La vita è più divertente quando sai che dal menu puoi scegliere tutto

Copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

ROMANZO

La vita è più divertente quando sai che dal menu puoi scegliere tutto.

Negli undici capitoli che compongono Fattore &, Chiara Franchi condividendo la sua esperienza di vita, ci insegna che seppur per educazione siamo abituati a scegliere tra una cosa o l’altra, la felicità la troviamo nell’inclusione. “Qualche “o” in meno e qualche “e” in più, perché davanti ai nostri occhi si apra una vita più ricca, piena e completa.” Ecco allora che fra “tutte le “&” del mondo” puoi cominciare da queste undici, almeno finché non trovi le tue.

5 MARZO 2023

ROMANZO

Fattore & di Chiara Franchi.

La mia recensione

 

 

Una scelta antiquata

Scelta. Una delle parole il cui significato è stato travisato sopra ogni altra. Se qualcuno in questo momento ti dicesse: “scegli”, (complice anche Søren Kierkegaard con il suo Aut-Aut?), automaticamente penseresti ad una situazione in cui devi escludere qualcosa per averne un’altra.

La “o” è di fatto una separazione (nel senso più ampio del termine) che ci impone di vivere una vita a metà, perché il suo comandamento è sempre di scegliere tra una cosa o l’altra, tra questo o quello permettendoci di far abitare nella nostra vita esattamente la metà di ciò che vorremmo.

Ma perché? Perché rinunciare al pacchetto completo e alla sua bellezza?

L’Aut-Aut di Søren Kierkegaard viene pubblicato per la prima volta il 20 Febbraio 1843 mentre Chiara Franchi pubblica il suo secondo libro Fattore & nel 2022 con Mondadori. Lungi da me paragonare due autori e due testi così distanti fra di loro, ma il concetto che voglio esprimere è che nel corso del tempo il significato di parole e concetti muta forma. E la parola scelta è fra quelle che sono evolute maggiormente.

Dunque perché ancora ostinarsi ad attribuire alla parola scelta un significato che non le appartiene più?

Cambiare il paradigma della parola scelta

Scelta è, e! deve diventare per te il primo impulso verso quella che è l’individuazione cosciente di ciò che vuoi portare e mantenere nella tua vita.

Chiara Franchi nel suo Fattore &, ci propone un approccio che stravolge completamente il modo di pensare che probabilmente anche tu fino a due minuti prima di leggere anche semplicemente questo articolo avevi (spoiler: se sei fan della lettera “o” questo libro non è per te!).

E come il migliore degli insegnanti farebbe l’autrice e (imprenditrice) ci porta come esempio e a supporto della sua “teoria”, la pratica. Sono undici i capitoli in cui è suddiviso Fattore &, ciascuno dei quali prende in esame delle “coppie” che solitamente si escludono a vicenda, come la stessa Chiara Franchi ha fatto per un lungo periodo della sua vita. Il lieto fine, perché in questo libro c’è, è che ad un certo punto questi antipodi non solo diventano capaci di coesistere, ma ancora di più diventano interdipendenti.

Nessun individuo al mondo può scegliere lucidamente quando non è in focus

 

p 53

Tutte le “e” del mondo

La Franchi scrive rivolgendosi ad un pubblico femminile e ci conferma che ciascuna di noi è sia buona che cattiva (Cap 1: Buona e cattiva) il che ci fa pensare un po’ anche a Ero una brava bambina  – Poi sono guarita di Elena Cosentino.

Ci illumina con totale onestà che ciascuna di noi deve essere sia copertina che libro (Cap 2: Copertina e libro) perché la prima impressione conta, ma la sostanza e concretezza della nostra persona non vengono di certo sostituite da come appariamo. Daily reminder: cura ogni aspetto di te, sia interiore che esteriore in equilibrio tra di loro.

Fuori dai denti ci dice che se rinunci al dolore rinunci anche alla gioia (Cap 2: Gioia e dolore) quindi impara ad accoglierle e ad imparare da entrambe. Impara da tutte le dualità che la vita ha da offrirti (Cap 5: Caviale e piadina) perché non avrebbe alcun senso vivere solo ad un estremo. Imparerai che nutrirti di tutti i “cibi” che esistono ti regalerà, non solo nutrimento ma appagamento oltre ogni aspettativa.

In fondo sarebbe come avere soltanto una tipologia di scarpe o vestiti nell’armadio. E per tutte le altre occasioni come ti vesti? Metti nell’armadio della tua vita almeno un vestito per ogni occasione e sarai sempre pronta per le sorprese della vita. Scegli di esplorare tutto il bello (tanto il brutto ti capiterà comunque ma almeno sarai pronta) e fai esperienza muovendoti avanti e indietro fra i “poli opposti” cogliendo le sfumature. Impara a scegliere quelle occasioni che è bello vivere in ottima compagnia anche se l’ottima compagnia sei semplicemente tu (Cap 9: Soli e bene accompagnati), perché hai imparato a conoscerti e a volerti così bene che scoprirai essere raro privilegio averti tutta per te, in barba a tutti i pensieri sulla solitudine.

Se invece disperdiamo energie e sprechiamo tempo muovendoci in direzioni non definite, le probabilità di arrivare a destinazione si riducono di molto.


p 51

Persino la definizione di utile e dilettevole assume la nuova connotazione del dilettevole che è utile e viceversa (Cap 6: Utile e dilettevole), insomma se ti diverti è meglio noh?!. Così anche la perfezione e l’imperfezione, assimilabili anche al concetto di traguardo e sconfitta (Cap 7: Perfetta e imperfetta) suoneranno nelle tue orecchie e disegneranno nella tua mente assumendo suoni e forme del tutto nuovi, soprattutto quando arrivi a renderti conto che una donna che taglia traguardi professionali (Cap 8: Famiglia e successo) può essere, se lo desidera, anche di successo con la sua famiglia.

