Lolita

ROMANZO

Lolita

A pensarci ad una promessa così autentica viene in mente il film cult Se scappi ti sposo con Julia Roberts e Richard Gere, perché in fondo l’amore vero è questo: avere consapevolezza del rischio che tutto possa finire e fare di tutto per continuare a farlo vivere, nonostante gli sbagli

28 FEBBRAIO 2022 – TORINO

ROMANZO

Lolita di Vladimir Nabokov. Ecco la mia recensione.

Ogni volta cerco di approcciarmi ad un libro con il massimo dell’imparzialità e anche questa volta leggendo “Per tutto il resto dei miei sbagli” di Camihawke è ciò che ho fatto.

Avrebbero potuto fuorviarmi le numerose critiche rivolte all’impostazione autobiografica di questo romanzo, oppure avrebbe potuto frenarmi la genuinità di alcune espressioni che Camilla Boniardi, “Camihawke” sui social, usa sin dalle prime pagine.

Nella lettura di ”Per tutto il resto dei miei sbagli” ho trovato una genuinità e un’assenza di fronzoli come difficilmente si trova in un libro. E leggendo questo, vi ho trovato la bellezza di emozioni nude e autentiche. Quelle emozioni che sanno di quel gelato alla fragola che Leandro descrive a Marta la nostra protagonista, la quale ci mostra quanto sia difficile continuare a vivere la propria vita nonostante le difficoltà e lo scegliere la strada giusta per sé e per il proprio futuro, a prescindere che lo si condivida con altri o semplicemente con sé stessi.

Prima di tutto sappi che la fragola

è una scelta coraggiosa, una scelta pura.

Marta nei 25 anni di vita vissuti finora, di fiducia in se stessa non è che ne abbia mai avuta chissà quanta. Dalla bambina vergognosa che si nascondeva dietro le gambe della mamma, a quella ragazzina che oltre oceano non riusciva nemmeno, dall’alto del suo “Ottimo! (Con punto esclamativo)” guadagnato con tanto impegno, a pronunciare un semplice: “Io non parlo inglese” che più base di così non si può.

Ci devi provare, amore mio.

Questa sua fragilità e totale assenza di passione per la socializzazione troveranno cura dapprima nell’affetto della sua migliore amica Olivia, e poi inaspettatamente in se stessa.

…di oppormi allo spinto fatalismo per i quale gli amici sono quelli che capitano, e con questi dobbiamo imparare a convivere,

Olivia! Lei si che sapeva sempre come prenderla, come tirarla su dall’ennesimo errore d’amore (che poi forse di amore vero quella storia ne aveva ben poco). E di infonderle coraggio per superare anche questa volta quell’esame di giurisprudenza, che la sua autostima pari allo zero aveva già catalogato come infattibile da qui ai prossimi mille appelli.

né abbastanza forte da trasformare in azione un pensiero di riscatto

che potenzialmente avrebbe potuto fare la differenza.

Le conseguenze di questa mia insicurezza cronica erano disastrose.

Ma tanto sia in occasioni come questa che in tutte le altre che Marta vive, scoprirà e ci ricorderà! che se nella vita hai il coraggio di rischiare, di buttarti da “quella scogliera” dalla quale hai sempre avuto troppa, ma proprio troppa paura per saltare, puoi seriamente correre il rischio di vivere qualcosa dove nemmeno i sogni di felicità più arditi sono mai riusciti a spingersi.

Inaspettatamente la storia d’amore che (senza spoiler che già lo si sa dai social), Marta e Leandro (Camilla e Aimone) vivono, non è il focus del libro. Il cuore pulsante è invece l’intero percorso che si attraversa come singoli, prima di essere pronti a vivere in coppia: perché per vivere anche la storia d’amore più bella della propria vita bisogna essere pronti, entrambi.

…nessuno dovrebbe investire il proprio tempo a cercare di rispecchiare le proiezioni degli altri.

E non ci si può ritenere pronti, se ciascuno dei due non è diventato grande abbastanza da reggersi felicemente sulle proprie gambe senza paura, per poi condividere il coraggio di vivere insieme e ancora di più di sbagliare insieme, “per tutto il resto dei nostri sbagli”!

Lo devi sempre tenere presente, perché una cosa può essere anche bellissima e perfetta, ma se non è tempo, cara mia, non c’è niente da fare.

