Nell’arte della guerra trovi le risposte che stavi cercando

Nell’arte della guerra trovi le risposte che stavi cercando

Recensione dell'arte della guerra di Sun Tzu

GRANDI CLASSICIGROWTH, MIND & BODY, SELF HELPTRATTATO

Nell’arte della guerra trovi le risposte che stavi cercando

Leggendolo ti rendi immediatamente conto di quanto sia attuale e potente nel suo essere quasi in grado di rispondere esattamente alle domande più importanti che possono riempire la tua mente. Come se le risposte e il significato emergesse direttamente da chi lo legge e non dal “Maestro Sun” che lo ha scritto.

7 NOVEMBRE 2022 – TORINO

GRANDI CLASSICIGROWTH, MIND & BODY, SELF HELPTRATTATO

L’arte della guerra di Sun Tzu: un testo adattivo

La grande forza de L’arte della guerra di Sun Tzu, il suo shi, sta nell’essere (con mia enorme sorpresa) un testo adattivo.

Come se il significato stesso di quello che è scritto in questo antico testo, che risale nella sua forma finale al IV secolo a.C., avesse la sorprendente capacità di mutare in funzione della persona che lo legge. Sembra quasi essere in grado di fornirci le giuste risposte o meglio la giusta strategia, per affrontare al meglio qualsiasi circostanza ci si possa presentare, come se conoscesse già in che particolare momento della nostra vita ci troviamo.

Come in tante altre occasioni, anche questo è per me un libro legato ad un viaggio. L’ho comprato nella libreria Giunti all’interno della stazione di Genova “Piazza Principe” e sembrava quasi essere lì ad aspettarmi. Così dopo anni che volevo leggerlo, la bellezza di questa edizione Giunti mi ha assolutamente conquistata e sono finita con il leggerlo tutto d’un fiato sul treno che che mi riportava a casa da Genova a Torino.

Non amo molto fare troppe ricerche propedeutiche alla lettura di un nuovo libro, così mi ci approccio in maniera neutrale e imparziale, dunque sono rimasta sorpresa della struttura “ad elenco” dei tredici capitoli che compongono L’arte della guerra di Sun Tzu.

Tredici capitoli che fungono da sapiente bussola aforistica, utile per orientarci quando ci troviamo ad affrontare delle sfide. E dico sfide perché la guerra per il lettore moderno significa questo: sfide, avversità, abbandono delle zone di comfort, crescita, evoluzione e tutto quanto possa rappresentare per noi una conquista o una vittoria.

E soprattutto riportare l’attenzione all’interno di noi stessi, come quando il Maestro Sun ci dice:

L’arte della guerra non è confidare che l’altro non arrivi ma contare sul fatto che sarò ad aspettarlo; non è confidare che l’altro non attacchi ma contare sul fatto che io sia inattaccabile.

Conosci l’altro…

In questa meravigliosa edizione Giunti de L’arte della guerra di Sun Tzu, troviamo che alcuni termini sono stati mantenuti volontariamente nella loro lingua originale. Quelli più significativi sono:

Shi – potenza

Dao – via, strada da seguire

Qi – forza vitale

Personalmente valuto positivamente questa scelta, perché in maniera emblematica ci consente di leggere/tradurre al meglio per la nostra comprensione, quello che “il Maestro Sun” ci tramanda.

Ed è questo un punto cruciale in termini di strategia: la conoscenza profonda, che è il primo vero terreno di scontro su cui dobbiamo vincere prima anche solo di pensare di cercare la vittoria nel senso stretto del termine.

Perciò si dice: se conosci l’altro e conosci te stesso, vincerai cento battaglie; se non conosci l’altro ma conosci te stesso, una volta vincerai e un’altra sarai sconfitto; se non conosci l’altro e non conosci te stesso, ogni battaglia sarà una sconfitta certa. 

Come l’acqua regola il suo flusso in base al terreno l’esercito deve determinare la vittoria basandosi sull’avversario.

…conosci te stesso.

Conoscere profondamente la realtà, l’avversario che andremo ad affrontare è solo una parte della nostra preparazione. Quella forse più complessa e sottovalutata è invece quella che riguarda la conoscenza di noi stessi. Solo conoscendo sia l’esterno che l’interno avremo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per conquistare tutto quello, verso il quale rivolgiamo le nostre mire.

Pertanto vincere 100 battaglie su 100 non è il massimo della destrezza, il massimo della destrezza è una guerra in cui si sottomette il nemico senza combattere.

La guerra è la via dell’inganno.

Perciò, se sei capace, mostrati incapace.se sei pronto alla guerra, fatti vedere impreparato.

Se sei vicino, dai mostra d’essere lontano; se sei lontano, fai sembrare di essere vicino.

…vince chi attende previdentemente l’imprevisto…

Considerando ciò come il nostro Dao, ovvero la via da seguire, ci sentiremo sempre sicuri di poter usare le debolezze dell’altro e i nostri reali punti di forza al fine di avere quella “vittoria” che prima sembrava lontana.

Gli abili guerrieri dell’antichità agivano innanzitutto in modo da non poter essere vinti e attendevano che il nemico potesse essere sconfitto.

L’arte della guerra spiega la resilienza

Essere resilienti, esplorare e quindi adattare i nostri reali punti di forza in funzione delle circostanze, è questa la vera forza che dobbiamo e possiamo coltivare in noi stessi.

Chi è in grado di ottenere la vittoria adattandosi alla mutevolezza del nemico può essere definito un Dio.

Avere sempre la fiducia nella vittoria che possiamo ottenere mostrando il coraggio di esplorare il nuovo…

Pertanto non ripeterti in caso di vittoria ma piuttosto adatta le tue formazioni all’infinità delle circostanze.

…consapevoli ancora una volta di quando siamo forti e quindi capaci di fronteggiare le nuove sfide; rispetto a quando dobbiamo invece raccogliere le nostre forze rimandando l’attacco. Dunque impariamo l’arte della pazienza, dell’attesa e del silenzio.

In guerra, dunque la potenza non è costante così come nell’acqua non è costante la forma. 

Maestri di noi stessi per guidare l’esercito della nostra community

Il Maestro Sun disse”, con questa frase si aprono tutti e tredici i capitoli di questa pietra miliare. Un filo rosso, nemmeno così sottile, unisce la saggezza che abbiamo tra le mani quando leggiamo L’arte della guerra di Sun Tzu alla nostro spirito guerriero: trova la vittoria prima in te stess*, nella tua mente.

Solo iniziando da noi stessi, essendo la prima vera nostra guida possiamo poi pensare di guidare altri a seguirci. 

Forse per deformazione professionale la mia mente è naturalmente rivolta ai social network.

Solo chi ha davvero una sua consistenza, Shi, Dao e Qui molto forti oggi riesce ad attrarre il favore di molti, concretizzando quella che è una vera e propria community per usare un termine decisamente attuale. Community è il nostro esercito moderno dove a migliaia seguono gli input di un singolo. Questo significa essere una guida per gli altri e questa stessa responsabilità sociale e collettiva ci spinge a seguire i migliori dei precetti e una vita retta per poter essere poi da esempio per gli altri.

Con ordine affronta il disordine, con calma affronta il clamore. Così governa lo spirito.

Questo perché:

l’arte della guerra non è confidare che l’altro non arrivi ma contare sul fatto che sarò ad aspettarlo; non è confidare che l’altro non attacchi ma contare sul fatto che io sia inattaccabile.”

Di norma, i principi da osservare quando si invade prevedono che: più ci si addentra più ci si concentra sull’obiettivo, meno ci s’addentra più ci si disperde.

Per questa ragione, non si batte per allearsi con il resto del mondo, non alimenta il potere del resto del mondo, ma sfida a se stesso e tiene il nemico sotto scacco. Così riesce a espugnare le città fortificate e arrovesciar nello Stato.

