Tutta l’intimità delle grandi feste in stile Fitzgerald

Tutta l’intimità delle grandi feste in stile Fitzgerald

ROMANZO

Tutta l’intimità delle grandi feste in stile Fitzgerald

Sarà che durante un certo tipo di feste gli ospiti sono abbagliati dalle luci e dallo scintillio, eppure sono i luoghi ideali in cui trovare l’intimità…magari proprio quella che si cerca con la persona che ci ha preso il cuore.

3 GIUGNO 2020 – ROMA

ROMANZO

Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald. Ecco la mia recensione.

 

L’età del jazz (19181928); solo a pronunciarne il nome, il suono di una tromba che suona nella nostra mente, ci riempie le orecchie.

Ma non era solo musica, in quegli anni. 

Francis Scott Fitzgerald, la figura letteraria più rappresentativa della Jazz Age, nel suo “Il grande Gatsby” offre un’analisi tanto introspettiva quanto generazionale, della tragicità emotiva che si celava e faceva rumore sotto la costante musica, e la sfarzosità della vita mondana, che di  fatto era incapace di porre fine alla solitudine e all’incomunicabilità.

Piene di variegata gente erano le “festicciole” di Jay Gatsby, eppure nessuno lo conosceva davvero. Storie intorno a lui, e delle più fantasiose, ma null’altro. Come ha detto la stessa Jordan Baker, l’amore estivo di Nick Carraway: 

“…a me piacciono le grandi feste. Sono così intime. Nelle feste piccole, non c’è intimità.”

L’affermazione contrastante quasi un ossimoro, dice però la verità. Nessuno alle feste alla villa di Gatsby conosceva davvero l’altro, la comunicazione era azzerata, sovrastata dal rumore e abbagliata dalla luce.

Fitzgerald non è Gatsby, e nemmeno Nick Carraway, il nostro narratore interno (anche personaggio) preso in prestito allo stile di Henry James. Ma con i suoi scorci letterari (tecnica dello scorcio) l’autore ci offre un ritmo concitato e a volte frammentario proprio perché stiamo leggendo le fasi delle sue riflessioni, quelle realtà che per lui erano motivo di dubbio e scrivendo dei fatti di Jay Gatsby, l’autore ebbe un pretesto per interrogarsi sul suo personale stile di vita dedito all’alcool, ad un buon grado di solitudine che cercava di affogare nella vita da playboy.

Per questo il romanzo è ambientato a soli tre anni di distanza (1922) dal momento reale in cui Fitzgerald viveva realmente (1925)? 

Certo è una chiave di lettura, che l’autore indagasse nel suo passato “recente”, per sondare le cause della sua più attuale e insoddisfacente condizione.

Perché nonostante il titolo (Il grande Gatsby) e appunto lo sfarzo che vengono proposti come prima e apparentemente più rilevante informazione, è proprio di questo che questo capolavoro delle letteratura americana ci parla. Della reale, autentica e devastante solitudine, della naturale propensione dell’essere umano a cercare di raggiungere il mito (americano?) e più in generale l’altro al di fuori di noi stessi; condannandoci di fatto ad una vita insoddisfacente nonostante la ricchezza e le folle in cui possiamo immergerci, che mai (per loro natura) potranno entrare in contatto con il nostro io più autentico.

La luce verde in fondo al pontile è dunque come scrisse Rollo May

è simbolo del mito americano: essa allude a nuove potenzialità, nuove frontiere, la nuova vita che ci attende dietro l’angolo […] Non esiste destino; se esiste, lo abbiamo costruito noi stessi […] La luce verde diventa la nostra più grande illusione… nasconde i nostri problemi con le sue infinite promesse, e intanto distrugge i nostri valori. 

Ed è ruolo del mito di guidarci ovunque pur di raggiungerlo, finché non ci destiamo dal sogno e ci rendiamo conto di dove quel sogno ci ha portati, oppure periamo nel vano tentativo di raggiungere ciò che è esterno a noi, quando avremmo solo dovuto far leva su…

l’istinto della gloria futura.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Altro tema è il rapporto con il passato nel quale si può rimanere bloccati, incapaci di andare nel futuro perché questo significa lasciare andare, perfino il più meraviglioso dei ricordi nel caso di Gatsby parliamo ovviamente dell’amor perduto di Daisy.

“Non si può ripetere il passato.”

“Ma certo che si può”


disse Gatsby a Nick Carraway

Nato James Gatz, egli cambierà il suo nome all’età di diciassette anni dopo aver incontrato il ricco Mr Dan Cody, dopo averlo avvertito che il suo yacht “Toulomee” stava per collidere contro degli scogli.

Egli fu il suo mentore, ma una certa Ella Kaye si assicurò di accaparrarsi tutta la ricchezza di Dan Cody, lasciando Jay Gatsby, al ritorno dalla guerra, senza “neanche i soldi per comprarsi un altro vestito che non fosse la sua uniforme da militare”.

Fu allora che iniziarono gli espedienti illeciti grazie ai quali fu in grado di accumulare tutta la sua ricchezza, grazie ai quali fu in grado di avvicinarsi all’oggetto del suo desiderio, finendo con l’acquistare la villa esattamente di fronte a quella di Daisy, separati soltanto dall’acqua del lago sul quale affacciava l’aristocratico villaggio di West Egg, toponimo fittizio per indicare la reale località di Kings Point.

Ma la distanza se esiste, che sia di un centimetro o di un continente, ci regala ugualmente quel senso di non appagamento che Jay Gatsby tentava di risolvere con la vita mondana, nel tentativo di riportarla a sé (Daisy).

La vita di quest’ultima, una ricca ereditiera era di facciata. Il suo matrimonio con l’ancor più ricco di lei: il giocatore di polo Tom Buchanan, era di convenienza perché lei amava davvero, nel fervore dei suoi diciotto anni, quel giovane che non aveva nulla da offrirle. Ma la vita, e il matrimonio la unirono davvero a quel Tom Buchanan, che nonostante la tradisse apertamente con Myrtle, al fine vedeva in lei il porto al quale fare ritorno, ogni volta.

