Titolo originale:
Autore: J.K.Rowling
Prima pubblicazione:
Prima pubblicazione in Italia:
La mia edizione:
Editore italiano:
Collana: –
Genere: Romanzo, Fantasy, Ragazzi
Numero di pagine:
Preceduto da:
Seguito da:
FANTASTICO – ROMANZO – RAGAZZI
Harry Potter e il calice di fuoco è il quarto libro della geniale saga di Harry Potter, il mago più famoso del mondo, nato dalla fantasia della scrittrice inglese, J.K.Rowling
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FANTASTICO – ROMANZO – RAGAZZI
Titolo originale:
Autore: J.K.Rowling
Prima pubblicazione:
Prima pubblicazione in Italia:
La mia edizione:
Editore italiano:
Collana: –
Genere: Romanzo, Fantasy, Ragazzi
Numero di pagine:
Preceduto da:
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ROMANZO
Il risveglio improvviso del professore nella sua camera, un fax al quale gli occhi faticano a credere, il trasferimento a bordo di un jet supersonico da Boston a Ginevra (Svizzera) dove il capo del CERN Maximilian Kohler, ha richiesto la sua esperta consulenza, per una situazione al limite della realtà.
La setta degli illuminati è tornata alla luce, nel modo più macabro e che nessuno avrebbe mai potuto immaginare.
Il fisico Leonardo Vetra è stato brutalmente assassinato, mutilato e marchiato a fuoco con il celeberrimo ambigramma degli illuminati.
Il suo sogno era riconciliare scienza e fede
Ma questo non sarà l’unico simbolo ad essere rivelato! Altri cinque simboli verranno mostrati al mondo dopo secoli, e avranno un ruolo decisivo nell’intera vicenda.
L’esperienza di Robert Landon sarà fondamentale per svelare il Cammino dell’Illuminazione, oltre ovviamente alla collaborazione con Vittoria Vetra l’affascinante fisica e figlia dell’assassinato fisico/prete Leonardo Vetra, tornata in fretta dalle Baleari.
Di fronte ad un problema apparentemente senza soluzione, invece di chiedere alla propria mente di trovarne una, bisogna cercare semplicemente di ricordarla
La fisica insieme al padre, è riuscita a creare l’antimateria, e in grande quantità!. Questo significa che nei sotterranei del CERN è, o meglio era, nascosta una delle più potenti e pulite forme di energia mai create (o ricreate in questo caso) e che nelle mani sbagliate può e rischia seriamente di diventare una bomba dal potere incalcolabile e superiore a qualsiasi altra arma concepita finora.
Il rapporto tra costo e rendimento era il problema di tutte le nuove fonti di energia
La coppia così composta raggiunge rapidamente una caotica Roma, che attende che il conclave venga sigillato.
Koyaanisqatsi…una parola hopi che significava “vita senza equilibrio”
Ma il presunto omicidio del pontefice, il furto di un’arma devastante, la scomparsa di quattro tra i cardinali con più alto consenso, non possono essere una coincidenza!
Il capitano della guardia Svizzera si rifiuta di credere all’effettiva pericolosità dell’antimateria così in un primo momento le forze impiegate nella ricerca del pericoloso cilindro si riducono ad una manciata di uomini.
Il piano degli illuminati è davvero ben congegnato e il conto alla rovescia sul cilindro di antimateria, rimane avvolto nell’oscurità delle fondamenta della Basilica di San Pietro, e avanza incessantemente.
Su questa pietra edificherò la mia chiesa Sacre scritture Matteo 16,18
Nel mentre che la Guardia Svizzera continua della cieca ricerca, il professor Langdon e Vittoria percorrono il cammino degli illuminati e dimostrano così di possedere quelle brillanti doti, che evidentemente gli illuminati avrebbero apprezzato.
