E se l’amore occasionale acquisisse un nuovo concetto e fosse proprio Amore?

E se l’amore occasionale acquisisse un nuovo concetto e fosse proprio Amore?

Copertina del libro “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach del 1975

POESIE

E se l’amore occasionale acquisisse un nuovo concetto e fosse proprio Amore?

“Io non so che cosa sia l’amore. So cosa sono le intimità provvisorie. Non pensate a godimenti fuggitivi, a divagazioni non matrimoniali. […] Ogni incontro bello, ogni intimità attinge un giacimento mitico e poetico del quale dobbiamo smettere di aver paura. L’amore è una dimensione intimamente locale, si svolge sempre in un luogo ed è inedito ogni suo gesto. Il luogo dell’amore è il corpo […] per un’ora o per mezzo secoloRiconoscere questa specificità dell’amore è la forma di resistenza alla globalizzazione delle emozioni, alla dispersione dell’intensità. Il corpo amoroso ci richiama alla vita da vicino, al suo sapore locale, preciso.”

19 OTTOBRE 2023 – TORINO

POESIE

L’infinito senza farci caso di Franco Arminio. Ecco la mia recensione.

Questo è il libro souvenir che ho comprato a Bra, la prima volta che ci sono stata in occasione del Cheese Festival 2023.

Come sempre le mie vicende personali e i miei “incontri letterari” si intrecciano ed ogni volta è sempre sorprendente, come se fosse la prima volta che mi capita, che poi a conti fatti è proprio così, perché oltre al libro in questione che varia di volta in volta, anche tutto ciò che vi si lega cambia.

Love is noise love is pain…

…così cantavano i The Verve nel 2008 nel loro celebre brano.

Una dolcezza vera

non è mai cordiale.

Una dolcezza vera

ti fa male.

[4 di copertina]

Allo stesso modo Franco Arminio in questi quattro semplici versi, che poi sono – insieme alla sinossi – il motivo per cui ho comprato proprio questo libro, ci insegna che la vita è sempre duale e che non ci è permesso di prendere solo il bene, ne’ tantomeno di meritare solo il male.

Sono due lati della medaglia ed è semplicemente un nostro dovere accoglierli entrambi con la stessa dolcezza d’animo con cui accoglieremmo il bene. 

Tra le pagine di L’infinito senza farci caso, Franco Arminio ci dà una visione decisamente più veritiera dell’amore, non fredda e cinica, anzi calda e avvolgente, tuttavia slegata dai pesi che solitamente appesantiscono ad una relazione amorosa.

Arminio ci rende palese l’oggettività del fatto che ad oggi le relazioni, seppur con una temporalità diversa rispetto a quella “socialmente corretta”, hanno comunque la capacità di portare Amore nelle nostre vite. Ma non un amore di contrabbando, arido e sterile! Piuttosto un amore che nella consapevolezza del suo essere limitato nel tempo, fosse questo tempo equivalente a 50 anni e più di vita condivisa o a 5 ore, si sceglie di viverlo appagandosene al meglio delle proprie possibilità e capacità, affinché il limite e il rimpianto non appartengano all’amore che si condivide.

Intimità provvisorie

Così Franco Arminio chiama questi amori in L’infinito senza farci caso: intimità provvisorie.

E se da un lato il nome esprime una fugacità, mi chiedo e ti chiedo, cosa impedisce a queste unioni di durare?

Siamo palesemente davanti ad una standardizzazione delle emozioni, perché quelle complesse e appaganti richiedono tempo, e il tempo sembra esserci contro. Anche se è invece vero, che siamo noi a saturarlo di emozioni sintetiche e task lavorative e private sempre più fagocitanti!

Nella costante ricerca della regola universale per qualsiasi cosa, ci siamo forse dimenticati che l’Amore unisce due “soli” individui?

E perché questi due esseri umano non possono prendersi del tempo, per trovare un loro singolare ritmo che gli consenta di rimuovere la parola provvisorio mantenendo invece quella di intimità?!

Un ritmo singolare e la sua dualità

Mi torna alla mente che anni fa ascoltavo una storia di uno Chef e della sua compagna. Non si erano uniti in matrimonio per scelta. Lui sempre in giro per lavoro e lei sempre a casa ad occuparsi di tutto, ristorante compreso, quando lui era via.

Due vite apparentemente inconciliabili, eppure fu proprio la dichiarazione di Lei a sorprendermi, perché disse qualcosa che ricordo così: “Grandi assenze e grandi presenze, questo è il segreto del nostro amore”.

E non è forse un buon modo di amare questo? Non lo è forse ancora di più al giorno d’oggi?

Io trovo che sia buon modo per perpetuare la bellezza di un amore condiviso che non si basa su una presenza fisica, che comunque è presente nel giusto ritmo e nella giusta dose, ma che affonda le sue più sane radici in una connessione emotiva, fatta di un futuro che sempre comprende entrambi.

Un ritmo il loro che è singolare tanto nel suo essere “alternativo”, tanto nel suo non avere la pretesa di funzionare per altri se non “esclusivamente” per questi due esseri umani.

Certo le distanze sono complesse da superare, ma se in questo tempo ci si desse la possibilità di crescere come individui al di là della coppia?

Non sarebbe questo stesso un grande dono che si porta nella coppia stessa, che poi nella presenza fisica può appagarsi di due individui solidi e che nella loro consistenza di singoli comunque si scelgono?

Il connubio: assenza e presenza di fatto rappresenta una dualità e non sono forse proprio le dualità, che ci fanno scegliere consapevolmente l’altr*, perché appunto siamo disposti ad accogliere entrambi i lati della medaglia con pari amore?

L’accoglienza del passato per seminare il futuro

Il tuo corpo è un campo minato:

nasconde gli amori, i pericoli passati.

Il ventre piatto non m’illude:

dovrei essere un artificiere

per arrivare incolume al piacere

[pag 25]

E se l’accoglienza della dualità significasse ulteriormente, avere la capacità di saper vivere ancor più pienamente il presente, vedendolo come un prodotto di un passato, solo in parte condiviso, ed un futuro che esiste proprio in funzione dello scegliersi reciprocamente e quotidianamente?

Certo potrebbe non esserci un “formale contratto” a suggellare l’impegno, eppure ci sarebbe qualcosa di più importante: la scelta consapevole e quotidiana, generata dall’accoglienza totale dell’altro e di noi stessi.

A quel punto sapremo accettare di abbandonare la pretesa di possedere eternamente un’altra persona come un dato di fatto, e invece impegnarsi affinché questo eterno si concretizzi giorno dopo giorno.

In fondo non ha mai senso trattenere a noi ciò e chi non vuole appartenerci, poiché semplicemente sarebbe un martirio auto inflitto che logora ancora di più ciò che è sofferente a causa dell’abbandono.

Chi ci dice addio

sparisce dietro le montagne.

E a poco serve alzarci

in piedi sul nostro cuore

per vederlo ancora.

[pag 76]

Piuttosto accogliamoci reciprocamente e amiamoci nella nostra essenza duale e sempre poliedrica, riscoprendo delicatezze sopite.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

L’amore e le sue occasioni

Ci hanno insegnato, che l’amore “giusto” è quello che ha la pretesa di superare l’ “eternità caduca della vita dei nostri corpi. Ci hanno insegnato che fai la fatica all’inizio e tanto basta per il futuro. Io invece credo che questo risultato sia possibile, solo quando si è entrambi disposti a costruirlo dandogli concretezza in ogni giorno della propria vita condivisa, accogliendo le peculiarità della vita dell’altro come occasione per costruire una vita condivisa unica e meravigliosa.

Invece noi cosa facciamo?! Sovraccarichiamo l’amore di oneri che non gli appartengono, con il risultato che i nostri corpi continuano la loro vita e l’amore, che nella sua solidità e stabilità sempre merita di poter essere leggero, ci abbandona.

Così in bilico tra il tuffarsi in un nuovo amore, sperando che “stavolta” sia quello “giusto” e l’idea di abbandonarlo per sempre (perché capita a tutti che con il finire di un amore anche un pezzetto di cervello decida di abbandonarci, almeno per un po’), iniziamo a fare pensieri assurdi come: “io non amerò più”, “l’amore non fa per me”, “non sono capace di amare”, “con l’amore io basta!”.

Ecco che si è fatto largo un amore vuoto: l’amore occasionale, quello che non lascia nulla se non, nel migliore dei casi, un tiepido appagamento della carne. Insomma finiamo con il rinunciare all’amore, anzi all’Amore, perché ci ostiniamo – nonostante le batoste – a voler delegare a questo sentimento il compito di toglierci di dosso i nostri pesi.

E se ci amassimo davvero? E se anche per una sola notte ci amassimo davvero, cosa ci sarebbe di male?

E soprattutto cosa sminuirebbe l’intensità di ciò che si è provato e condiviso? Non di certo il tempo! Poiché la dimensione temporale, ha l’unico ruolo di mettere ancora più “fame” non di certo quello di sminuire l’intensità di un incontro.

In fondo è nella nostra stessa natura di esseri umani amare profondamente anche nel semplice lasso di tempo di un’occasione fortuita, con una persona incontrata per caso, e con la quale si sceglie di unirsi indipendentemente dal tempo, in un Amore completo perché totalmente sazio di emozioni e carnalità.

Penso che sia una delle forme di amore più puro quella in cui corpo ed emozioni si uniscono, prive di qualsiasi peso ulteriore legato al passato o al futuro.