…si deve essere più felici in due rispetto a quanto non lo si è come individui,

altrimenti ogni sforzo perde di significato…

In più di una occasione mi è capitato di sentire Camihawke definire la sua storia con Aimone (quella vera e non trascritta), come un: amore antico

La felicità è una cosa seria, e se c’è, deve essere assoluta, senza ombre e senza pena.

e questo aspetto romantico trova la trasposizione nella storia epistolare che Marta e Leandro si trovano a vivere, in una perfezione che solo ad immaginare un fondo di verità in questo amore così diretto e autentico, non si può che lasciare che gli occhi si bagnino di lacrime. La bellezza delle parole e delle situazioni scritte prima e condivise “di persona” poi, che i due si trovano a vivere tra le pagine di questo libro, ci porta a sperare che siano capitate a Camilla e Aimone anche nella vita vera.

Probabilmente è vero che se non ti piace la stessa musica non puoi andare d’accordo! E questo è decisamente vero per Marta e Leandro, che incontratisi nella musica hanno poi condiviso (e apprezzato), i rispettivi gusti musicali tra le righe delle e-mail (moderne lettere) che i due si sono inviati nel corso dei mesi, consolidando dapprima e distruggendo poi, un modo meravigliosamente intimo e autentico di comunicare e conoscere l’altr* entrandogli dentro.

Come in questi mesi in cui non ti ho mai vista, ma ho sempre saputo che c’eri

Per tutto il resto dei miei sbagli credo che sia la promessa d’amore più autentica che si possa fare all’altra persona, perché di sbagli nella vita ce ne saranno sempre tanti, dai più banali e quotidiani a quelli un po’ più seri, eppure la bellezza di affrontarli insieme è l’unico vero obiettivo che una coppia dovrebbe avere, avanzando nella vita un passo dopo l’altro, con tutta l’onestà di cui si è in grado.

Per tutto il resto dei miei sbagli” credo parli proprio di questo: di onestà prima di tutto verso se stessi, per poi essere data anche ad altri godendo della pace che si prova ad essere accolti dall’altr* esattamente per come si è con tutti i propri difetti e odori;

…le tempie…non so, non saprei spiegarlo. Sanno della tua pelle

soprattutto quelli che si cerca di camuffare perché nessuno ci ha mai detto di quanto siano meravigliosi, e da soli non siamo mai stati in grado di coglierne la bellezza. Quindi sì Camilla Boniardi conferma che abbiamo bisogno degli altri, ma prima di tutto abbiamo bisogno di noi stessi per avere una vita piena e appagante soprattutto se, o meglio quando, scegliamo di condividerla con qualcun altro.

Oltre la storia tra Camilla e Aimone

Se non si fosse “influenzati” dalla trasposizione letteraria della relazione tra Camilla e Aimone, ritengo, ci si potrebbe soffermare anche su quello che è l’aspetto psicologico dell’intero romanzo. L’autrice infatti affronta forse tutti i suoi angoli privati come le sue esperienze di bimba, la sua timidezza, l’amore verso i suoi genitori che hanno sempre assolto al loro compito, persino nella stesura di questo libro; fino ad arrivare ad affrontare nella maniera più delicata possibile il suo essere “troppo magra” e il suo aver superato tutto questo semplicemente vivendo.

Persino la copertina (e questa è una cosa che mi piace tantissimo!) acquisisce un senso compiuto solo alla fine, quando assorbita l’ultima parola e, forse, aver versato l’ultima lacrima si chiude il libro tra le proprie mani e si riguarda la “prima di copertina” con rinnovati occhi e si vede il luogo dove i due innamorati hanno sperimentato tanto la vicinanza tanto la lontananza (e dopo questa devi per forza leggere “Per tutto il resto dei miei sbagli” perché non ti spoilero assolutamente niente).

Un libro di autoguarigione e di analisi ma soprattutto del far pace con il proprio trascorso e quello di chi d’ora in avanti ci accompagnerà nella nostra vita auspicabilmente:per tutto il resto “dei nostri” sbagli.

 

É già tutto pronto devi solo volerlo.