“Mimetizzarono i loro indizi tra i monumenti di Roma”
La caccia al tesoro per le vie della Città Eterna ha inizio. Gli indizi passati inosservati per secoli, vengono ora rivelati e guidano questi improbabili eroi, in una lotta contro il tempo alla volta dei quattro altari della scienza.
Il cammino è composto di quattro tappe fondamentali, altari appunto, che chiederanno un sacrificio per celebrare la loro rivelazione al mondo; ma anche per pareggiare un conto in sospeso tra scienza e chiesa: la purga del 1668, in cui 4 scienziati furono marchiati a fuoco dalla chiesa e messi in mostra come monito.
Quattro furono le…
“Vergini sacrificali, agnelli immolati sull’altare della scienza”
Ma nonostante i quattro cardinali hanno perso la vita, c’è ancora quella di Vittoria da salvare: bisogna raggiungere la chiesa dell’Illuminazione che accoglie il malconcio Robert Langdon, con gli angeli di Ponte Sant’Angelo che danno sfoggio della loro bellezza.
E’ infatti la fortezza di Castel Sant’Angelo ad essere in realtà la chiesa dell’illuminazione. La sua posizione è perfetta: grazie al “mitico” passetto, questa si collega con il Vaticano, o meglio con la Biblioteca privata del Papa, consentendo così a chiunque possegga le chiavi di entrare e uscire inosservato.
Così come fecero nei secoli trascorsi centinaia di pontefici per raggiungere le loro amanti, così hanno fatto gli illuminati per far scomparire del tutto inosservati i quattro cardinali.
Svelato finalmente anche il famigerato Diamante degli illuminati, una visita inattesa dal CERN parrebbe far pensare al peggio, ma la realtà è anche peggiore.
È infatti il camerlengo quello da cui guardarsi! Il salvato dal suo stesso padre, colui che amava la fede al punto da rendersi cieco per essa, è colui da cui guardarsi a dispetto della sua capacità di ispirare gli altri e infondere calma.
“E’ proprio in questi momenti di chiarezza mentale che si riescono a risolvere problemi apparentemente insormontabili. E’ quello che i guru chiamano “coscienza superiore”, i biologi “stati alterati della coscienza” e gli psicologi “consapevolezza sovrasensoriale”. Aveva fatto una pausa. “E che i cristiani chiamano ”preghiera esaudita”.
È stato proprio Carlo Ventresca a far rubare l’antimateria, quindi a trovare il perfetto e introvabile nascondiglio; come anche è stato lui ad aver creato lo scenario perfetto per l’esplosione dell’antimateria garantendosi così le vesti di santo e al limite della realtà l’elezione per adorazione, dopo essere riuscito a pilotate (nel vero senso della parola), una tanto scenografica quanto iconica esplosione.
Il cielo! Dimentichiamo troppo spesso di guardare al cielo!
Carlo Ventresca
Egli non sarà tuttavia pontefice ma all’unanimità, con una elezione storica sarà il più meritevole a ricoprire questa carica: il cardinale Mortati. Colui che fu l’avvocato del diavolo, ora va al soglio pontificio con il benestare dell’intera comunità Cristiana, e l’acclamazione del mondo che indubbiamente ha avuto occasione di rivalutare il ruolo della Chiesa nell’epoca in cui viviamo.
Ai telespettatori non frega niente, vogliono essere intrattenuti
Scongiurato il pericolo, recuperati i sigilli, eletto il nuovo pontefice anche Robert e Vittoria sapranno godere della loro ricompensa, anche se sarà Robert a ricevere un regalo decisamente inaspettato.