La parola “successo” ce lo ha insegnato Veronica Benini significa far succedere le cose! E quando scegli di prenderti la responsabilità di quello che accade nella tua vita il lavoro sarà davvero importante in termini energetici, emotivi e ovviamente di tempo. Ecco perché è fondamentale imparare a passare dall’on all’off con serenità e nei giusti tempi (Cap 10: On e off)…sempre con l’obiettivo di non precluderti nulla di bello nella vita. E sai anche cosa? Di essere tu quella che ha tempo di portare il bello nella vita degli altri.

Ogni scelta consapevole, scoprirai che ha il potere di renderti più forte. Tutte noi traiamo forza dall’agire tanto di pancia quanto di testa (Cap 4: Pancia e testa), e questo perché hai imparato a conoscerti così bene, a conoscere i tuoi obiettivi così bene, che il tuo istinto lavora al tuo fianco insieme alla parte razionale.

Mi piace accogliere una visione che contempli il lusso in un’accezione più ampia. […] Il lusso per me non è quasi mai una questione di portafogli, ma di scelte, e, soprattutto, di attitudine mentale. […] Vivere esperienze integrate ti cambia, ti plasma, ti porta dritto verso la tua evoluzione personale.


p 73-75

Puoi fare cose nuove solo se vuoi cose nuove, se guardi dove finora non hai mai guardato punto.

 

p 101

Domanda sbagliata, risposta sbagliata.


p 51

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Vale tanto il fronte quanto il retro

“Si va bene Marzia ma con tutte queste e mi vuoi dire dove la Franchi vuole arrivare? Che cosa hai davvero imparato leggendo questo libro?”

Ti rispondo dicendoti che tutto ciò che compone la vita è una moneta dove tanto il fronte quanto il retro contano e anzi permettono l’esistenza stessa della moneta di per sé (la moneta sei tu tanto per essere chiara <3), la quale al privarsi dell’una o dell’altra facciata smetterebbe di essere se stessa.

Non è vero infatti che gli opposti si attraggono, ma sono in realtà (contro ogni insegnamento e preconcetto) parte della stessa medaglia. Infatti ogni medaglia/moneta ha il fronte e il retro! Ricordatelo tu sei una moneta!

Insomma come la giri la giri hai sempre tra le mani un fior di conio che è la tua stessa vita. E dico “fior di conio” perché immagino che la tua vita inizia davvero a brillare di una rinnovata luce, il momento che tu stessa inizierai ad applicare il concetto di inclusione usando le “e” a vantaggio delle “o”.

La diversità rappresenta la linfa vitale che mi ha permesso di svestire alcuni panni e indossarne altri


p 14

Se non dipendi dagli altri allora sei libera. […]

Imparare a stare da soli passa attraverso la comprensione del significato dell’amore per se stessi.

L’accoppiata vincente

Riprendendo quindi la postfazione di Chiara Franchi Tutte le “&” del mondo, mi viene da pensare che la storia in qualunque ambito e contesto è fatta (anche) di grandi “coppie”. 

E dicendo coppie immediatamente penserai che ad unire i due termini c’è la congiunzione “e”! Per me che scrivo è una delle parole più belle che esistano. Non si è mai sentito parlare di tizio “o” caio, quindi perché noi dovremmo scegliere tra tutte le varie forme (&) che la nostra vita può assumere, escludendone alcune come se fosse un dato aprioritstico e predeterminato?

Il mantra diventa quindi:”Io voglio, e soprattutto posso avere, sia questo che quello”.

La vera sfida sarà per te diventare capace di capire cos’è che davvero desideri che abiti nella tua vita, in maniera più o meno permanente. Quali sono le tante dualità alle quali senti di dover e voler dare priorità rispetto alle altre. La scelta è la tua! La bicicletta anche, ora devi pedalare.

Il mio augurio per te è che impari rapidamente a compiere le tue scelte seguendo questo nuovo paradigma, e che ancor più velocemente tu muova anche le azioni nella direzione delle tue “&”, perché certamente non ti interessano tutte quelle “del mondo”, ma devi alla tua felicità e realizzazione la comprensione di quelle “&” che senti di voler fare tue.

Ti saluto come Cristian Bergi fece con me in libreria davvero tanti anni fa: “Buona vita”.

A volte, invece, violare le regole è l’unica cosa possibile: strapparsi il vestito da Cenerentola, indossare gli anfibi e iniziare ad arrampicarsi su tu sulla più irta delle montagne.

p 14

Info bibliografiche

Titolo originale: – Fattore & (italiano)

Titolo: Fattore

Autore: Chiara Franchi

Prima edizione italiana: 2022

La mia edizione: I edizione – 2022

Editore italiano: Crocetti editore

Collana: Vivere meglio

Genere: Romanzo, Auto aiuto, Mind & Body

Numero di pagine: 161

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Finalmente mi mostro nuda a te e ti grido: “Guardami!” perché davanti a te sono e voglio essere nuda

Finalmente mi mostro nuda a te e ti grido: “Guardami!” perché davanti a te sono e voglio essere nuda

POESIA

Finalmente mi mostro nuda a te e ti grido: “Guardami!”

perché davanti a te sono e voglio essere nuda

Con la sua poesia narrativa e altamente visiva, in questa raccolta la Pozzi ci fa vivere il desiderio di carnalità e di femminilità che cerca appagamento nell’unica persona che può darglielo: il suo amato. Questo è il filo conduttore che qui, lega i temi che caratterizzano l’opera di questa italiana della prima metà ‘900.

12 FEBBRAIO 2023

POESIA

Guardami: sono nuda di Antonia Pozzi. La mia recensione

Il libro Guardami sono nuda di Antonia pozzi è stato comprato per essere il mio compagno di viaggio, quando sono andata a Novara la prima volta l’11 Febbraio del 2023, era un sabato.