“In questo momento semplicemente io e te esistiamo.

In questo luogo io e te ci amiamo.”

Ci amiamo si, anche se siamo due perfetti sconosciuti che non sanno nulla dell’altr*, ma che non solo accolgono questo momento senza paure o comunque affrontandole, ma ancora di più, è questo un incontro che lascia ad entrambi qualcosa di sorprendentemente inatteso: la consapevolezza di essersi arricchiti reciprocamente come esseri umani.

Ma non è che dal sesso

ci ricavi molti

se non hai il corpo

che sa farsi da parte

e diventare altro.

Chi ti abbraccia

deve sentire l’aria del primo mattino,

deve avere

gli alberi di Aprile

dentro gli occhi,

il grano di Giugno

sulla schiena.

Povera cosa il sesso

senza un buon uso

delle stelle, senza avere

confidenza con la morte.

[pag 76]

Amore a primo incontro

Che male c’è, mi chiedo? Che male c’è ad amarsi subito e completamente?

A vedere subito un proseguo e al contempo accogliere anche la possibilità che questo non ci sarà forse mai?

Non ci vuole poi molto a riconoscersi e ad iniziare ad appartenere all’altro.

Imbavagliato,

a testa china,

io sono l’ostaggio

mentre lei cammina

[pag 90]

Ed è proprio quando tutto è così chiaro e condiviso, che non sentiamo la frenesia del tutto e subito, che non forziamo nulla ma semplicemente accogliamo il benefico flusso. Ci hanno insegnato che l’amore “brucia” ma l’Amore è acqua non è fuoco, perché ci culla, guida, è sia quieto che impetuoso, coltiva, nutre e ancor più significativo, continua a fluire costantemente e permette di portare anche i fardelli più pesanti con leggerezza, non perché glielo imponiamo ma perché è nella sua natura rendere leggera ogni cosa.

Sembra contraddittorio rispetto a quanto detto prima eppure è così, dobbiamo dare all’amore la possibilità di alleggerirci ma non possiamo imporglielo.

A pensarci è un cambio totale che ribalta completamente tutto ciò in cui abbiamo sempre creduto sull’amore.

Lo faremo lentamente,

con intervalli profondi.

Ti porterò l’intero fiume

coi suoi tronchi.

[pag 25]

La variabile del tempo

Franco Arminio rivaluta quindi quello che è l’amore liberato dalle corde temporali, non perché condanni le unioni longeve, anzi queste sue riflessioni ci aiutino a coglierne ancora di più la rara bellezza. Semplicemente accoglie l’empiricità del fatto che di Amore ne esistono anche altre forme alle quali la società da un lato non ci ha abituati, dall’altro ha condannato come scariche a livello valoriale, applicando su queste una lettera scarlatta semplicemente perché nella frenesia della catalogazione di massa, come si possono contemplare tutte le forme di puro Amore che possono nascere fra due esseri umani?

Ho riflettuto a fondo su questo. Un po’ perché ne ho avuto il tempo nei miei primi due giorni braidesi, un po’ perché in questa esplorazione mentale sono stata aiutata da quelle che sono state le evoluzioni inattese che, nell’arco di poche ore, mi hanno donato tanta vita.

Così sono giunta a questa conclusione, che non ha la pretesa – anche in questo caso – di essere eterna, semplicemente di essere la più pura e semplice verità a cui ad oggi sono giunta.

L’amore è amore, che lo si condivida per una vita intera oppure per il tempo di una notte. E puoi essere cert* che è stato Amore quando ti accorgi che ha lasciato qualcosa di buono in entrambi, perché lo si è autenticamente condiviso.

Non è più amore quello che dura dieci anni, rispetto a quello che dura una manciata di ore. Semplicemente nel primo ci si da reciprocamente la possibilità di esplorarne tutte le sfaccettature, avendo il coraggio anche di accogliere quelle che potenzialmente non ci piaceranno, perché troppo è il desiderio di avere quelle che invece desideriamo come l’aria.

Nel secondo caso uno dei due, decide che seppur riconoscendo la forza e la bellezza di quell’incontro, non è dispost* ad accogliere entrambi i lati della medaglia. 

Che gran peccato penso io, quando capita questo.

Eppure sarebbe stato ancora più uno spreco, negarsi anche il breve tempo che ci ha uniti.

Invidio

chi c’è nella tua stanza

e può ascoltare la tua voce:

una tazza, una matita,

una pianta.

[pag 30]

Accogliere il dominio e la sottomissione dell’amore

Una cosa è certa: l’amore richiede cuori impavidi, cuori da leone che come cavalieri devoti, si sottomettono (e qui prendo in prestito un’immagine di Carroll) alla loro Regina di cuori.

Sottomettersi all’altro reciprocamente, ancor più se avviene in contemporanea, è una delle esperienze più mistiche che io abbia sperimentato e che in generale ciascuno di noi potrà sperimentare nella sua vita.

Amore è unione, e unione è pura preghiera ma non in termini religiosi, piuttosto spirituali. Due corpi, due menti e tutte le emozioni che ne derivano, induco entrambi ad affidarsi completamente all’altro, con una fiducia che semplicemente si accoglie come tale, senza interrogarsi sul perché in maniera così naturale, accogliamo l’altro e ci lasciamo accogliere da esso.

Darsi a qualcuno è possibile

solo se sappiamo che l’amore

è una preghiera.

[pag 76]

Rimanendo sul puro piano emotivo, lasciarsi dominare significa avere profonda consapevolezza che l’altr* pur essendo nella condizione di ferirci sceglie e sempre sceglierà di farci del bene, perché accoglie il suo “nuovo” ruolo: colui/colei che trova appagamento nel prendersi cura di noi, così come noi vogliamo fare lo stesso a nostra volta, continuando nel mentre a far crescere le nostre singolarità di individui in armonia con l’altro.

Non è anche questa capacità di accogliere la dualità che si crea in un incontro fra due persone.

Prendendo in prestito il titolo stesso di questa raccolta di poesie d’amore, affermo che quando ci succede, tocchiamo l’infinito senza farci caso.

Non l’amore che ferisce ma la sua assenza

Insomma a conti fatti c’è effettivamente la possibilità di farsi del male ad un certo punto, ma è questo un motivo sufficiente per rinunciare anche alla bellezza di un Amore pienamente vissuto?

Penso di no, nonostante tutte le ferite ricevute, penso che si debba continuare ad accogliere l’Amore.

É certo che l’amore nella sua assenza, sia ciò che più di ogni altra cosa è in grado di romperci. Ma è proprio quando c’è stato tanto amore, che questo ha la capacità di farci brillare – se gliene diamo l’occasione – anche dopo il suo averci lasciati, perché per sua definizione l’Amore lascia qualcosa di bello e tutto illumina.

Se mi ferisci

mi dai

ciò che mi aspetto

dalla vita,

io sono cresciuto

in braccio

a una ferita.

Spezzami in due,

il buono

è la luce che nasce

quando ci spacchiamo.

[pag 42]

Accogliere l’amore

Tutto parte sempre da un incontro casuale, un incontro qualsiasi, inaspettato, imprevisto, completamente fuori da qualsiasi previsione in quel determinato luogo e in quello specifico momento. Eppure capita! Capita che due persone si incontrino, capita che si diano reciprocamente la possibilità di amarsi e capita che abbiano la capacità di costruirsi un bel pezzo di vita insieme e di rimanere pienamente se stessi. Quindi ad esempio una casa rimarrà una casa, come anche un campo aratro resterà tale, parimenti un pozzo e una fontana, eppure nell’unione con l’altro ciascuno di loro troverà l’ “uso” migliore delle proprie singole qualità, nell’unione con l’altr*.

L’amore è quando due persone

fanno una contrada.

Una è casa e l’altro è campo arato,

uno è pozzo e l’altra fontana,

una è la finestra e l’altro cane

che attraversa la strada.

[pag 110]

E come può esserci paura nell’essere la migliore versione di se stessi, anche, grazie a quella persona che sin dal primo incontro ci ha mostrato, nella naturalezza della non intenzione, tutto questo?

Semplicemente ama quindi, ampliando il concetto di “occasionale” che la società ci ha imposto, perché in realtà occasionale significa sia cogliere l’ “occasione”, sia crearne di nuove per essere autenticamente felici, condividendo la propria vita, trovando il proprio ritmo fatto di perfetto equilibrio tra distanze e presenze.

Sinossi

“Io non so che cosa sia l’amore. So cosa sono le intimità provvisorie. Non pensate a godimenti fuggitivi, a divagazioni non matrimoniali. Solo una visione vecchia di noi stessi e degli altri ci può far pensare all’amore come una cosa che prima non c’è e poi scompare e poi finisce. A me sembra che ci sono parti di noi che sono sempre in amore e altre che sono in fuga, sepolte e irraggiungibili. Ogni incontro bello, ogni intimità attinge un giacimento mitico e poetico del quale dobbiamo smettere di aver paura. L’amore è una dimensione intimamente locale, si svolge sempre in un luogo ed è inedito ogni suo gesto. Il luogo dell’amore è il corpo. Corpo che diventa foglia, albero, paesaggio. Corpo che fa ombra e fa luce, corpo assoluto e cordiale, per un’ora o per mezzo secolo. Riconoscere questa specificità dell’amore è la forma di resistenza alla globalizzazione delle emozioni, alla dispersione dell’intensità. Il corpo amoroso ci richiama alla vita da vicino, al suo sapore locale, preciso.”