A volte la nostra mente prende per vero quello che il nostro cuore desidera essere vero
Mortati
Qualcosa si può fare sempre e comunque
Vittoria Vetra
Gira a testa alta, sorridi e lascia che gli altri si chiedano come mai sei sempre allegra
Madre di Chinita Macri
Titolo originale: Angels & Demons
Autore: Dan Brown
Prima pubblicazione: 2000
Prima pubblicazione in Italia: 2004
La mia edizione: I Edizione – Novembre 2004
Editore italiano: Mondadori
Collana: Omnibus
Genere: Romanzo, Thriller
Numero di pagine: 562
Preceduto da: Crypto (Digital Fortress) (1998)
Seguito da: La verità del ghiaccio (Deception Point) (2001)
E’ così che ho conosciuto Rebecca “Becky” Bloomwood, la protagonista di I love shopping di Sophie Kinsella.
E se mi esprimo in questi termini, è semplicemente per il fatto che Becky è un personaggio riuscitissimo, in virtù della sua autenticità. Non a caso, in molte potrebbero confessare di essersi immedesimate, nella vicende narrate in I love Shopping.
Rebecca Bloomwood, lavora in un prestigioso giornale londinese “Far fortuna risparmiando”, la qual cosa non potrebbe essere più ironica, considerando il fatto che Becky ha dei seri problemi a tenere sotto controllo le sue spese. Il risultato? E’ praticamente perseguitata dal direttore della sua banca Derek Smeath, il quale non avrà vita facile nel tentativo di rimettere in sesto, il conto perennemente in rosso della nostra eroina.
Lei è a dir poco frizzante! E la personalità spigliata che Sophie Kinsella le ha conferito, inducono il lettore a provare simpatia se non addirittura affetto, dato il fatto che Rebecca nonostante tutti i suoi sforzi, sembra proprio che non riesca a stare lontana dallo shopping.
Ovviamente ha un serio problema con la scritta saldi, nella quale chiunque le voglia bene, spera non si imbatta mai; infatti a prescindere dal prezzo, per Becky c’è sempre un ottimo affare da concludere.
Beh! almeno in questo è coerente: acquista a tutto tondo! Dagli articoli per la casa, alla sciarpa perfetta e immancabile, all’intimo per il suo prossimo appuntamento, con uno degli scapoli più ambiti di tutto il Regno Unito, che neanche a farlo apposta, è proprio il cugino (un po’ strano a dire il vero), della sua coinquilina nonché migliore amica: Susan “Suze” Cleath-Stuart.
E per fortuna che c’è Suze, altrimenti tra un crollo emotivo e l’estratto conto di fine mese, su chi avrebbe potuto fare affidamento Becky? Non certo sui suoi genitori che vivono a Oxshott!!
Ma se è tutto bene quel che finisce bene, questo trambusto surreale porterà a Becky l’uomo dei suoi sogni, anche se non è detto, riesca ad essere anche la cura, per il suo piccolo problemino con lo shopping!
In poche parole, I love Shopping è davvero una bella commedia e non a caso, ci hanno fatto anche un film! È un libro da leggere d’un fiato, quanto più i nostri occhi e impegni quotidiani ci consentano, perché la scrittura è davvero incalzante e quando devi chiudere il libro, per rimandare la lettura all’indomani, è un vero dispiacere che si placa soltanto quando si ricomincia a leggere.
E per fortuna che sono davvero in molti i fan di questo libro, perché oggi I love Shopping è una saga! Quindi niente paura, perché quando arrivate a pagina 299, l’ultima (almeno nella mia edizione), puoi sempre andare in libreria e acquistare il seguito.
Titolo originale (tedesco): Das Parfum – Die Geschichte eines Mörders
Autore: Sophie Kinsella
Prima pubblicazione: 2000
Prima pubblicazione in Italia: 2000
La mia edizione: 2009 – IV Edizione Febbraio 2009
Editore italiano: Mondadori
Collana: Omnibus
Genere: Romanzo
Numero di pagine: 259
Preceduto da: –
Seguito da: I love shopping a New York
Qual’è la trama di The danish girl e qual’è la vera storia, tra realtà e cultura di massa, di Lili Elbe una delle personalità danesi più importanti di sempre.