E lei lo accettava, perché quella era la vita che aveva scelto per se stessa, anche lasciando questa scelta in mano alle regole della classe sociale cui apparteneva.

La prima volta fu ne 1917; ma in quell’estate del 1922 a Long Island, Daisy e Jay, si toccarono davvero. Quella serie di incontri furono davvero reali, ma altresì inconsistenti perché i valori dell’uno e dell’altro, oramai radicati, non gli consentirono molto più che soddisfare un amore giovanile, che non aveva la forza (le basi), per entrare nell’età adulta.

Nick Carraway, che qui rappresenta la morale puritana tornerà alla sua vita. Daisy tornerà alla sua vita. Jordan Baker, troverà la sua vita. E Gatsby, l’abbandonerà per sempre, pianto solo dal padre, Henry C. Gatz, reso orgoglioso dai traguardi del figlio.

Anche se la verità rimane sempre sotto gli occhi dell’ Onnisciente, qui rappresentato simbolicamente dagli occhi Dott. T.J. Eckleburg, che tutto vede e tutto sa.

PERSONAGGI

  • Nick Caraway: vive a West Egg è il narratore interno della vicenda in ripresa dello stile di Henry James
  • Jay Gatsby: proprietario della villa, e personaggio principale
  • Daisy Fay: cugina in seconda, da parte di padre di Nick Caraway e amata di Gatsby
  • Tom Buchanan: marito di Daisy e ricco (molto ricco) giocatore di polo
  • Demaine: petroliere amico di Tom
  • Sig.ra. Jordan Baker: amica di Daisy e giocatrice di golf. Sarà la fiamma estiva di Nick Carraway
  • George Wilson: meccanico e marito dell’amante di Tom Buchanan
  • Myrtle Wilson: amante di Tom Buchanan
  • Catherine: sorella di Myrtle
  • McKee: coppia che abita al piano di sotto di Myrtle lui Chester lei Lucille
  • Sig.ra Eberhardt: pedicurista
  • Claude Roosevelt
  • Sig. Meyer Wokfsheim: ebreo amico di Gatsby è un “giocatore” (d’azzardo) di professione
  • Rosy Rosenthal: personaggio rimasto ucciso nell’ex Metropole, locale ad Astoria
  • Sauterne
  • Ferdie: autista di Daisy che l’accompagna a casa di Nick per l’incontro non casuale con Gatsby
  • Sig Ewing Klipspringer: noto come il “pensionante” proprio in virtù del tempo trascorso come ospite di Gatsby, come se appunto ci vivesse è un giovane che suona il piano per Gatsby come segno di riconoscenza 
  • Dan Cody: il mentore di Jay Gatsby. E’ il proprietario dello yacht “Toulomee”; deve la sua ricchezza alla corsa ai metalli preziosi del 1875
  • James Gatz: nome di nascita di Jay Gatsby. Nasce nel Nord Dakota
  • Ella Kaye: giornalista che tentò di adescare “i soldi” di Dan Cody e ci riuscì con successo
  • Sloane: amico di Tom Buchanan
  • Beadeker:
  • Dott. Civet: ospite di una delle feste di Gatsby
  • Pammy: bambinaia della figlia di Daisy e Tom
  • Biloxi “Blocks”: fabbricante di blocchi del Tennessee che svenne al matrimonio di Daisy e Tom in Giugno a Louisville
  • Meyer Wolfsheim: contrabbandiere di alcool da grano insieme a Gatsby 
  • Walter Chase: amico di Tom che aveva partecipato al contrabbando prima di finire in prigione per un mese 
  • Michaelis: giovane greco che gestiva un caffè vicino alla casa/officina di benzina di George Wilson 
  • Gente di Wolfsheim
  • Dott. T.J. Eckleburg: Rappresentazione di un dio onnisciente che tutto vede: gli occhi della giustizia divina
  • Slagle: membro dei contrabbandieri 
  • giovane Parker: membro dei contrabbandieri 
  • Henry C. Gatz: padre dì Gatsby “Jimmy Gatz”
  • Klipspringer: conoscente di Gatsby 

Info bibliografiche

Titolo originale: The great Gatzby

Autore: Francis Scott Fitzgerald

Prima pubblicazione:  1925

Prima pubblicazione in Italia: 1936

La mia edizione: XXII ristampa 2008

Editore italiano: Mondadori

Collana: Oscar

Genere: Romanzo

Numero di pagine: 182

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Siamo noi o gli altri che ci cuciono addosso la nostra lettera scarlatta?

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GRANDI CLASSICIROMANZO

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2 GIUGNO 2020 – ROMA

GRANDI CLASSICIROMANZO

La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne. Ecco la mia recensione.

 

La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne, è un libro che esprime intrinsecamente l’America del XVII secolo.

Il successo di questo libro fu tale da consentire al suo autore di vivere scrivendo. Con la sua prima edizione vendette rapidamente 2.500 copie e altre 2.500 con la seconda ristampa: Hawthorne si guadagnò così il privilegio riservato a insegnanti e clerici.

Questo incipit deve servirci per entrare meglio nel momento storico, non solo in cui è ambientato ma anche in cui viene scritto. Siamo in un’ America che vive ancora gli strascichi della colonizzazione inglese, e nella quale i propri ideali e modelli indentitari sono ancora in via di sviluppo.

Pubblicato per la prima volta il 16 Marzo 1850, “La lettera scarlatta” vede la sua ambientazione nel XVII secolo, in un contesto sociale quindi fortemente puritano e superstizioso. La credenza della stregoneria e l’individuazione di alcune forze come diaboliche, venivano usate per spiegare eventi e fatti altrimenti inspiegabili per la cultura di quel periodo.

 

 

 

 

La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne, è un libro che esprime intrinsecamente l’America del XVII secolo.

Il successo di questo libro fu tale da consentire al suo autore di vivere scrivendo. Con la sua prima edizione vendette rapidamente 2.500 copie e altre 2.500 con la seconda ristampa: Hawthorne si guadagnò così il privilegio riservato a insegnanti e clerici.