Personaggi

  • Marta Sartori: la protagonista. Ha 25 anni, studia Giurisprudenza dopo avere lasciato gli studi in biotecnologie. Non è soddisfatta del suo percorso di studi, di sé stessa, della sua vita sentimentale e solo dopo un viaggio (o forse più d’uno) troverà il percorso giusto per lei sotto ogni punto di vista. É miope dall’età di sette anni, ma non si fa riferimento ad occhiali in tutto il libro, quindi la si può immaginare nell’uso di lenti a contatto. Ha un metodo di studio pessimo, e solo grazie a Olivia che le infonde coraggio alla fine riesce a laurearsi. Ama la musica e la band di Leandro è la sua preferita. Il suo compleanno è da sempre un evento importate e da questo momento in poi ancora di più.
  • Olivia Olli“: la migliore amica di Marta, A lei deve praticamente una delle cose più belle capitatele nella vita: l’incontro con Leandro, ma anche la laurea in Giurisprudenza che se non era per lei Marta ancora era lì a preparare lo stesso esame. Le due si supportano da sempre e hanno davvero una gran bel rapporto, di quelli che ti capisci senza parlare.
  • Leandro: cantante e frontman della band preferita da Marta. Vive a Perugia la sua città natale e ha una storia finita che non è ancora del tutto nel suo passato. É evidentemente affetto da romanticismo cronico e questo riesce a manifestarsi appieno nella relazione con Marta, nonostante tutto… Ama le cose semplici e autentiche e preferisce “i grandi gesti” al lusso ostentato, a Perugia guida una “Punto blu sgarrupata” e il suo vino preferito è l’Amarone, perché nasce da uno “sbaglio” e avendo per lui un fascino raro la storia di questo vino è divenuto col tempo “il vino delle occasioni speciali”
  • Riccardo: amico di Leandro e di tutta la sua band, si rende utile durante i concerti occupandosi del merchandising; ma alla fine lascerà questo suo “ruolo” per rimettersi a studiare e costruirsi una carriera “canonica”, anche se la nostalgia dei tour è sempre tanta! É durante il primo concerto a cui Marta e Oliva vanno che Riccardo si incontra con quest’ultima e quindi poi Marta conosce Leandro, ma non sarà l’unico suo ruolo da “cupido”.
  • Andrea Sartori: fratello “grande” di otto anni di Marta, è il secondogenito.
  • Marco Sartori: secondo fratello di Marta ed è il più piccolo dei tre.
  • Dario: è il fidanzato di Marta. I due non si frequentano da molto ma non hanno una relazione forte anzi, in realtà non soddisfa nessuno dei due. Viaggiano talmente in maniera asincrona che quando una decide di rompere la relazione, l’altro ci mette il tutto per tutto per farla funzionare.
  • Tommaso: amico di Dario, è sempre presente durante le uscite con Olivia persino, insieme ad altri amici, la sera del compleanno di Marta.
  • Federico: anche Olivia ha i suoi problemi di cuore, e Federico per lei è decisamente una questione da risolvere decisamente da troppo tempo.
  • Pierluigi “Gigi”: anziano signore dal quale Leandro acquista il suo pianoforte, che è stato messo in vendita dopo la morte della moglie Angela
  • Angela: moglie di Gigi, ha sempre amato ascoltare il suo amato suonare e probabilmente anche in questo caso, è stata la musica a unirli “finché morte” non li ha separati.
  • Professor Corradini: braccio estro del Professor Bianchi
  • Professor Bianchi: professore di diritto commerciale alla facoltà di Giurisprudenza frequentata da Marta
  • Greta: ex fidanzata di Leandro. É ancora innamorata di lui, tenta di ricostruire la relazione e per un gesto sconsiderato a seguito di un incidente stradale rischia la vita. Leandro l’assiste nella guarigione, un po’ per affetto un po’ per senso di colpa e questo comporterà delle scelte dolorose per più di una persona.
  • Giovanni: bisnonno di Marta
  • Joaquim: insegnante di surf che Marta incontra in Portogallo con il quale si curano vicendevolmente le ferite del passato. Diventano anche colleghi e la separazione non peserà a nessuno dei due, anzi entrambi guardano al loro passato con affetto
  • Piero: una delle tante persona incontrate per strada sulle quali Marta immagina delle storie.
  • ??: capo di Marta presso il giornale dove inizia a scrivere già da prima della laurea in Giurisprudenza
  • Nicola: amico di Leandro che compie gli anni proprio al momento migliore.

 

Info bibliografiche

Titolo originale: Per tutto il resto dei miei sbagli (italiano)

Autore: Camilla Boniardi

Prima pubblicazione: 2021

Prima pubblicazione in Italia: 20 Aprile 2021

La mia edizione: 2021

Editore italiano: Mondadori

Collana: –

Genere: Romanzo

Numero di pagine: 295

Preceduto da: Per tutto il resto dei miei sbagli è il primo libro dell’autrice

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Il romanticismo “cantato e divertito” del poeta inglese Auden in bilico tra rettitudine e disonestà

Il romanticismo “cantato e divertito” del poeta inglese Auden in bilico tra rettitudine e disonestà

Poesie d'amore in inglese: La verità, vi prego, sull'amore di Wystan Hugh Auden

POESIA

Il romanticismo “cantato e divertito” del poeta inglese Auden in bilico tra rettitudine e disonestà

La verità vi prego sull’amore di Wystan Hugh Auden è una raccolta di poesie il cui titolo (forse) ci trae in inganno. Non è il romanticismo che ci aspettiamo, anzi forse abituati a leggere altro (penso a Ritsos e Neruda) ci troviamo davanti ad una forma decisamente diversa di romanticismo. In questa raccolta infatti qualche punto interrogativo sull’amore Auden se/ce lo pone e rimane tale! L’insegnamento?è che alla fine la verità (su qualsiasi cosa?!) è quella che ciascuno di noi assume come tale. La verità sull’amore è dunque soggettiva. L’unica parte oggettivata è che servono due persone che condividono connessione, prospettive e intimità nelle loro innumerevoli forme.