4 FEBBRAIO 2020 – ROMA
The Danish girl è un romanzo scritto da David Ebershoff, edito in Italia da Giunti, per il quale ho avuto una lettura alquanto insolita, almeno rispetto ai miei standard di divoratrice di pagine e quindi di libri.
Acquistato poco dopo la sua pubblicazione nel Febbraio del 2016, l’ho ovviamente iniziato come mio solito pronta a finirlo, nel giro di qualche giorno. Invece per una serie di circostanze tra cui l’avvio di Erudito Burger Bar, le cose sono andate in maniera infinitamente diversa.
Dire che avevo preso sottogamba, la mole di lavoro che si cela dietro l’avvio di un’attività, è un pallido eufemismo! Ma tralasciando quanto è stato totalizzante quel periodo, torniamo a The danish girl, e al fatto che l’ho ripreso in mano a distanza di mesi da quel Febbraio, dopo aver ceduto alla tentazione di vedere il film che il libro ha ispirato.
Ecco quindi che mi sarà difficile parlare solo del libro, anzi penso che affrontare di concerto il romanzo, il film e la realtà, che effettivamente ha poco a che fare con i primi due, riesca a sciogliere molti dubbi in merito a chi era la “ragazza danese” nella realtà e chi è diventata nella cultura di massa, in senso letterario e cinematografico.
Ricominciata la lettura da zero, avevo ormai nella mente i volti degli attori Eddie Redmayne per Einar Wegener & Lili Elbe, e di Alicia Vikander per Gerda Wegener, quindi non sono riuscita a staccarmi da quest’immagine per crearne una mia. Questo non l’ho mai ritenuto un problema, insomma non è stata la prima e non sarà di certo l’ultima volta che vedo un film prima di leggere il libro da cui è tratto. Il problema sorge quando nella lettura si riscontrano una serie di “interruzioni” imposte dall’autore stesso, che durante tutto il romanzo sospende la descrizione in corso per fare una digressione, neanche troppo breve; su un avvenimento a cui il personaggio in quel momento volge il pensiero.
Questa tecnica narrativa, si trova spesso in romanzi più lunghi, nel nostro caso parliamo di un romanzo di 367 pagine, nota al testo e ringraziamenti compresi! Ne risulta quindi un racconto un po’ caotico, dove una lettura che per combinare gli impegni del quotidiano deve essere interrotta; fatica ad essere ripresa e quindi a trasportare il lettore, come una trama del genere vorrebbe.
Quindi sicuramente consiglio di leggere questo libro, ma di farlo solo se si decide di leggerlo tutto d’un fiato onde evitare di perdere il ritmo, di una così intensa trama.
The Danish girl, il libro! è un romanzo ispirato a fatti realmente accaduti ma non da intendersi come un riferimento se si vuole conoscere la reale storia di Lilli Elbe, Greta Wegener ed Einar Wegener. Per quello ci si dovrà rifare al testo (non tradotto in italiano) Man into Woman pubblicato nel 1933, acquistabile online e sicuramente anche in qualche libreria in centro, che tratta libri in lingua.
Il romanzo, ambientato (almeno nella prima parte) a Copenhagen in Danimarca, inizia con la narrazione di quella è la vita di una coppia di pittori sposati da meno di dieci anni. Gerda ed Einar che all’epoca era alquanto famoso, con i sui paesaggi raffiguranti sostanzialmente sempre lo stesso soggetto, ossia la palude non lontano da quella che fu la sua casa d’infanzia.
Gerda, anche lei pittrice ed ex allieva del professor Einar Wegener,
trascorreva come suo marito le giornate a dipingere
E scrivo entrambe, non come errore di battitura, ma perché da quel momento in cui Gerda chiesa ed Einar di posare per lei, vestendo i panni di una cantante lirica. Quello che dapprima sembra essere il primo momento in cui Einar entra in contatto con il suo alter-ego femminile, battezzato dalla cantante lirica in questione Lili, è invece solo il momento in cui il vaso di Pandora viene definitivamente aperto, dopo che già da ragazzo Einar ci aveva sbirciato dentro, senza seguito.
