossimo all’esecuzione, il magistrale per quanto macabro profumiere, usò su di sé uno dei profumi che aveva prodotto per essere utilizzati ciascuno, a seconda dell’effetto che si voleva ottenere.
E qui l’autore ci lascia con il dubbio se quanto accadde fosse intenzionale, o premeditato. Fatto sta che l’esecuzione, almeno quella di Jean-Baptiste Grenouille, venne sostituita da un’orgia che coinvolse l’intera comunità e che mosse perfino lo stesso Antoine Richis a pregare Grenouille di divenire il suo stesso figlio, poiché era bello (profumato) proprio come la sua adorata Laure.
E se questo può sembrarti la massima follia descritta ne Il profumo, ebbene finendo di leggere scoprirai che quello stesso profumo che era stato la ragione di vita di quel genio che era Jean-Baptiste Grenouille, sarà anche la causa intenzionale e potrei decisamente dire sperimentale, della sua morte.
Il profumiere forse certo del risultato, forse per verificare l’effettivo potere della sua creazione rovesciò su di sé fino all’ultima goccia del suo profumo, istigando un gruppo di clochards a cibarsi senza il minimo risentimento dell’intero suo corpo.
Non è come nella memoria, dove tutti i profumi sono immortali.
Quello reale si consuma nel mondo.
E’ fugace, e quando si sarà esaurito,
la fonte da cui l’ho preso non esisterà più.
PERSONAGGI
PRINCIPALI
- Jean-Baptiste Grenouille: nato il 17 Luglio 1738 Rue aux Fers, fuori dal bugigattolo di un pescivendolo
ALTRI
- l’assassina di Rue aux Fers: madre biologica di Jean-Baptiste Grenouille, “perché di vere madri non ne ebbe mai“
- Padre Terrier: prete che per primo si occupò del piccolo Jean-Baptiste Grenouille dopo la morte della madre
- Jeanne Bussie: la prima balia di Jean-Baptiste Grenouille
- Madame Gaillard: levatrice che occupò di Jean-Baptiste Grenouille dopo la balia Jean Bussie
- Grimal: conciatore parigino che accettò di prendere come garzone Jean-Baptiste Grenouille, dopo Madame Gaillard
- fanciulla che capava le mirabelle: la prima ragazza il cui odore catturò Jean-Baptiste Grenouille, il quale la uccise a sangue freddo nel suo abito grigio chiudendo per sempre i suoi occhi verdi brillanti
- Giuseppe Baldini: profumiere sull’orlo della bancarotta, salvato e reso celeberrimo oltre che ricco dalle pregiate doti di Jean-Baptiste Grenouille, morto poi nelle acque della Senna dopo il crollo de “le Pont au Change”, dove viveva insieme alla moglie
- Chénier: socio e collaboratore di Giuseppe Baldini
- Muzio Frangipane: rinomato profumiere (il primo), unico rispetto al quale dopo la sua formazione Jean-Baptiste Grenouille, poteva paragonarsi non per doti (imbattibili le sue), quanto per la rivoluzione apportata nel mestiere del profumiere
- Pélissier: giovane e talentuoso profumiere e rivale di Baldini
- Taillade-Espinasse: illustre marchese e scienziato che accoglie Jean-Baptiste Grenouille come prova inconfutabile degli effetti del fluidum letale, illustrandone gli effetti nell’aula magna dell’Università di Montpellier
- Honoré Arnulfi: era un maître parfumeur dal quale Jean-Baptiste Grenouille sperava di carpire altri insegnamenti, il quale tuttavia morì ben prima del suo arrivo, nella città di Grasse
- Madame Arnulfi: vedova del maître parfumeur Honoré Arnulfi, la quale contrattando una misera paga per il lavoro di secondo garzone, accettò di accogliere Jean-Baptiste Grenouille nel suo laboratorio, supervisionato dal mediocre “primo garzone”
- Druot: primo garzone, amante, futuro sposo di Madame Arnulfi nonché capro espiatorio delle colpe di Jean-Baptiste Grenouille
- Laure Richis: seconda giovane che attira le attenzioni di Jean-Baptiste Grenouille
- Boia:
- Antoine Richis: padre della stessa Laure Richis, il quale dopo l’assassinio della figlia, accolse nella sua stessa casa l’assassino della sua progenie
Luoghi, Termini & Nomi
- Pont au Change: ponte sulla Senna dove c’è il laboratorio/negozio/residenza di Giuseppe Baldini
- Nuit Napolitane: profumo prodotto dal rivale di Baldini, Pélissier
- Caverna
- Fluidum letale: teoria nata dal marchese Taillade-Espinasse, secondo il quale esiste un gas emanato dalla terra, che conduceva lentamente alla malattia se non alla morte dell’uomo che vi era esposto
- Montpellier: città dove Jean-Baptiste Grenouille viene condotto da Taillade-Espinasse, come testimonianza degli effetti del suo “teorizzato” Fluidum letale
- Grasse: città dove Jean-Baptiste Grenouille impara le tre pregiate tecniche quali: enfleurage à chaud, enfleurage à froid e l’ enfleurage à l’huile
- Sully: città dove Jean-Baptiste Grenouille trovò la morte
Titolo originale (tedesco): Das Parfum – Die Geschichte eines Mörders
Autore: Patrick Süskind
Prima pubblicazione: 1985
Prima pubblicazione in Italia: 1988
La mia edizione: 2008
Editore italiano: Longanesi & Co. (La mia edizione è di Tea Due)
Collana: –
Genere: Romanzo
Numero di pagine: 259
Preceduto da: Il contrabbasso (Der Kontrabass), monologo teatrale,
Seguito da: Il piccione (Die Taube)