Nella primavera del 2021 avevo già letto un’altra sua raccolta di poesie: Mia vita cara (2019) testo al quale sono particolarmente affezionata sia per motivi personali, che per il suo essere stato di fatto il primo libro di poesie che ho letto dopo anni di sola manualistica, romanzi, e narrativa.

Fra gli eventi ed elementi a cui si deve il merito del mio ricominciare a scrivere poesie, c’è infatti anche Mia vita cara.

Oh le parole prigioniere

che battono battono

furiosamente.

 

“LA PORTA CHE SI CHIUDE”

Poesia narrativa e visiva

Ed è forse proprio la connotazione narrativa e altamente visiva che Antonia Pozzi conferisce alle sue poesie, ad avermi appassionato alla sua scrittura prima di qualsiasi altra cosa. Di fatto Antonia pozzi è una ragazzina, sebbene dissimile anzi distante, dalla ninfetta di Nabokov quando scrive la maggior parte di ciò che leggiamo ora. Una giovane donna che si è sempre sentita intrappolata nel suo giovane corpo, sentendosi in realtà molto più adulta di quanto non fosse anagraficamente.

Mi sarebbe piaciuto conoscerla per avere davvero la conferma del suo essere più grande dei suoi anni. Mi sarebbe piaciuto per capire cosa per lei significava quell’essere “adulta” che si sentiva di essere e non era. Una maturità che tardava ad arrivare anche dal punto di vista della sua stessa fisicità, sofferenza questa che diventa uno dei fili conduttori di questa intera raccolta di poesie.

Letto in un giorno: parte I, II, II

Ho letto Guardami sono nuda di Antonia Pozzi in tre momenti all’interno della stessa giornata. La prima metà l’ho letta sul treno che mi portava a Novara, una seconda parte l’ho letta in un caffè: il Plaza subito dopo aver visitato il Castello di Novara e quindi la terza parte è stata letta nel Caffè l’Umberto I.

Ho incontrato questo caffè passeggiando tra le vie della nuova città che ero andata a scoprire (la bellezza di “perdersi” tra le vie di un luogo che non conosciamo per finire col “trovarci” qualcosa in cui lasciamo pezzi di noi) e che ho scelto fra gli altri perché accomodandomi avrei potuto bere dell’ottimo caffè filtro. Ne ho presi due, entrambi molto buoni, procedendo come se fosse una degustazione dove sali per gradi: sono salita d’intensità.

Tornando a noi, in questa raccolta di poesie l’aspetto che più mi ha sorpresa mentre leggevo, non è stato tanto nel rinnovato apprezzamento per la capacità di scrittura di Antonia Pozzi, quanto piuttosto per il mio divertirmi a riscrivere e integrare le sue poesie con versi miei.

La mia copia è scritta a quattro mani 

Quello stesso giorno ho letto anche Poesie erotiche di Pablo Neruda e queste due raccolte di poesie sono arrivate nella mia vita esattamente al momento giusto, ancor di più nel loro arrivare “insieme”. La storia di come sono arrivata a leggere Poesie erotiche di Pablo Neruda l’ho raccontata nell’articolo dedicato, per quanto riguarda invece Guardami: sono nuda di Antonia Pozzi posso solo dire che ero entrata in libreria perché dovevo comprare un nuovo taccuino, su cui appuntare la miriade di pensieri che sempre ho in testa.

Scelto l’oramai consolidato quaderno a righe con copertina rossa e morbida, non resisto alla tentazione e quindi salgo al piano superiore. Avevano cambiato disposizione degli scaffali nella Feltrinelli di piazza CLN e quindi mi sono ritrovata a fare una gaffe perché non trovando la sezione poesie, ho chiesto al libraio che stava appunto sistemando quella sezione.

Lui pensava lo stessi prendendo in giro, invece io con la solita musica in cuffia, non mi ero resa conto di dove fossi: reparto poesia! Lui ha pensato che fossi una sua vecchia amica che non riconosceva dato il tempo trascorso, e che lo stessi prendendo in giro, così ci siamo fatti una risata sincera e io ho proseguito la mia esplorazione degli scaffali. Sono evidentemente capitata al momento giusto, perché nel suo riordinare e spostare i volumi ha messo in risalto il libro che avrei comprato: Guardami: sono nuda di Antonia Pozzi. Questo libro dalla bella copertina rossa, proprio come il taccuino che avevo appena scelto come mio, faceva la sua bella figura. Ma soprattutto io ho sentito come un richiamo, quel sussurro che certi libri per sedurti emettono e che arriva solo alle tue orecchie.

Ero salita con l’intenzione di acquistare un altro libro di Jacques Prevert ma non ho potuto resistere e così ho comprato il mio secondo della Pozzi e l’ho sistemato subito nella borsa che avrei portato con me all’indomani sul treno che da Torino mi portava a Novara.

Leggo libri che sono pezzi di me

Avevo davvero già apprezzato le poesie di Mia vita cara ma nella loro bellezza, non per il fatto di aver trovato in loro parti smarrite o dimenticate di me stessa. In Guardami: sono nuda ho invece trovato degli ironici parallelismi con il mio recente vissuto. Un bellissimo vissuto.

A cominciare dal titolo che è come uno schiaffo in faccia a chi lo legge, perché ti obbliga a “guardarla” e ti fa capire che la donna che sceglie di pronunciare una frase del genere lo fa perché da un lato è consapevole del suo corpo e dall’altro vuole che una persona, una sola persona su tutte, la ammiri nella sua marmorea bellezza. La scultura che origina dall’essere donna.