Invitati ad un evento mondano, Greta suggerisce ad Einar di accompagnarla nei panni di Lili, che superato l’impaccio iniziale cede infine alle lusinghe di un pittore omosessuale, che finge di essere attratto da Lili, ma che in realtà ha riconosciuto in lei lo stesso Einar.
Ciò di cui viene reso partecipe il lettore, nel corso della narrazione, è che Einar non percepisce se stesso come omosessuale, Einar infatti sente di essere Lili, ossia si sente donna.
Questo senso di frustrazione esistenziale aumenterà sempre di più nel corso della narrazione raggiungendo il suo climax, neanche a dirlo, alla fine del libro dove il tutto si perde nell’immensità e nella profondità della vita stessa.
Nonostante possa sembrare che sia Lili/Einar (è proprio il caso d’invertire l’ordine dei nomi) l’eroina di questo romanzo, quest’onere è invece riservato a sua moglie Gerda, che si troverà da sola, salvo qualche breve intromissione del fratello e di Hans un amico d’infanzia di Einar e commerciante d’arte, a sostenere da sola il peso della trasformazione del marito.
The Danish girl è quindi, non soltanto la storia del(la) prim(a) transgender della storia, ma quella intima di un matrimonio e di quanto questo possa sopportare pressioni proteggendo chi vi è, per così dire, all’interno offrendo sempre un rifugio sicuro, al di là di quelli che sono i conflitti interiori, che sono il binario lungo il quale l’intera storia, su più fronti evolve.
Gerda è stata per suo marito questo; sin da quando scelse di andare a Parigi (era il 1912 nella realtà) per evitare “imbarazzi sociali” al marito, finendo poi con il diventare lei stessa una famosa pittrice chiamata (nella realtà) ad illustrare anche su Vogue!! e non solo. La sua musa divenne proprio suo marito, nelle vesti che meglio gli appartenevano di Lili Elbe, una giovane poco più che ventenne dai tratti ovviamente androgeni, ma più che altro dalla voce flebile e dal passo leggero, in netto contrasto con quella che invece è stata la sua forza nel sottoporsi a quelle che (nella realtà), sono passate alla storia come le prime operazioni volte al cambio di sesso.
Entrambi pittori ma non di uguale successo. Gerda viene considerata come la moglie di Wegener e non come la pittrice che di li a poco si troverà suo malgrado a diventare, proprio grazie ad un abito che per citare Dante Alighieri ne “La divina commedia” fu galeotto, e segnò quello che fu il destino di entrambe.
In sostanza, seppur lo stesso autore nella sua nota al testo sottolinea che si! si è ispirato a fatti realmente accaduti, ma che la sua è un’opera di fantasia, risulterà difficile scindere la Lili Elbe del romanzo, da quella che è passata alla storia come la prima transessuale della storia e divenuta per tanto icona del movimento LGBT.
Leggendo queste pagine, o guardando il film, lo sforzo che si dovrà fare sarà quello di entrare nella mente del personaggio di Lili e percepire il suo sentirsi donna, come lo stesso autore ha effettivamente fatto a sua volta esagerando (chiaramente), quando descrive il momento della prima operazione come rivelatore di un piccolo sistema riproduttivo femminile, delle ovaie atrofizzate, a supporto “scientifico” del senso di non appartenenza al genere maschile in cui Lili era nata, nelle evidentemente errate sembianze di Einar.
Dobbiamo percepire la fiducia che questa persona aveva nel suo sentirsi donna, al punto da recarsi da sola in Germania per sottoporsi ad una serie di interventi di riassegnazione sessuale, pur sapendo che mai prima di allora si era tentato qualcosa di simile.