Questo incipit deve servirci per entrare meglio nel momento storico, non solo in cui è ambientato ma anche in cui viene scritto. Siamo in un’ America che vive ancora gli strascichi della colonizzazione inglese, e nella quale i propri ideali e modelli indentitari sono ancora in via di sviluppo.

Pubblicato per la prima volta il 16 Marzo 1850, “La lettera scarlatta” vede la sua ambientazione nel XVII secolo, in un contesto sociale quindi fortemente puritano e superstizioso. La credenza della stregoneria e l’individuazione di alcune forze come diaboliche, venivano usate per spiegare eventi e fatti altrimenti inspiegabili per la cultura di quel periodo.

Ogni forma di femminilità era coì scomparsa dalla figura di Hester

Sposatasi giovane, e con il marito lontano forse morto, Hester cade in tentazione e commette adulterio. In quel periodo, la pena per una simile colpa era la morte. Tuttavia avendo dato alla luce una bambina: Pearl, i membri della piccola comunità di Boston, decidono di lasciare che la donna crescesse sua figlia, infliggendole una pena diversa. Ella venne condannata alla costante umiliazione, derivante dall’obbligo di portare cucita sul petto una A scarlatta, così che potesse in ogni momento essere punita e al contempo rappresentare un monito per l’intera comunità.

La lettera ricamata delle dimensioni di tre pollici e un quarto

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Nel momento in cui Hester, dalla prigionia viene portata sul patibolo per pubblica umiliazione, ella viene esortata a rivelare il nome dell’uomo che con lei aveva commesso peccato. La sua risposta fu il silenzio a dimostrazione del suo autentico sentimento nei confronti del padre di sua figlia: Pearl; ed è forse questo il momento in cui il lettore si affeziona a lei e alla sua storia.

…la foresta e le sue piante e i suoi animali sentirono la piccola affine alla loro selvaggia natura e le fecero festa.

La “bambina folletto”, così Pearl veniva chiamata da molti, cresceva bella e libera; e le superlative doti di ricamatrice della madre, creavano per lei abiti meravigliosi, ad enfatizzare l’innocenza e l’estraneità della bambina rispetto alla colpa della madre.

In contrapposizione a tanta vitalità, Hester si abbigliava nella maniera più semplice e puritana (è il caso di dirlo) possibile, come unico sfarzo il ricamo dorato di pregiata fattura che ella stessa, ricamò sulla sua A di adultera, che col tempo divenne per lei un simbolo di appartenenza ed identità più che di punizione.

E furono proprio queste sue doti di ricamatrice, che offrirono a questa donna la possibilità sia di mantenere sé stessa e la figlia, quanto di crearsi il proprio ruolo nella comunità, rispetto alla quale viveva isolata con sua figlia, in una capanna ai margini del bosco.

Le sapienti mani di Hester, ricamarono per chiunque e per qualsiasi occasione: dalla veste per un battesimo, all’abito per un funerale; ma mai per un matrimonio a voler mantenere sempre viva l’opinione pubblica originale.

Ma il comportamento severo e penitente dell’Adultera, la sua carità e il ruolo che oramai ricopriva all’interno della comunità cui nonostante tutto si ostinava, a rimanere legata, fecero in modo che chiunque all’interno di quella piccola congrega di persone la rispettasse e quasi (quasi) non facesse più caso al simbolo della sua colpa sempre mostrata con fierezza.

Si, Hester era una donna forte. Una donna che 

aveva appreso a ubbidire alle ispirazioni della propria coscienza

Parimenti, non si può dire dell’uomo con cui commise adulterio sette anni prima: il reverendo Arthur Dimmesdale, considerato da tutti come un santo. Il suo predicare contro il peccato e la consapevolezza di essere stato egli stesso il peggiore dei peccatori, furono per il giovane prete un contrasto troppo forte da sopportare. 

E l’aggravante era che la donna con la quale si era unito, da sola, sopportava la pena pubblica per entrambi.

Il terzo vertice del triangolo si realizza nella figura del marito di Hester Prynne: il dottor Roger Chillingworth che riapparve provvidenzialmente, il giorno della pubblica umiliazione sul patibolo. Nessuno conosceva il marito dell’adultera ed entrambi continuarono a fingere che quell’uomo fosse morto in mare, e che Roger e Hester non avessero nulla in comune.

Ma fu davvero il livore a consumare quest’uomo, e il suo cambiamento, la sua perdita di salute come per Artur Dimmesdale, fu sotto gli occhi dell’intera comunità.

Solo Hester conosceva la fonte di quel consumarsi dell’uno e dell’altro uomo, allorché avendo Roger per suo conto capita la verità sul conto di Arthur, Hester si decise a rivelare a quest’ultimo la verità sul primo. La speranza era che questa rivelazione potesse migliorare le condizioni di salute che già gravi, peggiorarono a seguito dell’interesse del dottor Roger, per questo particolare paziente.

Arthur Dimmesdale nel tentativo di espiare la sua taciuta colpa, si era marchiato sulla sua stessa pelle quello stesso simbolo, che Hester portava ricamato sul petto. E rinvigorito dal nuovo progetto di felicità, definito con Hester nel bosco, Arthur decise di mostrarlo a tutti, pubblicamente, per abbandonare per sempre insieme ad Hester e Pearl, quella colpa e quel luogo che li aveva privati della possibilità di essere felici insieme.

Il finale non è romantico, ma è onesto e carico di quelle rivincite che solo una donna forte con una figlia che ha ereditato la sua stessa forza, sono in grado di prendersi dalla vita.

Le due lasceranno Boston da sole, per vivere davvero. E mentre Pearl non tornerà mai, Hester troppo legata a quel luogo, vi tornerà per invecchiare ma non prima di essersi fatta una posizione che la premiava e arricchiva per quella che era.

Una fonte d’ispirazione non per le sue azioni, ma per la sua essenza: una donna dalla quale

emergevano…chiaramente i segni del coraggio, dell’audacia, di una volontà indomabile, di un orgoglio che poteva essere disciplinato solo dal rispetto di se stessa.