Conosco la sensazione che si prova nel guardare negli occhi un uomo e pronunciare (all’incirca) le parole: “Sono qui davanti a te e sono nuda, guardami”. In bilico tra una richiesta e una domanda, l’unica risposta all’altezza può essere solo qualcosa di simile a: “Ti guardo, ti ho guardata tutto il tempo”.

Allora è l’estasi.

La mia copia è scritta a quattro mani

Così, in bilico tra il ricordo delle parole che io stessa ho pronunciato (in questo modo in particolare, una sola volta nella vita) ad ogni poesia che leggevo in Guardami: sono nuda di Antonia Pozzi, presa da un “flusso di coscienza” ho integrato, modificato o riscritto le poesie stesse di Antonia Pozzi.

É stato davvero surreale ritrovare che molti diversi raccontassero molto del mio trascorso personale. A onor del vero, mi sono piaciute di più le poesie di Mia vita cara (alcune di quelle qui presenti sono proposte anche in quest’ultima raccolta) eppure Guardami: sono nuda mi appartiene infinitamente di più.

Rileggere oggi la copia che ho reso assolutamente mia, di questa raccolta di poesie, è come leggere un libro scritto a quattro mani perché davvero i miei interventi sono, da un lato molto presenti e dall’altro si integrano perfettamente creando un impasto perfetto (e dico impasto rifacendomi ad una conversazione con una persona di grande intelligenza e sensibilità, lui sa di esserlo perché gliel’ho detto).

É stato bello scrivere direttamente sul libro con la mia micromina 0,5 della Rotring! (Vuoi farmi un vero regalo, di quelli che si comprano e non si fanno con un gesto? Comprami una bellissima penna, anche stilografica sarà apprezzata ). Complice in questo, il fatto che avevo scelto di trascorrere una giornata lontana dalla mia nuova città, lontana per qualche ora dal lavoro digitale che amo eppure dal quale ogni tanto, come è sano che sia, ho bisogno di staccare. Volevo vivermi una giornata off line e così ho fatto!

Guardami: sono la donna che sono

In Guardami: sono nuda si ritrovano i temi che contraddistinguono l’opera di Antonia Pozzi: la sofferenza per la sua giovane età, per l’amore che non può e non riesce ad essere vissuto come si vorrebbe, per una maternità che non troverà appagamento e per una vita che la costringe ad abitare il suo corpo nonostante lei voglia abbandonarlo, come farà all’età di ventisei anni.

Ma se da un lato è vero che i temi più importanti di questa eccezionale poetessa italiana sono qui tutti presenti, dall’altro la bellezza di questa raccolta sta nel fatto che la scrittrice, nonostante parli sempre ad interlocutori diversi compresa se stessa, è come se parlasse ad un unico interlocutore: l’amore, l’amato.

Quella di Guardami: sono nuda è una Antonia Pozzi che vuole abbandonare lo stato del suo corpo non (soltanto) in termini di morte, ma come l’abbandono di un corpo ancora fanciullesco che non rispecchia le evoluzioni del suo sentire:

Per troppa vita che ho nel sangue / tremo / (…)

“SGORGO”

Antonia Pozzi qui si sente non solo adulta ma ancor di più: femminile, consapevole e con una immagine di sé stessa che cerca, che chiama le attenzioni di un uomo tanto dal punto di vista visivo (Guardami suona come un imperativo) quanto nell’esperienza tattile.

La poesia d’apertura é Canto della mia nudità e si apre proprio con il verso:

Guardami: sono nuda

da cui appunto è tratto il titolo della raccolta stessa e prosegue nella stessa così scrivendo:

Oggi, m’inarco, nel nitore del bagno bianco e m’inarcherò nuda domani sopra un letto, se qualcuno mi prenderà.

in Solitudine con:

Ho le braccia dolenti e illanguidite

per un’insulsa brama di avvinghiare (…)

e in Un’altra sosta con:

che io ti accarezzi con un gesto lento

É assolutamente chiaro il desiderio di sperimentare la carnalità con l’uomo da lei amato, a maggior ragione perché “lui” un uomo lo è già. Ecco allora che lei si prepara a condividere con lui tutto: lo cerca, lo chiama ma anche lo invita chiaramente come in ben due versi di Canto rassegnato che iniziano con la parola, che viene ripetuta quasi sfinendola:

Vieni

proprio perché in quanto donna anela che sia l’uomo desiderato ad andare da lei, a raggiungerla perché che lei lo vuole, gliel’ha già detto! Adesso spetta a lui.

In Sventatezza ci confessa:

Ma io ardevo.

In Vaneggiamenti:

Io vibravo, insieme con le corde

(…e come non avere qualcosa di “mio” da aggiungere..)

In Vertigine ci mette a parte di un desiderio:

Afferrami alla vita

(…anche qui i ricordi hanno avuto il sopravvento..)

Quest’ultima parol in particolare ha la doppia valenza di trattenerla sia in questo mondo, sia di sentire il tocco delle mani di “lui” sul suo fianco, attraverso i vestiti e sulla pelle poi, finalmente nuda.

In Guardami: sono nuda Antonia dimostra quanto vuole essere amata nella sua totalità quindi non soltanto come donna, come la madre che vorrebbe essere e che non sarà mai; ma anche come scrittrice. Del resto si sa che il primo giudizio che per una donna è davvero importante, è proprio quello della persona amata. Ed ecco infatti che è in Pudore scrive:

Se qualcuna delle mie povere parole ti piace e tu me lo dici sia pur solo con gli occhi io mi spalancò in un riso beato (…)

Per Antonia Pozzi l’amore era davvero l’unica ragione di vita, tolta la quale non vi era nulla di così consistente tale da farle amare la vita stessa. Ecco infatti che in Sera scrive:

o accendi tu

la tua lampada

e fammi cenni di entrare

che io non muoia

qui senza fuoco!