19 MAGGIO 2023 – TORINO

POESIA

La verità vi prego sull’amore di Wystan Hugh Auden. Ecco la mia recensione.

La verità vi prego sull’amore di Wystan Hugh Auden è una raccolta di poesie il cui titolo ci trae (forse) in inganno.

Ho comprato questo libro a Como, la prima volta che ci sono stata (data di acquisto 8 Maggio 2023). Ero davvero di fretta e come sempre quando entro (capiterà anche a te) in una libreria nuova, ci metto un po’ ad orientarmi. Volevo leggere poesie, ‘che avevo il cuore e la mente leggeri, perché alleggeriti da quei giorni di off. Inizio a cercare.

Il titolo mi cattura ed ha il testo a fronte in inglese, decisamente un plus! Penso che non ricordo l’ultima volta che ho letto qualcosa in inglese, salvo Alice nel paese delle meraviglie molti anni fa e gli ultimi Haiku che mi sono fatta arrivare da Londra.

Il tempo stringe, devo andare in stazione per fare tappa a Milano e poi di nuovo Torino.

Sfoglio, sorrido, scambio qualche parola con la signora che è lì vicino a me, lo compro.

La lettura inizia in treno.

Dicono alcuni che amore è un bambino,
e alcuni che è un uccello,
alcuni che manda avanti il mondo,
e alcuni che è un’assurdità,
e quando ho domandato al mio vicino,
che aveva tutta l’aria di sapere,
sua moglie si è seccata e ha detto che
non era il caso, no.

Assomiglia a una coppia di pigiami,
o al salame dove non c’è da bere?
Per l’odore può ricordare i lama,
o avrà un profumo consolante?
È pungente a toccarlo, come un pruno,
o lieve come morbido piumino?
È tagliente o ben liscio lungo gli orli?
La verità, vi prego, sull’amore.

I manuali di storia ce ne parlano
in qualche noticina misteriosa,
ma è un argomento assai comune
a bordo delle navi da crociera;
ho trovato che vi si accenna nelle
cronache dei suicidi,
e l’ho visto persino scribacchiato
sul retro degli orari ferroviari.

Ha il latrato di un alsaziano a dieta
o il bum-bum di una banda militare?
Si può farne una buona imitazione
su una sega o uno Steinway da concerto?
Quando canta alle feste, è un finimondo?
Apprezzerà soltanto roba classica?
Smetterà se si vuole un po’ di pace?
La verità, vi prego, sull’amore.

Sono andato a guardare nel bersò;
lì non c’era mai stato;
ho esplorato il Tamigi a Maidenhead,
e poi l’aria balsamica di Brighton.
Non so che cosa mi cantasse il merlo,
o che cosa dicesse il tulipano,
ma non era nascosto nel pollaio,
e non era nemmeno sotto il letto.

Sa fare delle smorfie straordinarie?
Sull’altalena soffre di vertigini?
Passerà tutto il suo tempo alle corse,
o strimpellando corde sbrindellate?
Avrà idee personali sul denaro?
È un buon patriota o mica tanto?
Ne racconta di allegre, anche se spinte?
La verità, vi prego, sull’amore.

Mi hanno detto che non puoi dimenticare
quello che provi quando lo incontri,
l’ho cercato da quando ero un bambino
ma non l’ho ancora trovato:
sto per avere trentacinque anni
e ancora non so
che tipo di creatura può essere
che riesce a turbare così.

Quando viene, verrà senza avvisare,
proprio mentre mi sto frugando il naso?
Busserà la mattina alla mia porta,
o là sul bus mi pesterà un piede?
Accadrà come quando cambia il tempo?
Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
Darà una svolta a tutta la mia vita?
La verità, vi prego, sull’amore.

La verità vi prego sull’amore

L’amore è come un un album di fotografie 

Uno degli aspetti che più mi ha colpita di La verità, vi prego, sull’amore è il suo essere assolutamente pittorico. Per meglio dire: immediato, come una fotografia in bianco e nero che osservi con attenzione nei dettagli. Un’immagine, un ricordo nel quale ci si immerge volentieri. Sembra quasi un diario in cui Auden raccoglie i suoi ricordi mentre egli stesso viaggia (con il corpo e/o con la mente?). Ci sono immagini di amori vissuti (Ninnananna), di amori sfuggenti (Johnny), ma anche della sensazione di paura e perdita che la guerra porta nelle nostre vite (Oh, cos’è quel rumore), e di consapevolezza verso la vita stessa che sempre va avanti nonostante l’amore perduto.