Questo viene detto “riuscire con ingegno e abilità”.

La vittoria è figlia dalla strategia e dell’introspezione

Se si accorda ai tuoi interessi, agisci; se va contro il tuo interesse fermati.

La strategia è il mondo (volendo citare Felicità in questo mondo) da tutto ha inizio e tutto si genera.

Partire anzitutto da quello che vogliamo ottenere per poi agire, o meno, in funzione della conquista finale. Nella sua banalità logica è esattamente la chiave di volta per garantirci il successo.

Strategia e introspezione sono le lezioni che sento più affini e che chiaramente ci vengono trasmesse in L’arte della guerra di Sun Tzu. E ritengo che siano il reale motivo per cui questo libro, ripeto risalente al IV secolo a.C., è stato preso come modello di riferimento così a lungo.

Il lettore contemporaneo infatti vive l’argomento della guerra come un pretesto per affrontare tematiche più profonde e attuali in termini umani e personali.

Pertanto, la ragione per cui un sovrano illuminato e un buon comandante vincono sempre ogni qualvolta decidano di agire, distinguendosi dalla maggioranza grazie loro successi, risiede nella capacità di fare previsioni.

Altro spunto riflessivo connesso alla conoscenza profonda, e ancora all’introspezione è il concetto di economia, intesa sia come risparmio che come costo materiale ed emotivo connesso ad una vittoria indipendentemente da quale questa sia o la si intenda.

In conclusione la vera vittoria è quella che lo stratega raggiunge avendo già contezza di averla ottenuta, solo così si avrà una significativa economia che ancora una volta porta la mia mente ad altri concetti, in questo caso: alla regola dell’80-20.

Info bibliografiche

 

Titolo originale: Sunzi bingfa

Titolo: L’arte della guerra

Autore: Sun Tzu

La mia edizione: Prima edizione: Ottobre 2021

Editore italiano: Giunti

Genere: Trattato

Numero di pagine: 93

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Felicità autentica in questo mondo? Si può

Felicità autentica in questo mondo? Si può

Recensione di La felicità in questo mondo della Soka Gakkai

GROWTH, MIND & BODY, SELF HELPRELIGIONE

Felicità autentica in questo mondo? Si può

Felicità in questo mondo della Soka Gakkai, l’istituto buddista italiano, riporta alla nostra mente la consapevolezza che possiamo raggiungere una felicità autentica, a patto che decidiamo di portare a questo importante obiettivo la nostra attenzione con costanza e il giusto mezzo.

6 NOVEMBRE 2022 – TORINO

GROWTH, MIND & BODY, SELF HELPRELIGIONE

La felicità in questo mondo secondo il buddismo

Felicità in questo mondo della Soka Gakkai: l’istituto buddista italiano, ci guida verso la comprensione del fatto che la felicità ha un approccio duplice, caratteristica la quale ci fa sentire spesso in bilico.

Da un lato c’è la felicità fuggevole, quella che è legata a qualcosa di esterno a noi. Dall’altro lato c’è invece la felicità autentica, perché connessa ad un percorso introspettivo e di crescita personale, nonché umana. Una felicità dunque che appartiene a noi e che soltanto noi possiamo guidare.

Ed è esattamente questo il cuore pulsante di Felicità in questo mondo. In queste brevi novantadue pagine, ci viene raccontato di come sia effettivamente possibile trovare un nostro percorso, che seguito costantemente con impegno e dedizione, può effettivamente condurci ad una vita appagante.

La felicità durevole è quella che nasce da dentro di noi, da un percorso introspettivo.

Scegliere di abbracciare il pensiero buddista non significa assolutamente fare vita ascetica o isolata. Anzi! significa avere maggior coscienza di tutto ciò che ci circonda al fine di porci in serena armonia con esso.

Nichiren Daishonin è stato un monaco buddista giapponese, fondatore del “Buddismo Nichiren” che qui ci viene proposto. In Felicità in questo mondo, scopriamo che l’essenza del Buddismo, la Legge dell’universo rivelata dal Buddha nel Sutra del Loto duemilacinquecento anni fa, è di una attualità disarmante.

Myoho-renge-kyo è il titolo originale del Sutra del Loto nella sua versione cinese cel 406 d.C, ed è ancora oggi il testo che viene studiato da chiunque voglia comprendere meglio il pensiero connesso a questa religione.

Una religione che non ci induce a trovare risposte onorando un’effige, quanto piuttosto ad onorare la nostra stessa entità in quanto esseri umani. Approccio questo totalmente innovativo perché rafforza il singolo nutrendo la sua stessa forza interiore. In tal modo ciascuno agirà per estensione alla creazione di una società spiritualmente ed umanamente colma di valore e forza autentica.

Buddità e Bodhisattva

  • Inferno
  • Avidità
  • Animalità
  • Collera
  • Tranquillità
  • Estasi
  • Studio
  • Illuminazione parziale
  • Bodhisattva
  • Buddità

Questi sono i 10 mondi che il buddhismo ci propone. Ogni essere umano possiede in se stesso tutti e dieci i mondi, che interagiscono gli uni con gli altri.

Tra questi quello che più mi ha fatto riflettere è il nono, ossia: Bodhisattva.

Bodhisattva è uno stato di compassione sincera e disinteressata verso gli altri. Bodhy significa saggezza, Sattva indica il coraggio. Il bodhysattva è una persona di valore che ha il coraggio di superare i propri limiti.

E nella mia mente questo penultimo mondo è quello in cui possiamo davvero dimostrare a noi stessi che siamo pronti per “visitare” il mondo della Buddità.

Buddità è la forza della vita che scorre in ogni essere umano. È un’energia interiore che nutre le infinite potenzialità dell’individuo: le risveglia, dà loro vita, le fa crescere.

Nam-myoho-renge-kyo

Fare uno sforzo per cambiare una situazione, per progredire.

Cercare una connessione profonda con noi stessi e successivamente con lo spazio esterno, è indubbiamente il primo passo da compiere quando si cerca un cambiamento positivo e soprattutto duraturo all’interno della nostra vita.

L’atto di pronunciare il mantra Nam-myoho-renge-kyo, significa portare attenzione alla profonda connessione con noi stessi.

Recitare questo mantra significa concedergli di “agire a un livello più profondo, attivando energie universali, tendenzialmente sopite dentro di noi.

La sfida che ci viene lanciata è quella di provare, senza giudicarci, a far vibrare le nostre corde interiori sperimentando la musicalità di questi versi. La musica possiede da sempre un potere taumaturgico e di connessione, qui è rinnovato l’invito a beneficiare di questo.

La parola chiave: è trasformare 

Soprattutto dopo aver affrontato molti cambiamenti all’interno della nostra vita, proviamo il desiderio e il bisogno di centrarci e trovare un equilibrio stabile.

Per smettere di essere sballottati dall’ambiente, dare una base solida alla propria vita, decidere una direzione, ci vuole un impegno costante e mezzo che funzioni.

E ciò che il Sutra del loto vuole trasmetterci è che: la felicità e la ricchezza sono già dentro di noi, in quanto ciascuno di noi ha dentro di sé la Buddità.

Basta avere a disposizione il giusto mezzo per manifestarla.

Il momento forse più destabilizzante in questa ricerca è quando:

Ci sentiamo vasti come un panorama montano o angusti come un cunicolo cieco.

Iniziamo ad avere consapevolezza che siamo entrambe le realtà: “immenso” e “dettaglio”. 

Ed è esattamente nel momento in cui portiamo alla nostra attenzione questo concetto, che comprendiamo il termine trasformazione. Non abbiamo infatti bisogno di creare alcun ché in quanto tutto è già presente in noi aspettando solo di essere trasformato in ciò che è per noi benefico.