È evidente come colui che amiamo diventa il nostro faro nella notte, la nostra bussola e quel caldo che scalda le membra stanche e asciuga il legno dello dello scafo della nave che siamo e che cerca soltanto un porto sicuro in cui approdare. E questo è reso estremamente palese dall’ordine in cui le poesie Sera e Il porto, certamente quest’ultima una delle mie preferite, sono state inserite in questa raccolta di poesie: ossia una dopo l’altra.

Ecco allora che l’atto di “avvistare” un porto in cui approdare, dopo una una serie di sfiancanti tempeste, introduce un altro filo conduttore: quello dello del guardare e del guardarsi appunto negli occhi.

Verso dopo verso infatti vediamo con gli occhi di Antonia Pozzi e ancor di più, vediamo in prima persona gli occhi di “lui” che Antonia (la donna non la scrittrice) anela di guardare sempre.

Gli occhi infatti sono lo specchio dell’anima, e due amanti lo sanno bene; ma sanno anche riconoscere l’uno nell’altro il malessere. Così quando lo sguardo di “lui” si incupisce e smette di brillare, anche il sorriso si spegne ed ecco che in Pensiero scrive:

Essere ombra, pace serale intorno al tuo spento sorriso.

In fondo qual’è l’unica missione di chi ama se non  accertarsi che in qualche modo l’altr*, la persona che amiamo, possa tornare a sorridere e ad avere quella luce negli occhi che ci ha fatto innamorare?

Vorrei che la mia animati fosse leggera vorrei condurti con le mie parole fino ad una valle di erboso silenzio, allago vorrei che la mia anima che fosse leggera che la mia poesia ti fosse un ponte, sottile e saldo, sulle scure voragini della terra.

“LIEVE OFFERTA”

E quale terribile paura pesa sul cuore di chi ama quando sia ha l’incertezza di questo nuovo traguardo?

Dunque, io non vedrò mai più i tuoi occhi puri come li vidi la sera prima io so quale sabbia l’intorbiditi ora quale tristezza che fu già mia. Sgomenta guardo nascere in te la vita che ho già visti e scontata e spogliai d’ogni velo. 

 

“AMMONIMENTO”

Ma se l’incertezza può arrivare a gettare un’ombra su coloro che si amano, primeggia fra gli amanti una certezza fra tutte: che la loro stessa natura sarà bastevole a tenerli uniti finché nutriti del loro stesso amore abbandoneranno i rispettivi corpi esaurendosi felici d’aver arso insieme.

Olio vuole la lampada e legno il fuoco

“AMMONIMENTO”

Info bibliografiche

 

 

Titolo originale: Guardami: sono nuda (italiano)

Titolo: Guardami: sono nuda

Autore: Antonia Pozzi

Prima edizione italiana: 2014

La mia edizione: IX edizione – Febbraio 2022

Editore italiano: Edizioni Clichy

Genere: Poesia

Numero di pagine: 113

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Immensa è la cattedrale della vita che si costruisce nella sapienza

Immensa è la cattedrale della vita che si costruisce nella sapienza

I pilastri della terra è il primo libro che ho letto di Ken Follett, quindi non avevo la minima idea di cosa avrei trovato al suo interno dal punto di vista stilistico. De I pilastri della terra non avevo letto assolutamente nulla, se non la sinossi sul retro della copertina e l’indicazione sull’essere un best seller come è tipico di Ken Follett, sin dal suo esordio letterario nel 1978 con “La cruna dell’ago”.

Il primo impatto lo si ha con le 1030 pagine che lo compongono, le quali tuttavia sono assolutamente necessarie a rendere appieno gli eventi che Ken Follett decide di narrare.

La notte del 25 Novembre 1120 la White Ship partì per l’Inghilterra

e naufragò a largo di Barfleur causando la morte

di tutti coloro che erano a bordo, tranne uno.

….Enrico rimase privo di erede….

I pilastri della terra è un romanzo storico, ma non tanto perché narri eventi storici in maniera specifica, quanto piuttosto per la capacità di trasportare il lettore negli anni del medioevo che vanno dal 1123 (prologo) al 1155 (fine della quinta parte), e renderlo fisicamente presente e capace di vedere ogni singolo dettaglio, come se tutte le scene descritte si stessero manifestando effettivamente davanti ai suoi occhi.

Forse è proprio questa la grande capacità che ha fatto di Ken Follett un autore best seller: il riuscire a far vedere praticamente a chiunque quello che la sua mente ha immaginato e quindi trasferito sulla carta.

L’ambientazione principale è quella del priorato di Kingsbridge. Questo luogo lontano da ogni attrattiva e di per se in difficoltà, vede sin da subito una trasformazione in quanto al vecchio priore succede Philip. Questi è un uomo dalla grande umiltà, lungimiranza e fiducia nel futuro che riuscirà a fare di Kingsbridge un fiore all’occhiello per l’intera Inghilterra.

Tutto ha inizio con la necessità di rendere più fastosa la chiesa del priorato e questo si rende possibile grazie all’arrivo di un giovane costruttore, che con le sue capacità gradualmente porta l’architettura gotica a prendere forma inaspettatamente in quell’angolo di Inghilterra dove nessun nobile prima di quel periodo aveva non solo sentito parlare, ma ancor meno messo piede.

Tom, il nuovo mastro costruttore del priorato di Kingsbridge è un tipico uomo del medioevo: ci viene presentato mentre è in viaggio con la moglie Agnes alla ricerca di un lavoro, insieme ai loro due figli AlfredMartha e un terzo in arrivo.

I quattro si imbattono in una donna, Ellen, rimasta vedova e la quale vive in una grotta con il figlio Jack. Ellen è molto diversa da Agnes, ha in se uno spirito selvaggio che verrà ereditato dal figlio Jack e che affascinerà da subito Tom.