Le poesie di Franco Erminio sono il resoconto quieto e febbrile di un cammino umanissimo e pure percorso dall’anelito a qualcosa di più grande. La parola poetica diventa rivelazione di una scintilla divina tra le nostre mani e canta un amore che forse non ci salva, ma senza il quale saremo soli in balia del tempo che scorre.

Info bibliografiche

Titolo originale: L’infinito senza farci caso (italiano)

Autore: Franco Arminio

Prima pubblicazione: Ottobre 2019

Prima pubblicazione in Italia: Ottobre 2019

La mia edizione: I edizione Ottobre 2019

Editore italiano: Giunti – Bompiani

Collana: –

Genere: Poesie

Numero di pagine: 122

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Che sia un cielo di Londra o qualsiasi altro è lo stesso per entrambi. Ma non è detto che sia romantico!

Libro su Frida Kahlo

ROMANZO

Che sia un cielo di Londra o qualsiasi altro è lo stesso che entrambi guardiamo

?? MMMM 2023 – ROMA

ROMANZO

Sotto lo stesso cielo di Cristian Bergi. Ecco la mia recensione.

 

 

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Info bibliografiche

Titolo originale: Sotto lo stesso cielo (italiano)

Autore: Cristian Bergi

Prima pubblicazione: 2009

Prima pubblicazione in Italia: 2009

La mia edizione: I edizione 2009

Editore italiano: Fermento

Collana: –

Genere: Romanzo

Numero di pagine: 295

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Kintzukuroi

Copertina del libro di Camilla Boniardi Camihawke "Per tutto il resto dei miei sbagli"

GROWTH, MIND & BODY, SELF HELP

Cosa c’è di più autentico di promettersi amore “Per tutto il resto dei miei sbagli”?

A pensarci ad una promessa così autentica viene in mente il film cult Se scappi ti sposo con Julia Roberts e Richard Gere, perché in fondo l’amore vero è questo: avere consapevolezza del rischio che tutto possa finire e fare di tutto per continuare a farlo vivere, nonostante gli sbagli

28 FEBBRAIO 2022

GROWTH, MIND & BODY, SELF HELP

Kintzukuroi di Tomas Navarro. Ecco la mia recensione.

Ogni volta cerco di approcciarmi ad un libro con il massimo dell’imparzialità e anche questa volta leggendo “Per tutto il resto dei miei sbagli” di Camihawke è ciò che ho fatto.

Avrebbero potuto fuorviarmi le numerose critiche rivolte all’impostazione autobiografica di questo romanzo, oppure avrebbe potuto frenarmi la genuinità di alcune espressioni che Camilla Boniardi, “Camihawke” sui social, usa sin dalle prime pagine.

Nella lettura di ”Per tutto il resto dei miei sbagli” ho trovato una genuinità e un’assenza di fronzoli come difficilmente si trova in un libro. E leggendo questo, vi ho trovato la bellezza di emozioni nude e autentiche. Quelle emozioni che sanno di quel gelato alla fragola che Leandro descrive a Marta la nostra protagonista, la quale ci mostra quanto sia difficile continuare a vivere la propria vita nonostante le difficoltà e lo scegliere la strada giusta per sé e per il proprio futuro, a prescindere che lo si condivida con altri o semplicemente con sé stessi.

Prima di tutto sappi che la fragola

è una scelta coraggiosa, una scelta pura.

Marta nei 25 anni di vita vissuti finora, di fiducia in se stessa non è che ne abbia mai avuta chissà quanta. Dalla bambina vergognosa che si nascondeva dietro le gambe della mamma, a quella ragazzina che oltre oceano non riusciva nemmeno, dall’alto del suo “Ottimo! (Con punto esclamativo)” guadagnato con tanto impegno, a pronunciare un semplice: “Io non parlo inglese” che più base di così non si può.

Ci devi provare, amore mio.

Questa sua fragilità e totale assenza di passione per la socializzazione troveranno cura dapprima nell’affetto della sua migliore amica Olivia, e poi inaspettatamente in se stessa.

…di oppormi allo spinto fatalismo per i quale gli amici sono quelli che capitano, e con questi dobbiamo imparare a convivere,

Olivia! Lei si che sapeva sempre come prenderla, come tirarla su dall’ennesimo errore d’amore (che poi forse di amore vero quella storia ne aveva ben poco). E di infonderle coraggio per superare anche questa volta quell’esame di giurisprudenza, che la sua autostima pari allo zero aveva già catalogato come infattibile da qui ai prossimi mille appelli.

né abbastanza forte da trasformare in azione un pensiero di riscatto

che potenzialmente avrebbe potuto fare la differenza.

Le conseguenze di questa mia insicurezza cronica erano disastrose.

Ma tanto sia in occasioni come questa che in tutte le altre che Marta vive, scoprirà e ci ricorderà! che se nella vita hai il coraggio di rischiare, di buttarti da “quella scogliera” dalla quale hai sempre avuto troppa, ma proprio troppa paura per saltare, puoi seriamente correre il rischio di vivere qualcosa dove nemmeno i sogni di felicità più arditi sono mai riusciti a spingersi.

Inaspettatamente la storia d’amore che (senza spoiler che già lo si sa dai social), Marta e Leandro (Camilla e Aimone) vivono, non è il focus del libro. Il cuore pulsante è invece l’intero percorso che si attraversa come singoli, prima di essere pronti a vivere in coppia: perché per vivere anche la storia d’amore più bella della propria vita bisogna essere pronti, entrambi.

…nessuno dovrebbe investire il proprio tempo a cercare di rispecchiare le proiezioni degli altri.

E non ci si può ritenere pronti, se ciascuno dei due non è diventato grande abbastanza da reggersi felicemente sulle proprie gambe senza paura, per poi condividere il coraggio di vivere insieme e ancora di più di sbagliare insieme, “per tutto il resto dei nostri sbagli”!

Lo devi sempre tenere presente, perché una cosa può essere anche bellissima e perfetta, ma se non è tempo, cara mia, non c’è niente da fare.

…si deve essere più felici in due rispetto a quanto non lo si è come individui,

altrimenti ogni sforzo perde di significato…

In più di una occasione mi è capitato di sentire Camihawke definire la sua storia con Aimone (quella vera e non trascritta), come un: amore antico

La felicità è una cosa seria, e se c’è, deve essere assoluta, senza ombre e senza pena.

e questo aspetto romantico trova la trasposizione nella storia epistolare che Marta e Leandro si trovano a vivere, in una perfezione che solo ad immaginare un fondo di verità in questo amore così diretto e autentico, non si può che lasciare che gli occhi si bagnino di lacrime. La bellezza delle parole e delle situazioni scritte prima e condivise “di persona” poi, che i due si trovano a vivere tra le pagine di questo libro, ci porta a sperare che siano capitate a Camilla e Aimone anche nella vita vera.

Probabilmente è vero che se non ti piace la stessa musica non puoi andare d’accordo! E questo è decisamente vero per Marta e Leandro, che incontratisi nella musica hanno poi condiviso (e apprezzato), i rispettivi gusti musicali tra le righe delle e-mail (moderne lettere) che i due si sono inviati nel corso dei mesi, consolidando dapprima e distruggendo poi, un modo meravigliosamente intimo e autentico di comunicare e conoscere l’altr* entrandogli dentro.

Come in questi mesi in cui non ti ho mai vista, ma ho sempre saputo che c’eri

Per tutto il resto dei miei sbagli credo che sia la promessa d’amore più autentica che si possa fare all’altra persona, perché di sbagli nella vita ce ne saranno sempre tanti, dai più banali e quotidiani a quelli un po’ più seri, eppure la bellezza di affrontarli insieme è l’unico vero obiettivo che una coppia dovrebbe avere, avanzando nella vita un passo dopo l’altro, con tutta l’onestà di cui si è in grado.

Per tutto il resto dei miei sbagli” credo parli proprio di questo: di onestà prima di tutto verso se stessi, per poi essere data anche ad altri godendo della pace che si prova ad essere accolti dall’altr* esattamente per come si è con tutti i propri difetti e odori;

…le tempie…non so, non saprei spiegarlo. Sanno della tua pelle

soprattutto quelli che si cerca di camuffare perché nessuno ci ha mai detto di quanto siano meravigliosi, e da soli non siamo mai stati in grado di coglierne la bellezza. Quindi sì Camilla Boniardi conferma che abbiamo bisogno degli altri, ma prima di tutto abbiamo bisogno di noi stessi per avere una vita piena e appagante soprattutto se, o meglio quando, scegliamo di condividerla con qualcun altro.

Oltre la storia tra Camilla e Aimone

Se non si fosse “influenzati” dalla trasposizione letteraria della relazione tra Camilla e Aimone, ritengo, ci si potrebbe soffermare anche su quello che è l’aspetto psicologico dell’intero romanzo. L’autrice infatti affronta forse tutti i suoi angoli privati come le sue esperienze di bimba, la sua timidezza, l’amore verso i suoi genitori che hanno sempre assolto al loro compito, persino nella stesura di questo libro; fino ad arrivare ad affrontare nella maniera più delicata possibile il suo essere “troppo magra” e il suo aver superato tutto questo semplicemente vivendo.

Persino la copertina (e questa è una cosa che mi piace tantissimo!) acquisisce un senso compiuto solo alla fine, quando assorbita l’ultima parola e, forse, aver versato l’ultima lacrima si chiude il libro tra le proprie mani e si riguarda la “prima di copertina” con rinnovati occhi e si vede il luogo dove i due innamorati hanno sperimentato tanto la vicinanza tanto la lontananza (e dopo questa devi per forza leggere “Per tutto il resto dei miei sbagli” perché non ti spoilero assolutamente niente).