La prima, la più coraggiosa! ecco perché la cultura di massa la conoscerà sempre come LA ragazza danese,
una ragazza nata a Vejle il 28 dicembre 1882, che a seguito delle operazioni smise persino di dipingere non identificandosi più come pittrice, in quanto quella era un’etichetta di Einar Wegener e non Lili Elbe.
Nel 1930 Lili Elbe si recò in Germania per sottoporsi al primo intervento chirurgico di riassegnazione sessuale, all’epoca ancora sperimentale.
Nel complesso di sottopose a cinque operazioni. Il primo intervento fu la rimozione dei testicoli (orchiectomia) sotto la supervisione del sessuologo berlinese Magnus Hirschfeld. La seconda operazione consistette nella rimozione del pene e nel trapianto delle ovaie, rimosse in un secondo momento con altri due interventi occorsi a causa di un rigetto e di altre gravi complicazioni. La quinta operazione fu il trapianto dell’utero, per poter consentire a Lili, allora quasi cinquantenne, di diventare madre.
La sua storia sul cambio di sesso suscitò la curiosità della stampa in Danimarca e in Germania, tanto che l’allora re di Danimarca, Cristiano X, invalidò il suo matrimonio con Gerda nell’ottobre del 1930. Nel romanzo invece, l’annullamento del matrimonio viene descritto come originato da Gerda che si reca dalle autorità le quali, conoscendo i fatti archiviarono rapidamente la pratica, classificando Einar come scomparso e non morto, in quanto non vi era alcuna tomba.
Sempre nel 1930 Lili, riuscì a ottenere il riconoscimento legale del suo nuovo sesso e il cambio di nome, ricevendo il passaporto come Lili Elbe. Ovviamente nel romanzo tutto questo trambusto burocratico viene romanzato, descrivendo solo il modo romantico il cui Lili sceglie il suo nuovo cognome.
Dopo il cambio di sesso smise di dipingere, sostenendo che fosse un qualcosa che apparteneva solo a Einar, e anche nel romanzo nonostante Gerda la spronasse, si evidenzia un certo calo di interesse anzi persino, assenza di ricordi legati ad eventi legati alla pittura.
Lili Elbe morì nel 1931 a causa di complicazioni, tre mesi dopo la sua quinta e ultima operazione. Si pensa che la causa della sua morte, avvenuta il 13 Settembre di quell’anno, sia stato il rigetto dopo l’impianto dell’utero, che avrebbe dovuto darle la possibilità di diventare effettivamente madre. Venne sepolta a Dresda, in Germania.
I quadri che vediamo nel film, non sono quelli realmente dipinti da Gerda Wegener. Sono infatti rifacimenti, ispirati allo stile della pittrice ma decisamente più somiglianti agli attori del film, per ovvi motivi.
Nella realtà questa pittrice e illustratrice nata a Hammelev il 15 Marzo 1886, oltre ad essersi mostrata al grande pubblico come la raffiguratrice di Lili, sua musa; divenne nota anche per le sue illustrazioni, tra le altre di natura erotica. Nel film questo aspetto della pittrice, viene evidenziato in un atteggiamento di forte intesa, gioco e curiosità sessuale che Gerda condivideva con suo marito Einar.
Dopo l’annullamento del matrimonio ad opera del sovrano danese Cristiano X, Gerda si risposò con un ufficiale militare italiano: Fernando Porta, e si trasferì in Marocco. Lì visse per diversi anni ma finì col divorziare dal marito, quindi tornò in Danimarca, dove morì a Frederiksberg il 28 Luglio 1940.
Titolo originale: The danish girl
Autore: David Ebershoff
Prima pubblicazione: 2000
Prima pubblicazione in Italia: Febbraio 2016
La mia edizione: Aprile 2016 – VII ristampa
Editore italiano: Giunti
Collana: –
Genere: Biografico
Numero di pagine: 367
Preceduto da: – The danish girl è il primo libro dell’autore
Seguito da: The Rose City