Da quell’incontro passò poco tempo che Agnes diede alla luce il loro terzo figlio, ma morì di parto e nella disperazione Tom decise di abbandonare il loro terzo figlio sulla tomba della madre oramai morta. I morsi della coscienza si fecero sentire così che Tom decise di tornare indietro a riprendere suo figlio, ma era tardi perché Philip, il futuro nuovo priore di Kingsbridge, lo aveva già preso sotto la sua ala e portato con se al priorato, battezzandolo con il nome di Alfred.

Ellen, che aveva assistito alla scena, mette a parte Tom degli eventi così che egli decide di trovare lavoro proprio presso la cattedrale di Kingsbridge, per stare vicino al suo terzo figlio. Oltre questo, Ellen e Tom decisero di proseguire la loro vita insieme come fossero marito e moglie, supportandosi a vicenda da quel momento in avanti.

Questo è solo l’inizio degli intrecci amorosi che scaldano una narrazione fatta di pietre e progetti architettonici, e si rimane sorpresi della cultura enciclopedica che l’autore riversa in questo romanzo, che se da un lato non è particolarmente ricco di dialoghi, compensa con una narrazione eccellente e ricca di dettagli, arrivando persino a far arrivare all’orecchio suoni e fruscii ottenendo una narrazione concretamente multisensoriale.

I progetti di Tom rendono Kingsbridge sempre più florida e nemmeno l’incendio, appiccato intenzionalmente da Jack per garantire alla sua famiglia, e quindi a Tom, altri anni di tranquillità economica, riescono a scalfirne la crescita.

Una crescita che verrà palesata anche dall’arrivo di Aliena, una giovane donna che a seguito di una violenza carnale decide di trasferirsi in questo angolo d’Inghilterra e affermarsi economicamente diventando una delle mercanti di lana più affermate della regione.

Questo la rende appetibile a molti pretendenti, eppure lei affascinata dai modi e dalla cultura tramandatagli dalla madre Ellen, si invaghisce di Jack. Aliena diventa quindi l’ennesimo terreno di scontro tra Alfred e Jack, con il risultato che quest’ultimo da apprendista costruttore diventa poi novizio, per non perdere la possibilità di rimanere a Kingsbridge, per benevolenza del priore Philip.

Aliena quindi non ha altra scelta che sposare Alfred, ma il loro matrimonio viene maledetto da Ellen, che condannerà Alfred all’impotenza e questo sarà per Aliena pena atroce poichè dall’unica unione avuta con Jack, rimane incinta.

I suoi sforzi per nascondere la gravidanza verranno vanificati dopo un significativo crollo della cattedrale che oltre agli ovvi danni materiali, priverà Kingsbridge e Philip della presenza di Tom il quale morirà sotto le macerie e al suo posto il figlio di Aliena e Jack verrà alla luce.

L’incendio appiccato per vendetta verso Aliena alla fiera della lana, voluta da lei e Philip, sarà la sua rovina. Perduta tutta la merce, la casa e il denaro non può più aiutare il fratello Richard a diventare cavaliere e questo la porta alla disperazione, acuita dalla fuga di Jack.

Ella dunque, su suggerimento di Ellen, va alla ricerca del suo amato e lo troverà a Toledo arricchito dell’esperienza di aver partecipato alla costruzione delll’Abbazia di Saint-Denis, dove ha imparato il neonato stile gotico e che lo porterà a riversare questo suo sapere nella ricostruzione della cattedrale di Kingsbridge che con l’uso di volge ogivate e archi rampanti raggiungerà una magnificienza mai nemmeno sperata da Tom e dallo stesso Philip.

In tutto questo, le vicende per la successione al trono agitano gli animi e l’economia di una nazione e tutti i drammi vissuti, dimostreranno come la vera salvezza è nell’unione e nell’avere un progetto davanti ai nostri occhi che sia un faro per chi condivide con noi questo sogno che giorno dopo giorno diviene realtà, ma anche per tutte le persone che incrociano il nostro percorso e sono mosse ad agire per migliorare la propria realtà a loro volta.


Titolo originale: The Pillars of the Earth

Autore: Ken Follett

Prima pubblicazione: 1989

Prima pubblicazione in Italia: Ottobre 1990

La mia edizione: XXVIII ristampa – 2011

Editore italiano: Mondadori

Collana: –

Genere: Romanzo

Numero di pagine: 1030

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Cosa c’è di più autentico di promettersi amore “Per tutto il resto dei miei sbagli”?

Ogni volta cerco di approcciarmi ad un libro con il massimo dell’imparzialità e anche questa volta leggendo “Per tutto il resto dei miei sbagli” di Camihawke è ciò che ho fatto.

Avrebbero potuto fuorviarmi le numerose critiche rivolte all’impostazione autobiografica di questo romanzo, oppure avrebbe potuto frenarmi la genuinità di alcune espressioni che Camilla Boniardi, “Camihawke” sui social, usa sin dalle prime pagine.

Nella lettura di ”Per tutto il resto dei miei sbagli” ho trovato una genuinità e un’assenza di fronzoli come difficilmente si trova in un libro. E leggendo questo, vi ho trovato la bellezza di emozioni nude e autentiche. Quelle emozioni che sanno di quel gelato alla fragola che Leandro descrive a Marta la nostra protagonista, la quale ci mostra quanto sia difficile continuare a vivere la propria vita nonostante le difficoltà e lo scegliere la strada giusta per sé e per il proprio futuro, a prescindere che lo si condivida con altri o semplicemente con sé stessi.

Prima di tutto sappi che la fragola

è una scelta coraggiosa, una scelta pura.