Queste parole sono nel romanzo in riferimento a Pearl

PERSONAGGI & Nomi

  • Re Derby
  • Salem
  • Governo dello zio Sam
  • Dogana del porto
  • Capo dogana
  • Partito dei Wighs: partito liberale a cui appartiene l’alter ego dell’autore, in contrappunto ai suoi antenati che erano sterminatori di streghe
  • Fattoria di Brook
  • Emerson
  • all’Assabeth con Ellery Channing
  • Thoreau
  • Velden
  • Hillard
  • Longfellow: l’ex generale che va a lavorare alla dogana ama Napoleone e Shakespeare
  • Jonathan Pue: sorvegliante della dogana morto 80 anni prima
  • Hester Prynne: fine XVII secolo nacque in INGHILTERRA origini nobili prive di ricchezza testimoniate dal suo aspetto e atteggiamento 
  • Isaac Johnson: proprietario del terreno su cui sorse il cimitero
  • Ann Hutchinson: la santa che visse nel periodo della fondazione della città di Boston
  • signora Hibbins: strega che venne impiccata, moglie di un magistrato è anche la perfida sorella del governatore Bellingham
  • Reverendo/padre Arthur Dimmesdale: parroco, adultero insieme a Hester
  • Padre di Hester: indossava la georgiana
  • Il marito di Hester: uno scienziato deforme
  • Roger Chillingworth: scienziato e medico in realtà il marito di Hester
  • Governatore Bellingham
  • reverendo John Wilson: decano dei pastori di Boston
  • Barckett: carceriere della prigione
  • Pearl: figlia di Hester Prynn
  • Reverendo Blackstone: primo colonizzatore della penisola
  • Isaac Johnson:
  • Governatore Winthorp: spirato assistito dal reverendo Wilson
  • Ann Hutchinson: donna del posto
  • Apostolo Elliot: neofita  indiano di Dimmesdale
  • Ann Turner: amica della signora Hibbins, impiccata per l’assassinio di Sir Thomas Overbury

Info bibliografiche

Titolo originale: The Scarlet Letter

Autore: Nathaniel Hawthorne

Prima pubblicazione: 16 Marzo 1850

Prima pubblicazione in Italia: 1923

La mia edizione: 2006 – I Edizione Oscar Classici [Aprile 1997] – VIII ristampa [2006]

Editore italiano: Oscar Mondadori

Collana: Classici

Genere: Romanzo

Numero di pagine: 229

Preceduto da: Lo studente (Fanshawe, pubblicato anonimo nel 1828)

Seguito da: La casa dei sette abbaini (The House of Seven Gables, 1851)

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Alla fine siamo tutti numeri primi, anche se non lo sapevamo

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ROMANZO

Alla fine siamo tutti numeri primi, anche se non lo sapevamo

Imparare a conoscere ed amare noi stessi, anche grazie a qualcun altro, è l’unica possibilità che abbiamo per aggrapparci alla vita e da essa venire tratti in salvo

25 APRILE 2020 – ROMA

ROMANZO

La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano. Ecco la mia recensione.

 

Con un finale cinico e pieno di speranza oltre che crudelmente reale, La solitudine dei numeri primi ci sprona a fare leva sulle nostre peculiarità, su quello che siamo portati a fare e che fa parte di noi. Capiamo di cosa si tratta, per il modo in cui pensiamo a questo qualcosa e per la sua capacità di modellare e modellarsi a sua volta, su tutto quanto ci circonda.

Questo qualcosa per Mattia è la matematica, che con un’ affinità comune solo a pochi eletti, riesce a tramutarsi in realtà nonostante rappresenti l’astratto per antonomasia.

Ma come è possibile trasporre la matematica, il suo astrattismo, nella realtà della vita di due persone? Mattia e Alice, seppur inconsapevolmente (almeno per quello che riguarda una di loro) rappresentano con le loro vite il significato di primi gemelli.

“…avevano l’aria trasognata come se arrivassero da un posto lontano, che conoscevano solo loro.

IN RIFERIMENTO AD ALICE E MATTIA

Due primi gemelli sono due numeri primi distanti tra di loro solo di due unità ad esempio 1 e 3; costituiscono unica eccezione l’1 col 2 che sono separati soltanto di una unità. Questa analogia, proposta dall’autore Paolo Giordano, non poteva che nascere dalla sua mente matematica (laurea in fisica), che qui si tocca drammaticamente con il lato poetico dello stesso autore.

La fatica li aveva vinti, lentamente.

La solitudine dei numeri primi, affronta esattamente questo tema: quello della prossimità, del quasi che non è mai né qui ne adesso, ma sempre o un ricordo o un’aspettativa irreale, fantasticata soltanto per evadere da una realtà dove ne Alice ne Mattia, i due protagonisti si trovano a proprio agio.

Matti, tu ce l’hai un segreto?

Denis | La solitudine dei numeri primi

Alice e Mattia hanno due modi diversi di “interpretare” il loro disagio. La non accettazione da parte degli altri li porta ad odiare se stessi sfregiando il proprio corpo, non impunemente. In questo modo non fanno altro che scavare sempre più in profondità creando un cantuccio riparato dove chiunque vi si addentri si perde, senza incontrare neanche il padrone di casa, come accade tanto a Denis quanto a Fabio. I segreti uniscono, e cosi accade tra Alice a Mattia, così com’è altrettanto non accade col migliore amico di lui e il marito di lei, che rimango al massimo…

…seduti sul bordo, con le gambe penzoloni

Denis | La solitudine dei numeri primi

Paolo Giordano ci presenta l’evoluzione di questi due personaggi dall’infanzia, proseguendo all’adolescenza fino ad arrivare all’età adulta, periodo che porta con se saggezza per quanto possa dirsi ancora acerba in un uomo e una donna di poco più di trent’anni.

Ma sarà Mattia, inaspettatamente a compiere la saggia scelta appunto, di lasciarsi alle spalle la sua “Fosca” per osare un’analogia col Foscolo.