Allora diventiamo consci del fatto che:

L’attimo presente contiene gli effetti del passato e le cause per il futuro.

C’è un istante in cui il cambiamento è pronto, ancor prima che si veda: il presente è già futuro.

Compreso tutto questo inizia in noi un processo di accettazione del nostro passato e di comprensione del nostro presente, orientando in maniera naturale la nostra mente verso quello che è il futuro. Si genera in noi una sensazione di quiete e serenità, fondamentali per avere un livello di energia interiore adeguato al percorso che stiamo intraprendendo.

L’energia degli stati d’animo determina il tipo di approccio alla vita.

I tre ambienti

Il buddismo ci insegna che esistono tre ambienti:

Il primo ambiente è l’individuo stesso il secondo ambiente e quello degli esseri viventi in generale il terzo ambiente è quello delle cose e degli esseri insenzienti.

Ognuno può esercitare un’influenza positiva su se stesso.

Karma

Se vuoi conoscere le cause create nel passato, guarda gli effetti che si manifestano nel presente. Se vuoi conoscere gli effetti che si manifesteranno nel futuro, guarda le cause che stai mettendo nel presente.

Karma è un antico termine sanscrito che significa “azione“: qualsiasi azione (causa), mentale verbale o fisica, produce una reazione (effetto).

La più importante implicazione della teoria del karma è che ognuno è artefice del proprio destino. Il fatto che tutte le cause della sofferenza sono dentro di noi significa che non può esistere una sofferenza più grande delle nostre potenzialità.

L’ambiente è lo specchio che riflette il nostro karma. Inutile cercare di cambiare l’immagine riflessa, se non si modificano le cause interiori.

La prima volta che appresi quest’ultimo punto in un’altra lettura, ho provato per la prima volta un senso di responsabilità nei confronti della mia stessa vita. Un pensiero che inizialmente ci fa provare sensazioni indefinite e quindi destabilizzanti, eppure gradualmente interiorizzare questo messaggio calma il nostro animo, poiché acquisiamo contezza dell’avere un ruolo attivo e non da semplice spettatore.

Vivere bene

In conclusione raccolgo una serie di citazioni che nell’ordine in cui scelgo di riportarle, acquisiscono una significato emblematico e sintetico di quello che ci viene proposto in Felicità in questo mondo.

Ci vuole una pratica assidua e corretta: i risultati dipendono dall’impegno che ci si mette.

Vivere bene significa sviluppare vita, coltivare ed elevare la propria vita… La felicità non esiste al di fuori di noi. Va trovata nell’intimo, nel proprio stato vitale.

Non importa quanti problemi o sofferenza abbiamo: la vita sempre più forte, in grado di superare qualunque ostacolo.

Nessuno ha il potere di cambiare la tua realtà al posto tuo.

Perché la preghiera possa manifestarsi e manifestare i suoi effetti benefici deve trasformarsi in azione.

In conclusione possiamo sentirci rinfrancati dalla consapevolezza che:

Tutto si può trasformare, tutto può cambiare in meglio.

Questo non significa che il cambiamento è gratuito, anzi richiederà da parte nostra un impegno quotidiano fisico, mentale e spirituale, nel  trovare un equilibrio con noi stessi e il mondo che ci circonda fatto di cose e persone e luoghi.

Chiunque cerca il cambiamento deve trovarlo dentro di sé perché il mondo esterno e le persone che ci sono vicine muteranno come conseguenza del nostro cambiamento. La grande sorpresa sarà nel scoprire in noi stessi la capacità di:

Guardare al futuro con una fiducia che prima non si conosceva.

Info bibliografiche

 

Titolo originale: Felicità in questo mondo

Autore: “Soka Gakkai”

La mia edizione: 2001

Editore italiano: Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Genere: Manuale

Numero di pagine: 93

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Le Poesie d’amore di Prevért sono di una concretezza disarmante

Le Poesie d’amore di Prevért sono di una concretezza disarmante

Poesie d'amore in francese

POESIA

Le poesie d’amore di Prévert sono di una concretezza disarmante

Poesie d’amore e libertà: non solo amore, non solo piacere. Tra queste poesie di Jacques Prévert abbiamo l’occasione di immergerci in una Parigi davvero autentica; una Parigi che ha molto più di quello che c’è nell’immaginario collettivo. Storie vere fatte di ricordi, di presente, di futuro, di vibrante energia così fluida che proviamo un piacere reale nell’immergerci nel suo flusso. Il testo a fronte in francese? La ciliegina sulla torta per esplorare la bellezza di una lingua che ha dalla sua, il significante della sonorità sopra ogni altra cosa. Perché noh?! da leggere ed esplorare in due…

1 MAGGIO 2023 – TORINO

POESIA

Poesie d’amore e libertà di Jacques Prévert. Ecco la mia recensione.

Idealmente se pensiamo a delle poesie d’amore, siamo naturalmente protesi verso un’immagine prevalentemente romantica e forse a tratti scontata. Ma non è di certo, quello che troviamo quando leggiamo Poesie di amore e liberà di Jacques Prévert. 

Approcciandoci a questa antologia di poesie di uno degli autori francesi più amati di tutto il novecento, quello che dovremmo fare è invece concentrarci sulla parola “libertà” del titolo di questa raccolta. Quella di Prévert è una poesia assolutamente anticonformista, inaspettata che non può fare altro se non conquistarti. Personalmente, in alcune occasioni, ha persino riportato la mia mente al divertimento e alla sorpresa, che ho provato nel leggere Se accendono le stelle di Vladimir Majakovskij, nonostante le tematiche siano totalmente distanti fra di loro, salvo le dovute eccezioni.

A che pensavi?

Prima vestita poi rivestita

a che pensavi

svestita.

Lasciava il mio il mio visone al guardaroba

e andavamo nella deserto

vivevamo d’amore e d’acqua fresca.

Ci amavamo in povertà

mangiavamo i nostri panni sporchi in famità

e sulla tovaglia di sabbia nera tintinnavano

le stoviglie del sole.

Ci amavamo in povertà

vivevamo d’amore ed acqua fresca

e io ero la tua nuda proprietà.

Poesie d’amore come inno alla vita vera

Tra queste poesie abbiamo l’occasione di immergerci in una Parigi così autentica, quasi sporca e umida, che abbiamo la sensazione di essere davvero lì. Come se quello che viene descritto si materializzasse davanti ai nostri occhi; diventiamo quindi osservatori onniscenti e questo ci dà appagamento. La poesia di Prévert non è assolutamente “bon ton”, tutt’altro! É provocatoria e avvolgente, è dura e morbida, è cruda e imbellettata. In poche parole è come è la vita, un equilibrio sorprendente di tutto ciò che la compone.

E che cos’è l’amore se non l’equilibrio di bene e male, di passione e distanza, di vuoti e pieni, di sorrisi e di lacrime, di vicinanze e di abbandoni e di tutte quelle dualità e sfumature intermedie che fanno di essa un meraviglioso capolavoro?!

Questo è Prévert: un ponte diretto con l’autenticità di una vita vissuta tra i luoghi di Parigi che fossero una casa, una strada o il lungofiume di notte quando la Senna si bagna della luce calda dei lampioni e affoga le urla di due amanti.

Baciami

[…] più tardi sarà troppo tardi
la nostra vita è ora
baciami!

Sanguinello

La cerniera lampo è scivolata sulle tue reni
e il temporale felice del tuo corpo innamorato
nell’ombra fitta
di improvviso è scoppiato.
E la tua gonna cadendo sul parquet incerato
non ha fatto più rumore
di una scorza d’arancia che cada su un tappeto.
Ma sotto i nostri piedi
i bottoncini di madreperla cricchiavano come semi.
Sanguinello
frutto bello
la punta del tuo seno
a tracciato una nuova linea della fortuna
sul palmo della mia mano
Sanguinello
frutto bello
la punta del tuo seno

ha tracciato una nuova linea della fortuna

sul palmo della mia mano.