Marta nei 25 anni di vita vissuti finora, di fiducia in se stessa non è che ne abbia mai avuta chissà quanta. Dalla bambina vergognosa che si nascondeva dietro le gambe della mamma, a quella ragazzina che oltre oceano non riusciva nemmeno, dall’alto del suo “Ottimo! (Con punto esclamativo)” guadagnato con tanto impegno, a pronunciare un semplice: “Io non parlo inglese” che più base di così non si può.

Ci devi provare, amore mio.

Questa sua fragilità e totale assenza di passione per la socializzazione troveranno cura dapprima nell’affetto della sua migliore amica Olivia, e poi inaspettatamente in se stessa.

…di oppormi allo spinto fatalismo per i quale gli amici sono quelli che capitano,

e con questi dobbiamo imparare a convivere,

Olivia! Lei si che sapeva sempre come prenderla, come tirarla su dall’ennesimo errore d’amore (che poi forse di amore vero quella storia ne aveva ben poco). E di infonderle coraggio per superare anche questa volta quell’esame di giurisprudenza, che la sua autostima pari allo zero aveva già catalogato come infattibile da qui ai prossimi mille appelli.

né abbastanza forte da trasformare in azione un pensiero di riscatto

che potenzialmente avrebbe potuto fare la differenza.

Le conseguenze di questa mia insicurezza cronica erano disastrose.

Ma tanto sia in occasioni come questa che in tutte le altre che Marta vive, scoprirà e ci ricorderà! che se nella vita hai il coraggio di rischiare, di buttarti da “quella scogliera” dalla quale hai sempre avuto troppa, ma proprio troppa paura per saltare, puoi seriamente correre il rischio di vivere qualcosa dove nemmeno i sogni di felicità più arditi sono mai riusciti a spingersi.

Inaspettatamente la storia d’amore che (senza spoiler che già lo si sa dai social), Marta e Leandro (Camilla e Aimone) vivono, non è il focus del libro. Il cuore pulsante è invece l’intero percorso che si attraversa come singoli, prima di essere pronti a vivere in coppia: perché per vivere anche la storia d’amore più bella della propria vita bisogna essere pronti, entrambi.

…nessuno dovrebbe investire il proprio tempo

a cercare di rispecchiare le proiezioni degli altri.

E non ci si può ritenere pronti, se ciascuno dei due non è diventato grande abbastanza da reggersi felicemente sulle proprie gambe senza paura, per poi condividere il coraggio di vivere insieme e ancora di più di sbagliare insieme, “per tutto il resto dei nostri sbagli”!

Lo devi sempre tenere presente, perché una cosa può essere anche bellissima e perfetta,

ma se non è tempo, cara mia, non c’è niente da fare.

…si deve essere più felici in due rispetto a quanto non lo si è come individui,

altrimenti ogni sforzo perde di significato…

In più di una occasione mi è capitato di sentire Camihawke definire la sua storia con Aimone (quella vera e non trascritta), come un: amore antico

La felicità è una cosa seria, e se c’è,

deve essere assoluta, senza ombre e senza pena.

e questo aspetto romantico trova la trasposizione nella storia epistolare che Marta e Leandro si trovano a vivere, in una perfezione che solo ad immaginare un fondo di verità in questo amore così diretto e autentico, non si può che lasciare che gli occhi si bagnino di lacrime. La bellezza delle parole e delle situazioni scritte prima e condivise “di persona” poi, che i due si trovano a vivere tra le pagine di questo libro, ci porta a sperare che siano capitate a Camilla e Aimone anche nella vita vera.

Probabilmente è vero che se non ti piace la stessa musica non puoi andare d’accordo! E questo è decisamente vero per Marta e Leandro, che incontratisi nella musica hanno poi condiviso (e apprezzato), i rispettivi gusti musicali tra le righe delle e-mail (moderne lettere) che i due si sono inviati nel corso dei mesi, consolidando dapprima e distruggendo poi, un modo meravigliosamente intimo e autentico di comunicare e conoscere l’altr* entrandogli dentro.

Come in questi mesi in cui non ti ho mai vista,

ma ho sempre saputo che c’eri.

Per tutto il resto dei miei sbagli credo che sia la promessa d’amore più autentica che si possa fare all’altra persona, perché di sbagli nella vita ce ne saranno sempre tanti, dai più banali e quotidiani a quelli un po’ più seri, eppure la bellezza di affrontarli insieme è l’unico vero obiettivo che una coppia dovrebbe avere, avanzando nella vita un passo dopo l’altro, con tutta l’onestà di cui si è in grado.

Per tutto il resto dei miei sbagli” credo parli proprio di questo: di onestà prima di tutto verso se stessi, per poi essere data anche ad altri godendo della pace che si prova ad essere accolti dall’altr* esattamente per come si è con tutti i propri difetti e odori;

…le tempie…non so, non saprei spiegarlo. Sanno della tua pelle…

soprattutto quelli che si cerca di camuffare perché nessuno ci ha mai detto di quanto siano meravigliosi, e da soli non siamo mai stati in grado di coglierne la bellezza. Quindi sì Camilla Boniardi conferma che abbiamo bisogno degli altri, ma prima di tutto abbiamo bisogno di noi stessi per avere una vita piena e appagante soprattutto se, o meglio quando, scegliamo di condividerla con qualcun altro.

Oltre la storia tra Camilla e Aimone

Se non si fosse “influenzati” dalla trasposizione letteraria della relazione tra Camilla e Aimone, ritengo, ci si potrebbe soffermare anche su quello che è l’aspetto psicologico dell’intero romanzo. L’autrice infatti affronta forse tutti i suoi angoli privati come le sue esperienze di bimba, la sua timidezza, l’amore verso i suoi genitori che hanno sempre assolto al loro compito, persino nella stesura di questo libro; fino ad arrivare ad affrontare nella maniera più delicata possibile il suo essere “troppo magra” e il suo aver superato tutto questo semplicemente vivendo.