Sceglie di regalarsi la possibilità di lasciarsi pervadere da una luce e un calore, che non sono i suoi ma appartengono a quel pezzo di sud Italia, che Nadia è riuscita a portare con se nella  fredda Europa. La sua vitalità e concretezza (si noti la differenza tra un’Alice esile e una Nadia prosperosa), fanno si che persino una personalità ombrosa come quella di Mattia, non può che cedere al suo caldo e spregiudicato abbraccio.

COALESCENZA


LA COALESCENZA È IL FENOMENO FISICO ATTRAVERSO IL QUALE LE GOCCE DI UN LIQUIDO, LE BOLLICINE DI UN AERIFORME, O LE PARTICELLE DI UN SOLIDO SI UNISCONO PER FORMARE DELLE ENTITÀ DI DIMENSIONI MAGGIORI. 

UN ESEMPIO PRATICO DI QUESTO FENOMENO SPONTANEO, E’ RAPPRESENTATO DAL COMPORTAMENTO DI UN OLIO DI ACQUA.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

La solitudine dei numeri primi è un testo da intendersi pedagogico per la sua capacità di spiegare, a chi la sa cogliere, la verità della vita che co impone di andare avanti a dispetto del nostro passato pesante e carico di tormenti.

E seppure questo passato tornasse a bussare alla nostra mente, alla fine rimarrà da solo a farci da specchio, emulandoci al di là di una porta scorrevole, restituendoci (a ragione) un’immagine distorta di quello che eravamo, e che ne oggi ne domani torneremo ad essere. 

Ognuno contemplando il tempo passato nei cambiamenti dell’altro

La solitudine dei numeri primi

Ma è questa l’avventura della vita noh?! Al massimo ci concede di rivederci, o rivedere qualcuno in qualcun altro; ma nulla di più. Per il resto siamo esploratori che devono aggrapparsi al futuro più di quanto non facciano col passato, cosi da viverlo appieno.

È come se qui ci fosse più ossigeno 

Premi

Edito da Arnoldo Mondadori Editore nel gennaio del 2008, La solitudine dei numeri primi vince nello stesso anno il premio Campiello Opera Prima, il premio Fiesole Narrativa Under 40, il Premio Strega e il Premio letterario Merck Serono; a 26 anni è il più giovane scrittore ad aver vinto lo Strega. Secondo TuttolibriLa solitudine dei numeri primi è il libro più venduto in Italia nel 2008, con più di un milione di copie acquistate; non a caso da questo best seller è stato tratto anche un film.

Personaggi

  • Alice della Rocca: uno dei due personaggi principali insieme a Mattia. Il suo atteggiamento comunque poco entusiasta della vita, cambia a seguito dell’incidente sulle piste da sci, che cambierà anche il suo rapporto con il padre
  • Fernanda: madre di Alice della Rocca
  • Padre di Alice della Rocca
  • Eric: maestro di sci di Alice ai tempi dell’incidente
  • Giuliana: figlia di un collega del padre di Alice; odiava quanto Alice lo sci
  • Mattia Balossino: uno dei due personaggi principali insieme ad Alice. Il suo atteggiamento cambia a seguito della scomparsa della sorella Michela
  • Michela Balossino: sorella scomparsa di Mattia
  • Pietro Balossino: padre di Mattia e di Michela, marito di Adele Corvoli
  • Adele Corvoli: madre di Mattia e di Michela, moglie di Pietro Balossino
  • Simona Volterra: compagna di scuola di Mattia e Michela in prima elementare 
  • Riccardo Pelotti: compagno di scuola che invita Mattia e Michela, forzatamente, alla sua festa di compleanno
  • Soledad Galineas: governante ecuadoriana dei Della Rocca, il marito l’ha lasciata per un motivo che non viene mai svelato, ma per garantirsi una storia da raccontare e liberarsi di scomode domande, lei finge la vedovanza
  • Viola Bai: amica (se così si può dire) di Alice della Rocca; le due frequentano la 2B. E’ la leader dei gruppo delle 4 stronze
  • Davide Poirino: primo bacio di Alice, dato/ricevuto per una scommessa persa da lui
  • Walter: cugino di Alice
  • Maestra Rita: una delle insegnanti di 5 elementare di Mattia
  • Denis: compagno di banco di Mattia alla nuova scuola; si incontrano in 2F. Il suo segreto è la sua omosessualità, ma ancor di più i suoi sentimenti per Mattia
  • Serena Bai: sorella di Viola più grande di lei di otto anni 
  • Giada Savarino: compagna di scuola, è uno dei quattro membri del gruppo delle 4 stronze; ha una personalità aggressiva, seppur non violenta
  • Federica Mazzoldi: compagna di scuola, è uno dei quattro membri del gruppo delle 4 stronze
  • Giulia Mirandi: compagna di scuola, è uno dei quattro membri del gruppo delle 4 stronze. E’ la ragazza che Denis è costretto a baciare alla festa di compleanno di Viola. E’ la più buona delle quattro e ha gli occhi blu
  • Alessandra Mirano: studentessa bocciata, si è poi ritrovata a frequentare la scuola da estetista 
  • Follini: professoressa di Viola e Alice
  • Trivero: studente di quinta andava a canottaggio con Serena Bai
  • Ernesto: corteggiatore di Soledad; frequentano la stessa chiesa e lui rimasto oramai vedovo, dopo che la moglie morì di cancro al pancreas, e consapevole di essere già in età matura decide di iniziare a corteggiarla attendendola su sagrato dopo la messa
  • Sara Turletti: invitata alla festa di Viola
  • Tubaldo: professoressa di scienze 
  • Francesco Niccoli: professore ordinario di calcolo discreto. E’ relatore di Mattia dopo che si presenta nel suo ufficio proclamando: “Vorrei fare una tesi sugli zeri della Zeta di Riemann
  • Dott. Fabio Rovelli: medico di Fernanda al Maria Ausiliatrice e futuro marito di Alice. “Ha occhi azzurri e puliti privi di ombre come il cielo alle sue spalle” 
  • Giudice Bernardino: giudice che si occupò del caso della scomparsa di Michela
  • Valerio: primo vero amore di Denis in Spagna. E’ per lui come la prima serata limpida dopo giorni di pioggia battente 
  • Marcello Crozza: fotografo a cui Alice chiede di insegnarle il mestiere
  • Maria Luisa Turletti: madre di Viola Bai
  • Ferruccio Carlo Bai: padre di Viola Bai
  • Carlo: marito di Viola Bai
  • Alberto Torcia: collega dell’Università di Mattia è sposato ed ha un figlio
  • Philip: figlio di Alberto
  • Gilardi: collega di Mattia e Alberto
  • Montanari: collega di Mattia e Alberto
  • Nadia: amica di Alberto 
  • Martin: ex fidanzato di Nadia
  • Alessandra e Riccardo: coniugi amici di Alice e Fabio 
  • Kirsten Gorbahn: una post-doc di Dressa, ha studiato a Roma per due anni