Un libro di autoguarigione e di analisi ma soprattutto del far pace con il proprio trascorso e quello di chi d’ora in avanti ci accompagnerà nella nostra vita auspicabilmente:per tutto il resto “dei nostri” sbagli.

 

É già tutto pronto devi solo volerlo.

Personaggi

  • Marta Sartori: la protagonista. Ha 25 anni, studia Giurisprudenza dopo avere lasciato gli studi in biotecnologie. Non è soddisfatta del suo percorso di studi, di sé stessa, della sua vita sentimentale e solo dopo un viaggio (o forse più d’uno) troverà il percorso giusto per lei sotto ogni punto di vista. É miope dall’età di sette anni, ma non si fa riferimento ad occhiali in tutto il libro, quindi la si può immaginare nell’uso di lenti a contatto. Ha un metodo di studio pessimo, e solo grazie a Olivia che le infonde coraggio alla fine riesce a laurearsi. Ama la musica e la band di Leandro è la sua preferita. Il suo compleanno è da sempre un evento importate e da questo momento in poi ancora di più.
  • Olivia Olli“: la migliore amica di Marta, A lei deve praticamente una delle cose più belle capitatele nella vita: l’incontro con Leandro, ma anche la laurea in Giurisprudenza che se non era per lei Marta ancora era lì a preparare lo stesso esame. Le due si supportano da sempre e hanno davvero una gran bel rapporto, di quelli che ti capisci senza parlare.
  • Leandro: cantante e frontman della band preferita da Marta. Vive a Perugia la sua città natale e ha una storia finita che non è ancora del tutto nel suo passato. É evidentemente affetto da romanticismo cronico e questo riesce a manifestarsi appieno nella relazione con Marta, nonostante tutto… Ama le cose semplici e autentiche e preferisce “i grandi gesti” al lusso ostentato, a Perugia guida una “Punto blu sgarrupata” e il suo vino preferito è l’Amarone, perché nasce da uno “sbaglio” e avendo per lui un fascino raro la storia di questo vino è divenuto col tempo “il vino delle occasioni speciali”
  • Riccardo: amico di Leandro e di tutta la sua band, si rende utile durante i concerti occupandosi del merchandising; ma alla fine lascerà questo suo “ruolo” per rimettersi a studiare e costruirsi una carriera “canonica”, anche se la nostalgia dei tour è sempre tanta! É durante il primo concerto a cui Marta e Oliva vanno che Riccardo si incontra con quest’ultima e quindi poi Marta conosce Leandro, ma non sarà l’unico suo ruolo da “cupido”.
  • Andrea Sartori: fratello “grande” di otto anni di Marta, è il secondogenito.
  • Marco Sartori: secondo fratello di Marta ed è il più piccolo dei tre.
  • Dario: è il fidanzato di Marta. I due non si frequentano da molto ma non hanno una relazione forte anzi, in realtà non soddisfa nessuno dei due. Viaggiano talmente in maniera asincrona che quando una decide di rompere la relazione, l’altro ci mette il tutto per tutto per farla funzionare.
  • Tommaso: amico di Dario, è sempre presente durante le uscite con Olivia persino, insieme ad altri amici, la sera del compleanno di Marta.
  • Federico: anche Olivia ha i suoi problemi di cuore, e Federico per lei è decisamente una questione da risolvere decisamente da troppo tempo.
  • Pierluigi “Gigi”: anziano signore dal quale Leandro acquista il suo pianoforte, che è stato messo in vendita dopo la morte della moglie Angela
  • Angela: moglie di Gigi, ha sempre amato ascoltare il suo amato suonare e probabilmente anche in questo caso, è stata la musica a unirli “finché morte” non li ha separati.
  • Professor Corradini: braccio estro del Professor Bianchi
  • Professor Bianchi: professore di diritto commerciale alla facoltà di Giurisprudenza frequentata da Marta
  • Greta: ex fidanzata di Leandro. É ancora innamorata di lui, tenta di ricostruire la relazione e per un gesto sconsiderato a seguito di un incidente stradale rischia la vita. Leandro l’assiste nella guarigione, un po’ per affetto un po’ per senso di colpa e questo comporterà delle scelte dolorose per più di una persona.
  • Giovanni: bisnonno di Marta
  • Joaquim: insegnante di surf che Marta incontra in Portogallo con il quale si curano vicendevolmente le ferite del passato. Diventano anche colleghi e la separazione non peserà a nessuno dei due, anzi entrambi guardano al loro passato con affetto
  • Piero: una delle tante persona incontrate per strada sulle quali Marta immagina delle storie.
  • ??: capo di Marta presso il giornale dove inizia a scrivere già da prima della laurea in Giurisprudenza
  • Nicola: amico di Leandro che compie gli anni proprio al momento migliore.

 

Info bibliografiche

Titolo originale: Per tutto il resto dei miei sbagli (italiano)

Autore: Camilla Boniardi

Prima pubblicazione: 2021

Prima pubblicazione in Italia: 20 Aprile 2021

La mia edizione: 2021

Editore italiano: Mondadori

Collana: –

Genere: Romanzo

Numero di pagine: 295

Preceduto da: Per tutto il resto dei miei sbagli è il primo libro dell’autrice

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Lolita

ROMANZO

Lolita

A pensarci ad una promessa così autentica viene in mente il film cult Se scappi ti sposo con Julia Roberts e Richard Gere, perché in fondo l’amore vero è questo: avere consapevolezza del rischio che tutto possa finire e fare di tutto per continuare a farlo vivere, nonostante gli sbagli

28 FEBBRAIO 2022 – TORINO

ROMANZO

Lolita di Vladimir Nabokov. Ecco la mia recensione.

Ogni volta cerco di approcciarmi ad un libro con il massimo dell’imparzialità e anche questa volta leggendo “Per tutto il resto dei miei sbagli” di Camihawke è ciò che ho fatto.

Avrebbero potuto fuorviarmi le numerose critiche rivolte all’impostazione autobiografica di questo romanzo, oppure avrebbe potuto frenarmi la genuinità di alcune espressioni che Camilla Boniardi, “Camihawke” sui social, usa sin dalle prime pagine.

Nella lettura di ”Per tutto il resto dei miei sbagli” ho trovato una genuinità e un’assenza di fronzoli come difficilmente si trova in un libro. E leggendo questo, vi ho trovato la bellezza di emozioni nude e autentiche. Quelle emozioni che sanno di quel gelato alla fragola che Leandro descrive a Marta la nostra protagonista, la quale ci mostra quanto sia difficile continuare a vivere la propria vita nonostante le difficoltà e lo scegliere la strada giusta per sé e per il proprio futuro, a prescindere che lo si condivida con altri o semplicemente con sé stessi.

Prima di tutto sappi che la fragola

è una scelta coraggiosa, una scelta pura.

Marta nei 25 anni di vita vissuti finora, di fiducia in se stessa non è che ne abbia mai avuta chissà quanta. Dalla bambina vergognosa che si nascondeva dietro le gambe della mamma, a quella ragazzina che oltre oceano non riusciva nemmeno, dall’alto del suo “Ottimo! (Con punto esclamativo)” guadagnato con tanto impegno, a pronunciare un semplice: “Io non parlo inglese” che più base di così non si può.

Ci devi provare, amore mio.

Questa sua fragilità e totale assenza di passione per la socializzazione troveranno cura dapprima nell’affetto della sua migliore amica Olivia, e poi inaspettatamente in se stessa.

…di oppormi allo spinto fatalismo per i quale gli amici sono quelli che capitano, e con questi dobbiamo imparare a convivere,

Olivia! Lei si che sapeva sempre come prenderla, come tirarla su dall’ennesimo errore d’amore (che poi forse di amore vero quella storia ne aveva ben poco). E di infonderle coraggio per superare anche questa volta quell’esame di giurisprudenza, che la sua autostima pari allo zero aveva già catalogato come infattibile da qui ai prossimi mille appelli.

né abbastanza forte da trasformare in azione un pensiero di riscatto

che potenzialmente avrebbe potuto fare la differenza.

Le conseguenze di questa mia insicurezza cronica erano disastrose.

Ma tanto sia in occasioni come questa che in tutte le altre che Marta vive, scoprirà e ci ricorderà! che se nella vita hai il coraggio di rischiare, di buttarti da “quella scogliera” dalla quale hai sempre avuto troppa, ma proprio troppa paura per saltare, puoi seriamente correre il rischio di vivere qualcosa dove nemmeno i sogni di felicità più arditi sono mai riusciti a spingersi.

Inaspettatamente la storia d’amore che (senza spoiler che già lo si sa dai social), Marta e Leandro (Camilla e Aimone) vivono, non è il focus del libro. Il cuore pulsante è invece l’intero percorso che si attraversa come singoli, prima di essere pronti a vivere in coppia: perché per vivere anche la storia d’amore più bella della propria vita bisogna essere pronti, entrambi.

…nessuno dovrebbe investire il proprio tempo a cercare di rispecchiare le proiezioni degli altri.

E non ci si può ritenere pronti, se ciascuno dei due non è diventato grande abbastanza da reggersi felicemente sulle proprie gambe senza paura, per poi condividere il coraggio di vivere insieme e ancora di più di sbagliare insieme, “per tutto il resto dei nostri sbagli”!