Sanguinello

frutto bello.

Sole di notte.

Il linguaggio semplice dell’amore

Com’è stato bello per me leggere questa raccolta. Iniziato come un incontro d’amore, dove una sera dopo l’altra di leggeva insieme una poesia, ho concluso la lettura in compagnia di me stessa sul lungofiume del torinese Po, che è cugino della Senna proprio come piemontesi e francesi lo sono tra di loro.

Questa raccolta è stata il mio primo libro in francese da adulta e il mio secondo libro di poesie dopo Mia vita cara di Antonia Pozzi. Entrambi cari al mio cuore per uno stesso motivo.

Con Prévert ho ricominciato a studiare francese. Questa raccolta di poesie è molto adatta in questo senso perché il suo è un francese moderno e semplice quasi ad enfatizzare che l’amore, privato delle inutili sovrastrutture è una delle cose più semplici che esistano al mondo.

Il prezzo di questa semplicità? La reciproca onestà che si esprime in gesti, emozioni e un linguaggio semplice e diretto affinché non vi sia spazio a fraintendimenti.

Gli amanti parlano una lingua semplice e così Prévert.

Canzone

Che giorno è
È tutti i giorni
Amica mia
È tutta la vita
Amore mio
Noi ci amiamo noi viviamo
Noi viviamo noi ci amiamo
E non sappiamo cosa sia la vita
Cosa sia il giorno
E non sappiamo cosa sia l’amore.

E se Prévert fosse un esistenzialista?

Una poesia, la sua, che sembra quasi porci le giuste domande. Già, il potere del farsi le giuste domande, di “raccontare a noi stessi perché sicuramente c’è tanto da dire”… che bellissimo ricordo è questa frase virgolettata. Poesie d’amore e libertà di Jacques Prévert, in molti punti ci porta naturalmente ad interrogarci su tutti quegli aspetti della vita talmente ordinari, che oramai tralasciamo e classifichiamo come assodati. Non parliamo certo dell’esistenzialismo di Simone de Beauvoir o di Jean-Paul Sartre, eppure di esistenziale c’è molto in Prévert perché nei suoi versi c’è pura vita. Per questo ci piace? Sicuramente, è uno dei motivi per cui mi piace e anzi me ne sono innamorata a prima pagina, così come dell’esistenzialismo e di chi lo ha riportato nella mia vita.

Amore per la vita, per una vita libera e vissuta a pieni polmoni.

Assaporata con il giusto ritmo, attraversata con il giusto gusto per tutto quello che la definisce e arricchisce.

– senza titolo –

Un uomo ed una donna
non si sono mai visti
vivono ben lontani l’uno dall’altro
in diverse città.
Un giorno leggono
la stessa pagina in uno stesso libro
nel medesimo tempo
e medesimo secondo
del primo minuto
della loro ultim’ora
esattamente.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

L’amore con l’avidità dell’eros

Certamente Poesie di amore e liberà di Jacques Prévert è una raccolta di poesie, eppure la si legge con la stessa avidità con cui si legge un romanzo, da cui non riusciamo a staccare gli occhi di dosso come si fa guardando una forma sinuosa e invitante. Con quella stessa catarsi, con cui ci immergiamo nelle fotografie in bianco e nero, e con quella passione che ho ritrovato il Erotica di Ghiannis Ritsos e quella delicatezza ibrida tra erotismo e romanticismo delle Poesie erotiche di Pablo Neruda.

Pagina dopo pagina, diventiamo sempre più bravi nel sentire col cuore e con il corpo, quello che Prévert mostra allo sguardo della nostra mente. E se abbiamo scelto di leggere contemporaneamente anche la versione in lingua originale, sapremo trovare la vera essenza della bellezza della visione che Prévert ha dell’amore e per estensione della vita stessa.

Questo amore

Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore bello
Come il giorno cattivo
Come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore così bello
Così felice
Così gioioso
Così irrisorio
Tremante di paura
Come un bambino
Quando è buio
/
/
Così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo
Nel cuore della notte
Questo amore che faceva paura
Agli altri
E li faceva parlare impallidire
Questo amore perduto tenuto d’occhio
Perché non lo tenevamo d’occhio
Braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Perché noi l’abbiamo braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Questo amore tutto intero
[…]

Sinossi

Un’antologia di poesie tratte dalle raccolte più famose di Jacques Prévert sui temi dell’amore e della libertà, tanto politica quanto esistenziale. Una raccolta che unisce, seguendo un percorso privilegiato, le occasioni e i luoghi più cari al grande poeta francese: i ricordi autobiografici, le descrizioni della natura, l’affetto per gli amici e soprattutto i ritratti della Parigi amata, una città sempre viva e vibrante con le sue strade, i suoi ritrovi, i suoi volti e i suoi colori. Un’occasione felice per tutti coloro che vogliono ritrovare l’umanità, la spontaneità e l’anticonformismo che fanno di Prévert uno dei poeti più amati del Novecento.

Titoli poesie

  1. La bella stagione // La belle saison
  2. Alicante // Alicante
  3. Per te amore mio // Pour toi mon amour
  4. Pater noster // Pater noster
  5. Rue de Sein // Rue de Sein
  6. L’asino della classe // Le cancre
  7. Il ritorno al paese // Le rotoir au pais
  8. Il concerto non riuscito // Le concert n’a pas été réussi
  9. Canzone delle lumache che vanno al funerale // Chanson des escargots qui vont à l’enterrement
  10. Una lauta colazione // La grasse matinée
  11. A casa mia // Dans ma maison
  12. In famiglia // Familiale
  13. Sono quella che sono // Je sui comme je suis
  14. Questo amore // Cet amour 
  15. L’organo di Barberia // L’orgue de Barberie
  16. Esercizio di scrittura // Page d’ecriture
  17. Prima colazione // Déjeuneur du matin
  18. Ragazza d’acciaio // Fille d’acier
  19. Gli uccelli dell’affanno // Les oiseaux du souci
  20. Canzone dell’uccellatore // Chanson de l’oiseleur
  21. Per fare il ritratto di un uccello // Pour faire le portrait d’un oiseau
  22. Sabbie mobili // Sable mouvants
  23. Il grand’uomo // Le grand homme
  24. La carriola o le grandi invenzioni // La brouette ou les grandes inventions
  25. Le belle famiglie // Les belles familles
  26. La battitrice // La batteuse
  27. Lo specchio infranto // Le miroir brisé
  28. Libera uscita // Quartier libre
  29. Vedrete quel che vedrete // Vous allez voir ce que vous allez voir
  30. Immenso rosso // Immense et rouge
  31. Canzone // Chanson
  32. Canzone del carceriere // Chanson du geôlier
  33. Primo giorno // Premier jour
  34. Il messaggio // Le message
  35. Luna Park // Fête foraine
  36. Il giardino // Le jardin
  37. Paris at night // Paris at night
  38. Il mazzo di fiori // Le bouquet
  39. Barbara // Barbara
  40. Il controllore // Le contrôleur
  41. Saluto all’uccello // Salut à l’oiseau
  42. Il tempo perso // Le temps perdu
  43. Lotta con l’angelo // Le combat avec l’ange
  44. Corteo // Cortège
  45. La guerra // La guerre
  46. Sanguinello // Sanguine
  47. Mi ha ronzato attorno // Il a tournée autoir de moi
  48. I ragazzi che si amano // Les enfants qui s’aiment
  49. Sangue e piume // Sang et plumes
  50. Narciso // Narcisse
  51. Il fiume // La rivière
  52. Gli innamorati traditi // Les amoureux trahis
  53. Il regalo dell’uccello // Cadeau d’oiseaux
  54. Quando… // Quand…
  55. Adesso sono cresciuto // Maintenant j’ai grandi
  56. L’amor meccanico // L’amour à la robote
  57. Dove vado, da dove vengo // Où je vais, d’où je viens
  58. A che pensavi?  // A quoi rêvais-tu?
  59. Tante foreste… // Tant de forêts…
  60. Canzone del mese di maggio // Chanson du mois de mai
  61. Il ruscello // Le ruisseau
  62. Il lunch // Le lunch
  63. La meteora // Le méteéore
  64. Il tenero e rischioso volto dell’amore // Le tendre et dangereux visage de l’amour
  65. Fiesta // Fiesta
  66. Le ombre // Les ombres
  67. L’impensierita // Rêverie
  68. Il grand’uomo e l’angelo custode // Le grand homme et l’ange gardien
  69. I prodigi della libertà // Les prodiges de la liberté
  70. Bussano // On frappe
  71. La lucertola // Le lézard
  72. Le canzoni più corte // Les chanson les plus courtes
  73. Le nozze // Les noces
  74. Come per miracolo // Comme par miracle 
  75. Al guardiano del faro piacciono troppo gli uccelli // Le guardien du phare aime trop les oiseaux
  76. Quando tu dormi // Quand tu dors
  77. Baciami // Embrasse-moi
  78. L’amore m’ha fatta // C’est l’amour qui m’a faite
  79. Cuor di rubino  // Cuor di rubino
  80. …Così è // …Et voilà
  81. Viaggi // Vojages
  82. Era estate // C’etait l’été
  83. “Un uomo e una donna” // Un homme et une femme
  84. “La tua mano” // Ta main
  85. “Non sono io quello che canta” // C’e n’est pas moi qui chante
  86. “Nel testo in argot” // En argot dans le texte
  87. “Sono felice” // Je suis heureuse
  88. “E Dio” // Et Dieu