Info bibliografiche

Titolo originale: La solitudine dei numeri primi. Il titolo proposto dall’autore era Dentro e fuori dall’acqua

Autore: Paolo Giordano

Prima pubblicazione: 2008

Prima pubblicazione in Italia: 2008

La mia edizione: 2008 – I Edizione

Editore italiano: Mondadori

Collana: –

Genere: Romanzo

Numero di pagine: 305

Preceduto da: Primo libro dell’autore

Seguito da: Il corpo umano

Premi: Premio Strega, Premio Campiello Opera Prima, Premio Fiesole Narrativa Under 40, Premio letterario Merck Serono,

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Quello che non sapevi della tragica storia d’amore di Romeo & Giulietta, di William Shakespeare.

6 APRILE 2020 – ROMA

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Romeo & Giulietta di William Shakespeare. Ecco la mia recensione.

 

Questa è la terza volta che leggo Romeo e Giulietta, volendo contare anche il tentativo di leggere la versione in inglese a fronte, nella mia edizione italiana. Ricordo ancora quando ho comprato la mia copia. Ricordo ancora la prima volta che l’ho letta, mentre scrivevo le note a margine su figure retoriche come chiasmi e ossimori. Così come ricordo la bellezza di riuscire ad individuare l’endecasillabo nella versione inglese.

Una storia rivisitata…

Quando decisi di leggere la versione integrale di questa tragedia, era sull’onda di voler conoscere quelli che venivano considerati classici…ancora non sapevo che la storia di Romeo e Giulietta non nasce con drammaturgo inglese, nonostante è al magistrale uso della parola scritta di William Shakespeare che si deve la sua fama.

Infatti, già ne Le metamorfosi di Ovidio ritroviamo un’affine vicenda: quella di Piramo e Tisbe. Come in Romeo e Giulietta, anche qui l’amore dei due giovani era contrastato dalle famiglie, al punto che i due innamorati erano costretti a parlarsi da una crepa nel muro, che divideva le loro case. La situazione divenuta insostenibile, li indusse a programmare una fuga d’amore, fissando il luogo dell’incontro vicino ad un albero di gelso. Tisbe arrivata per prima sul luogo dell’appuntamento, incontrò una leonessa dalla quale si mette in salvo perdendo il suo velo che, strappato e macchiato di sangue arrivò fino a Piramo. Questi credendo l’amata morta, si trafigge con la spada; ma la benevolenza del fato consente a Tisbe di raggiungere l’amato in fin di vita, dando la possibilità ai due amanti di scambiarsi un’ultimo fugace sguardo.

Straziata e resa folle dal dolore, anche Tisbe decide di togliersi la vita. Ma gli Dei, dinnanzi ad una simile tragedia, scevra di qualsiasi elemento distensivo (come avviene invece in Romeo e Giulietta), furono mossi a pietà, e mutarono in vermiglio il colore dei frutti del gelso, intriso oramai del sangue dei due amanti.

Seppur presente anche nella letteratura medievale, il dramma di Romeo & Giulietta, è soprattutto d’ispirazione greca antica. Nei Babyloniaka di Giamblico e negli Ephesiaka (Racconti efesii intorno ad Abracóme e Anzia) di Senofonte dove è Anzia, a rappresentare la matrice, per le successive evoluzioni del personaggio di Giulietta.

Anzia è una donna separata dal marito a causa di una situazione avversa. Ella viene tratta in salvo da una banda di ladri di tombe, i quali vengono però sopraffatti da un nobile Perilao, evidente archetipo del personaggio di Paride, che pretende di unirsi in matrimonio con Anzia per riconoscenza. Disperata la donna beve una pozione credendola mortale. Il veleno induce tuttavia una morte apparente, che le consente provvidenzialmente, di sfuggire all’unione con Perilao, salvata una seconda volta dalla banda di ladri di tombe. 

Dante

Persino Dante, quasi trecento anni prima di “Mastro William”, portò alla luce i nomi delle due famiglie: 

Vieni a veder Montecchi e Cappelletti,

Monaldi e Filippechi, uom sanza cura:

color già tristi, e questi con sospetti!

Commedia – canto VI del purgatorio, versi 105-106-107

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

senza fare riferimento all’amore della loro progenie; ma evidenziando chiaramente la sua conoscenza della vicenda narrata, definendoli appunto: “già tristi“.

MASUCCIO

Un’ulteriore evoluzione della struttura della trama, si delinea invece nella novella di Mariotto e Ganozza di Masuccio Salernitano, composta nel 1476, ma ambientata a Siena e non a Verona come sarà nel capolavoro shakespeariano. 

L’ambientazione di Masuccio è molto più solare, mediterranea e priva dell’atmosfera gotica anglosassone. L’aspetto sessuale è molto più marcato, la paura della morte è praticamente assente: la pozione viene bevuta allegramente da Ganozza, ben distante dal terrore provato da Giulietta e dai versi dichiaranti malasorte che Shakespeare scriverà 120 anni più avanti. Persino la morte di Tebaldo è meno drammatica: il personaggio di Mercuzio è assente e conseguentemente il loro duello. La morte per Tebaldo sopraggiunge, postuma, per una bastonata assestatagli da Mariotto .

da LUIGI DA PORTO a Bandello

Nel 1530 circa, nella Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti, è Luigi di Porto a dare a questa tragedia molto della sua forma moderna, dando ai due giovani i nomi di Romeus e Giulietta e trasportando l’azione da Siena a Verona.