Lo devi sempre tenere presente, perché una cosa può essere anche bellissima e perfetta, ma se non è tempo, cara mia, non c’è niente da fare.

…si deve essere più felici in due rispetto a quanto non lo si è come individui,

altrimenti ogni sforzo perde di significato…

In più di una occasione mi è capitato di sentire Camihawke definire la sua storia con Aimone (quella vera e non trascritta), come un: amore antico

La felicità è una cosa seria, e se c’è, deve essere assoluta, senza ombre e senza pena.

e questo aspetto romantico trova la trasposizione nella storia epistolare che Marta e Leandro si trovano a vivere, in una perfezione che solo ad immaginare un fondo di verità in questo amore così diretto e autentico, non si può che lasciare che gli occhi si bagnino di lacrime. La bellezza delle parole e delle situazioni scritte prima e condivise “di persona” poi, che i due si trovano a vivere tra le pagine di questo libro, ci porta a sperare che siano capitate a Camilla e Aimone anche nella vita vera.

Probabilmente è vero che se non ti piace la stessa musica non puoi andare d’accordo! E questo è decisamente vero per Marta e Leandro, che incontratisi nella musica hanno poi condiviso (e apprezzato), i rispettivi gusti musicali tra le righe delle e-mail (moderne lettere) che i due si sono inviati nel corso dei mesi, consolidando dapprima e distruggendo poi, un modo meravigliosamente intimo e autentico di comunicare e conoscere l’altr* entrandogli dentro.

Come in questi mesi in cui non ti ho mai vista, ma ho sempre saputo che c’eri

Per tutto il resto dei miei sbagli credo che sia la promessa d’amore più autentica che si possa fare all’altra persona, perché di sbagli nella vita ce ne saranno sempre tanti, dai più banali e quotidiani a quelli un po’ più seri, eppure la bellezza di affrontarli insieme è l’unico vero obiettivo che una coppia dovrebbe avere, avanzando nella vita un passo dopo l’altro, con tutta l’onestà di cui si è in grado.

Per tutto il resto dei miei sbagli” credo parli proprio di questo: di onestà prima di tutto verso se stessi, per poi essere data anche ad altri godendo della pace che si prova ad essere accolti dall’altr* esattamente per come si è con tutti i propri difetti e odori;

…le tempie…non so, non saprei spiegarlo. Sanno della tua pelle

soprattutto quelli che si cerca di camuffare perché nessuno ci ha mai detto di quanto siano meravigliosi, e da soli non siamo mai stati in grado di coglierne la bellezza. Quindi sì Camilla Boniardi conferma che abbiamo bisogno degli altri, ma prima di tutto abbiamo bisogno di noi stessi per avere una vita piena e appagante soprattutto se, o meglio quando, scegliamo di condividerla con qualcun altro.

Oltre la storia tra Camilla e Aimone

Se non si fosse “influenzati” dalla trasposizione letteraria della relazione tra Camilla e Aimone, ritengo, ci si potrebbe soffermare anche su quello che è l’aspetto psicologico dell’intero romanzo. L’autrice infatti affronta forse tutti i suoi angoli privati come le sue esperienze di bimba, la sua timidezza, l’amore verso i suoi genitori che hanno sempre assolto al loro compito, persino nella stesura di questo libro; fino ad arrivare ad affrontare nella maniera più delicata possibile il suo essere “troppo magra” e il suo aver superato tutto questo semplicemente vivendo.

Persino la copertina (e questa è una cosa che mi piace tantissimo!) acquisisce un senso compiuto solo alla fine, quando assorbita l’ultima parola e, forse, aver versato l’ultima lacrima si chiude il libro tra le proprie mani e si riguarda la “prima di copertina” con rinnovati occhi e si vede il luogo dove i due innamorati hanno sperimentato tanto la vicinanza tanto la lontananza (e dopo questa devi per forza leggere “Per tutto il resto dei miei sbagli” perché non ti spoilero assolutamente niente).

Un libro di autoguarigione e di analisi ma soprattutto del far pace con il proprio trascorso e quello di chi d’ora in avanti ci accompagnerà nella nostra vita auspicabilmente:per tutto il resto “dei nostri” sbagli.

 

É già tutto pronto devi solo volerlo.

Personaggi

  • Marta Sartori: la protagonista. Ha 25 anni, studia Giurisprudenza dopo avere lasciato gli studi in biotecnologie. Non è soddisfatta del suo percorso di studi, di sé stessa, della sua vita sentimentale e solo dopo un viaggio (o forse più d’uno) troverà il percorso giusto per lei sotto ogni punto di vista. É miope dall’età di sette anni, ma non si fa riferimento ad occhiali in tutto il libro, quindi la si può immaginare nell’uso di lenti a contatto. Ha un metodo di studio pessimo, e solo grazie a Olivia che le infonde coraggio alla fine riesce a laurearsi. Ama la musica e la band di Leandro è la sua preferita. Il suo compleanno è da sempre un evento importate e da questo momento in poi ancora di più.
  • Olivia Olli“: la migliore amica di Marta, A lei deve praticamente una delle cose più belle capitatele nella vita: l’incontro con Leandro, ma anche la laurea in Giurisprudenza che se non era per lei Marta ancora era lì a preparare lo stesso esame. Le due si supportano da sempre e hanno davvero una gran bel rapporto, di quelli che ti capisci senza parlare.
  • Leandro: cantante e frontman della band preferita da Marta. Vive a Perugia la sua città natale e ha una storia finita che non è ancora del tutto nel suo passato. É evidentemente affetto da romanticismo cronico e questo riesce a manifestarsi appieno nella relazione con Marta, nonostante tutto… Ama le cose semplici e autentiche e preferisce “i grandi gesti” al lusso ostentato, a Perugia guida una “Punto blu sgarrupata” e il suo vino preferito è l’Amarone, perché nasce da uno “sbaglio” e avendo per lui un fascino raro la storia di questo vino è divenuto col tempo “il vino delle occasioni speciali”
  • Riccardo: amico di Leandro e di tutta la sua band, si rende utile durante i concerti occupandosi del merchandising; ma alla fine lascerà questo suo “ruolo” per rimettersi a studiare e costruirsi una carriera “canonica”, anche se la nostalgia dei tour è sempre tanta! É durante il primo concerto a cui Marta e Oliva vanno che Riccardo si incontra con quest’ultima e quindi poi Marta conosce Leandro, ma non sarà l’unico suo ruolo da “cupido”.
  • Andrea Sartori: fratello “grande” di otto anni di Marta, è il secondogenito.
  • Marco Sartori: secondo fratello di Marta ed è il più piccolo dei tre.
  • Dario: è il fidanzato di Marta. I due non si frequentano da molto ma non hanno una relazione forte anzi, in realtà non soddisfa nessuno dei due. Viaggiano talmente in maniera asincrona che quando una decide di rompere la relazione, l’altro ci mette il tutto per tutto per farla funzionare.
  • Tommaso: amico di Dario, è sempre presente durante le uscite con Olivia persino, insieme ad altri amici, la sera del compleanno di Marta.
  • Federico: anche Olivia ha i suoi problemi di cuore, e Federico per lei è decisamente una questione da risolvere decisamente da troppo tempo.
  • Pierluigi “Gigi”: anziano signore dal quale Leandro acquista il suo pianoforte, che è stato messo in vendita dopo la morte della moglie Angela
  • Angela: moglie di Gigi, ha sempre amato ascoltare il suo amato suonare e probabilmente anche in questo caso, è stata la musica a unirli “finché morte” non li ha separati.
  • Professor Corradini: braccio estro del Professor Bianchi
  • Professor Bianchi: professore di diritto commerciale alla facoltà di Giurisprudenza frequentata da Marta
  • Greta: ex fidanzata di Leandro. É ancora innamorata di lui, tenta di ricostruire la relazione e per un gesto sconsiderato a seguito di un incidente stradale rischia la vita. Leandro l’assiste nella guarigione, un po’ per affetto un po’ per senso di colpa e questo comporterà delle scelte dolorose per più di una persona.
  • Giovanni: bisnonno di Marta
  • Joaquim: insegnante di surf che Marta incontra in Portogallo con il quale si curano vicendevolmente le ferite del passato. Diventano anche colleghi e la separazione non peserà a nessuno dei due, anzi entrambi guardano al loro passato con affetto
  • Piero: una delle tante persona incontrate per strada sulle quali Marta immagina delle storie.
  • ??: capo di Marta presso il giornale dove inizia a scrivere già da prima della laurea in Giurisprudenza
  • Nicola: amico di Leandro che compie gli anni proprio al momento migliore.

 

Info bibliografiche

Titolo originale: Per tutto il resto dei miei sbagli (italiano)

Autore: Camilla Boniardi

Prima pubblicazione: 2021

Prima pubblicazione in Italia: 20 Aprile 2021

La mia edizione: 2021

Editore italiano: Mondadori

Collana: –

Genere: Romanzo

Numero di pagine: 295

Preceduto da: Per tutto il resto dei miei sbagli è il primo libro dell’autrice

Seguito da

 

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Nietzsche per stressati

Copertina del libro di Camilla Boniardi Camihawke "Per tutto il resto dei miei sbagli"

FILOSOFIAGROWTH, MIND & BODY, SELF HELP

Cosa c’è di più autentico di promettersi amore “Per tutto il resto dei miei sbagli”?