Info bibliografiche

Titolo originale: –

Titolo: Poesie d’amore e libertà

Autore: Jacques Prévert

Prima edizione: 1946

Prima edizione italiana: Gennaio 2000

La mia edizione: XIX edizione – Giugno 2020

Editore italiano: Guanda Editore

Collana: Tascabili Guanda Poesia

Genere: Poesia

Numero di pagine: 249

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La regina degli scacchi

ROMANZO

Cosa c’è di più autentico di promettersi amore “Per tutto il resto dei miei sbagli”?

A pensarci ad una promessa così autentica viene in mente il film cult Se scappi ti sposo con Julia Roberts e Richard Gere, perché in fondo l’amore vero è questo: avere consapevolezza del rischio che tutto possa finire e fare di tutto per continuare a farlo vivere, nonostante gli sbagli

28 FEBBRAIO 2022

ROMANZO

La regina degli scacchi di Walter Tavis. Ecco la mia recensione.

Ogni volta cerco di approcciarmi ad un libro con il massimo dell’imparzialità e anche questa volta leggendo “Per tutto il resto dei miei sbagli” di Camihawke è ciò che ho fatto.

Avrebbero potuto fuorviarmi le numerose critiche rivolte all’impostazione autobiografica di questo romanzo, oppure avrebbe potuto frenarmi la genuinità di alcune espressioni che Camilla Boniardi, “Camihawke” sui social, usa sin dalle prime pagine.

Nella lettura di ”Per tutto il resto dei miei sbagli” ho trovato una genuinità e un’assenza di fronzoli come difficilmente si trova in un libro. E leggendo questo, vi ho trovato la bellezza di emozioni nude e autentiche. Quelle emozioni che sanno di quel gelato alla fragola che Leandro descrive a Marta la nostra protagonista, la quale ci mostra quanto sia difficile continuare a vivere la propria vita nonostante le difficoltà e lo scegliere la strada giusta per sé e per il proprio futuro, a prescindere che lo si condivida con altri o semplicemente con sé stessi.

Prima di tutto sappi che la fragola

è una scelta coraggiosa, una scelta pura.

Marta nei 25 anni di vita vissuti finora, di fiducia in se stessa non è che ne abbia mai avuta chissà quanta. Dalla bambina vergognosa che si nascondeva dietro le gambe della mamma, a quella ragazzina che oltre oceano non riusciva nemmeno, dall’alto del suo “Ottimo! (Con punto esclamativo)” guadagnato con tanto impegno, a pronunciare un semplice: “Io non parlo inglese” che più base di così non si può.

Ci devi provare, amore mio.

Questa sua fragilità e totale assenza di passione per la socializzazione troveranno cura dapprima nell’affetto della sua migliore amica Olivia, e poi inaspettatamente in se stessa.

…di oppormi allo spinto fatalismo per i quale gli amici sono quelli che capitano, e con questi dobbiamo imparare a convivere,

Olivia! Lei si che sapeva sempre come prenderla, come tirarla su dall’ennesimo errore d’amore (che poi forse di amore vero quella storia ne aveva ben poco). E di infonderle coraggio per superare anche questa volta quell’esame di giurisprudenza, che la sua autostima pari allo zero aveva già catalogato come infattibile da qui ai prossimi mille appelli.

né abbastanza forte da trasformare in azione un pensiero di riscatto

che potenzialmente avrebbe potuto fare la differenza.

Le conseguenze di questa mia insicurezza cronica erano disastrose.

Ma tanto sia in occasioni come questa che in tutte le altre che Marta vive, scoprirà e ci ricorderà! che se nella vita hai il coraggio di rischiare, di buttarti da “quella scogliera” dalla quale hai sempre avuto troppa, ma proprio troppa paura per saltare, puoi seriamente correre il rischio di vivere qualcosa dove nemmeno i sogni di felicità più arditi sono mai riusciti a spingersi.

Inaspettatamente la storia d’amore che (senza spoiler che già lo si sa dai social), Marta e Leandro (Camilla e Aimone) vivono, non è il focus del libro. Il cuore pulsante è invece l’intero percorso che si attraversa come singoli, prima di essere pronti a vivere in coppia: perché per vivere anche la storia d’amore più bella della propria vita bisogna essere pronti, entrambi.

…nessuno dovrebbe investire il proprio tempo a cercare di rispecchiare le proiezioni degli altri.

E non ci si può ritenere pronti, se ciascuno dei due non è diventato grande abbastanza da reggersi felicemente sulle proprie gambe senza paura, per poi condividere il coraggio di vivere insieme e ancora di più di sbagliare insieme, “per tutto il resto dei nostri sbagli”!

Lo devi sempre tenere presente, perché una cosa può essere anche bellissima e perfetta, ma se non è tempo, cara mia, non c’è niente da fare.

…si deve essere più felici in due rispetto a quanto non lo si è come individui,

altrimenti ogni sforzo perde di significato…

In più di una occasione mi è capitato di sentire Camihawke definire la sua storia con Aimone (quella vera e non trascritta), come un: amore antico

La felicità è una cosa seria, e se c’è, deve essere assoluta, senza ombre e senza pena.

e questo aspetto romantico trova la trasposizione nella storia epistolare che Marta e Leandro si trovano a vivere, in una perfezione che solo ad immaginare un fondo di verità in questo amore così diretto e autentico, non si può che lasciare che gli occhi si bagnino di lacrime. La bellezza delle parole e delle situazioni scritte prima e condivise “di persona” poi, che i due si trovano a vivere tra le pagine di questo libro, ci porta a sperare che siano capitate a Camilla e Aimone anche nella vita vera.