E qui nascono elementi chiave e personaggi, che troveranno corrispondenza nella tragedia shakespeariana: la triade Mercuzio, Tebaldo e Paride, che prende qui vita per la prima volta. La rissa tra Tebaldo e Mercuzio, come pure la morte di un cugino dell’amata perpetrata da Romeo. Il bando dalla città di quest’ultimo e la tragica fine di entrambi in cui però, è Romeo a prendere un veleno e Giulietta a trafiggersi con un pugnale.

Rielaborata nelle riduzioni drammatiche Giulia e Romeo (1553) di Clizia (attribuito al nobile veronese Gerardo Boldiero) e Hadriana di Luigi Groto (1578), fu ripresa da Matteo Bandello nel 1554 e inclusa nel secondo volume delle sue Novelle che comprendeva la sua versione di Giulietta e Romeo. Bandello sottolinea la depressione iniziale di Romeo e la ben nota faida tra le famiglie; introduce la nutrice e Benvolio. L’ambientazione ormai è quella definitiva.

FRANCIA & INGHILTERRA

Ed eccoci come penultima tappa, in Francia dove la novella di Bandello fu tradotta in francese da Pierre Boaistuau (1559) nel primo volume delle sue Histories Tragiques. L’emotività e il moralismo aggiunti da Boaistuau furono la chiave di volta. La sua versione venne a sua volta tradotta in inglese, sia in prosa (da William Painter nel suo Palace of Pleasure, 1567), sia in versi: il poema narrativo Tragicall Historye of Romeus and Juliet, scritto nel 1562 da Arthur Brooke, che divenne la fonte principale dalla quale William Shakespeare attinse per il suo Romeo and Juliet

Il poema drammatico di Brooke è piuttosto breve. Parliamo di poco più di tremila versi, scritto in rime baciate di esametri giambici alternate a eptametri, il cui ritmo alquanto monotono e moraleggiante, come già in Boaistuau, ha qui il grande pregio di introdurre la fIgura della balia, rappresentata alla stessa maniera shakespeariana. Una donna del popolo, sboccata, spontanea, dall’umorismo dilagante, generosa e dal cuore grande, soprattutto nei riguardi della tanto cara al suo cuore, Giulietta.

SHAKESPEARE

La trama di Romeo & Giulietta è a questo punto delineata; e ancor più chiaramente possiamo affermare che quanto rese celeberrima la versione di William Shakespeare furono dunque, non gli eventi narrati, ma la capacità di questi di toccare nel vivo lo spettatore/lettore. Shakespeare, differentemente da Boaistiau che ritiene gli innamorati responsabili della loro triste sorte, si schiera apertamente dalla parte degli innamorati, trasformando così. Romeo e Giulietta nell’archetipo dell’amore tragico, che tutto il mondo conosce.

Per enfatizzare il coinvolgimento emotivo dello spettatore/lettore, Shakespeare adotta un’altro stratagemma, tanto efficace quanto semplice. Nelle precedenti “versioni”, il tutto si svolgeva in un tempo dilatato di 9 mesi; qui invece la vicenda evolve e termina nel giro di giorni: da una domenica mattina di luglio alla successiva notte del giovedì. Certamente una grande emotività avvolgeva i teatranti che per primi inscenarono la tragedia shakespeariana, abituati com’erano a dover improvvisare un finale più felice. La tragedia di Romeo e Giulietta, venne composta tra il 1594 e il 1956, ed a quel tempo le persone già flagellate dalle difficoltà della vita, non avevano certo voglia di spendere i loro sudati soldi, per vedere inscenata una tragedia. Quello che tuttavia ci immaginiamo è una platea di persone attonite, troppo coinvolte per poter anche applaudire…incantate. 

MA E’ UNA TRAGEDIA? 

Un successo magistrale dunque, nonostante a lungo le opinioni in merito alla sua “classificazione” siano state contrapposte. Dunque a tal proposito va evidenziato che siamo di fronte ad un’opera giovane. Romeo e Giulietta è infatti, uno dei primi lavori di William Shakespeare, e certo non ci è possibile ritrovare in esso le caratteristiche delle tragedie successive. Il semplice personaggio della Nutrice, o di Mercuzio così legati, entrambi, alla carnalità della vita e alla sua bellezza, sono due note che certo sono più congeniali al genere della commedia, che non a quello della tragedia. E persino nel dramma della morte dei giovani innamorati, troviamo una nota dolce/amara che è appunto la rappacificazione delle due casate; finale già annunciato nel prologo iniziale, come ci si trovasse davanti ad uno dei più attuali film:

…dove fra due famiglie di uguale nobiltà, per antico odio nasce una nuova discordia…da questi nemici discendono due amanti, che…con la loro morte annientarono l’odio di parte.

PROLOGO di Romeo & Giulietta

Personaggi

  • Escalo (Escalus), principe di Verona
  • Il conte Paride (Paris), giovane nobiluomo e parente del principe
  • Montecchi (Montagues), patriarca della casata
  • Madonna Montecchi, moglie del Montecchi e madre di Romeo
  • Romeo, figlio dei Montecchi
  • Capuleti (Capulets), patriarca della casata
  • Madonna Capuleti, moglie del Capuleti e madre di Giulietta
  • Giulietta (Juliet), figlia dei Capuleti
  • La nutrice, balia di Giulietta
  • Un vecchio, parente dei Capuleti
  • Mercuzio (Mercutio), parente del principe e amico di Romeo
  • Benvolio, nipote dei Montecchi e cugino di Romeo
  • Tebaldo (Tybalt), nipote di Madonna Capuleti
  • Baldassarre (Balthasar), servitore di Romeo
  • Abramo (Abram), servitore dei Montecchi
  • Sansone e Gregorio (Sampson, Gregory), servitori di casa Capuleti
  • Antonio e Pentolaccia (Anthony, Potpan), servi di casa Capuleti
  • Pietro (Peter), servo della balia di Giulietta
  • Frate Lorenzo e Frate Giovanni (Friars Laurence e John), francescani
  • Uno speziale (apothecary), vende il veleno a Romeo
  • Tre musicisti
  • Il paggio di Paride, un altro paggio e un uffiziale
  • Rosalina (Rosaline), personaggio invisibile e nipote dei Capuleti di cui è innamorato Romeo
  • Valentino (Valentine), personaggio invisibile e fratello di Mercuzio ospite alla festa dei Capuleti
  • Petruccio, personaggio invisibile ospite alla festa dei Capuleti
  • Cittadini di Verona, congiunti delle due famiglie, la ronda di Verona, guardie, soldati, servi e persone al seguito
  • Il coro