Persino la copertina (e questa è una cosa che mi piace tantissimo!) acquisisce un senso compiuto solo alla fine, quando assorbita l’ultima parola e, forse, aver versato l’ultima lacrima si chiude il libro tra le proprie mani e si riguarda la “prima di copertina” con rinnovati occhi e si vede il luogo dove i due innamorati hanno sperimentato tanto la vicinanza tanto la lontananza (e dopo questa devi per forza leggere “Per tutto il resto dei miei sbagli” perché non ti spoilero assolutamente niente).

Un libro di autoguarigione e di analisi ma soprattutto del far pace con il proprio trascorso e quello di chi d’ora in avanti ci accompagnerà nella nostra vita auspicabilmente: per tutto il resto “dei nostri” sbagli.

É già tutto pronto devi solo volerlo.

Personaggi

  • Marta Sartori: la protagonista. Ha 25 anni, studia Giurisprudenza dopo avere lasciato gli studi in biotecnologie. Non è soddisfatta del suo percorso di studi, di sé stessa, della sua vita sentimentale e solo dopo un viaggio (o forse più d’uno) troverà il percorso giusto per lei sotto ogni punto di vista. É miope dall’età di sette anni, ma non si fa riferimento ad occhiali in tutto il libro, quindi la si può immaginare nell’uso di lenti a contatto. Ha un metodo di studio pessimo, e solo grazie a Olivia che le infonde coraggio alla fine riesce a laurearsi. Ama la musica e la band di Leandro è la sua preferita. Il suo compleanno è da sempre un evento importate e da questo momento in poi ancora di più.
  • OliviaOlli“: la migliore amica di Marta, A lei deve praticamente una delle cose più belle capitatele nella vita: l’incontro con Leandro, ma anche la laurea in Giurisprudenza che se non era per lei Marta ancora era lì a preparare lo stesso esame. Le due si supportano da sempre e hanno davvero una gran bel rapporto, di quelli che ti capisci senza parlare.
  • Leandro: cantante e frontman della band preferita da Marta. Vive a Perugia la sua città natale e ha una storia finita che non è ancora del tutto nel suo passato. É evidentemente affetto da romanticismo cronico e questo riesce a manifestarsi appieno nella relazione con Marta, nonostante tutto… Ama le cose semplici e autentiche e preferisce “i grandi gesti” al lusso ostentato, a Perugia guida una “Punto blu sgarrupata” e il suo vino preferito è l’Amarone, perché nasce da uno “sbaglio” e avendo per lui un fascino raro la storia di questo vino è divenuto col tempo “il vino delle occasioni speciali”
  • Riccardo: amico di Leandro e di tutta la sua band, si rende utile durante i concerti occupandosi del merchandising; ma alla fine lascerà questo suo “ruolo” per rimettersi a studiare e costruirsi una carriera “canonica”, anche se la nostalgia dei tour è sempre tanta! É durante il primo concerto a cui Marta e Oliva vanno che Riccardo si incontra con quest’ultima e quindi poi Marta conosce Leandro, ma non sarà l’unico suo ruolo da “cupido”.
  • Andrea Sartori: fratello “grande” di otto anni di Marta, è il secondogenito.
  • Marco Sartori: secondo fratello di Marta ed è il più piccolo dei tre.
  • Dario: è il fidanzato di Marta. I due non si frequentano da molto ma non hanno una relazione forte anzi, in realtà non soddisfa nessuno dei due. Viaggiano talmente in maniera asincrona che quando una decide di rompere la relazione, l’altro ci mette il tutto per tutto per farla funzionare.
  • Tommaso: amico di Dario, è sempre presente durante le uscite con Olivia persino, insieme ad altri amici, la sera del compleanno di Marta.
  • Federico: anche Olivia ha i suoi problemi di cuore, e Federico per lei è decisamente una questione da risolvere decisamente da troppo tempo.
  • Pierluigi “Gigi”: anziano signore dal quale Leandro acquista il suo pianoforte, che è stato messo in vendita dopo la morte della moglie Angela
  • Angela: moglie di Gigi, ha sempre amato ascoltare il suo amato suonare e probabilmente anche in questo caso, è stata la musica a unirli “finché morte” non li ha separati.
  • Professor Corradini: braccio estro del Professor Bianchi
  • Professor Bianchi: professore di diritto commerciale alla facoltà di Giurisprudenza frequentata da Marta
  • Greta: ex fidanzata di Leandro. É ancora innamorata di lui, tenta di ricostruire la relazione e per un gesto sconsiderato a seguito di un incidente stradale rischia la vita. Leandro l’assiste nella guarigione, un po’ per affetto un po’ per senso di colpa e questo comporterà delle scelte dolorose per più di una persona.
  • Giovanni: bisnonno di Marta
  • Joaquim: insegnante di surf che Marta incontra in Portogallo con il quale si curano vicendevolmente le ferite del passato. Diventano anche colleghi e la separazione non peserà a nessuno dei due, anzi entrambi guardano al loro passato con affetto
  • Piero: una delle tante persona incontrate per strada sulle quali Marta immagina delle storie.
  • ??: capo di Marta presso il giornale dove inizia a scrivere già da prima della laurea in Giurisprudenza
  • Nicola: amico di Leandro che compie gli anni proprio al momento migliore.

Titolo originale: Per tutto il resto dei miei sbagli (italiano)

Autore: Camilla Boniardi

Prima pubblicazione: 2021

Prima pubblicazione in Italia: 20 Aprile 2021

La mia edizione: 2021

Editore italiano: Mondadori

Collana: –

Genere: Romanzo

Numero di pagine: 295

Preceduto da: Per tutto il resto dei miei sbagli è il primo libro dell’autrice

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