Probabilmente è vero che se non ti piace la stessa musica non puoi andare d’accordo! E questo è decisamente vero per Marta e Leandro, che incontratisi nella musica hanno poi condiviso (e apprezzato), i rispettivi gusti musicali tra le righe delle e-mail (moderne lettere) che i due si sono inviati nel corso dei mesi, consolidando dapprima e distruggendo poi, un modo meravigliosamente intimo e autentico di comunicare e conoscere l’altr* entrandogli dentro.

Come in questi mesi in cui non ti ho mai vista, ma ho sempre saputo che c’eri

Per tutto il resto dei miei sbagli credo che sia la promessa d’amore più autentica che si possa fare all’altra persona, perché di sbagli nella vita ce ne saranno sempre tanti, dai più banali e quotidiani a quelli un po’ più seri, eppure la bellezza di affrontarli insieme è l’unico vero obiettivo che una coppia dovrebbe avere, avanzando nella vita un passo dopo l’altro, con tutta l’onestà di cui si è in grado.

Per tutto il resto dei miei sbagli” credo parli proprio di questo: di onestà prima di tutto verso se stessi, per poi essere data anche ad altri godendo della pace che si prova ad essere accolti dall’altr* esattamente per come si è con tutti i propri difetti e odori;

…le tempie…non so, non saprei spiegarlo. Sanno della tua pelle

soprattutto quelli che si cerca di camuffare perché nessuno ci ha mai detto di quanto siano meravigliosi, e da soli non siamo mai stati in grado di coglierne la bellezza. Quindi sì Camilla Boniardi conferma che abbiamo bisogno degli altri, ma prima di tutto abbiamo bisogno di noi stessi per avere una vita piena e appagante soprattutto se, o meglio quando, scegliamo di condividerla con qualcun altro.

Oltre la storia tra Camilla e Aimone

Se non si fosse “influenzati” dalla trasposizione letteraria della relazione tra Camilla e Aimone, ritengo, ci si potrebbe soffermare anche su quello che è l’aspetto psicologico dell’intero romanzo. L’autrice infatti affronta forse tutti i suoi angoli privati come le sue esperienze di bimba, la sua timidezza, l’amore verso i suoi genitori che hanno sempre assolto al loro compito, persino nella stesura di questo libro; fino ad arrivare ad affrontare nella maniera più delicata possibile il suo essere “troppo magra” e il suo aver superato tutto questo semplicemente vivendo.

Persino la copertina (e questa è una cosa che mi piace tantissimo!) acquisisce un senso compiuto solo alla fine, quando assorbita l’ultima parola e, forse, aver versato l’ultima lacrima si chiude il libro tra le proprie mani e si riguarda la “prima di copertina” con rinnovati occhi e si vede il luogo dove i due innamorati hanno sperimentato tanto la vicinanza tanto la lontananza (e dopo questa devi per forza leggere “Per tutto il resto dei miei sbagli” perché non ti spoilero assolutamente niente).

Un libro di autoguarigione e di analisi ma soprattutto del far pace con il proprio trascorso e quello di chi d’ora in avanti ci accompagnerà nella nostra vita auspicabilmente:per tutto il resto “dei nostri” sbagli.

 

É già tutto pronto devi solo volerlo.

Personaggi

  • Marta Sartori: la protagonista. Ha 25 anni, studia Giurisprudenza dopo avere lasciato gli studi in biotecnologie. Non è soddisfatta del suo percorso di studi, di sé stessa, della sua vita sentimentale e solo dopo un viaggio (o forse più d’uno) troverà il percorso giusto per lei sotto ogni punto di vista. É miope dall’età di sette anni, ma non si fa riferimento ad occhiali in tutto il libro, quindi la si può immaginare nell’uso di lenti a contatto. Ha un metodo di studio pessimo, e solo grazie a Olivia che le infonde coraggio alla fine riesce a laurearsi. Ama la musica e la band di Leandro è la sua preferita. Il suo compleanno è da sempre un evento importate e da questo momento in poi ancora di più.
  • Olivia Olli“: la migliore amica di Marta, A lei deve praticamente una delle cose più belle capitatele nella vita: l’incontro con Leandro, ma anche la laurea in Giurisprudenza che se non era per lei Marta ancora era lì a preparare lo stesso esame. Le due si supportano da sempre e hanno davvero una gran bel rapporto, di quelli che ti capisci senza parlare.
  • Leandro: cantante e frontman della band preferita da Marta. Vive a Perugia la sua città natale e ha una storia finita che non è ancora del tutto nel suo passato. É evidentemente affetto da romanticismo cronico e questo riesce a manifestarsi appieno nella relazione con Marta, nonostante tutto… Ama le cose semplici e autentiche e preferisce “i grandi gesti” al lusso ostentato, a Perugia guida una “Punto blu sgarrupata” e il suo vino preferito è l’Amarone, perché nasce da uno “sbaglio” e avendo per lui un fascino raro la storia di questo vino è divenuto col tempo “il vino delle occasioni speciali”
  • Riccardo: amico di Leandro e di tutta la sua band, si rende utile durante i concerti occupandosi del merchandising; ma alla fine lascerà questo suo “ruolo” per rimettersi a studiare e costruirsi una carriera “canonica”, anche se la nostalgia dei tour è sempre tanta! É durante il primo concerto a cui Marta e Oliva vanno che Riccardo si incontra con quest’ultima e quindi poi Marta conosce Leandro, ma non sarà l’unico suo ruolo da “cupido”.
  • Andrea Sartori: fratello “grande” di otto anni di Marta, è il secondogenito.
  • Marco Sartori: secondo fratello di Marta ed è il più piccolo dei tre.
  • Dario: è il fidanzato di Marta. I due non si frequentano da molto ma non hanno una relazione forte anzi, in realtà non soddisfa nessuno dei due. Viaggiano talmente in maniera asincrona che quando una decide di rompere la relazione, l’altro ci mette il tutto per tutto per farla funzionare.
  • Tommaso: amico di Dario, è sempre presente durante le uscite con Olivia persino, insieme ad altri amici, la sera del compleanno di Marta.
  • Federico: anche Olivia ha i suoi problemi di cuore, e Federico per lei è decisamente una questione da risolvere decisamente da troppo tempo.
  • Pierluigi “Gigi”: anziano signore dal quale Leandro acquista il suo pianoforte, che è stato messo in vendita dopo la morte della moglie Angela
  • Angela: moglie di Gigi, ha sempre amato ascoltare il suo amato suonare e probabilmente anche in questo caso, è stata la musica a unirli “finché morte” non li ha separati.
  • Professor Corradini: braccio estro del Professor Bianchi
  • Professor Bianchi: professore di diritto commerciale alla facoltà di Giurisprudenza frequentata da Marta
  • Greta: ex fidanzata di Leandro. É ancora innamorata di lui, tenta di ricostruire la relazione e per un gesto sconsiderato a seguito di un incidente stradale rischia la vita. Leandro l’assiste nella guarigione, un po’ per affetto un po’ per senso di colpa e questo comporterà delle scelte dolorose per più di una persona.
  • Giovanni: bisnonno di Marta
  • Joaquim: insegnante di surf che Marta incontra in Portogallo con il quale si curano vicendevolmente le ferite del passato. Diventano anche colleghi e la separazione non peserà a nessuno dei due, anzi entrambi guardano al loro passato con affetto
  • Piero: una delle tante persona incontrate per strada sulle quali Marta immagina delle storie.
  • ??: capo di Marta presso il giornale dove inizia a scrivere già da prima della laurea in Giurisprudenza
  • Nicola: amico di Leandro che compie gli anni proprio al momento migliore.