Ci insegna Auden:  pensare serve, trovare ricovero e ristoro in un abbraccio o accasciati sotto un albero quasi a volerci nutrire della sua linfa, anche! Ma ad un certo momento agire e risollevarsi (Sotto un salice prostrato), avendo fiducia che la strada che si sta per imboccare è quella giusta. Insomma guardiamo tutte le fotografie che sono la nostra vita, sfogliamo questo bellissimo album, ci emozioniamo e poi ci rimettiamo in marcia.

Segua al pensiero rapida l’azione.

A che serve pensare?

Sotto un salice prostrato

Penso sia quest’ultima parola: marcia il senso di unire in una stessa raccolta storie/fotografie/poesie di guerra e di amore.

Forse perché ho finito da poco di leggere Se accendono le stelle di Vladimir Majakovkij, eppure trovo in questi due libri dei parallelismi prima di tutto fonetici e poi di ritmo, che ciascuno dei due autori ha conferito ai proprio versi. A pensarci entrambi hanno vissuto a cavallo tra il 1800 e il 1900, seppur Auden negli inglesismi “bene” e Majakovskij nel pieno della rivoluzione russa!

Recensirli “vicini” in termini temporali, è stato un caso interessante!

Per quanto il libro sia smilzo, nel chiuderlo sentirete e vi direte non quanto è grande questo poeta, ma quanto umani siete voi.

Intro: qualche parola per dieci poesie

Che suono ha? L’amore…

…o strimpellando corde sbrindellate?

 

La verità, vi prego, sull’amore

Oggi, rispondo che l’amore ha il suono di un chitarrista blues che suona solo per te nella sua casa tra le montagne mentre ti guarda dritto in faccia, con i suoi occhi color del cielo ma infiammati come la lava. L’amore ha il suono delle lacrime che cadono di gioia. L’amore ha il suono della natura, dell’acqua, delle foglie e del silenzio rotto solo dal respiro quieto, dai battiti del cuore, dal suono della pelle quando la accarezzi, dalle risate e sorrisi condivisi. E ancora, dal vino che viene versato e goduto come da tutti i suoni che il piacere del corpo e della mente origina.

Questi per me sono i suoni dell’amore, certa che nel tempo saranno la base per altre definizioni.

Wystan Hugh Austen invece, è come se brancolasse nel buio. Ecco allora che cerca un confronto con il lettore, non a caso il titolo originale è Tell me the truth about love, configurandolo alla stregua di una supplica; facendoci naturalmente immaginare un “Oh” all’inizio così da diventare “Oh, ditemi la verità vi prego! sull’amore.”

E nel mentre che la risposta gli arriva (?) vi abbina qualsiasi suono (La verità, vi prego, sull’amore). Come detto, passa da quello rumoroso della guerra, a quello concitato delle corse dei cavalli (La verità, vi prego sull’amore), a quello di un bisbiglio (Ninnananna), di un uomo innamorato che canta per la strada (Una sera che ero uscito a spasso) o gioioso di una festa dove le vesti brillano e tintinnano come anche i gioielli (Johnny).

Udii un innamorato che cantava

Una sera che ero uscito a spasso

E se di suono vogliamo parlare, non ci si può che soffermare sulla musicalità intrinseca dei versi di W.H.Austen! Anche in questo caso il consiglio è leggere le dieci poesie raccolte in La verità, vi prego, sull’amore in lingua inglese originale. Te le farà percepire (o meglio udire) in tutt’altra maniera, specie se scegli di leggerle ad alta voce come ho fatto io. La bellezza di leggere ad alta voce l’ho sperimentata leggendo Le mille e una notte, ma anche le Poesie di amore e libertà di Jacques Prévert, o anche le prime pagine dell’Isolario italiano di Fabio Fiori quando mi sono ritrovata… (ne parlo nell’articolo).

Sarà che Wystan Hugh Auden nasce come drammaturgo (si lo so che con questa parola viene subito in mente Shakespeare), ma in questi versi, soprattutto ascoltando anche la nostra stessa voce mentre li leggiamo, non possiamo fare altro che sorridere per il suono che producono e per l’ironia di cui sono intrisi. Un invito a prendere con ironia la vita stessa? Certamente è questa una buona chiave di lettura.

C’è sempre un’altra storia,

c’è più di quello che si mostra all’occhio.