Info bibliografiche

Titolo originale: Non voglio più piacere a tutti (italiano)

Autore: Maria Beatrice Alonzi

Prima pubblicazione: 2021

Prima pubblicazione in Italia: 2021

La mia edizione: I edizione Vallardi 2021

Editore italiano: Vallardi

Collana: –

Genere: Auto aiuto, Mente e corpo, Crescita personale

Numero di pagine: 200

Preceduto da

Seguito daIl libricino della felicità (2021)

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La famiglia prima di tutto. Almeno in teoria

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Andando oltre il senso di responsabilità cui siamo legati nei confronti degli altri, possiamo assumerci la responsabilità della nostra vita.

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La famiglia prima di tutto di Sophie Kinsella. Ecco la mia recensione.

 

Quello con la famiglia è uno dei legami più significativi, che ciascuno di noi potrà mai sperimentare nella propria vita. Parimenti tutti gli insegnamenti, da essa provenienti andranno a definire la persona che saremo, almeno finché non decidiamo di prendere in mano la situazione e cambiare le carte in tavola.

“La famiglia prima di tutto”: questo è stato il motto del signor Farr durante tutta la sua vita. E adesso che è venuto a mancare ci pensa Fixie a tenere vivo il motto di famiglia, insieme alla madre. Si, perché i suoi due fratelli sono troppo impegnati a fare pasticci, che lei immancabilmente provvederà a rimettere a posto. D’altronde il suo è un soprannome più che meritato…proprio non riesce a lasciar correre.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Così, quando in un caffè, uno sconosciuto gli chiede di tenergli d’occhio il suo computer, lei non può fare altro che proteggerlo al costo della sua stessa vita! Sebastian, questo è il nome dell’importante manager, per ringraziarla dell’improbabile quanto efficace salvataggio, la ricompensa con un pagherò scritto su un foglio di carta: “Ti devo un favore”. Ma se pensate che verrà incassato, per garantirsi una qualche adeguata ricompensa vi sbagliate. Ancora una volta Fixie, metterà qualcuno che non se lo merita al primo posto, mandando a rotoli qualcosa di veramente speciale…finché per una volta, il favore viene restituito a lei.

Così tutti i drammi e i guai che i tre fratelli si sono ritrovati ad affrontare, per la prima volta insieme, vanno a favorire il cambio generazionale che elegge Fixie a nuovo capo famiglia, con grande sorpresa, solo sua!

PERSONAGGI

  • Fixie Farr
  • Sebastian “Seb” Marlowe: manager finanziario incontrato al caffè
  • Hannah: best amica sposata fa la contabile
  • Greg: capo commesso da Farrs
  • Farr’s: negozio di articoli per la casa della famiglia Farr ad Acton, West London
  • Jake Farr: fratello di Fixie
  • Nicole Farr: sorella di Fixie
  • Morag: vice responsabile da Farrs
  • Stacey: cassiera da Farrs
  • Michael Farr
  • Leila: fidanzata di Jake
  • Zio Ned: fratello del padre di Fixie
  • Ryan Chalker: ex fidanzato di Fixie
  • Tamara: fidanzata americana di Ryan prima di Ariana
  • Ariana: fidanzata americana di Ryan dopo Tamara
  • Briony: fidanzata di Sebastian Marlowe
  • Tanya: segretaria di Sebastian Marlowe
  • Drew: marito di Nicole Farr
  • Baz: collega di Drew ad Abu Dhabi
  • Vanessa: cliente e membra del club delle torte del Martedì di Farrs
  • Anita: insegnante di Yoga di Nicole
  • Julie: compagna di yoga di Nicole
  • Pippa: amica della mamma di Fixie
  • Bob Stringer: consulente finanziario della famiglia Farrs
  • Aarin: soci fraudolenti di Ryan Chalker
  • Smithson: agenzia di PR
  • Jimmy: allenatore di pattinaggio di Fixie
  • Zia Karen: sorella della mamma Joanne vive in spagna da 27 anni
  • Joanne Farr: madre di Fixie
  • Alison: capo settore ricerche
  • Ed: amico di Jake
  • Stacey: dipendente di Farrs
  • Sheile: cliente fissa look da “vecchia megera”
  • Erica: membro più anziano del team di Sebastian
  • Whiny: nuova fidanzata di Seb
  • Andy: uno dei collaboratori di Seb
  • Iona: amica di Nicole mamma di Blade, Journey e Wisdom
  • Sarah Bates-Wilson: l’ex dipendente di Fixie ladra di spazzole
  • Astrid: ragazza di cui Seb era innamorato a scuola
  • Fawn: vero nome di Fixie
  • Matthew McConnel: ex fidanzato di Fixie si è affettato con i coltelli da Farrs
  • James: fratello di Seb
  • Tony: padre di Leila

Info bibliografiche

Titolo originale: I owe you one

Autore: Sophie Kinsella

Prima pubblicazione: –

Prima pubblicazione in Italia: 12 febbraio 2019

La mia edizione: 2019 – I edizione

Editore italiano: Mondadori

Collana: –

Genere: Romanzo rosa

Numero di pagine: 331

Preceduto da: Sorprendimi!

Seguito da: Fermate gli sposi

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