 

Info bibliografiche

Titolo originale: Per tutto il resto dei miei sbagli (italiano)

Autore: Camilla Boniardi

Prima pubblicazione: 2021

Prima pubblicazione in Italia: 20 Aprile 2021

La mia edizione: 2021

Editore italiano: Mondadori

Collana: –

Genere: Romanzo

Numero di pagine: 295

Preceduto da: Per tutto il resto dei miei sbagli è il primo libro dell’autrice

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Immensa è la cattedrale della vita che si costruisce nella sapienza

Immensa è la cattedrale della vita che si costruisce nella sapienza

Il libro di Ken Follett: I pilastri della terra del 1989

ROMANZOSTORICO

Immensa è la cattedrale della vita che si costruisce nella sapienza

La costruzione di una cattedrale è come l’atto di costruire la propria vita come la si vuole, superando ostacoli, crolli e debolezze. É l’opera di una vita appunto, che lasciamo poi a chi verrà dopo di noi e che ci appaga nel mentre, perché ciò che stiamo facendo è ciò che siamo ed è  profondamente grandioso proprio come una cattedrale.

13 MARZO 2022 – TORINO

ROMANZOSTORICO

I pilastri della terra di Ken Follet. Ecco la mia recensione.

I pilastri della terra è il primo libro che ho letto di Ken Follett, quindi non avevo la minima idea di cosa avrei trovato al suo interno dal punto di vista stilistico. De I pilastri della terra non avevo letto assolutamente nulla, se non la sinossi sul retro della copertina e l’indicazione sull’essere un best seller come è tipico di Ken Follett, sin dal suo esordio letterario nel 1978 con “La cruna dell’ago”.

Il primo impatto lo si ha con le 1030 pagine che lo compongono, le quali tuttavia sono assolutamente necessarie a rendere appieno gli eventi che Ken Follett decide di narrare.

La notte del 25 Novembre 1120 la White Ship partì per l’Inghilterra e naufragò a largo di Barfleur causando la morte di tutti coloro che erano a bordo, tranne uno.

….Enrico rimase privo di erede….

I pilastri della terra è un romanzo storico, ma non tanto perché narri eventi storici in maniera specifica, quanto piuttosto per la capacità di trasportare il lettore negli anni del medioevo che vanno dal 1123 (prologo) al 1155 (fine della quinta parte), e renderlo fisicamente presente e capace di vedere ogni singolo dettaglio, come se tutte le scene descritte si stessero manifestando effettivamente davanti ai suoi occhi.

Forse è proprio questa la grande capacità che ha fatto di Ken Follett un autore best seller: il riuscire a far vedere praticamente a chiunque quello che la sua mente ha immaginato e quindi trasferito sulla carta.

L’ambientazione principale è quella del priorato di Kingsbridge. Questo luogo lontano da ogni attrattiva e di per se in difficoltà, vede sin da subito una trasformazione in quanto al vecchio priore succede Philip. Questi è un uomo dalla grande umiltà, lungimiranza e fiducia nel futuro che riuscirà a fare di Kingsbridge un fiore all’occhiello per l’intera Inghilterra.

Tutto ha inizio con la necessità di rendere più fastosa la chiesa del priorato e questo si rende possibile grazie all’arrivo di un giovane costruttore, che con le sue capacità gradualmente porta l’architettura gotica a prendere forma inaspettatamente in quell’angolo di Inghilterra dove nessun nobile prima di quel periodo aveva non solo sentito parlare, ma ancor meno messo piede.

Tom, il nuovo mastro costruttore del priorato di Kingsbridge è un tipico uomo del medioevo: ci viene presentato mentre è in viaggio con la moglie Agnes alla ricerca di un lavoro, insieme ai loro due figli AlfredMartha e un terzo in arrivo.

I quattro si imbattono in una donna, Ellen, rimasta vedova e la quale vive in una grotta con il figlio Jack. Ellen è molto diversa da Agnes, ha in se uno spirito selvaggio che verrà ereditato dal figlio Jack e che affascinerà da subito Tom.

Da quell’incontro passò poco tempo che Agnes diede alla luce il loro terzo figlio, ma morì di parto e nella disperazione Tom decise di abbandonare il loro terzo figlio sulla tomba della madre oramai morta. I morsi della coscienza si fecero sentire così che Tom decise di tornare indietro a riprendere suo figlio, ma era tardi perché Philip, il futuro nuovo priore di Kingsbridge, lo aveva già preso sotto la sua ala e portato con se al priorato, battezzandolo con il nome di Alfred.

Ellen, che aveva assistito alla scena, mette a parte Tom degli eventi così che egli decide di trovare lavoro proprio presso la cattedrale di Kingsbridge, per stare vicino al suo terzo figlio. Oltre questo, Ellen e Tom decisero di proseguire la loro vita insieme come fossero marito e moglie, supportandosi a vicenda da quel momento in avanti.

Questo è solo l’inizio degli intrecci amorosi che scaldano una narrazione fatta di pietre e progetti architettonici, e si rimane sorpresi della cultura enciclopedica che l’autore riversa in questo romanzo, che se da un lato non è particolarmente ricco di dialoghi, compensa con una narrazione eccellente e ricca di dettagli, arrivando persino a far arrivare all’orecchio suoni e fruscii ottenendo una narrazione concretamente multisensoriale.

I progetti di Tom rendono Kingsbridge sempre più florida e nemmeno l’incendio, appiccato intenzionalmente da Jack per garantire alla sua famiglia, e quindi a Tom, altri anni di tranquillità economica, riescono a scalfirne la crescita.

Una crescita che verrà palesata anche dall’arrivo di Aliena, una giovane donna che a seguito di una violenza carnale decide di trasferirsi in questo angolo d’Inghilterra e affermarsi economicamente diventando una delle mercanti di lana più affermate della regione.

Questo la rende appetibile a molti pretendenti, eppure lei affascinata dai modi e dalla cultura tramandatagli dalla madre Ellen, si invaghisce di Jack. Aliena diventa quindi l’ennesimo terreno di scontro tra Alfred e Jack, con il risultato che quest’ultimo da apprendista costruttore diventa poi novizio, per non perdere la possibilità di rimanere a Kingsbridge, per benevolenza del priore Philip.

Aliena quindi non ha altra scelta che sposare Alfred, ma il loro matrimonio viene maledetto da Ellen, che condannerà Alfred all’impotenza e questo sarà per Aliena pena atroce poichè dall’unica unione avuta con Jack, rimane incinta.

I suoi sforzi per nascondere la gravidanza verranno vanificati dopo un significativo crollo della cattedrale che oltre agli ovvi danni materiali, priverà Kingsbridge e Philip della presenza di Tom il quale morirà sotto le macerie e al suo posto il figlio di Aliena e Jack verrà alla luce.

L’incendio appiccato per vendetta verso Aliena alla fiera della lana, voluta da lei e Philip, sarà la sua rovina. Perduta tutta la merce, la casa e il denaro non può più aiutare il fratello Richard a diventare cavaliere e questo la porta alla disperazione, acuita dalla fuga di Jack.

Ella dunque, su suggerimento di Ellen, va alla ricerca del suo amato e lo troverà a Toledo arricchito dell’esperienza di aver partecipato alla costruzione delll’Abbazia di Saint-Denis, dove ha imparato il neonato stile gotico e che lo porterà a riversare questo suo sapere nella ricostruzione della cattedrale di Kingsbridge che con l’uso di volge ogivate e archi rampanti raggiungerà una magnificienza mai nemmeno sperata da Tom e dallo stesso Philip.

In tutto questo, le vicende per la successione al trono agitano gli animi e l’economia di una nazione e tutti i drammi vissuti, dimostreranno come la vera salvezza è nell’unione e nell’avere un progetto davanti ai nostri occhi che sia un faro per chi condivide con noi questo sogno che giorno dopo giorno diviene realtà, ma anche per tutte le persone che incrociano il nostro percorso e sono mosse ad agire per migliorare la propria realtà a loro volta.