 

Alla fine il segreto viene fuori

 

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

In amore e in guerra

Si dice che in amore e in guerra tutto è lecito, e lo si dice come se queste due realtà fossero distanti tra di loro. Eppure qui, tra queste pagine, sembra come se questi due grandi temi facciano da pilastri in questa breve raccolta di poesie inglesi. Certamente enfatizzano il concetto chiave che è quello della dualità: parola d’ordine per leggere questo piccola quanto potente raccolta. Tutto in questi versi si muove costantemente fra due metà: tra il tangibile e il perduto, tra ciò che abbiamo e ciò che vorremmo, tra la gioia e la paura, tra la pace e il frastuono.

Ritengo assolutamente ben riuscito il “promemoria” che sempre dobbiamo confrontarci tanto con il dritto che con il rovescio della medaglia, e che tal volta dobbiamo astenerci dal dare per certa una determinata realtà, perché è mutevole per cagione nostra o altrui.

Ciò che conta e che quindi Auden ci insegna, è la caducità della vita (ecco che la guerra diventa simbolo), invitandoci quindi a viverla appieno nel presente senza sprecarne nemmeno un semplice bisbiglio.

[…] ma da questa notte

non un solo bisbiglio, né un pensiero,

non un bacio o uno sguardo sia perduto.

/

[…] but from this night

not a whisper, not a thought,

not a kiss nor look be lost.

Ninnananna

 

 

 

Sinossi

“I temi di queste poesie sono l’amore e la disonestà-i due poli tra i quali ci siamo trovati a soggiornare nel nostro secolo, pronti a gloria Arci della loro occasionale divergenza ma bravissimi, anche quando siamo sfortunati a conciliarli tra loro a fonderli insieme. Ci sono buone ragioni se versi del poeta oscillano tra la più intensa tenerezza e parossismi di indifferenza, e se da questo oscillazioni nasce uno stridente li lirismo che non ha precedenti”. Così scrive Brodskij presentando queste 10 poesie di Wystan Hugh Auden. Composte negli anni 30 e impregnate di un angoscioso “odore del futuro” esse parlano all’amore nella varietà dei suoi stati, dall’esaltazione alla desolazione. Con un vago tono di ballata sul fondo, e quasi sfidando una musica seguirli, questi versi hanno un “timbro tagliente” che incide le parole nella mente annientando ogni ostacolo. Li abbiamo appena letti che già navigano nella nostra circolazione, come qualcosa di intimo e insieme remoto. Accade di rado con la poesia di questo secolo e non meraviglia che numerosissimi lettori li abbiano scoperti di recente: forse da tempo, senza saperlo le stavamo cercando.

Poesie

  1. La verità, vi prego sull’amore
  2. Canzone
  3. Sotto un salice prostrato
  4. Calypso
  5. Una sera che era uscito a spasso
  6. Ninnananna
  7. Alla fine il segreto viene fuori
  8. Oh, che cos’è quel rumore
  9. Johnny
  10. Blues in memoria

Info bibliografiche

Titolo originale: Tell me the truth about love (inglese)

Titolo: La verità, vi prego, sull’amore

Autore: Wystan Hugh Auden

Prima edizione: 1976

Prima edizione italiana: 19 novembre 1994

La mia edizione: VIII edizione – Ottobre 2022

Editore italiano: Adelphi

Collana: Piccola Biblioteca Adelphi

Genere: Poesia

Numero di pagine: 68

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Non sai a che punto della vita sei? Leggi Siddharta

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Libro su Frida Kahlo

POEMA INDIANOGROWTH, MIND & BODY, SELF HELPAVVENTURA

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Siddharta è il romanzo più famoso e apprezzato di Hermann Hesse, premio Nobel per la letteratura, soprattutto per la sua componente spirituale che muove e ispira a trovare se stessi, la propria identità e ruolo nel mondo.

1 OTTOBRE 2021 – TORINO

POEMA INDIANOGROWTH, MIND & BODY, SELF HELPAVVENTURA

Siddharta di Hermann Hesse. Ecco la mia recensione.

 

Come la maggior parte dei libri che ho letto anche Siddharta arriva con un tempismo direi svizzero.

Acquistato su e-bay mentre ero a Torino, spedito a Roma, lo inizio a leggere su un Italo che mi riporta a Torino per scrivere un nuovo capitolo della mia vita, iniziando un viaggio introspettivo che molto ha in comune con quello che ho letto in questo romanzo di Hermann Hesse.

Il viaggio che intraprende Siddharta il protagonista di questo romanzo del 1922, non a caso è stato preso sin dai primi anni a modello dai ragazzi che giustamente sentivano la volontà e l’esigenza di affermare se stessi, trovare la propria identità e quindi il proprio percorso di vita.