A pensarci ad una promessa così autentica viene in mente il film cult Se scappi ti sposo con Julia Roberts e Richard Gere, perché in fondo l’amore vero è questo: avere consapevolezza del rischio che tutto possa finire e fare di tutto per continuare a farlo vivere, nonostante gli sbagli

28 FEBBRAIO 2022

FILOSOFIAGROWTH, MIND & BODY, SELF HELP

Nietzsche per stressati di Allan Percy. Ecco la mia recensione.

Ogni volta cerco di approcciarmi ad un libro con il massimo dell’imparzialità e anche questa volta leggendo “Per tutto il resto dei miei sbagli” di Camihawke è ciò che ho fatto.

Avrebbero potuto fuorviarmi le numerose critiche rivolte all’impostazione autobiografica di questo romanzo, oppure avrebbe potuto frenarmi la genuinità di alcune espressioni che Camilla Boniardi, “Camihawke” sui social, usa sin dalle prime pagine.

Nella lettura di ”Per tutto il resto dei miei sbagli” ho trovato una genuinità e un’assenza di fronzoli come difficilmente si trova in un libro. E leggendo questo, vi ho trovato la bellezza di emozioni nude e autentiche. Quelle emozioni che sanno di quel gelato alla fragola che Leandro descrive a Marta la nostra protagonista, la quale ci mostra quanto sia difficile continuare a vivere la propria vita nonostante le difficoltà e lo scegliere la strada giusta per sé e per il proprio futuro, a prescindere che lo si condivida con altri o semplicemente con sé stessi.

Prima di tutto sappi che la fragola

è una scelta coraggiosa, una scelta pura.

Marta nei 25 anni di vita vissuti finora, di fiducia in se stessa non è che ne abbia mai avuta chissà quanta. Dalla bambina vergognosa che si nascondeva dietro le gambe della mamma, a quella ragazzina che oltre oceano non riusciva nemmeno, dall’alto del suo “Ottimo! (Con punto esclamativo)” guadagnato con tanto impegno, a pronunciare un semplice: “Io non parlo inglese” che più base di così non si può.

Ci devi provare, amore mio.

Questa sua fragilità e totale assenza di passione per la socializzazione troveranno cura dapprima nell’affetto della sua migliore amica Olivia, e poi inaspettatamente in se stessa.

…di oppormi allo spinto fatalismo per i quale gli amici sono quelli che capitano, e con questi dobbiamo imparare a convivere,

Olivia! Lei si che sapeva sempre come prenderla, come tirarla su dall’ennesimo errore d’amore (che poi forse di amore vero quella storia ne aveva ben poco). E di infonderle coraggio per superare anche questa volta quell’esame di giurisprudenza, che la sua autostima pari allo zero aveva già catalogato come infattibile da qui ai prossimi mille appelli.

né abbastanza forte da trasformare in azione un pensiero di riscatto

che potenzialmente avrebbe potuto fare la differenza.

Le conseguenze di questa mia insicurezza cronica erano disastrose.

Ma tanto sia in occasioni come questa che in tutte le altre che Marta vive, scoprirà e ci ricorderà! che se nella vita hai il coraggio di rischiare, di buttarti da “quella scogliera” dalla quale hai sempre avuto troppa, ma proprio troppa paura per saltare, puoi seriamente correre il rischio di vivere qualcosa dove nemmeno i sogni di felicità più arditi sono mai riusciti a spingersi.

Inaspettatamente la storia d’amore che (senza spoiler che già lo si sa dai social), Marta e Leandro (Camilla e Aimone) vivono, non è il focus del libro. Il cuore pulsante è invece l’intero percorso che si attraversa come singoli, prima di essere pronti a vivere in coppia: perché per vivere anche la storia d’amore più bella della propria vita bisogna essere pronti, entrambi.

…nessuno dovrebbe investire il proprio tempo a cercare di rispecchiare le proiezioni degli altri.

E non ci si può ritenere pronti, se ciascuno dei due non è diventato grande abbastanza da reggersi felicemente sulle proprie gambe senza paura, per poi condividere il coraggio di vivere insieme e ancora di più di sbagliare insieme, “per tutto il resto dei nostri sbagli”!

Lo devi sempre tenere presente, perché una cosa può essere anche bellissima e perfetta, ma se non è tempo, cara mia, non c’è niente da fare.

…si deve essere più felici in due rispetto a quanto non lo si è come individui,

altrimenti ogni sforzo perde di significato…

In più di una occasione mi è capitato di sentire Camihawke definire la sua storia con Aimone (quella vera e non trascritta), come un: amore antico

La felicità è una cosa seria, e se c’è, deve essere assoluta, senza ombre e senza pena.

e questo aspetto romantico trova la trasposizione nella storia epistolare che Marta e Leandro si trovano a vivere, in una perfezione che solo ad immaginare un fondo di verità in questo amore così diretto e autentico, non si può che lasciare che gli occhi si bagnino di lacrime. La bellezza delle parole e delle situazioni scritte prima e condivise “di persona” poi, che i due si trovano a vivere tra le pagine di questo libro, ci porta a sperare che siano capitate a Camilla e Aimone anche nella vita vera.

Probabilmente è vero che se non ti piace la stessa musica non puoi andare d’accordo! E questo è decisamente vero per Marta e Leandro, che incontratisi nella musica hanno poi condiviso (e apprezzato), i rispettivi gusti musicali tra le righe delle e-mail (moderne lettere) che i due si sono inviati nel corso dei mesi, consolidando dapprima e distruggendo poi, un modo meravigliosamente intimo e autentico di comunicare e conoscere l’altr* entrandogli dentro.

Come in questi mesi in cui non ti ho mai vista, ma ho sempre saputo che c’eri

Per tutto il resto dei miei sbagli credo che sia la promessa d’amore più autentica che si possa fare all’altra persona, perché di sbagli nella vita ce ne saranno sempre tanti, dai più banali e quotidiani a quelli un po’ più seri, eppure la bellezza di affrontarli insieme è l’unico vero obiettivo che una coppia dovrebbe avere, avanzando nella vita un passo dopo l’altro, con tutta l’onestà di cui si è in grado.

Per tutto il resto dei miei sbagli” credo parli proprio di questo: di onestà prima di tutto verso se stessi, per poi essere data anche ad altri godendo della pace che si prova ad essere accolti dall’altr* esattamente per come si è con tutti i propri difetti e odori;

…le tempie…non so, non saprei spiegarlo. Sanno della tua pelle

soprattutto quelli che si cerca di camuffare perché nessuno ci ha mai detto di quanto siano meravigliosi, e da soli non siamo mai stati in grado di coglierne la bellezza. Quindi sì Camilla Boniardi conferma che abbiamo bisogno degli altri, ma prima di tutto abbiamo bisogno di noi stessi per avere una vita piena e appagante soprattutto se, o meglio quando, scegliamo di condividerla con qualcun altro.

Oltre la storia tra Camilla e Aimone

Se non si fosse “influenzati” dalla trasposizione letteraria della relazione tra Camilla e Aimone, ritengo, ci si potrebbe soffermare anche su quello che è l’aspetto psicologico dell’intero romanzo. L’autrice infatti affronta forse tutti i suoi angoli privati come le sue esperienze di bimba, la sua timidezza, l’amore verso i suoi genitori che hanno sempre assolto al loro compito, persino nella stesura di questo libro; fino ad arrivare ad affrontare nella maniera più delicata possibile il suo essere “troppo magra” e il suo aver superato tutto questo semplicemente vivendo.

Persino la copertina (e questa è una cosa che mi piace tantissimo!) acquisisce un senso compiuto solo alla fine, quando assorbita l’ultima parola e, forse, aver versato l’ultima lacrima si chiude il libro tra le proprie mani e si riguarda la “prima di copertina” con rinnovati occhi e si vede il luogo dove i due innamorati hanno sperimentato tanto la vicinanza tanto la lontananza (e dopo questa devi per forza leggere “Per tutto il resto dei miei sbagli” perché non ti spoilero assolutamente niente).

Un libro di autoguarigione e di analisi ma soprattutto del far pace con il proprio trascorso e quello di chi d’ora in avanti ci accompagnerà nella nostra vita auspicabilmente:per tutto il resto “dei nostri” sbagli.

 

É già tutto pronto devi solo volerlo.