Info bibliografiche

Titolo originale: The Pillars of the Earth

Autore: Ken Follett

Prima pubblicazione: 1989

Prima pubblicazione in Italia: Ottobre 1990

La mia edizione: XXVIII ristampa – 2011

Editore italiano: Mondadori

Collana: –

Genere: Romanzo

Numero di pagine: 1030

Preceduto da: –

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Quando la vita ti è così cara, ma tu la doni all’amore per la poesia

Quando la vita ti è così cara, ma tu la doni all’amore per la poesia

POESIA

Quando la vita ti è così cara, ma tu la doni all’amore per la poesia

Mia Vita cara di Antonia Pozzi è una raccolta poesie, in cui la poetessa ci parla della sua sofferenza nel vivere e nel desiderare ciò che sa non potrà avere mai.. Leggerlo è un invito ad immergersi nell’amore sia della persona amata che della nostra stesa vita.

3 MARZO 2022 – ROMA

POESIA

Mia vita cara di Antonia Pozzi. Ecco la mia recensione.

 

Non ricordo l’ultima volta prima di Mia vita cara di Antonia Pozzi in cui ho letto una poesia, figurarsi un intero libro….che in questo caso equivale a una raccolta di 100 poesie che la giovanissima poetessa ha scritto.

Questa è una lettura che ho fatto in due: nato come modo per fare qualcosa insieme nonostante la distanza tra Roma e Torino, è continuato come un momento per “incontrarsi” e trascorrere del tempo insieme con la mente rivolta verso qualcosa di condiviso.

Poesia, poesia che rimani il mio profondo rimorso, oh aiutami tu a ritrovare il mio paese abbandonato.

Preghiera alla poesia, p.131

Questo è la poesia: condivisione e unione proprio perché non è immediata e va cercata e voluta. Una poesia indipendentemente che sia composta di tre versi o che riempia due pagine, non si presenta a noi palesata a dare bella mostra del suo contenuto: dobbiamo impegnarci per comprenderne il significato che non deve essere per forza profondo, ma c’è sempre!

Soprattutto in Mia vita cara di Antonia Pozzi ho trovato una capacità non indifferente di parlare, al dunque, di pochi argomenti ma ogni volta in maniera sorprendentemente diversa!

Davvero, volendo fare un esercizio e trattare uno stesso argomento ogni volta in maniera così nuova si avrebbe difficoltà. 

Io stessa, a volte, quando scrivo degli articoli di blog o creo contenuti per qualche mio cliente da un po’ di mesi, incontro un momento di stallo proprio perché non è facile usare parole capaci di evocare immagini sempre nuove.

Eppure Antonia Pozzi ha questo grande dono! In vita ha molto sofferto per questo, in quanto imboccare la propria strada…

…questa che è più di un dolore gioia di continuare sola nel limpido deserto dei tuoi monti ora accetti d’esser poeta

Un destino, p148-149

 può significare vivere momenti di solitudine; ciò nonostante è riuscita ad abbracciare questo suo essere e soprattutto ad avere il coraggio di continuare a scrivere nonostante non avesse in questo il sostegno della sua famiglia, la quale anzi non fu mai capace di comprendere là profondo d’animo della propria stessa figlia neppure dopo la sua morte.

E parlo di famiglia per due motivi: da un lato la Pozzi era giovanissima (muore infatti nel 1938 all’età di ventisei anni) quindi la sua famiglia di origine era di fatto una presenza determinante e impattante a livello emotivo. Dall’altro c’è la sofferenza nel non avere una famiglia propria all’interno della quale realizzarsi come moglie e come madre, cosa che quasi certamente l’avrebbe salvata dal destino fatale che la poetessa ha scelto per se stessa.

…anch’io non ho radici che leghino la mia vita – alla terra –

Ninfee, p.100

Per Antonia Pozzi la famiglia (intesa anche come amore) e il dolore sono i suoi due grandi temi; tal volta li affronta in maniera separata tal volta connessa, ma in entrambi i casi la loro connessione risulta sempre presente e ben individuabile.

Le capita spesso di scrivere della perdita di un figlio, dell’amore e della sua stessa vita come se fossero già avvenute, come se nel suo tanto a lungo pensare, avesse effettivamente sperimentato la gioia della maternità e ora le fosse stata negata, avesse provato, o meglio, trovato l’amore e poi non fosse riuscita a conservarlo.

Tutto questo in lei causa un dolore talmente straziante da farle guardare alla morte, la sua, come l’unico rimedio e progetto al quale ambire giacché tutto il resto sa che le rimarrà precluso per sempre.

Io nacqui sposa di te soldato.

Voce di donna, p.154

Il senso di solitudine che le riempie le giornate, fa sì che la sua compagna costante sia la poesia ovunque si trovi sia che si trovi nella sua nativa Milano, in uno dei suoi viaggi ma ancor più nella residenza di famiglia a Pasturo, dove l’ambiente montano l’abbracciava e favoriva il suo studiare e comporre poesie, tante delle quali raccolte proprio qui in Mia vita cara.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Cronologia

Le poesie presenti in Mia vita cara sono organizzate in ordine cronologico, ma l’aspetto più entusiasmante e che ovviamente si coglie solo leggendo poesia dopo poesia, è che queste permettono di entrare nel profondo del cuore della poetessa e di scoprire “petalo dopo petalo” ogni evoluzione del suo pensare in un crescendo costante e mai ripetitivo. 

Non sappiamo se anche alcune di queste poesie sono vittime indifese della manipolazione paterna avvenuta a seguito del suicidio di Antonia Pozzi, ma la certamente sono in grado di esprimere appieno tutti i suoi stati d’animo, così come i voli della sua mente e del suo cuore.

Si è vero che Antonia Pozzi era anagraficamente una giovane donna, eppure il suo spirito superava di gran lunga i suoi anni; non sorprende infatti che strinse una relazione con il suo professore di latino e greco, Antonio Maria Cervi, la quale verrà interrotta nel 1933 a seguito della pressione dei genitori della stessa Pozzi.

Il chiuso ambiente religioso e familiare all’interno del quale si trova a vivere la farà sentire costantemente in uno stato di costrizione, sempre priva di libertà ad eccezione dei periodi in cui si ritirava a Pasturo.

La personalità ipersensibile le rese impossibile vivere al punto che l’allora ventiseienne poetessa decise di porre fine alla sua vita ingerendo delle compresse che in un effetto anestetico la portarono alla morte avvenuta Milano il 3 Dicembre 1938.

La famiglia borghese e fortemente legata alla Chiesa, negò la circostanza «scandalosa» del suicidio, attribuendo la morte a polmonite. Il testamento della Pozzi fu distrutto dal padre, che manipolò anche le sue poesie, scritte su quaderni e allora ancora tutte inedite di fatto andando a rovinare la memoria della figlia e negando al mondo testi di una bellezza tanto sofferta quanto autentica.

Elisa Ruotolo

L’introduzione di Elisa Ruotolo è una delle più belle, oltre che funzionali, introduzioni che mi sia mai capitato di leggere e può essere interessante leggerla dopo aver letto già qualche poesia in modo da assaporare i primi versi con un approccio personale, continuando poi con una consapevolezza maggiore fino ad arrivare a conoscere quasi intimamente la stessa Antonia Pozzi quando si è finita la lettura di queste sue cento poesie.

Info bibliografiche

Titolo originale: Mia vita cara

Autore: Antonia Pozzi

Prima pubblicazione: Maggio 2019

Prima pubblicazione in Italia: Maggio 2019

La mia edizione: I Edizione Maggio 2019

Editore italiano: Interno Poesia

Collana: –

Genere: Poesia

Numero di pagine: 158

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