No, l’uomo che cerca veramente, l’uomo che veramente vuol trovare, non può accogliere nessuna dottrina.

È bene, pensava, sperimentare personalmente tutto ciò che si ha bisogno di sapere.

Siddharta di Hermann Hesse è in questo senso un romanzo “di formazione”, perché appunto mostra la ferma volontà e intenzione di divenire chi si è (da ricordare che l’Ecce Homo Come si diventa ciò che si è” di Friedrich Nietzsche è stato pubblicato nel 1908). La grande scoperta che Hesse/Siddharta condivide con il lettore è che, nonostante si incontrino sulla propria via tante guide che parrebbero mostrarci il cammino migliore per noi e ciò che vogliamo raggiungere nella vita, al dunque, nessuno è in grado di dire all’altro cosa e come farlo, perché ciascuno deve necessariamente trovare in autonomia, ascoltando intimamente sé stess*, il proprio percorso il proprio divenire.

Tutto insieme era il fiume del divenire, era la musica della vita (…) mille voci consisteva di un’unica parola, e questa parola era Om: la perfezione.

Ecco quindi che Vasudeva il vecchio barcaiolo rappresenta, forse persino più di Siddharta, il viaggio (che dura una vita) trascorso all’insegna dell’ascolto del fiume. Nella mia lettura infatti il fiume altro non è che il nostro vero io, quello che ci parla se siamo in grado di ascoltare e comprendere il suo linguaggio.

attendere, avere pazienza, ascoltare

Non a caso lo stesso Hermann Hesse ha definito questo suo romanzo un poema indiano (da ricordare in tal senso le origini tedesche dell’autore!), perché è intriso in ogni momento di quelle riflessione tipiche delle dottrine indiane di cui il Buddha, qui Gotama, è nel nostro occidente certamente la figura più emblematica dell’approccio spirituale e ancor di più olistico tipico di Madre India.

Va da sé che l’ambientazione è dunque quella indiana; eppure a noi occidentali ci approcciamo forse con una certa arroganza ad un testo come è il Siddharta di Hermann Hesse, perché lo osserviamo con gli occhi occidentali. Ad esempio io non avevo idea di cosa fosse un Brahmino, del suo abbigliamento e dell’importanza all’interno di una comunità. Dunque quello che ho fatto, è stato cercare un’immagine che rappresentasse questa figura, e ho immediatamente compreso che, fuorviata dalla bellissima copertina della mia edizione Adelphi del 1975, non mi figuravo al meglio l’ambientazione effettiva, immaginando “quasi” degli ambienti rinascimentali.

Ecco quindi un caso perfetto del celebre detto “Non si giudica un libro dalla copertina”… o almeno non si dovrebbe!

Certo è vero che Hermann Hesse non fornisce in maniera esaustiva descrizioni ambientali, eppure il lettore riesce perfettamente ad “entrare” nei luoghi quasi mistici che ci propone, siano pure quelli del “giardino delle delizie“, proprio a dimostrare che persino la più terrena e carnale delle cose, può e anzi dovrebbe essere vissuta con uno spirito di molto più elevato, rispetto a quello che noi occidentali siamo abituati ad avere.

A conti fatti credo che gli insegnamenti più significativi di questo romanzo, che mi è rimasto nel cuore, siano come già detto: (1) l’importanza di imparare ad ascoltare noi stessi, (2) il valore dell’amicizia che lega due persone a prescindere dalla parentela (vedasi tanto Govinda quanto Vasudeva), e (3) la capacità di vivere una vita ascetica anche negli agi terreni perché conquistare la propria serenità non implica la rinuncia a tutto ciò che è materiale, quanto piuttosto la capacità di non esserne schiavi ma anzi piegare il materiale al benessere dello spirito.

Nella mia “lettura” sono altri tre i punti cardine che il Siddharta di Hesse ci propone ossia (4) il ruolo genitoriale che tanto “un” padre quanto “una” madre sono chiamati ad assolvere nell’interesse del figlio, e in parallelo il sentimento di rispetto che un genitore ispira nel figlio, in funzione el suo stesso essere e modo di stare nel mondo.

E ovviamente (5) l’amore, che persino nella sua più carnale espressione come è quella tra Kamala e Siddharta, è da analizzare in termini tantrici poiché l’unione dei due trascende la corporeità, ed è ancor di più unione spirituale, esperenziale e di stima reciproca…come una danza che ora è lenta ora veloce, ma che avviluppa i due amanti nelle sue molteplici forme, dando ad entrambi il piacere dell’una e dell’altro.

Ma a me importa solo di poter amare il mondo

(…)ma per lasciarlo, invece, così com’è, e amarlo e appartenergli con gioia.