Personaggi

  • Marta Sartori: la protagonista. Ha 25 anni, studia Giurisprudenza dopo avere lasciato gli studi in biotecnologie. Non è soddisfatta del suo percorso di studi, di sé stessa, della sua vita sentimentale e solo dopo un viaggio (o forse più d’uno) troverà il percorso giusto per lei sotto ogni punto di vista. É miope dall’età di sette anni, ma non si fa riferimento ad occhiali in tutto il libro, quindi la si può immaginare nell’uso di lenti a contatto. Ha un metodo di studio pessimo, e solo grazie a Olivia che le infonde coraggio alla fine riesce a laurearsi. Ama la musica e la band di Leandro è la sua preferita. Il suo compleanno è da sempre un evento importate e da questo momento in poi ancora di più.
  • Olivia Olli“: la migliore amica di Marta, A lei deve praticamente una delle cose più belle capitatele nella vita: l’incontro con Leandro, ma anche la laurea in Giurisprudenza che se non era per lei Marta ancora era lì a preparare lo stesso esame. Le due si supportano da sempre e hanno davvero una gran bel rapporto, di quelli che ti capisci senza parlare.
  • Leandro: cantante e frontman della band preferita da Marta. Vive a Perugia la sua città natale e ha una storia finita che non è ancora del tutto nel suo passato. É evidentemente affetto da romanticismo cronico e questo riesce a manifestarsi appieno nella relazione con Marta, nonostante tutto… Ama le cose semplici e autentiche e preferisce “i grandi gesti” al lusso ostentato, a Perugia guida una “Punto blu sgarrupata” e il suo vino preferito è l’Amarone, perché nasce da uno “sbaglio” e avendo per lui un fascino raro la storia di questo vino è divenuto col tempo “il vino delle occasioni speciali”
  • Riccardo: amico di Leandro e di tutta la sua band, si rende utile durante i concerti occupandosi del merchandising; ma alla fine lascerà questo suo “ruolo” per rimettersi a studiare e costruirsi una carriera “canonica”, anche se la nostalgia dei tour è sempre tanta! É durante il primo concerto a cui Marta e Oliva vanno che Riccardo si incontra con quest’ultima e quindi poi Marta conosce Leandro, ma non sarà l’unico suo ruolo da “cupido”.
  • Andrea Sartori: fratello “grande” di otto anni di Marta, è il secondogenito.
  • Marco Sartori: secondo fratello di Marta ed è il più piccolo dei tre.
  • Dario: è il fidanzato di Marta. I due non si frequentano da molto ma non hanno una relazione forte anzi, in realtà non soddisfa nessuno dei due. Viaggiano talmente in maniera asincrona che quando una decide di rompere la relazione, l’altro ci mette il tutto per tutto per farla funzionare.
  • Tommaso: amico di Dario, è sempre presente durante le uscite con Olivia persino, insieme ad altri amici, la sera del compleanno di Marta.
  • Federico: anche Olivia ha i suoi problemi di cuore, e Federico per lei è decisamente una questione da risolvere decisamente da troppo tempo.
  • Pierluigi “Gigi”: anziano signore dal quale Leandro acquista il suo pianoforte, che è stato messo in vendita dopo la morte della moglie Angela
  • Angela: moglie di Gigi, ha sempre amato ascoltare il suo amato suonare e probabilmente anche in questo caso, è stata la musica a unirli “finché morte” non li ha separati.
  • Professor Corradini: braccio estro del Professor Bianchi
  • Professor Bianchi: professore di diritto commerciale alla facoltà di Giurisprudenza frequentata da Marta
  • Greta: ex fidanzata di Leandro. É ancora innamorata di lui, tenta di ricostruire la relazione e per un gesto sconsiderato a seguito di un incidente stradale rischia la vita. Leandro l’assiste nella guarigione, un po’ per affetto un po’ per senso di colpa e questo comporterà delle scelte dolorose per più di una persona.
  • Giovanni: bisnonno di Marta
  • Joaquim: insegnante di surf che Marta incontra in Portogallo con il quale si curano vicendevolmente le ferite del passato. Diventano anche colleghi e la separazione non peserà a nessuno dei due, anzi entrambi guardano al loro passato con affetto
  • Piero: una delle tante persona incontrate per strada sulle quali Marta immagina delle storie.
  • ??: capo di Marta presso il giornale dove inizia a scrivere già da prima della laurea in Giurisprudenza
  • Nicola: amico di Leandro che compie gli anni proprio al momento migliore.

 

Info bibliografiche

Titolo originale: Per tutto il resto dei miei sbagli (italiano)

Autore: Camilla Boniardi

Prima pubblicazione: 2021

Prima pubblicazione in Italia: 20 Aprile 2021

La mia edizione: 2021

Editore italiano: Mondadori

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Genere: Romanzo

Numero di pagine: 295

Preceduto da: Per tutto il resto dei miei sbagli è il primo libro dell’autrice

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Cos’è lo storytelling e come fa ad arrivare alla radice del racconto

Cos’è lo storytelling e come fa ad arrivare alla radice del racconto

Libro su Frida Kahlo

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Cos’è lo storytelling e come fa ad arrivare alla radice del racconto

Alla radice del racconto di Elizabeth Gelfi è uno di quei libri all’interno del quale conservi un segnalibro perché contiene davvero un’ottima sintesi e analisi di che cosa significa a fare davvero Storytelling.

27 GIUGNO 2023 – tra FIRENZE, ROMA & TORINO

MARKETINGSEO & COPYWRITING

Alla radice del racconto di Elizabeth Gelfi. Ecco la mia recensione.

 

Che cosa significa fare Storytelling per Elisabeth Gelfi? Ce lo spiega nel suo primo libro Alla radice del racconto: comunica, emoziona, vendi: tutto ciò che devi sapere per far crescere il tuo business.

Questo piccolo manuale non si limita a descrivere quello che lo Storytelling è, o meglio come si fa e quello che è il suo reale e autentico potere, ma ci porta davvero ad avere una conoscenza davvero più profonda di come funziona la mente dell’essere umano. Fare Storytelling indipendentemente dall’ambito in cui si va ad applicare questa “disciplina”, significa parlare in maniera autentica, emozionale ed empatica alle persone. Ecco che diventa quindi determinante, la reale comprensione di come effettivamente le persone sono, o almeno di come “sono” le persone a cui ci andiamo a rivolgere.

Determinante in tal senso l’individuazione dettagliata delle “nostre” user personas.

Ho letto Alla radice del racconto a Firenze. Mi sono accomodata prima in una caffetteria e poi in un’altra, e mentre sfuggivo dal caldo estivo del centro Italia mi sono immersa in questa lettura che ho percepito totalmente affine alla visione che ho io dello Storytelling.

Ora ti racconto tutto così che davvero capirai quanto è determinante scegliere di fare Storytelling indipendentemente che tu sia un brand o voglia creare e migliorare il tuo personal brand.

Perché uno storytelling ben fatto va alla radice del racconto?

Lo Storytelling è una delle forme di comunicazione più genuine che esistano. Quando si fa Storytelling diventa essenziale mostrare quella che è l’autenticità, sia che si tratti di un brand o di un personal brand. Il concetto è lo stesso: bisogna andare in profondità, per scardinare tutte quelle che sono le sovrastrutture che potrebbero essersi consolidate nel corso del tempo, oppure quelle credenze che ci portano a pensare di doversi mostrare al pubblico in un certo modo veicolando un certo messaggio, con l’intento di venir percepiti come  “migliori”.

Ma Elizabeth Gelfi in Alla radice del racconto ci insegna che non esiste migliore o peggiore, esiste soltanto quella che è la nostra vera storia e soprattutto il modo migliore (in questo caso sì) di comunicarla, a seconda delle piattaforme e degli strumenti che strategicamente si sono scelti.

Comunicare come davvero noi siamo, qual è il nostro reale valore e come questo può essere di aiuto e supporto per il nostro pubblico, è il cuore pulsante di uno Storytelling davvero ben ideato prima e fatto poi. Indipendentemente che vendiamo prodotti fisici, digitali, consulenze o qualsiasi altro tipo di “prodotto”, il nostro obiettivo è veicolare le qualità non solo dei nostri prodotti ma del brand stesso in modo da far sentire il nostro pubblico in linea con la nostra “personalità”.

Lo Storytelling è il mezzo migliore per farci conoscere nella nostra autenticità e poliedricità, ed è davvero bellissimo ciò che si può creare in questo modo. Certo è “più” complesso soprattutto in una fase iniziale, ma ripaga enormemente da tanti punti di vista.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Che cosa significa Storytelling?

Facendo una enorme sintesi di ciò che significa fare Storytelling possiamo dire che significa: mostrarsi tanto in maniera autentica che in maniera strategica, facendo leva su quella che è la sfera emotiva ed emozionale di chi entra in contatto con la nostra narrazione.

Quando si parla di emozioni e di avere quindi una narrazione di tipo emozionale, significa fare in modo che chi ci ascolta, ci guarda, ci legge abbini naturalmente emozioni positive al nostro brand o personal brand. Questo può essere vero tanto andando a trovare un appiglio nei ricordi delle nostre “user personas'” che facendole proiettare in una situazione fortemente desiderata emozionandole (appunto) in modo da fargli già pregustare il risultato finale.

Lo Storytelling è quindi una comunicazione positiva, che in maniera prevalente fa leva su tutta la gamma di emozioni che vengono catalogate come positive e perché no, tal volta nostalgiche, ma comunque piacevoli e intense.

Si differenzia da una comunicazione “tradizionale” poiché è essenzialmente volta alla creazione di relazioni durevoli nel tempo e solide. Fornisce infatti la meravigliosa possibilità di instaurare un dialogo bilaterale tra il brand/personal brand e il suo cliente ideale, dando modo al futuro clienti di conoscere il brand da un lato, e di dare a quest’ultimo il fisiologico tempo di capire e quindi attuare, la giusta forma comunicativa che meglio si adatta al suo pubblico.

Le emozioni giocano un ruolo centrale in tutte le interazioni che avvengono nella nostra vita, hanno quindi un impatto determinante sulle nostre decisioni perché consentono di processare le informazioni in modo molto rapido.

Qual’è il reale valore dello Storytelling?

Lo Storytelling è lo strumento più potente che può essere utilizzato per relazionarsi in maniera efficace con il proprio fu proprio pubblico. Di fatto il brand/personal brand si mette “al servizio” della propria community la sua comunicazione, proprio per aiutare ogni singolo membro a comprendere meglio le proprie necessità e quindi rendersi conto scientemente se siamo noi che possiamo soddisfare quel bisogno in maniera efficace, oppure se tale necessità andrà soddisfatta altrove. Questo altrove non deve mai spaventare, perché la vendita è auspicabile quando davvero in linea con necessità e valori di chi acquista. In tal senso lo Storytelling assume per certi versi anche una valenza etica e professionale, che nel mondo del tutto e subito crea (come piacevole effetto collaterale) una sensazione di affidabilità.