In ultimo, con l’intenzione di enfatizzare questo punto, c’è la capacità di spronare il lettore ad avere (6fiducia nel futuro e in sé stessi poiché sono solo i nostri genuini e autentici obiettivi e sogni a muoverci nella giusta direzione, come appunto la pietra che gettata nel fiume viene attirata verso il fondo incontrastata.

Che tu cerchi troppo?

Che tu non pervieni a trovare per il troppo cercare?

(…)

allora accade facilmente che il suo occhio perda la capacità di vedere ogni altra cosa, fuori di quella che cerca

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Cercare significa: avere uno scopo. Ma trovare significa: esser libero, restare aperto, non avere scopo.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Così pure è il percorso di chi vuole trovare se stesso e raggiungere qualcosa nella vita, sarà esattamente questo a guidarci e tanto nella gioia quanto nel dolore dobbiamo avere fiducia che tutto è funzionale e parte di ciò che vogliamo, dunque l’unica vera decisione che dobbiamo prendere è quella di abbracciare ogni cosa e persona sul nostro cammino poiché in un modo o nell’altro ci arricchisce e coopera a farci davvero raggiungere il nostro io più intimo e profondo.

la ferita non gli era data per rovistarci dentro e dilaniarla, ma perché fiorisse in tanta luce

Una profondità che è impossibile spiegare, come accade tra Gotama e Siddharta, ma che tuttavia si percepisce ed è anzi ben visibile agli occhi dell’altro poiché a nostro modo, abbiamo raggiunto la beatitudine.

Non nella parola, non nel pensiero, vedo la sua grandezza, ma nella vita, nell’azione.

Personaggi

  • Siddharta: o Siddhartha è il protagonista di questo poema indiano come è stato definito dallo stesso autore. Egli è figlio di un Brahmino e questo è già di per se la prima base spirituale da cui il nostro “eroe” che in questo contesto “salva” se stesso, possiede ancor prima di iniziare il suo viaggio nella consapevolezza di sé. Siddharta è altresì il nome del figlio nato dall’unione con Kamala.
  • Govinda: fratello unilaterale (con Siddharta condividono lo stesso padre ma hanno madre differente) è soprattutto il migliore amico di Siddharta. Fondamentale perché nella sua devozione al fratello sceglie di seguirlo nel momento in cui abbandona la casa paterna, finché egli stesso non troverà il “suo maestro” nella figura del Gotama “il Buddha”.
  • padre di Siddharta: è un Brahmino, e di fatto è il primo riferimento spirituale che Siddharta ha nella sua vita.
  • Kamala: è una cortigiana di sopraffina bellezza, intelligenza e per questo ricchezza e amicizie potenti. Con lei Siddharta sboccerà dal punto di vista sessuale e anche grazie a lei si guadagnerà tutti gli agi materiali dopo il suo percorso di elevazione spirituale. Si incontrano casualmente la prima volta nel “giardino delle delizie” della stessa Kamala, luogo in cui ella è solita incontrare i suoi amanti o aspiranti tali. Dalla loro unione carnale nascerà un figlio che la cortigiana chiamerà col nome del padre.
  • Gotama: è “il Buddha“, non l’unico al mondo quanto piuttosto quello che Siddharta e Govinda incontrano e che sarà determinante per entrambi seppur in forme diverse.
  • Kamaswami: il potente mercante, che dietro combinato incontro da parte di Kamala, valuta e dunque accoglie sotto la sua ala Siddharta offrendogli un impiego che piuttosto rapidamente gli darà modo di arricchirsi e soprattutto spesare i suoi incontri con la cortigiana della quale nel mentre, si è innamorato e lei a sua volta.
  • Vasudeva: il vecchio barcaiolo, con cui Siddharta trascorrerà alcuni anni, fino al ritiro dei boschi di quest’ultimo. È un uomo molto saggio, che ha trovato la sua elevazione spirituale nel rapporto dialettico che nel corso degli anni ha instaurato con il fiume. Grazie allo scorrere incessante del fiume ha raggiunto la sua pace, soprattutto dopo che rimasto vedovo non aveva altro scopo nella vita che non la sua stessa sopravvivenza. Crescerà insieme a Siddharta il figlio di Kamala, finché questi non preferirà la fuga abbandonando la vita misera evidentemente inadatta ad un giovane ragazzo, che tra le altre cose ha sempre rifiutato la natura benevola del padre e ancor più di considerarlo come tale.

Info bibliografiche

Titolo originale: Siddhartha (tedesco)

Autore: Hermann Hesse

Prima pubblicazione: 1922

Prima pubblicazione in Italia: 1945

La mia edizione: 2009

Editore italiano: Adelphi

Collana: –

Genere: Poema indiano

Numero di pagine: 169

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