Certo tutto questo viene fatto per vendere indipendentemente dal cosa, eppure ciò che non viene detto, ma che Elizabeth Gelfi ha il coraggio di fare, è l’aspetto pedagogico dello Storytelling. Il vero valore di un brand o un professionista che investe nel suo personal brand, è l’educazione del sui cliente ideale affinché questi abbia la capacità di esplorarsi e comprendere davvero che abbiamo esattamente ciò che stava cercando. Il momento che si riesce a fare questo: a dare consapevolezza, qualunque cosa noi vendiamo si venderà da sola, perché avremmo saputo arrivare non solo “alla radice del racconto” ma avremmo ma saremmo stati in grado di arrivare alla “radice della problema” che ha la nostra community. Di fatto la soluzione che mostriamo loro e il modo in cui noi (noi e solo noi) attuiamo quella soluzione diventa il motivo per il quale non solo ci seguono, ma effettivamente acquistano da noi.

Quindi qual è il grande valore dello Storytelling? Che crea community solide ossia gruppi di persone connesse tra di loro a prescindere da quella che può essere una relazione di tipo economico.

Aumentare le vendite con lo Storytelling

Certo potrà sembrare controproducente un approccio di questo tipo, poiché apparentemente (e sotto e sottolineo apparentemente), non è finalizzato alla vendita. Ma in realtà e questo è il miglior modo per creare un terreno fertile in cui le radici di qualunque prodotto o servizio andremo a vendere alla nostra community, avranno florida possibilità non solo di attecchire ma di crescere in maniera rigogliosa dandoci frutti ancora più appaganti di quelli che avremmo potuto immaginare. Ovviamente quando dico/scrivo frutti intendo obiettivi, risultati, vendite, KPI, dati e quant’altro.

Uno degli aspetti che mi piace particolarmente dello Storytelling, e qui do un’opinione assolutamente personale, è che quando viene davvero ben! fatto riesce a generare frutti anche quando per qualsiasi motivo all’esterno si potrebbe percepire che abbiamo “diminuito la nostra presenza”. A pensarci è esattamente come nelle relazioni: quando sono solide, si può persino trarre beneficio da dei momenti in cui ci si prende dello spazio poiché sono questi i momenti in cui entrambe le parti crescono come singole, per riuscire nonostante le distanze, ad entrare in vicendevole contatto. Dal punto di vista del Digital marketing questi sono i momenti in cui emerge davvero tutto l’enorme lavoro che è stato fatto in termini di Storytelling e identità digitale e sono quelli in cui ci si rende davvero conto che si è costruito un brand/personal brand forte e stabile.

La sensazione è impagabile!

Come si fa Storytelling?

Comunicare per vendere attraverso lo Storytelling ha evidentemente delle tempistiche diverse rispetto al basare la propria strategia digitale prevalentemente su attività più “immediate” come potrebbe essere ad esempio quella dell’advertising. Budget permettendo mi piace sempre molto abbinare queste due attività in modo che procedano in parallelo, ma da advertiser (oltre che storyteller) posso serenamente affermare che non c’è advertising che tenga senza una solida base di Storytelling!

In realtà nonostante si pensi che a livello gerarchico sia l’advertising l’aspetto più rilevante all’interno di una strategia digitale correttamente impostata e applicata, è invece proprio lo Storytelling ad essere l’elemento determinante poiché è da un lato funge da filo conduttore, dall’altro rafforza ogni singolo elemento della Digital strategy che ogni brand o personal brand sceglie strategicamente di usare.

Ecco quindi che fare Storytelling acquisisce un significato più ampio: comunicare al meglio a partire dal momento in cui si è individuata la nostra vera identità, veicolandola positivamente con gli strumenti che sono per noi più funzionali in quel momento.

Se è essenziale da un lato definire a monte quella che sarà la nostra comunicazione, a cominciare ad esempio dalla nostra identità verbale e visiva, dall’altro è altresì imprescindibile accogliere positivamente all’interno della nostra strategia digitale che io interpreto come una estensione “pratica” dello Storytelling, tutte quelle che sono le innovazioni a livello digitale, per valutare se e come queste innovazioni possono effettivamente essere di supporto nel raggiungimento dei nostri obiettivi.

Evidenzio che valutare non significa scegliere, significa però porsi con una mentalità proattiva verso tutte quelle che sono le nuove occasioni comunicative che la fisiologica evoluzione digitale ci mette, e sempre di più metterà a nostra disposizione. Nessun ansia quindi nello scegliere di includere o di escludere alcune piattaforme, alcuni social, alcuni tools perché questa scelta è giustificata da una corretta strategia digitale che ci garantisce l’uso di ciò che è meglio per noi.

Il tutto ovviamente volto a dialogare e comunicarci nella maniera che sia per il nostro pubblico più semplice e chiara possibile.

Storytelling efficace grazie agli archetipi

Le emozioni giocano un ruolo centrale in tutte le interazioni che avvengono nella nostra vita, hanno quindi un impatto determinante sulle nostre decisioni perché consentono di processare le informazioni in modo molto rapido.

Eh sì, lo Storytelling ha sempre un obiettivo! Non è mai, o quasi mai, narrazione fine a sé stessa ma il bello sta proprio qui giusto?! É una continua prova di abilità comunicativa e forse è proprio uno degli aspetti più stimolanti di quando sei un* storyteller (si perché qui si tratta di esserlo non di farlo per professione 😉 ).

La primo delle argomentazioni che ho trovato più interessanti è quella della degli archetipi, proprio in funzione del fatto che è fondamentale capire a quale archetipo apparteniamo e di conseguenza qual è la tipologia di narrazione strategica che andremo ad applicare.

Qui riporto solo i 12 archetipi suddivisi in 4 gruppi. Per la spiegazione dettagliata chiaramente rimando a questo libro che davvero riprendo in mano ogni volta che inizio a seguire un nuovo cliente perché è “chiarificante” avere nero su bianco alcuni passaggi che seppur noti a chi come me è un* storyteller, risulta comunque confortante avere a portata di mano.

Stabilità: angelo custode, sovrano, creatore

Indipendenza: innocente, saggio, esploratore

Cambiamento: eroe, mago, ribelle

Appartenenza: uomo comune, burlone, amante

Anzi ti propongo un piccolo test, prova ad immaginare quale di questo archetipo è il tuo e poi verificalo leggendo le spiegazioni di Elizabeth Gelfi, sono certa troverai spunti interessanti e inaspettati.

Trance narrativa: crea uno Storytelling immersivo

Stato di completo coinvolgimento

Scegliere quindi di comunicare attraverso lo Storytelling significa fare ben più che comunicare in maniera persuasiva. Grazie allo Storytelling siamo infatti in grado di creare una vera e propria trance narrativa che assomiglia davvero a quello che è il viaggio dell’eroe che ad esempio viene spiegato molto bene in Branded Podcast Producer di Rossella Pivanti, seppur dal punto di vista del fare podcasting. Ma questo rafforza ancora di più il concetto che lo Storytelling è davvero un mezzo comunicativo potente e soprattutto (scelgo questo termine) “universale”.

La trance narrativa è composta dei seguenti 7 punti:

  • Contatto
  • Familiarità
  • Immersione
  • Identificazione
  • Emersione
  • Distanziamento
  • Trasformazione

Come si noterà, seguire questi passaggi è qualcosa di molto naturale eppure sarà fondamentale per creare quella relazione autentica e rilevante nella mente delle persone, che innescherà l’impulso di cercare proprio noi perché rispondiamo esattamente ad una loro esigenza.

Ci tengo a trasmettere il messaggio che lo Storytelling (e il Digital Marketing in senso ampio) ha una sua etica fondante e cioè quella di mettere le persone al centro. I loro bisogni e la volontà di veicolare emozioni positive sono i pilastri sui quali qualsiasi Storytelling dovrebbe basarsi. Il risultato sarà quello che le persone si ricorderanno del nostro brand/personal brand e quindi acquisteranno (e riascquisteranno) da noi preferendoci alla concorrenza che anzi non verrà minimamente presa in considerazione.

Come nella migliore delle relazioni diventeremo gli unici a “farci sentire così”.

Sinossi

La radice perfora il terreno, assorbe acqua e nutrienti, àncora la pianta.
Quale migliore immagine possiamo utilizzare se non questa per raccontare quanto la nostra storia sia la forza
dietro ad ogni scelta.
Se sei un o una professionista, un o una freelance o hai una piccola media impresa inizia a pensare che ciò che sei determina ciò che gli altri percepiscono della tua attività.
Non puoi più pensare che sia sufficiente mostrare solo la tua offerta, ma occorre strutturare una narrazione che immerga nelle emozioni chi hai di fronte.
Questo libro vuole mostrarti tutto ciò che devi sapere prima di iniziare a comunicare.
È lo strumento perfetto che ti porterà a guardare il marketing con occhi diversi.

Info bibliografiche

Titolo originale: Frida para apasionados (italiano)

Titolo: Alla radice del racconto

Autore: Elizabeth Gelfi

Prima edizione: 2022

Prima edizione italiana: 2022

La mia edizione: I edizione – 2022

Editore italiano: WE Edizioni

Collana: –

Genere: marketingseo & copywriting

Numero di pagine: 112

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